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Letame

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Letame

Il letame (dal latino laetare "fertilizzare", da laetus "fertile", poi "lieto"[1]), o stallatico, è il prodotto della fermentazione delle deiezioni (feci e urina) degli animali da allevamento miste a materiale solido usato come lettiera (paglia, sabbia, segatura, ecc.).

Nel caso le deiezioni deposte nei ricoveri animali non vengano miscelate con la lettiera, ma lavate con acqua o rimosse con raschiatori, si parla invece di liquame; l'eventuale presenza di lettiera, in quantità marginali, identifica infine una categoria di refluo zootecnico equiparata al liquame e detta liquiletame.

Composizione del letame

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La natura fisica e chimica del letame dipende dalla specie animale che l'ha prodotto, dal tipo di lettiera utilizzato e dal grado di maturazione del letame stesso.

Composizione media del letame di alcune specie di allevamento

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Valori in kg/tonnellata di letame
Specie Azoto * Acido fosforico * Potassio * Quintali annui prodotti per capo adulto[2]
equino 6,7 2,3 7,2 100
bovino 3,4 1,3 3,5 120
suino 4,5 2,0 6,0 15
ovino 8,2 2,1 8,4 6

Composizione del letame bovino

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In linea di massima la composizione del letame bovino è la seguente (espressa in percentuale sulla massa totale):[3]

Sostanza secca Azoto (N) Fosforo (P2O5) Potassio (K2O) Calcio (CaO) Magnesio (MgO) Zolfo (SO3)
Letame fresco e paglioso 20-30 0,3-0,5 0,2-0,3 0,5-0,7 0,4-0,5 0,1-0,2 0,1
Letame maturo 15-25 0,4-0,6 0,2-0,3 0,6-0,8 0,5-0,6 0,15-0,25 0,1-0,2

L'uso eccessivo di letame è a volte fonte di inquinamento[4], dovuto alle alte concentrazioni di ammonio e potassio ed è pertanto sottoposto a vari vincoli legislativi, sia a livello europeo che nazionale e regionale.

Fertilizzante organico

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Spandimento del letame nel Regno Unito

Il letame è utilizzato da molti secoli[5] come fertilizzante agricolo grazie alla sua ricchezza sia di azoto che di altri elementi necessari alla crescita dei vegetali. Oltre alla funzione di concime (ovvero quella di fornire nutrimento alle piante) il letame ben maturo svolge anche quella di ammendante, arricchendo il terreno di sostanza organica e migliorandone le proprietà fisiche. A differenza del liquame, che viene irrorato sul terreno in forma liquida, nella moderna agricoltura il letame viene sparso con macchine, denominate spandiletame, e poi interrato tramite aratura. A causa del contenuto relativamente basso in proteine del letame rispetto a quello del liquame, evidentemente molto più povero di fibra, il letame maturo risulta quasi inodore per la scarsa rilevanza dei composti maleodoranti prodotti dalla putrefazione delle proteine. L'odore del letame sparso nei campi viene quindi in genere ben tollerato, quanto meno nelle aree di consolidata tradizione agricola.
Spesso, con il nome di "stallatico", viene commercializzato un prodotto destinato al giardinaggio, composto da vari tipi di letami selezionati e accuratamente miscelati, misti o no a humus[6].

Combustibile solido

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Tibet: produzione di mattonelle di letame essiccato

In vaste aree agricole del mondo il letame secco viene utilizzato come combustibile domestico soprattutto nei luoghi desertici o di altitudine in cui scarseggia la legna, generalmente sotto forma di mattonelle essiccate al sole. Questa pratica viene considerata più economica di altre forme di riscaldamento, eco-sostenibile perché si tratta di una fonte energetica rinnovabile e che attenua la pressione sulle risorse forestali delle aree interessate e a chilometri zero, essendo questo combustibile disponibile a breve distanza dai luoghi dove viene utilizzato.[7][8]

Il letame dell'allevamento intensivo può essere utilizzato per la produzione di biogas, miscelato o meno con liquame e colaticcio prodotto dalle stalle.[9] Successivamente il biogas prodotto può essere venduto a terzi oppure utilizzato dallo stesso agricoltore per produrre energia elettrica con dei generatori.

Substrato di coltivazione

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Il letame equino viene miscelato con paglia di frumento, per costituire un substrato adatto alla coltivazione dei funghi champignons (Agaricus bisporus)[10].

  1. ^ letame in Vocabolario - Treccani, su treccani.it. URL consultato il 3 maggio 2019 (archiviato dall'url originale il 19 gennaio 2019).
  2. ^ Francesco Bonciarelli, Agronomia, Bologna, Edagricole, 1981, p. 211.
  3. ^ La sostanza organica nel terreno (PDF), Università della Basilicata, p. 16. URL consultato il maggio 2013.
  4. ^ (EN) M.C. Ramos, J.N. Quinton e S.F. Tyrrel, Effects of cattle manure on erosion rates and runoff water pollution by faecal coliforms, in Journal of Environmental Management, 78 (1), 2006, pp. 97–101, DOI:10.1016/j.jenvman.2005.04.010.
  5. ^ Secondo alcuni studi effettuati dallo staff di Amy Bogaard dell'Università di Oxford, addirittura già nel Neolitico in Europa. Confronta Paolo Virtuani, Letame, in Europa già utilizzato 8 mila anni fa, su corriere.it, 30 luglio 2013.
  6. ^ Info su stallatico, su compoagricoltura.it.
  7. ^ Pyrolysis Processing of Animal Manure to Produce Fuel Gases (PDF), su web.anl.gov. URL consultato l'11 ottobre 2012 (archiviato dall'url originale il 3 dicembre 2012).
  8. ^ What Makes People Cook with Improved Biomass Stoves? (PDF), su ehs.sph.berkeley.edu. URL consultato l'11 ottobre 2012 (archiviato dall'url originale il 27 giugno 2013).
  9. ^ Biogas e combustibili gassosi, progetto Interreg IIIA, su cti2000.it. URL consultato il maggio 2013.
  10. ^ Regione Emilia-Romagna – Assessorato Agricoltura, Ambiente e Sviluppo Sostenibile, Disciplinari di Produzione Integrata FUNGHI (Prataiolo e champignons), Edizione gennaio 2006 – NORME TECNICHE FASE DI COLTIVAZIONE (PDF), su ermesagricoltura.it. URL consultato il 2 gennaio 2009.

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