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Louis Silvestre II

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Ritratto di Louis de Silvestre eseguito da Maurice Quentin de La Tour (1753)

Louis (de) Silvestre II, o Sylvestre (Sceaux, 23 giugno 1675 (o 1676) – Parigi, 11 aprile 1760), è stato un pittore francese.

Augusto III di Polonia in costume polacco (1737 circa)

Figlio di Israel Silvestre[1][2][3], da cui apprese i rudimenti dell'arte[1][3], si formò alla scuola di Charles Le Brun[4] e Bon Boullogne[3][5]. Nel 1694 partecipò al Prix de Rome, ma non vinse[1]. Visitò comunque Roma, dove conobbe Carlo Maratta, Venezia, la Lombardia[4] ed il Piemonte[1]. Ritornato a Parigi, divenne membro dell'Accademia reale di pittura e scultura nel 1702 con l'opera Formazione dell'uomo da Prometeo[4]. Nel 1704 ne divenne assistente professore e nel 1706 professore[1]. Operò principalmente a Parigi[5] e, tra il 1716 ed il 1741, a Dresda e Varsavia[5], essendo divenuto primo pittore del re Augusto II di Polonia[4]. Nel 1726 fu nominato direttore dell'Accademia di pittura di Dresda[4]. Nel 1741 entrò a far parte della nobiltà, divenendo quindi Louis de Silvestre, e nel 1748 richiese l'autorizzazione per rientrare in patria, dove successe ad Antoine Coypel nella direzione dell'Accademia reale di pittura e scultura[4]. Luigi XV gli concesse una pensione di 1000 corone e un appartamento al Louvre[2]. Espose al Salon nel 1750 e nel 1757[4].

Louis Silvestre si dedicò soprattutto alla rappresentazione di soggetti religiosi e mitologici e all'esecuzione di ritratti[5].

A Parigi ricevette importanti commissioni per chiese cittadine, come una serie di nove scene dalla Vita di San Benedetto, che evidenziano il suo legame con la tradizione di Eustache Le Sueur e la similarità di stile con Jean Jouvenet[4]. Mentre la vasta composizione San Pietro e il paralitico (1703), realizzata per la Cattedrale di Notre-Dame, come pure il Mosè salvato dalle acque (1708) rivelano reminiscenze del classicismo di Nicolas Poussin[4]. Di diversa ispirazione sono invece le sue opere di soggetto mitologico, fortemente influenzate dallo stile di Charles de La Fosse (Apollo e Dafne, Perseo e Andromeda)[4]. Le opere realizzate per la corte sassone non furono purtroppo risparmiate dalla furia della Seconda guerra mondiale[4]. Sono giunti ai nostri giorni parecchi suoi ritratti, realizzati nella tradizione di Hyacinthe Rigaud e Nicolas de Largillière, come ad esempio quelli dei membri della casa di Sassonia e dell'alta società di Dresda e Varsavia[4]. Nella vasta produzione di opere di Silvestre si possono perciò notare vari tipi di influssi stilistici, che però raramente furono sintetizzati in modo originale[4].

Furono suoi allievi Giovanni Battista Casanova e Gottlieb Friedrich Riedel[5].

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