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Pesce azzurro

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Un banco di alici
Sardine cucinate

Vengono generalmente definite pesci azzurri alcune specie di pesci caratterizzati da colorazione dorsale tendente spesso al blu, in qualche caso verde, e da colorazione ventrale[1] argentea.

La denominazione

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La denominazione di "pesce azzurro" non si riferisce ad un gruppo scientificamente definito di specie ittiche, ma è utilizzata commercialmente e in campo culinario per indicare alcune varietà di pesci,[2] generalmente di piccola pezzatura, di varia forma e sfumature di colorazione, il cui costo è generalmente ridotto per la grande quantità di pescato.

Biologicamente parlando, il pesce azzurro appartiene a specie a vita pelagica, con carni grasse e spesso ricche di oli.

Specie di pesce azzurro presenti sul mercato sono:

Qualità nutrizionali

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I piatti preparati con tali specie di pesce sono spesso considerati "cucina povera", ma il pesce azzurro è molto apprezzato in cucina per le qualità nutrizionali delle carni. Esso ha carni generalmente molto digeribili con prevalenza di grassi insaturi, in particolare del tipo omega 3.[2] Anche per questo il consumo di pesce azzurro è consigliato nelle diete nelle quali sono da evitare i grassi saturi, presenti in altre specie animali, e, in generale, per chi deve tenere sotto controllo la propria concentrazione di colesterolo nel sangue.[2] Sono inoltre generalmente molto abbondanti la vitamina D e molte vitamine del gruppo B, oltre allo iodio e, a seconda della specie, anche ferro e calcio.[3]

  1. ^ Pesce azzurro | Sapori di Mare 2011 – Pesce azzurro a Sperlonga, su saporidimare.it. URL consultato il 17 agosto 2011 (archiviato dall'url originale il 31 ottobre 2012).
  2. ^ a b c Giuseppe M. Carpaneto, aringhe, acciughe e sardine, in Enciclopedia dei ragazzi, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2005.
  3. ^ a b c d e f g h i j k Pesce Azzurro, su my-personaltrainer.it. URL consultato il 13 novembre 2019 (archiviato il 20 giugno 2019).
  4. ^ a b c d Pesce azzurro, su misya.info. URL consultato l'8 dicembre 2020 (archiviato l'8 dicembre 2020).
  5. ^ Rita Tersilla, Parmigiana di spatola, su la.repubblica.it, 22 maggio 2013. URL consultato l'8 dicembre 2020 (archiviato l'8 dicembre 2020).

Voci correlate

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Collegamenti esterni

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