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Regio VI Umbria

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Regione VI Umbria
Regio VI Umbria
Mappa indicante la posizione delle regioni dell'Italia augustea
Informazioni generali
Nome ufficiale(LA) regio VI Umbria
Dipendente daImpero romano
Amministrazione
Forma amministrativaRegione dell'Italia augustea
Evoluzione storica
Inizio7 d.C.
Causaistituzione delle regioni augustee dell'Italia
Fine292 d.C.
Causariforma amministrativa operata da Diocleziano
Preceduto da Succeduto da
- Tuscia et Umbria,
Flaminia et Picenum Annonarium
Cartografia
Mappa schematica della Regio VI Umbria

La Regio VI, detta Umbria o Umbria et Ager Gallicus[1], era una delle undici regioni in cui l'imperatore Augusto aveva diviso l'Italia nel I secolo.

In occasione della riforma dioclezianea dell'amministrazione imperiale, la VI Regio fu smembrata in due parti: quella occidentale fu unita alla Regio VII a formare la Tuscia et Umbria, mentre quella orientale, ossia l'Ager Gallicus, costituì insieme al Piceno la Flaminia et Picenum.

Denominazione

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La regione sesta è nota come Umbria o come Umbria et Ager Gallicus[1] in quanto comprendeva due territori distinti: la porzione dell'attuale Umbria posta ad est del Tevere (le odierne città di Todi, Terni, Narni, Spoleto, Foligno, Spello, Assisi, Gubbio e Città di Castello) e l'Ager Gallicus, detto anche Ager Gallicus Picenus[2], che i Romani avevano sottratto ai Galli Senoni e che questi ultimi a loro volta avevano invaso e popolato mescolandosi ai Piceni; esso corrispondeva alle attuali Marche settentrionali, a nord dell'Esino. La parte occidentale dell'odierna Umbria, situata ad ovest del Tevere, apparteneva invece all'Etruria.

Il territorio regionale corrisponde solo parzialmente all'attuale regione Umbria, non essendovi allora inclusa la cosiddetta "Etruria tiberina", ovvero le terre alla destra del Tevere (Perugia, Orvieto, ecc.). Comprende invece una parte delle Marche di oggi (a nord del fiume Esino, zona chiamata Ager Gallicus e a sud della stessa valle) e ad est dello spartiacque appenninico (Camerino) e alcune zone delle attuali Romagna (ad es. Sarsina) e Toscana (ad es. Sestino). La città di origine umbra di Ariminum (Rimini), colonia di diritto latino dedotta nel 268 a.C., pur trovandosi all'estremità nord dell'ager Gallicus, fu esclusa dalla Regio VI e ascritta da Augusto alla Regio VIII Aemilia.

La descrizione del territorio della Regio VI presente nella Naturalis Historia di Plinio il Vecchio (libro III, paragrafi 112-114)[3] riporta l'elenco delle città che con i loro territori costituivano la regione.

(LA)

«Iungetur his sexta regio Umbriam conplexa agrumque Gallicum citra Ariminum.»

(IT)

«Aggiungeremo a questa[4] la sesta regione che comprende l'Umbria e il territorio dei Galli al di qua di Rimini.»

Le città della Regio VI

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Cartina della Regio V Picenum e VI Umbria

Della Regio VI facevano parte molti abitati di fondazione umbra, gallica e romana. Alcune di esse erano originariamente centri piceni[5]. Plinio il Vecchio enumera 44 città oltre ad altre località minori, di cui 25 appartengono oggi alla regione Umbria, 16[6] alla regione Marche, 2 alla Romagna e 1 alla Toscana:

Le città della regio VI
Nome latino Nome umbro Nome attuale[7] Zona Regione attuale Fondazione Tribù Note
Aesis Jesi ager Gallicus Marche picena[8], poi colonia romana dedotta nel 247 a.C. Pollia
Ameria Amer Amelia Umbria umbra
Arna Civitella d'Arna Umbria umbra
Asisium Assisi Umbria umbra Sergia
Attidium Atiersium[9] Attiggio, vicino a Fabriano Marche umbra Lemonia
Camerinum Kamars Camerino Marche umbra Cornelia
Carsulae vicino a San Gemini Umbria
Corculon Falisci Montefalco Umbria umbra
Fanum Fortunae - Fano ager Gallicus Marche picena[8], poi colonia romana Pollia Colonia Julia Fanestris
Forum Flaminii San Giovanni Profiamma (Foligno) Umbria Fondata nel 220 a.C. dal censore Gaio Flaminio durante la costruzione della via Flaminia
Forum Julii Concupiensium vicino a Pietralunga Umbria Elevata a municipium nell'età augustea
Forum Sempronii - vicino a Fossombrone ager Gallicus Marche picena[8] Pollia
Fulginium, Fulginia Fulkinion Foligno Umbria fondazione umbra, secondo alcuni autori nel 1480 a.C. Cornelia
Hispellum Spello Umbria umbra Lemonia, poi Julia Splendidissima colonia Julia
Iguvium Ikuvium Gubbio Umbria umbra Clustumina
Interamna Nahars Terni Umbria fondazione umbra nel 672 a.C.
Matilica Matelica Marche picena[8] Cornelia
Mevania Bevagna Umbria umbra Aemilia
Mevaniola vicino a Galeata Romagna umbra Stellatina
Narnia Nahars Nequinum Narni Umbria fondata dagli Umbri come Nequinum, distrutta dai romani, fu da essi rifondata nelle vicinanze come Narnia Nahars Papiria
Nuceria Camellaria Nocera Umbra Umbria umbra
Nuceria Favoniensis Pievefanonica vicino a Capodacqua (Foligno) Umbria
Ocriculum vicino a Otricoli Umbria umbra
Ostra - vicino a Ostra Vetere ager Gallicus Marche fondazione romana Pollia
Pisaurum - Pesaro ager Gallicus Marche picena[8], poi, dal 184 a.C., colonia romana Stellatina In età triumvirale e augustea assunse il nome di colonia Iulia Felix Pisaurum
Pitinum Mergens - vicino a Acqualagna Marche Clustumina
Pitinum Pisaurense - vicino a Macerata Feltria ager Gallicus Marche Oufentina
Plestia vicino a Colfiorito (Foligno) Umbria/Marche[10] umbra Oufentina
Sarsina Sarsina Romagna umbra Pupinia
Sena Gallica - Senigallia ager Gallicus Marche colonia romana dal 283 a.C. Pollia
Sentinum vicino a Sassoferrato Marche Lemonia
Sestinum Sestino Toscana Clustumina
Spoletium Spoleto Umbria umbra, la colonia romana fu fondata nel 241 a.C. Horatia
Suasa - vicino a Castelleone di Suasa ager Gallicus Marche fondazione romana[11] Camilla detta a volte Suasa Senonum[12]
Suillum vicino a Sigillo Umbria municipio romano retto da duoviri
Tadinum Tarsina Gualdo Tadino Umbria umbra
Tifernum Metaurense vicino a Sant'Angelo in Vado Marche Clustumina
Tifernum Tiberinum Città di Castello Umbria Clustumina
Trebia o Lucana Trebiensis vicino a Trevi Umbria Aemilia
Tuder Tutere Todi Umbria umbra Clustumina
Tuficum Borgo Tufico, vicino a Fabriano Marche Oufentina
Urvinum Hortense vicino a Collemancio Umbria romana
Urvinum Metaurense Urbino Marche Stellatina detto a volte anche Urvinum Mataurense
Vettona Bettona Umbria etrusca

Il territorio era attraversato da molte strade romane di importanza diversa che collegavano i vari centri e le vallate.

Vie consolari

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  • Via Flaminia: la via consolare principale che partendo da Roma attraversava gli Appennini arrivando al mar Adriatico all'altezza di Fanum Fortunae e continuava fino ad Ariminum.
  • Via Amerina: fu prima della Flaminia una delle strade consolari romane che, a partire dal IV secolo a.C., ha rappresentato per secoli la via più diretta per raggiungere da Roma i territori umbri e per poi innestarsi sulle vie romee che risalivano l’Italia verso nord-est. Prende il nome dalla città di Ameria (oggi Amelia) che raggiungeva partendo da Veio proprio alle porte di Roma. Nel medioevo fu poi l’asse portante del cosiddetto "corridoio bizantino", ovvero quella fascia di territorio che collegavano Roma a Ravenna a difesa dai Longobardi, nella fase ormai di decadenza dell’Impero romano.

= Strade secondarie

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  1. ^ a b Per il nome Ager Gallicus si vedano le traduzioni del passo in cui Plinio il vecchio ne parla: Tra i testi che seguono il passo di Plinio si citano:
    • Tullio De Mauro, Storia linguistica dell'Italia repubblicana: dal 1946 ai nostri giorni, Gius.Laterza & Figli Spa, a questa pagina, ISBN 9788858116524;
    • Lorenzo Braccesi, Hellenikòs Kolpos: supplemento a Grecità adriatica L'ERMA di BRETSCHNEIDER, 2001 (pagina 110, testo consultabile su Google libri)
  2. ^ Per il nome Ager gallicus picenus si veda:
    • Lorenzo Braccesi, Hellenikòs Kòlpos: supplemento a Grecità adriatica L'erma di Bretschneider, 2001 (pagina 110, testo consultabile su Google libri);
    • Luca Antonelli, I Piceni: corpus delle fonti. La documentazione letteraria, editrice L'Erma di Bretscneider, 2003;
    • Adam Ziólkowski, Storia di Roma, Pearson Italia S.p.a., 2006; Ulrico Agnati, Per la Storia Romana Della Provincia Di Pesaro e Urbino, editrice L'Erma di Bretscneider, 1999.
  3. ^ Vedi il passo nella wikisource latina
  4. ^ N.d.t.: riferendosi alla regio V prima descritta
  5. ^ Delia G. Lollini, La civiltà picena in Popoli e civiltà dell'Italia antica, Roma, Biblioteca di Storia Patria, 1976, Vol. V.
  6. ^ Nell'attuale territorio della regione Marche erano presenti in epoca romana 35 città romane, 19 nella Regio V e 16 nella Regio VI. Fonte: Archeologia nelle Marche, Mario Luni, 2003, pag. 136, ISBN 88-392-0744-9
  7. ^ Se non c'è continuità urbanistica tra la città romana ed insediamento attuale, viene indicato la località attuale più vicina al sito urbano antico preceduta da "vicino"
  8. ^ a b c d e Delia Lollini, La Civiltà Picena, (in Popoli e civiltà dell'Italia antica), capitoli da Piceno I a Piceno VI. Per gli abitati e le necropoli picene di Matelica, Moscosi, Montedoro e Pesaro, ancora non ritrovati al momento della pubblicazione del volume precedente, si è fatto riferimento a: Piceni popolo d'Europa, Roma, De Luca, 1999. ISBN 88-8016-332-9
  9. ^ Giacomo Devoto, Le Tavole di Gubbio, Sansoni, 1977. Citando le Tavole eugubine
  10. ^ L'attuale confine umbro-marchigiano divide a metà il nucleo urbano antico. Fonte:Nereo Alfieri, Le Marche e la fine del mondo antico, in Atti Mem. Deputazione Storia Patria delle Marche. 86 , 1983, pp. 9-34.
  11. ^ La città di Suasa sorge nel III secolo a.C. come praefectura e assume dignità municipale a metà del I secolo a.C. L'ipotesi di un preesistente insediamento gallico rimane aperta ma al momento senza riscontro nei dati archeologici.
  12. ^ Questa denominazione è stata utilizzata da alcuni autori nei secoli recenti ma non trova attestazioni in fonti antiche o nel dato archeologico, quindi è da considerarsi non corretta.
  13. ^ Sigismondi (1979), p. 120

La documentazione epigrafica latina della Regio VI è stata raccolta in C.I.L. nel volume XI.

  • Gino Sigismondi, La battaglia tra Narsete e Totila nel 552 d.C. in Procopio, BDSPU, vol. LXV - fasc. 1, Perugia, 1968
  • Gino Sigismondi, Nuceria in Umbria, Edizioni Ediclio, Foligno, 1979
  • Nereo Alfieri, Le Marche e la fine del mondo antico, in Atti Mem. Deputazione Storia Patria delle Marche. 86, 1983
  • Pier Luigi Dall'Aglio, Sandro De Maria, A. Mariotti (a cura di), Archeologia delle valli marchigiane Misa, Nevola e Cesano, Perugia, 1991
  • Augusto Ancillotti, Romolo Cerri, La civiltà degli Umbri, Edizioni Jama, Perugia, 1996
  • Nereo Alfieri, Scritti di topografia antica sulle Marche, a cura di Gianfranco Paci, Editrice Tipigraf, 2000, ISBN 88-87994-09-9
  • Mario Luni (a cura di), La Via Flaminia nell'ager Gallicus, Urbino, 2002
  • Mario Luni, Archeologia nelle Marche, 2003, ISBN 88-392-0744-9

Voci correlate

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Altri progetti

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