Palazzo Biscari
Palazzo Bìscari | |
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Palazzo Bìscari sulle mura di Carlo V | |
Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione | Sicilia |
Località | Catania |
Indirizzo | via Museo Bìscari, 10-16 |
Coordinate | 37°30′08″N 15°05′25.3″E |
Informazioni generali | |
Condizioni | In uso |
Costruzione | 1695 - 1763 |
Stile | Barocco siciliano |
Uso | Palazzo di rappresentanza |
Realizzazione | |
Architetto | Alonzo Di Benedetto, Girolamo Palazzotto, Francesco Battaglia |
Costruttore | Ignazio Paternò Castello |
Proprietario | Famiglia Moncada Paternò Castello dei Principi di Valsavoia |
Committente | Famiglia Paternò Castello, Principi di Biscari |
Mura di Carlo V |
Palazzo Bìscari, noto anche come Palazzo Bìscari alla Marina (per non confonderlo con il Palazzotto Biscari alla Collegiata),[1] è il più importante palazzo privato di Catania, situato nel quartiere Civita al centro storico.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Il palazzo venne realizzato per volere della famiglia Paternò Castello dei principi di Bìscari a partire dalla fine del Seicento e per gran parte del secolo successivo, in seguito al Terremoto del Val di Noto dell'11 gennaio 1693. Il nuovo palazzo venne edificato sulle Mura di cinta di Catania, costruite nel Cinquecento per volere del Sacro Romano Imperatore Carlo V, che avevano in parte resistito alla furia del terremoto: i Bìscari furono una delle poche famiglie aristocratiche della città che ottenne il permesso regio di costruire su di esse.[2]
La parte più antica del palazzo fu costruita per volere di Ignazio, III principe di Bìscari, che affidò il progetto all'architetto Alonzo Di Benedetto, ma fu il figlio di Ignazio, Vincenzo, succeduto al padre nel 1699, a commissionare la decorazione dei sette splendidi finestroni affacciati sulla Marina, opera dello scultore messinese Antonino Amato. Successivamente il palazzo fu modificato per volere di Ignazio Paternò Castello, V principe di Bìscari, il quale lo fece ampliare verso est in base ad un progetto dell'architetto Girolamo Palazzotto e, successivamente, dell'architetto Francesco Battaglia. Tra gli artisti chiamati al perfezionamento degli ambienti vi è Giovanni Battista Piparo per alcuni affreschi. L'edificio fu ultimato nel 1763 ed inaugurato con grandiosi festeggiamenti.
Tra i celebri visitatori del palazzo si ricorda soprattutto lo scrittore Johann Wolfgang Goethe che, nel corso del suo viaggio in Italia, venne ricevuto dal principe di Bìscari il 3 maggio 1787, poco dopo la morte del padre Ignazio.
«L’abate, che era già venuto a salutarci iersera, si è presentato stamani per tempo e ci ha condotti a palazzo Biscari, edificio ad un sol piano sopra un basamento elevato; e qui abbiamo visitato il museo, che raccoglie statue di marmo e bronzo, vasi e simili antichità d’ogni specie.»
Agli inizi del 2008 il palazzo ha fatto da sfondo al videoclip della canzone Violet Hill della band inglese Coldplay.
Da non confondere con Palazzotto Biscari alla Collegiata, prospiciente via Etnea[3].
Descrizione
[modifica | modifica wikitesto]Facciata
[modifica | modifica wikitesto]Abbondanza, Prosperità, Fertilità e Saggezza sono i temi raffigurati nei gruppi allegorici delle decorazioni del prospetto esterno.
Interno
[modifica | modifica wikitesto]Al palazzo si accede attraverso un grande portale su via Museo Bìscari, che immette nel cortile centrale, adorno di una grande scala a tenaglia.
- Ambulacro;
- Quadreria:
- Sala dei Feudi: ambiente con alle pareti grandi tele rappresentanti i numerosi feudi dei Bìscari;
- Sala dei ritratti di famiglia.
- Salone delle feste o Salone centrale: ambiente in stile Rococò dalla complessa decorazione fatta di specchi stucchi e affreschi dipinti da Matteo Desiderato e Sebastiano Lo Monaco e Luigi Mayer. Il cupolino centrale era usato come alloggiamento dell'orchestra, ed è coperto da un affresco raffigurante la Gloria della famiglia Paternò Castello di Bìscari. Si accede alla cupola attraverso una scala decorata a stucco (che il principe Ignazio chiamò "a fiocco di nuvola") all'interno della grande galleria affacciata sulla Marina.
- Appartamenti della principessa: appartamenti costruiti da Ignazio V per la moglie, Anna Maria Morso e Bonanno, dei principi del Poggioreale, con boiseries di legni intarsiati e pavimenti di marmo di epoca romana;
- Galleria degli Uccelli;
- Stanza di Don Chisciotte.
- Museo Biscari, dove un tempo era raccolta la grande collezione archeologica del mecenate Ignazio Paternò Castello, V principe di Bìscari, grande studioso, archeologo e amante delle arti in genere; dal 1927 la collezione è sita in parte al Museo civico al Castello Ursino.[4]
Galleria d'immagini
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Soffitto del salone
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Balconata
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Salone principale
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Alcova
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Scala
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Palazzotto Biscari alla Collegiata, su unict.it. URL consultato il 3 marzo 2022.
- ^ Giuseppe Scuderi, Palazzo Biscari alla Marina, in Archivio storico per la Sicilia orientale, secondo, 2010, pp. 90-151.
- ^ Palazzotto Biscari alla Collegiata | Università di Catania, su www.unict.it. URL consultato il 3 marzo 2022.
- ^ Palazzo Biscari, su museionline.info. URL consultato il 3 marzo 2022.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Autori vari, Enciclopedia di Catania, a cura di Vittorio Consoli, Catania, Tringale, 1987, p. 758.
- J. Wolfgang Goethe, Viaggio in Sicilia, Palermo, Edi.bi.si, 1997, p. 90.
- Roberto Costanzo, Palazzo Biscari alla Marina Catania, youcanprint, 2017, ISBN 9788892644939, OCLC 987018031.
- Antonino Scifo, I Paternò Castello principi di Biscari: storia, palazzi e ville nella Catania del Settecento, Perugia, Ali&no, 2022, ISBN 9788862542708, SBN IT\ICCU\CAT\0044435.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Palazzo Biscari
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Sito ufficiale, su palazzobiscari.com.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 233896234 · GND (DE) 4725817-2 |
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