Il suo capoluogo da Girgenti mutò il nome nell'attuale Agrigento, nel 1929, in pieno periodo fascista. È per eccellenza la terra simbolo della colonizzazione greca in Italia, e la maggiore per testimonianze dell'epoca sul suo territorio attualmente visitabili. Inoltre la sua valle può essere definita come una delle maggiori attrazioni turistiche della Sicilia.
Si estende, da est a ovest, dal mare di Licata alle spiagge di Menfi, in prossimità delle rovine greche di Selinunte; da nord a sud si estende dalla catena montuosa dei Sicani al canale di Sicilia, compreso l'arcipelago delle Pelagie (Lampedusa, Linosa e Lampione).
Il suo territorio coincide perfettamente con quello dell'arcidiocesi di Agrigento, la più vasta diocesi cattolica siciliana per estensione.
Fondata intorno al 580 a.C., Agrigento vanta un territorio in cui si insediarono i vari popoli che lasciarono traccia nell'isola. Già sede di popoli indigeni che mantenevano rapporti commerciali con egei e micenei, il territorio agrigentino vide sorgere la polis di Akragas (Ἀκράγας), fondata da geloi di origine rodio-cretese.
Il territorio agrigentino è stato abitato fin dalla preistoria, come dimostrano le testimonianze riferibili all'età del rame e del bronzo, individuate nelle immediate vicinanze della città attuale.
La nascita della polis è legata allo sviluppo della polis Gela, infatti la città fu fondata nel 581 a.C. da alcuni abitanti di Gela, a sua volta fondata anticamente da coloni provenienti dalle isole di Rodi e di Creta, col nome di Ἀκράγας (Akragas), dall'omonimo fiume che bagna il territorio
Dal disegno di autore Anonimo del 1584, tratta dall'Atlante Storico della Sicilia di L. Dufour, si rileva una rara immagine della città medievale, circondata da una cinta muraria e da un tessuto urbano poco differenziato. In alto spiccano i più importanti edifici quali lo Steri, la Cattedrale, il Castello, la Chiesa di Santa Maria dei Greci.
Al centro si nota un burrone che taglia a metà il Colle, detto della Via Bac Bac. Ancora non sono visibili altri edifici che verranno costruiti successivamente alla stampa del disegno.
Il Centro Storico di Agrigento è databile intorno al IX e il XIII secolo, sorto per necessità difensive, logistiche e commerciali, in relazione alla vicinanza del porto. Gli ultimi abitanti dell'antica Akragas, minacciati dall'invasione musulmana e per l'eccessiva vicinanza delle antiche mura troppo estese e quasi vicine al mare, si arroccarono nel colle occidentale dell'Acropoli, dove costruirono un Castello ed un recinto murario attorno alla città medioevale che poi prese il nome di Girgenti, creando, quindi, una vera e propria fortezza.
Anche se le condizioni di vita risultarono decadenti, iniziò l'espansione urbanistica all'interno della città muraria, passando dalla città antica a moderna, arricchendo l'abitato con Palazzi, Chiese e Monasteri, artisticamente influenzate da scambi culturali arabo-normanna.
L'agrigentino (agrigentinu/giurgintano) è un dialetto occidentale della lingua siciliana parlato nella città di Agrigento, nelle sue frazioni e nella sua provincia.
Questo dialetto è compreso da tutte le fasce sociali e di età, tuttavia è bene ricordare che il Dialetto agrigentino tiene ancora intatte parole e significati del Siciliano antico, che invece in altre città sono ormai sparite o poco parlate.
Dove viene parlato
Nel Dialetto agrigentino, cambia l'accento e la pronuncia delle parole da paese a paese. Ma il Dialetto agrigentino è parlato in tutta la Provincia di Agrigento, mentre si sentono i maggiori cambiamenti nei paesi che confinano con altre province. E nei paesi della Provincia di Agrigento al confine con la Provincia di Palermo è nata la tipica canzone siciliana Ciuri, ciuri nel dialetto palermitano mentre Sciuri Sciuri nel Dialetto agrigentino
Dal 1997 l'intera zona archeologica è stata inserita nella lista dei luoghi Patrimonio mondiale dell'umanità, redatta dall'UNESCO. È considerata un'ambita meta turistica, oltre alla più elevata fonte di turismo per l'intera città di Agrigento e una delle principali di tutta la Sicilia. Il parco della Valle dei Templi è considerato il parco archeologico più grande del mondo (ca. 1300 ettari) ed è stato visitato nel 2008 da 616.503 persone.
«Io son figlio del Caos; e non allegoricamente, ma in giusta realtà, perché son nato in una nostra campagna, che trovasi presso ad un intricato bosco denominato, in forma dialettale, Càvusu dagli abitanti di Girgenti, corruzione dialettale del genuino e antico vocabolo greco "Kaos".»
Pirandello, figlio di Stefano e Caterina Ricci Gramitto, appartenenti a famiglie di agiata condizione borghese, dalle tradizioni risorgimentali, nacque nel 1867 in località Càvusu vicino Girgenti, luogo che al momento della sua nascita aveva cambiato la sua denominazione originaria in "Caos".
«Come Corinto e Sibari, Agrigento fu città di piacere. I suoi ricchi allevarono cavalli da corsa che precorse l'entusiasmo degli ippofili d'Irlanda.»
«Da Gela ad Agrigento la strada che corre lungo il margine meridionale dell'isola, ma raramente si affaccia sul mare, non offre grande interesse. Tuttavia il cuore vi batte più forte quando appare, sul suo aspro acrocoro, alta sulla Valle dei Templi e in vista del mare, Agrigento, la più giovane e la più fastosa delle colonie greche di Sicilia, patria di Empedocle (e, perché no? di Pirandello), che Pindaro nella sua seconda Pitica chiamò la più bella città dei mortali.»
«La più luminosa giornata di Agrigento fu quella del ritorno di Epeneto, vincitore delle gare di Olimpia.»
Il videogiornale è diretto da Enza Pecorelli, in redazione Angelo Ruoppolo (noto per il suo particolare timbro vocale), Davide Sardo, Carmelo Lazzaro, Pietro Fattori, Daniela Spalanca e Gero Miccichè.