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Quercus

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Quercia
Roverella (Quercus pubescens)
Intervallo geologico
Paleocene-Eocene-Recente
Classificazione APG IV
DominioEukaryota
RegnoPlantae
(clade)Angiosperme
(clade)Mesangiosperme
(clade)Eudicotiledoni
(clade)Eudicotiledoni centrali
(clade)Superrosidi
(clade)Rosidi
(clade)Eurosidi
(clade)Eurosidi I
OrdineFagales
FamigliaFagaceae
SottofamigliaQuercoideae
GenereQuercus
L., 1753
Classificazione Cronquist
DominioEukaryota
RegnoPlantae
SottoregnoTracheobionta
SuperdivisioneSpermatophyta
DivisioneMagnoliophyta
ClasseMagnoliopsida
SottoclasseHamamelidae
OrdineFagales
FamigliaFagaceae
SottofamigliaQuercoideae
GenereQuercus
Specie

Quercus L., 1753 è un genere di piante appartenente alla famiglia delle Fagaceae,[1] comprendente alberi comunemente chiamati querce. Le querce sono specie chiave in un'ampia gamma di habitat, dal mediterraneo alla foresta pluviale subtropicale.

La parola latina quercus, da cui l'omologa italiana quercia (toscano querce), risale a una forma aggettivale (arbor) quercea[2], mentre molti dialetti italiani hanno una forma *cerqua[3][4] (presente anche in vari toponimi toscani). Il francese chêne risale invece al gallico cassǎnus[3][4], l'italiano meridionale ha il tipo carrillo[4]. Il greco presenta invece δρῦς drŷs "albero" e φήγος phḗgos "tipo di quercia", applicati anche ad altre specie botaniche[5].

Bosco misto di farnia e carpino bianco (querco-carpineto - Parco naturale lombardo della Valle del Ticino)
Gustave Courbet (1843)

Il genere Quercus comprende molte specie di alberi spontanei in Italia. In molti casi il portamento è imponente anche se ci sono specie arbustive-arboree (es. quercus coccifera). Le foglie, alterne, sono talvolta lobate, talvolta dentate e sulla stessa pianta possono avere forme differenti, per la differenza del fogliame giovanile rispetto a quello adulto.

Le querce hanno fiori unisessuali e sono piante monoiche, ovvero la stessa pianta porta sia i fiori maschili che quelli femminili. I fiori maschili sono riuniti in amenti di colore giallo, quelli femminili sono di colore verde. Il frutto è la ghianda.[6]

Una delle caratteristiche di alcune specie di querce decidue è che le foglie secche cadono alla fine dell'inverno e non in autunno
Lo stesso argomento in dettaglio: Specie di Quercus.

La classificazione più recente di Quercus divide il genere in due sottogeneri e otto sezioni[7]. Queste divisioni sono basate sulla diversificazione evolutiva delle querce in due distinti gruppi (cladi): il clade "del Vecchio Mondo", che include le querce che si sono diversificate principalmente in Eurasia; e il clade "Nuovo Mondo", per le querce che si diversificarono principalmente nelle Americhe[8].

Sono state riportate evidenze fossili di Quercus da depositi del tardo Cretaceo in Nord America e in Asia orientale, tuttavia questi non sono considerati definitivi. In un'indagine sulla documentazione fossile di Quercus infatti si è concluso che "le occorrenze pre-Paleogene e forse pre-Eocene di macroresti di Quercus sono generalmente rappresentate da fossili scarsamente conservati che mancano delle caratteristiche identificative necessarie per una certa identificazione e devono essere trattati con cautela"[9]

Le più antiche testimonianze inequivocabili di Quercus sono il polline proveniente dell'Austria, risalente al confine Paleocene-Eocene, circa 55 milioni di anni fa.

L'inquadramento tassonomico delle specie del genere Quercus era assai difficoltoso, in quanto sono frequenti i fenomeni di ibridazione tra specie che condividono lo stesso territorio, dando luogo ad individui dalle caratteristiche intermedie (ma talvolta anche molto diverse), che alcuni studiosi tendono a considerare nuove specie, mentre altri li ascrivono come sottospecie o varietà di specie già esistenti.

L'avvento delle tecniche molecolari per l'analisi filogenetica ha trasformato la comprensione delle relazioni tra le querce, inizialmente supportando a livello molecolare la divisione nei cladi del Vecchio e del Nuovo Mondo. Queste tecniche si sono rivelate molto utili nella risoluzione delle relazioni su scala fine tra le specie di querce, in particolare per i gruppi che ibridano facilmente[10].

Distribuzione e habitat

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Il genere Quercus è originario dell'emisfero settentrionale e comprende specie decidue e sempreverdi che si estendono dalle latitudini temperate fredde a quelle tropicali. L'areale del genere Quercus comprende buona parte dell'emisfero settentrionale, estendendosi dalla zona temperata a quella tropicale d'America, Europa, Nord Africa e Asia.

L'America ha il maggior numero di specie di querce, con circa 160 specie in Messico, di cui 109 endemiche, e circa 90 negli Stati Uniti. La seconda più grande area di diversità delle querce è la Cina, con circa 100 specie.

Esemplare giovane di Quercia "foglia di Nespolo" (Quercus rysophylla) originaria del Messico ai Parchi di Nervi. La pianta del gruppo delle Quercus Lobata può arrivare a 25 m; le foglie, lunghe sino 21 cm assomigliano a quelle del Nespolo del Giappone (Rhaphiolepis bibas e Eriobotrya Japonica). Ha ghiande biennali

In Europa durante l'ultima era glaciale le popolazioni di Quercus sono state confinate in tre zone rifugio situate in Spagna, in Italia e nei Balcani per poi ricolonizzare il territorio del continente europeo. Lo scienziato francese Antoine Kremer ha studiato, tramite il confronto dei dati genetici e dei dati palinologici dei pollini fossili delle due querce più diffuse in Europa, Quercus robur e Quercus petraea, le vie di colonizzazione intraprese dai vari lignaggi. I rilievi, in particolare le Alpi, hanno a volte rallentato o deviato l'avanzata, ma la traiettoria sud-nord è resa costantemente visibile. In questo modo le querce rifugiatesi nella penisola iberica e in Italia hanno colonizzato tutta la zona situata ad ovest lungo l'asse Tolosa-Colonia-Amsterdam, e in maniera esclusiva le isole britanniche. Le querce rifugiatesi nei Balcani sono progredite verso l'Europa orientale e la Russia. Dall'analisi palinologica è emerso un dato sorprendente che riguarda la velocità di questa progressione: in media le querce sono avanzate di 380 m all'anno, con punte massime di 500 m all'anno in certi periodi[11].

Specie presenti in Italia

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Sottogenere Quercus, sezione Quercus

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Stili corti; ghiande mature in 6 mesi, dolci o leggermente amare; interno della cupola della ghianda glabro.

  • Quercus frainetto (it.: farnetto), specie decidua a rapido accrescimento, comune al Centro-Sud, ha foglie più grandi delle altre querce italiane, lobi più profondi e margini paralleli.
  • Quercus petraea (rovere), grande specie decidua, dal portamento regolare e chioma assai folta. Comune in tutte le regioni d'Italia (eccetto la Sardegna).
  • Quercus pubescens (roverella), decidua e molto diffusa in Italia. Specie molto rustica, nelle zone settentrionali preferisce comunque zone protette dal freddo. Quercia decidua (ma spesso mantiene le foglie marroni anche d'inverno) di medie dimensioni a crescita molto lenta, vive in genere 200-300 anni ed è tipica dell'Europa centroccidentale. Alcuni esemplari possono raggiungere età molto più avanzate: la roverella che vegeta a Tricarico, in località Grottone, ha un'età stimata di 614 anni, un tronco di 6,43 metri di circonferenza e un'altezza di circa 20 metri; è inserita nell'elenco dei monumenti naturali (alberi padri) della regione Basilicata[12].
  • Quercus pyrenaica (it: quercia dei Pirenei), specie decidua con foglie dal colore verde intenso e lobi profondi e stretti; si trova nelle zone più miti del Piemonte.
  • Quercus robur (farnia), grande quercia decidua, più frequente nelle zone settentrionali e più rara al Sud, si differenzia dalla rovere soprattutto per i lunghi peduncoli delle ghiande, le foglie sessili e il portamento più irregolare. Alcuni autori consideravano Q. petraea, Q robur e Q. pubescens come tre sottospecie o varietà di un'unica specie.

Sottogenere Cerris, sezione Cerris

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Stili lunghi, ghiande mature in 18 mesi, molto amare; interno della cupola della ghianda glabro o leggermente peloso.

  • Quercus cerris (cerro), specie decidua a rapida crescita, originaria delle regioni sudorientali dell'Europa, ma molto presente anche in Italia grazie soprattutto alle estese foreste presenti in Appennino. È una pianta maestosa dalla chioma ovoidale, molto decorativa; il legname non è particolarmente pregiato rispetto alle altre querce nostrane, per via della mancata presenza di tannini che determina una scarsa resistenza alle avversità.
  • Quercus gussonei (cerro di Gussone), deciduo ed endemico della Sicilia, è diffuso sul versante tirrenico dei Nebrodi e nel bosco della Ficuzza.
  • Quercus suber (sughera), specie sempreverde dall'aspetto simile al leccio, è invece botanicamente più vicina al cerro. Poco tollerante verso il freddo preferisce le coste tirreniche e soprattutto la Sardegna; la corteccia è caratteristica e ricopre sia il tronco sia le maggiori ramificazioni; scortecciando periodicamente il tronco, si ricava il sughero che si riforma dopo qualche tempo.
  • Quercus trojana (fragno), specie semi-sempreverde e arbustiva diffusa solo nella Murgia barese, nel Salento e in Basilicata.

Sottogenere Cerris, sezione Ilex

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Stili lunghi, ghiande mature in 18 mesi, molto amare; interno della cupola della ghianda glabro o leggermente peloso.

  • Quercus coccifera (quercia spinosa), diffusa solo in Liguria occidentale, Sicilia e Sardegna, sempreverde, a portamento arbustivo (non supera i 2 m d'altezza).
  • Quercus ilex (leccio o elce), albero sempreverde maestoso, tipico delle zone submediterranee o mediterranee meno torride. Può raggiungere in condizioni ottimali i 20–30 m di altezza e si può trovare dalle macchie costiere fino in montagna (sull'Etna fino a 1800 m).

Molteplici sono gli usi delle querce.

La quercia da sughero è comunemente coltivata in Italia, Francia, Spagna, Portogallo, Marocco, Algeria e Tunisia per la decorticazione e la produzione di sughero.

I legnami più pregiati di quercia sono generalmente chiamati rovere senza distinguere tra le specie botaniche. In enologia si preferiscono le seguenti varietà:

  • rovere di Francia (Q. petraea) con produzioni ad Allier, Argonne, Borgogna, Nevers, Alvernia (Tronçais) e sui Vosgi, con caratteristiche differenti da zona a zona ma comunque ben bilanciato in tannini e aromi;
  • rovere del Caucaso (Q. petraea), del tutto simile a quello di produzione francese ma dal prezzo leggermente più basso;
  • rovere di Slavonia (Q. robur), grana del legno media, medio livello di tannini e pochi aromi;
  • rovere del Limosino (Q. robur), grana del legno grossa, molti tannini e pochi aromi; usato per lo chardonnay e il brandy;
  • rovere del Portogallo (Q. garryana, d'origine americana); media grana del legno, buon aroma e prezzo molto economico.

Usi terapeutici ed altri

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La quercia possiede proprietà astringenti, emostatiche, antinfiammatorie, analgesiche del cavo orale. Utilizzato come decotto o infuso per lavarsi, diminuisce la sudorazione.[13]

Sono piante visitate dalle api per la produzione di miele di melata.[14] Nel medioevo i boschi di quercia erano sfruttati anche per l'allevamento brado dei maiali, che, riuniti in branchi, si cibavano delle ghiande cadute dagli alberi[15].

La quercia in letteratura

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È celebre la quercia sotto cui Torquato Tasso si riposava e leggeva durante il suo soggiorno a Roma. A questo proposito l'umorista Achille Campanile scrisse un racconto La quercia del Tasso, nella raccolta Manuale di conversazione.[16]

Giovanni Pascoli scrisse il poemetto La quercia caduta, dove la morte della quercia è pretesto per un'allegoria dell'egoismo umano.

In Lo Hobbit di J. R. R. Tolkien il personaggio Thorin Scudodiquercia deve il suo soprannome al fatto che durante una battaglia passata, lo scudo di Thorin viene infranto e lui usa la sua ascia per tagliare il ramo di una quercia, usandolo poi per parare i colpi, guadagnando così l'appellativo di Scudodiquercia.

Lucerna romana con l'immagine di una ghianda, I secolo d.C., Pavia, Musei Civici

Un ramoscello di quercia è effigiato sulla moneta da un centesimo di euro della Germania.

  1. ^ (EN) Quercus L., su Plants of the World Online, Royal Botanic Gardens, Kew. URL consultato il 18 gennaio 2021.
  2. ^ Giacomo Devoto, Avviamento all'etimologia italiana, Milano, Mondadori, 1979.
  3. ^ a b Alfred Ernout, Antoine Meillet, Dictionnaire étimologique de la langue latine – Histoire de mots, Parigi, Klincksieck, 1979.
  4. ^ a b c Carlo Battisti, Giovanni Alessio, Dizionario etimologico italiano, Firenze, Barbera, 1950–57.
  5. ^ Franco Montanari, Vocabolario della lingua greca, Torino, Loescher, 1995.
  6. ^ Antoine Kremer, L'épopée des chênes européens (The long and short of European oaks) (PDF), Paris, Société d'éditions scientifiques, 2001.
  7. ^ (EN) Thomas Denk, Guido W. Grimm e Paul S. Manos, An Updated Infrageneric Classification of the Oaks: Review of Previous Taxonomic Schemes and Synthesis of Evolutionary Patterns, vol. 7, Springer International Publishing, 2017, pp. 13–38, DOI:10.1007/978-3-319-69099-5_2, ISBN 978-3-319-69098-8. URL consultato il 12 aprile 2022.
  8. ^ (EN) Paul S. Manos, Zhe‐Kun Zhou e Charles H. Cannon, Systematics of Fagaceae: Phylogenetic Tests of Reproductive Trait Evolution, in International Journal of Plant Sciences, vol. 162, n. 6, 2001-11, pp. 1361–1379, DOI:10.1086/322949. URL consultato il 12 aprile 2022.
  9. ^ (EN) Eduardo Barrón, Anna Averyanova e Zlatko Kvaček, The Fossil History of Quercus, vol. 7, Springer International Publishing, 2017, pp. 39–105, DOI:10.1007/978-3-319-69099-5_3, ISBN 978-3-319-69098-8. URL consultato il 12 aprile 2022.
  10. ^ (EN) François Hubert, Guido W. Grimm e Emmanuelle Jousselin, Multiple nuclear genes stabilize the phylogenetic backbone of the genus Quercus, in Systematics and Biodiversity, vol. 12, n. 4, 2 ottobre 2014, pp. 405–423, DOI:10.1080/14772000.2014.941037. URL consultato il 12 aprile 2022.
  11. ^ (EN) Antoine Kremer e Andrew L. Hipp, Oaks: an evolutionary success story, in New Phytologist, vol. 226, n. 4, 2020-05, pp. 987–1011, DOI:10.1111/nph.16274. URL consultato il 12 aprile 2022.
  12. ^ R. Spicciarelli, Alberi Padri, Quaderni di Basilicata Regione, 1996.
  13. ^ Roberto Michele Suozzi, Le piante medicinali, Newton&Compton, Roma, 1994, pag. 40
  14. ^ Melissopalynology, su izsum.it. URL consultato il 9 luglio 2019 (archiviato dall'url originale il 27 gennaio 2022).
  15. ^ Agricoltura e allevamento nell’Italia medievale. Contributo bibliografico, 1950-2010 (PDF), su rmoa.unina.it.
  16. ^ Achille Campanile, Manuale di Conversazione in: Opere - Romanzi e scritti stravaganti - 1932-1974, a cura di Oreste del Buono, Ed. Bompiani, Milano, 1994 ISBN 88-452-2048-6
  • Gian Lupo Osti, La macchia mediterranea, Milano, Mursia, 1986.
  • William Bryant Logan, La quercia. Storia sociale di un albero, Torino, Bollati-Boringhieri, 2008.

Voci correlate

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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