Prostituzione in Bangladesh
In Bangladesh la prostituzione è stata legalizzata a partire dal 2000[1]. Le organizzazioni non governative locali stimano che il numero totale delle prostitute presenti nel paese ammonti a più di 100 000[2].
Politica e diritto
[modifica | modifica wikitesto]Pur essendo legale, la carta costituzionale del Bangladesh prevede che "lo Stato si adoperi per evitare il gioco d'azzardo e la prostituzione". Diverse disposizioni di legge vietano poi la prostituzione minorile e quella forzata: intrattenere rapporti sessuali con minori di 18 anni può portare al carcere fino a 10 anni, mentre il rapimento di bambini a scopo sessuale è punito con la pena di morte.
Prostituzione minorile
[modifica | modifica wikitesto]La prostituzione minorile è un problema serio e molto diffuso in tutto il paese. La maggior parte dei bambini che si prostituiscono si trovano all'interno dei bordelli, ma un certo numero si può anche trovare in parchi, stazioni ferroviarie e degli autobus, in appartamenti in affitto o camere d'albergo: l'UNICEF ha stimato che nel 2004 vi sono stati 10 000 tra maschi e femmine minorenni sottoposti a sfruttamento sessuale, ma altre stime innalzano la cifra fino a raggiungere quota 30 000[2].
Molte tra le giovani ragazze coinvolte nel lavoro minorile, all'interno delle fabbriche o come domestiche, finiscono per essere violentate o sessualmente sfruttate; quelle che poi riescono a sottrarsi a tali abusi spesso scoprono che l'unica possibilità di sopravvivenza, dopo esser state coinvolte nella prostituzione, è continuare per quella strada. Diventano in tal modo ancora più emarginate e stigmatizzate[3].
Sono più di 20.000 le persone che nascono da prostitute e poi si trovano a crescere all'interno dei quartieri a luci rosse registrati del paese; i maschi tendono a diventare protettori appena crescono, mentre le ragazze continuano generalmente nella professione delle loro madri. La maggior parte di loro comincia a prostituirsi prima d'aver compiuto 12 anni.[4][5]
Bambini disabili che vivono in istituto o sfollati a causa di catastrofi naturali, come le periodiche inondazioni a causa del monsone, sono altamente suscettibili d'esser sfruttati commercialmente a fini sessuali[3].
Le ragazze sono a volte vendute dalle loro stesse famiglie ai bordelli per un periodo di tempo di 2 o 3 anni. Sopralluoghi effettuati nel 2010 a Faridpur Sagar e Tangail hanno rivelato che alla maggior parte delle prostitute vengono fatti assumere steroidi come il Desametasone per aumentar di peso.[6][7]
La autorità in genere non rispettano o fingono di ignorare l'età minima di 18 anni, spesso aggirata con documenti e dichiarazioni false: il governo molto raramente persegue i 'committenti' delle prostitute minorenni[2].
Tratta di esseri umani
[modifica | modifica wikitesto]Ragazze-madri, orfani e tutti gli altri minori che si trovano al di fuori del regolare sistema di sostegno economico costituito dalle famiglie, si rivelano poi essere anche i più vulnerabili alla tratta di esseri umani e la corruzione imperante delle istituzioni facilita notevolmente l'espansione di tale traffico. Bande criminali internazionali conducono le operazioni di trasporto attraverso il confine con l'India, soprattutto attorno a Jessore e Benapole, da dove è più facile superare illegalmente le frontiere[2].
La polizia ha stimato in 15 000 il numero di donne e bambini che vengono ogni anno introdotti clandestinamente in Bangladesh: assieme al Nepal il paese ha il maggior numero di minori coinvolti nello sfruttamento e nella tratta di esseri umani dell'Asia meridionale. Adolescenti e giovani donne vengono poi anche esportate nei bordelli dell'India, del Pakistan, della Malaysia e degli Emirati Arabi Uniti[8].
La "Coalizione contro la tratta delle donne in Bangladesh", che comprende oltre 40 organizzazioni, è impegnata su questo fronte[9]: altre forme di traffico sono i matrimoni e le offerte di lavoro false[10].
Sicurezza sanitaria
[modifica | modifica wikitesto]Secondo le ONG le prostitute e i loro clienti si trovano più esposti degli altri al rischio di contrarre infezioni sessuali, a causa dell'ignoranza e totale mancanza d'informazione pubblica sul sesso sicuro[11][12].
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Bangladesh says prostitution legal, su news.bbc.co.uk, BBC News, 14 marzo 2000. URL consultato il 19 giugno 2010.
- ^ a b c d 2008 Human Rights Report: Bangladesh, su state.gov. URL consultato il 19 giugno 2010.
- ^ a b Global Monitoring Report on the status of action against commercial sexual exploitation of children: Bangladesh (PDF), su ecpat.net, ECPAT International, 2006. URL consultato il 19 giugno 2010 (archiviato dall'url originale il 2 settembre 2010).
- ^ Bangladesh's Child Sex Workers: No Place To Go, su acr.hrschool.org, 27 novembre 2002. URL consultato il 19 giugno 2010 (archiviato dall'url originale il 16 aprile 2010).
- ^ Child Prostitution: The Commercial Sexual Exploitation of Children, su gvnet.com, 17 marzo 2008. URL consultato il 19 giugno 2010.
- ^ A new danger for sex workers in Bangladesh, The Guardian, 5 aprile 2010.
- ^ Bangladesh's dark brothel steroid secret, BBC News, 30 maggio 2010.
- ^ Factbook on Global Sexual Exploitation - Bangladesh, su uri.edu. URL consultato il 19 giugno 2010 (archiviato dall'url originale il 15 aprile 2012).
- ^ Coalition Against Trafficking in Women, su catwinternational.org. URL consultato il 19 giugno 2010.
- ^ Sigma Huda, Trafficking and Prostitution in Bangladesh - Contradictions in Law and Practice, su uri.edu, 29 gennaio 1999. URL consultato il 19 giugno 2010 (archiviato dall'url originale il 3 giugno 2010).
- ^ HIV and AIDS in South Asia, su web.worldbank.org, The World Bank. URL consultato il 19 giugno 2010.
- ^ Bangladesh - HIV/AIDS, su whoban.org, World Health organization - Bangladesh. URL consultato il 19 giugno 2010 (archiviato dall'url originale il 17 luglio 2010).
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Il Bangladesh legalizza la prostituzione, su news.bbc.co.uk.
- South Asia Bangladesh prostitutes up in arms, su news.bbc.co.uk.
- Inside the slave trade, su independent.co.uk.
- 'I'm just here for survival', su guardian.co.uk.
- Prostitution in Bangladesh: An Empirical Profile of Sex Workers (PDF), su bridgew.edu. URL consultato l'8 aprile 2013 (archiviato dall'url originale il 16 settembre 2012).
- Commercial Sex Workers In Urban Bangladesh, su insticeagestudies.com. URL consultato l'8 aprile 2013 (archiviato dall'url originale il 16 aprile 2008).