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Maurizio Gasparri

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Maurizio Gasparri

Ministro delle comunicazioni
Durata mandato11 giugno 2001 –
23 aprile 2005
Capo del governoSilvio Berlusconi
PredecessoreSalvatore Cardinale
SuccessoreMario Landolfi

Sottosegretario di Stato al Ministero dell'interno
Durata mandato11 maggio 1994 –
17 gennaio 1995
ContitolareMarianna Li Calzi
Domenico Lo Jucco
Capo del governoSilvio Berlusconi
PredecessoreAntonino Murmura
SuccessoreLuigi Rossi

Vicepresidente del Senato della Repubblica
Durata mandato21 marzo 2013 –
22 marzo 2018
PresidentePietro Grasso

Durata mandato19 ottobre 2022 –
22 novembre 2023
PresidenteIgnazio La Russa

Senatore della Repubblica Italiana
In carica
Inizio mandato29 aprile 2008
LegislaturaXVI, XVII, XVIII, XIX
Gruppo
parlamentare
XVI: Il Popolo della Libertà
XVII: Forza Italia-Il Popolo della Libertà XVII Legislatura
XVIII: Forza Italia Berlusconi Presidente-UDC
XIX: Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE
CoalizioneXVI: Centro-destra 2008
XVII: Centro-destra 2013
XVIII: Centro-destra 2018
XIX: Centro-destra 2022
CircoscrizioneLazio
Incarichi parlamentari
XVI legislatura:

XIX legislatura:

Sito istituzionale

Deputato della Repubblica Italiana
Durata mandato23 aprile 1992 –
28 aprile 2008
LegislaturaXI, XII, XIII, XIV, XV
Gruppo
parlamentare
XI: Movimento Sociale Italiano
XII: AN-MSI
XIII-XV: AN
CoalizioneXII: Polo del Buon Governo
XIII: Polo per le Libertà
XIV-XV: Casa delle Libertà
CircoscrizioneXI: Roma
XII-XIII: Lazio 1
XIV-XV: Calabria
Incarichi parlamentari
XV legislatura:
Sito istituzionale

Dati generali
Partito politicoForza Italia (dal 2013)
In precedenza:
MSI-DN (1972-1995)
AN (1995-2009)
PdL (2009-2013)
Titolo di studioDiploma di Maturità classica
ProfessioneGiornalista

Maurizio Gasparri (Roma, 18 luglio 1956) è un politico e giornalista italiano, attuale capogruppo di Forza Italia al Senato, già ministro delle comunicazioni nel governo Berlusconi II, presidente del gruppo parlamentare de Il Popolo della Libertà al Senato nella XVI legislatura e vicepresidente del Senato della Repubblica nella XVII e nel primo anno della XIX legislatura della Repubblica Italiana.

Origini e formazione

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Nato da genitori di origini campane di Roscigno (SA), figlio del generale dei carabinieri Domenico Gasparri (1919-2017) e di Iole Siani (1921-2009), ha un fratello di nome Clemente, generale di corpo d'armata e vice comandante generale dell'Arma dei Carabinieri dal 7 marzo 2012 al 6 marzo 2013. È grande tifoso della Roma.[1][2]

Dopo aver conseguito la maturità classica presso il liceo "Torquato Tasso" di Roma, si è dedicato alla politica.[3]

Carriera politica

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Gasparri in un corso di aggiornamento del Fronte della Gioventù nel 1981 con Giorgio Almirante, il segretario del FdG Gianfranco Fini e Almerigo Grilz.

Negli anni '70 diviene segretario provinciale del Fronte della Gioventù (FdG), l'organizzazione giovanile del Movimento Sociale Italiano-Destra Nazionale (MSI-DN). L'allora segretario nazionale Gianfranco Fini nel 1979 lo vuole come suo vice nel FdG. Dal 1982 al 1984 è direttore della rivista dell'organizzazione, Dissenso.

Nel 1983, a 27 anni è già vicesegretario del Fronte della Gioventù, è entrato nella redazione del Secolo d'Italia, organo politico del MSI-DN come praticante. Due anni dopo Gasparri è quindi diventato giornalista professionista, iscritto all’Ordine dei giornalisti del Lazio. A fine anni ottanta diviene presidente nazionale del FUAN, gli universitari missini.

Nel 1991 diventa condirettore del quotidiano del MSI Secolo d'Italia.[4]

Deputato del MSI e di AN

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Nel partito, Gasparri rientrava nella corrente "Destra in movimento", che appoggiava la leadership di Gianfranco Fini[5], ottenendo un ruolo di spicco a partire dal 1988, quando Fini fu nominato segretario politico. Nel mezzo dello sconvolgimento politico di tangentopoli che azzera una parte di classe politica, tiene un atteggiamento di totale approvazione e appoggio delle indagini portate avanti con fermezza dalla magistratura.

Viene eletto deputato del Movimento Sociale Italiano - Destra Nazionale nel 1992. Nello stesso periodo si mise in aspettativa come redattore, continuando tuttavia a dirigere il Secolo d'Italia fino al 1994[4]. Allo stesso tempo, dal febbraio 1992 all'aprile 1994 è consigliere comunale a Fiumicino sempre per il MSI-DN[6].

Confermato a Montecitorio nel marzo 1994 come parlamentare di Alleanza Nazionale, viene nominato sottosegretario all'Interno del governo Berlusconi I fino al gennaio 1995. Rieletto alla Camera nel 1996, ha ricoperto il ruolo di vice-capogruppo di AN.

Nel 1998 ha fondato il sito internet di informazione politica Destra.it.

Ministro delle Comunicazioni

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Lo stesso argomento in dettaglio: Legge Gasparri.

Torna ancora alla Camera nel 2001 e a partire dallo stesso anno e fino al 2005 è Ministro delle comunicazioni nel governo Berlusconi II. Con Ignazio La Russa ha guidato una corrente di AN, Destra Protagonista, che faceva riferimento alla rivista politica "EuroDestra", fino al superamento delle correnti nel partito.

Nel 2001 la sua carriera politica ha raggiunto il suo punto più alto quando è stato chiamato, sempre da Berlusconi[7], a ricoprire l'incarico di Ministro delle comunicazioni. In questa veste, Gasparri si è fatto promotore di una legge di riordino del sistema televisivo, nota come "legge Gasparri".[8]

La legge venne inizialmente rinviata alle Camere dal Presidente della Repubblica Ciampi dieci giorni dopo la sua approvazione al Parlamento nel dicembre del 2003, in quanto l'aumento del limite antitrust viola il principio del pluralismo sancito dall'articolo 21 della Costituzione ("Non c'è democrazia senza pluralismo e imparzialità dell'informazione"). Il governo Berlusconi si preoccupò allora di adottare subito un decreto legge (il decreto salvareti), che venne poi convertito in legge dal Parlamento il 23 febbraio 2004, aspramente criticato perché di fatto calpestava una sentenza della Consulta che ordinava la messa sul satellite di una rete Mediaset, ovvero Rete 4, con la conseguente perdita di pubblicità per Rai 3. Il nuovo testo della legge Gasparri è stato approvato in via definitiva il 29 aprile (dopo 130 sedute e la presentazione di 14000 emendamenti), e promulgato dal Presidente il 3 maggio 2004.

Nel 2007 la Commissione Europea si è espressa in modo critico sulla legge con la motivazione che questa ha introdotto "vantaggi ingiustificati agli operatori analogici" già sul mercato, scoraggiando l'ingresso di nuovi operatori[9][10] e ha perciò iniziato una procedura di infrazione nei confronti dell'Italia, poi sospesa quando il governo italiano si è impegnato ad adeguare la legge alla normativa europea che garantisce l'assegnazione trasparente delle frequenze televisive. A gennaio 2009, con decisione n.242[11], il Consiglio di Stato (riprendendo la questione già parzialmente decisa con la sentenza non definitiva del Consiglio n. 2622/08 del 31 maggio 2008) dà sostanzialmente ragione ad Europa 7, concedendole una "vittoria di Pirro" (danni esigibili dallo Stato per un solo milione di euro e un canale preso dal VHF III). Si calcolano così quattro sentenze a favore di Europa 7 dopo quelle della Corte di Giustizia Europea, Corte Costituzionale, e del TAR del Lazio[12].

Non è confermato ministro nell'aprile 2005, con Fini che gli preferisce Mario Landolfi.

Attività societaria ed associativa

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Rieletto alla Camera nel 2006, sempre in AN, diviene presidente della "Delegazione parlamentare presso l'assemblea dell'iniziativa centro-europea, fino alla fine della legislatura nel 2008.

Nel 2007 entra anche nel CdA della società di telecomunicazioni Telit Communications in qualità di "director" (amministratore) non esecutivo.[13] Per questa sua posizione viene coinvolto nell'inchiesta giornalistica di Report del maggio 2007 ("Il Mistero del Faraone"), che indagava sulla torbida[14] vendita di Wind agli egiziani di Sawiris, e sull'uso dei cosiddetti "gsm-box", in quanto Telit era "presieduta da manager israeliani e che in Italia fa affari con Sawiris" (e con i gsm-box medesimi).[15]

Nel 2007 ha fondato l'associazione Italia Protagonista. A maggio 2007 ha pubblicato un libro, "Il cuore a destra", che ha presentato nel corso dell'estate in varie località d'Italia.

Capogruppo PdL al Senato

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I capigruppo del PdL alla Camera e al Senato, Fabrizio Cicchitto e Maurizio Gasparri, al termine delle consultazioni al Quirinale (2008)

Alle elezioni politiche del 2008 viene eletto senatore ed è presidente del gruppo parlamentare Il Popolo della Libertà al Senato della Repubblica.

Il 5 novembre 2008, nel corso della registrazione del GR3 Rai parlando del presidente eletto degli Stati Uniti d'America e della lotta al terrorismo, ha dichiarato: «Con Obama alla Casa Bianca al-Qāʿida forse è più contenta»[16][17][18]. Gasparri dopo la sua dichiarazione ha avuto critiche dure da svariati esponenti del Partito Democratico (PD), a partire dalla capogruppo PD al Senato Anna Finocchiaro.[19]

A novembre 2009 Gasparri è primo firmatario del disegno di legge "Misure per la tutela del cittadino contro la durata indeterminata dei processi, in attuazione dell'articolo 111 della Costituzione e dell'articolo 6 della Convenzione europea sui diritti dell'uomo"[20], comunemente noto come Processo breve. Gasparri ha presentato il provvedimento come parte di un «decalogo sulla giustizia» che comprenda anche «nuove norme antimafia, riforma del processo civile, riforma della professione forense, intercettazioni e riforma costituzionale della giustizia»,[21] auspicando che «Per incominciare, i magistrati inizino a lavorare di più»[22]. Nel settembre 2010 non segue Fini nella scissione del PdL, che dà vita a Futuro e Libertà.

A gennaio 2011 firma, insieme al presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni ed altri, una lettera aperta per chiedere ai cattolici italiani di sospendere ogni giudizio morale nei confronti di Silvio Berlusconi, indagato dalla procura di Milano per concussione e prostituzione minorile.[23]

Vicepresidente del Senato

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Maurizio Gasparri rieletto al Senato nel 2013

Alle elezioni politiche del 2013 viene ricandidato e rieletto senatore tra le file del Popolo delle Libertà nella circoscrizione Lazio. Il 21 marzo 2013 viene eletto vicepresidente del Senato della Repubblica con 96 preferenze.

Il 16 novembre 2013, con la sospensione delle attività del Popolo della Libertà, aderisce alla rinascita di Forza Italia[24], diventando il successivo 24 marzo 2014 membro del Comitato di Presidenza di Forza Italia. È inoltre membro del CdA della Fondazione AN.[25]

Alle elezioni politiche del 2018 venne ricandidato in Forza Italia e rieletto senatore nella medesima circoscrizione. Con l'inizio della nuova legislatura, termina l'incarico di Vicepresidente del Senato.

Presidente della Giunta delle elezioni del Senato

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Il 18 luglio 2018 è eletto Presidente della Giunta delle elezioni del Senato[26].

Nel dicembre 2019 è tra i 64 firmatari (di cui 41 di Forza Italia) per il referendum confermativo sul taglio dei parlamentari: pochi mesi prima i senatori berlusconiani avevano disertato l'aula in occasione della votazione sulla riforma costituzionale.[27] Il mese seguente viene scelto come commissario romano di Forza Italia. Il 12 maggio 2020 Berlusconi nomina un nuovo coordinamento di 14 persone tra le quali c’è anche Gasparri.[28]

Il 3 luglio 2020 il Fatto Quotidiano rende noto che dal 1º giugno dello stesso anno, dopo 9 anni di lavoro e 28 di aspettativa, Gasparri risulta essere in pensione come giornalista in quanto ha maturato ed ottenuto i requisiti per la quiescenza ed il trattamento previdenziale.[4]

Di nuovo Vicepresidente del Senato e capogruppo di Forza Italia

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Alle elezioni politiche anticipate del 2022 viene ricandidato al Senato in terza posizione nel collegio plurinominale Lazio - 02 dietro a Silvio Berlusconi e alla capogruppo di FI Anna Maria Bernini risultando rieletto. Il 19 ottobre viene eletto vicepresidente del Senato con 90 voti.[29]

Il 7 dicembre 2022 riceve dall'Accademia Bonifaciana di Anagni, su proposta del Rettore Presidente Gr. Uff. Prof. Sante De Angelis, il Premio Internazionale Bonifacio VIII "...per una cultura della Pace..." (XX edizione), alla presenza tra gli altri del Presidente del Comitato Scientifico della stessa Istituzione della Città dei Papi, S.E. Mons. Enrico dal Covolo.

Il 21 novembre 2023 si dimette da vicepresidente del Senato della Repubblica e viene contestualmente eletto capogruppo di Forza Italia.[30]

Posizioni politiche

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Gasparri si è dichiarato contrario ai matrimoni gay («sono contro-natura»)[31] e alle adozioni gay («la vita nasce dall'incontro di uomo e donna»)[32]. Storicamente membro della corrente dei cosiddetti "berluscones" e dei "tatarelliani" negli anni di Alleanza Nazionale, a seguito dello scioglimento del Popolo della Libertà (PdL) non ha seguito né lo storico compagno di partito Gianfranco Fini in Futuro e Libertà per l'ItaliaIgnazio La Russa e Giorgia Meloni, anch'essi suoi compagni di partito di lunga data, in Fratelli d'Italia, formazione nata per raccogliere l'eredità politica del MSI-DN e di AN, preferendo entrare a far parte della ricostituita Forza Italia di Berlusconi nel 2013.

Controversie giudiziarie

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A dicembre 2013 Gasparri viene indagato per peculato dalla procura di Roma. Secondo i magistrati della Capitale, il 22 marzo 2012, il parlamentare si sarebbe appropriato - tramite la Banca Nazionale del Lavoro del Senato - di 600 000 euro (fondi del gruppo PdL a Palazzo Madama), utilizzandoli per l'acquisto di una polizza a vita a lui intestata e i cui beneficiari, in caso di morte dell'assicurato, erano i suoi eredi legittimi. Gasparri aveva riversato la somma al gruppo PdL il 1º febbraio 2013[33]. Il 17 febbraio 2014 la Procura di Roma chiede il rinvio a giudizio di Gasparri con l'accusa di peculato. Il 16 aprile 2014 il Giudice per l'Udienza Preliminare di Roma accoglie la richiesta e rinvia Gasparri a giudizio.

Il 6 aprile 2016 il Tribunale di Roma assolve Gasparri dalle accuse a lui rivolte perché "il fatto non sussiste"[34].

Il 30 agosto 2013, durante un'accesa discussione su Twitter, Gasparri risponde a Riccardo Puglisi (ricercatore di economia dell'Università di Pavia e responsabile delle politiche economiche del movimento politico Italia Unica) scrivendogli un tweet con scritto: "Ignorante presuntuoso, fai vomitare". In seguito a ciò Puglisi querela Gasparri per ingiuria.

Il 25 maggio 2015 la procura della Repubblica di Pavia cita a giudizio Gasparri con l'accusa di ingiuria.

A gennaio 2016, tuttavia, il decreto legislativo 7/2016 abroga il reato di ingiuria e lo trasforma in un illecito civile, punito con una sanzione pecuniaria. Il 2 maggio 2016 il giudice di pace di Pavia assolve pertanto Gasparri dall'accusa di ingiuria perché "il fatto non costituisce più reato".[35]

Querelante per diffamazione

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Gasparri nel maggio 2015 querelò per diffamazione il cantante milanese Fedez, che in precedenza aveva querelato il parlamentare romano[36], mentre nel maggio 2022 querelò il saggista Eric Gobetti e Laterza editore per un libro sui massacri delle foibe, che contiene citazioni false e diffamatorie contro il suo ruolo nelle istituzioni della Repubblica italiana, secondo il punto di vista del politico romano.[37]

In televisione Gasparri è stato oggetto di una celebre caricatura ad opera dell'attore Neri Marcorè, apparsa su Rai 2 nella trasmissione L'ottavo nano, su Rai 3 nella trasmissioni Raiot e Parla con me, infine su LA7 nel programma The show must go off, e di una parodia di Crozza nel programma di Giovanni Floris Dimartedì su La7, in seguito alle sue dichiarazioni su due ragazze rapite in Siria dagli islamisti dell'ISIS e poi rilasciate, pare contro un riscatto[38].

  1. ^ Il romanista Gasparri ora tifa Juve: “Pur di andare contro la Lazio dico anche questo…”, su laziopress.it.
  2. ^ https://www.facebook.com/Superscommesse.it, Per chi tifano i nostri politici? La maggioranza dice..., su SuperScommesse. URL consultato il 28 gennaio 2019.
  3. ^ Sito ufficiale, su gasparri.it.
  4. ^ a b c Maurizio Gasparri va in pensione (dopo 9 anni di lavoro su 37), su nextquotidiano.it, 3 luglio 2020. URL consultato il 3 luglio 2020.
  5. ^ Quando i finiani doc erano Gasparri e La Russa, in Il Tempo, 17 aprile 2010. URL consultato il 19 dicembre 2010.
  6. ^ Corriere.it
  7. ^ Gasparri accusa il Big, Libero, 12 giugno 2016, su liberoquotidiano.it. URL consultato il 2 marzo 2017 (archiviato dall'url originale il 3 marzo 2017).
  8. ^ [1] Critiche alla legge Gasparri, IlFattoQuotidiano, 25 febbraio 2015
  9. ^ Causa C-380/05 presso Corte di Giustizia Europea
  10. ^ Tv: Unione europea boccia la legge Gasparri, in Corriere della Sera, 18 luglio 2007. URL consultato il 19 dicembre 2010.
  11. ^ Consiglio di Stato n.242/20 gennaio 2009
  12. ^ la vicenda, paradossale, si dipana tra 10 anni di ricorsi e sentenze. Il 22 dicembre 1999, vinta nel 1997 la gara pubblica, il Ministero ribadiva la concessione delle frequenze. Nel novembre 2002 la Corte Costituzionale (sentenza 466/2002) ribadisce il concetto. Nel 2004 vi è una sentenza favorevole TAR n. 9325/04 che lo ribadisce di nuovo. Luglio 2005, ricorso al Consiglio di Stato, che, essendo in grave imbarazzo, rivolge dei quesiti interpretativi alla Corte di giustizia Europea. Questa concede udienza il 30 novembre 2006 e, dopo enormi ritardi emette un'altra sentenza favorevole, in gennaio 2008. Senza produrre risultati reali. Si veda Europa 7 per ulteriori dettagli.
  13. ^ Il digitale terrestre ingaggia Gasparri - La Stampa, 18 luglio 2006, su lastampa.it. URL consultato il 18 gennaio 2008 (archiviato dall'url originale il 21 maggio 2008).
  14. ^ La procura aprirà un'indagine e ipotizza una tangente di 97 milioni di euro. Si veda Repubblica, feb 2008
  15. ^ Report - 17 maggio 2007 Archiviato il 16 giugno 2009 in Internet Archive.
  16. ^ YouTube - Gasparri su Obama: Sarà contenta Al Qaeda
  17. ^ Obama, gaffe sprint di Gasparri "Al Qaeda ora forse è più contenta", su repubblica.it, 5 novembre 2008. URL consultato il 5 novembre 2008.
  18. ^ «Obama? Ora Al Qaeda più contenta» Bufera sulle parole di Gasparri, su corriere.it, 5 novembre 2008. URL consultato il 5 novembre 2008.
  19. ^ LaStampa, 5/11/2008, su lastampa.it. URL consultato il 21 marzo 2009 (archiviato dall'url originale il 7 marzo 2012).
  20. ^ DDL Giustizia (PDF), su corriere.it.
  21. ^ RASSEGNA STAMPA 13 novembre 2009 (PDF), su ordineavvocatitrani.it. URL consultato il 9 agosto 2020.
  22. ^ Intervista a Corriere.it
  23. ^ ilTempo.it Archiviato il 26 gennaio 2011 in Internet Archive., testo della lettera aperta
  24. ^ L'addio al Pdl (in frantumi), rinasce Forza Italia
  25. ^ Italo Bocchino direttore del Secolo, la rabbia della figlia di Almirante: "Boicottiamolo". E Storace va giù duro con Alfano, su liberoquotidiano.it. URL consultato il 16 giugno 2014 (archiviato dall'url originale il 5 dicembre 2014).
  26. ^ Gasparri eletto presidente Giunta Senato - Ultima Ora, su Agenzia ANSA, 18 luglio 2018. URL consultato l'8 maggio 2023.
  27. ^ Taglio parlamentari, Forza Italia guida la coalizione dei salva-poltrone. Firmano per il referendum pure 7 Pd, 3 M5S e due renziani, su ilfattoquotidiano.it, 18 dicembre 2019. URL consultato il 23 dicembre 2019.
  28. ^ Rivoluzione Berlusconi, cambia tutto in Forza Italia: ecco i nuovi 14 del vertice, su iltempo.it. URL consultato il 13 maggio 2020.
  29. ^ AMP | Camera e Senato, eletti i rappresentanti dei partiti negli uffici di presidenza, su www.rainews.it. URL consultato il 19 ottobre 2022.
  30. ^ FI: staffetta Ronzulli-Gasparri alla guida del gruppo al Senato - Notizie - Ansa.it, su Agenzia ANSA, 21 novembre 2023. URL consultato il 21 novembre 2023.
  31. ^ Abrignani: «Sì alle nozze gay». Gasparri replica: «Sono contro natura», su ilsecoloxix.it. URL consultato il 7 ottobre 2014 (archiviato dall'url originale l'11 ottobre 2014).
  32. ^ Gasparri frena Berlusconi: «No a matrimoni e adozioni gay», su europaquotidiano.it. URL consultato il 7 ottobre 2014 (archiviato dall'url originale il 12 ottobre 2014).
  33. ^ La Stampa - Gasparri indagato a Roma per peculato
  34. ^ Il Fatto quotidiano, su ilfattoquotidiano.it.
  35. ^ Tweet ingiurioso, Gasparri assolto. Il reato è stato abrogato - Cronaca - La Provincia Pavese, su laprovinciapavese.gelocal.it, 2 maggio 2016. URL consultato il 2 luglio 2016.
  36. ^ Maurizio Gasparri querela Fedez: "Mi ha dato del maiale, voglio 500mila euro"
  37. ^ Gasparri fuori dal coro sui 120 anni della Laterza: non la celebro, la querelo per il libro sulle foibe
  38. ^ Maurizio Crozza a DiMartedì: "Maurizio Gasparri non vuole che si paghi alcun riscatto per lui? Ma chi te lo paga!" (VIDEO), su huffingtonpost.it, 21 gennaio 2015. URL consultato il 9 agosto 2020.
  • 1984 - Maurizio Gasparri - Adolfo Urso: "L'età dell'intelligenza. La destra, il cambiamento e la rivoluzione informatica", Roma, ed. Settimo Sigillo.
  • 1998 - Maurizio Gasparri - Marco Pannella: "Droghe leggere, vendita legalizzata?", Firenzelibri.
  • 2005 - Maurizio Gasparri - "Fare il futuro. Idee e azioni per modernizzare l'Italia", Roma, Edizioni Pagine.
  • 2007 - Maurizio Gasparri - "Con il cuore a Destra" - ed. Rubbettino.
  • 2009 - Maurizio Gasparri - "Il viaggio del Popolo della Libertà. Il PdL e le sue idee", Roma, Koinè Nuove Edizioni.

Voci correlate

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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Predecessore Capogruppo di Forza Italia al Senato della Repubblica Successore
Licia Ronzulli dal 21 novembre 2023 in carica

Predecessore Direttore del Secolo d'Italia Successore
Guido Lo Porto 1991 - 1994 Gennaro Malgieri

Predecessore Ministro delle comunicazioni Successore
Salvatore Cardinale 11 giugno 2001 - 23 aprile 2005 Mario Landolfi

Predecessore Sottosegretario di Stato del Ministero dell'interno Successore
Antonino Murmura 10 maggio 1994 - 17 gennaio 1995 Fabrizio Abbate

Predecessore Capogruppo del Popolo della Libertà al Senato della Repubblica Successore
gruppo non costituito 18 maggio 2008 - 19 marzo 2013 Renato Schifani

Predecessore Coordinatore nazionale di Alleanza Nazionale Successore
- 1995 - 1997 Domenico Fisichella
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