Legio VIII (Cesare)
Legio VIII Gallica Veterana Mutinensis | |
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Busto di Gaio Giulio Cesare | |
Descrizione generale | |
Attiva | dal 91?[1]/58 a.C. al 46 a.C.; nel 44 a.C. è nuovamente costituita da Marco Antonio[2] (e/o da Ottaviano[3]), ma non sarebbe da identificare con l'VIII dello stesso; dopo Azio confluisce nell'VIII Augusta.[4] |
Tipo | deriva forse da una legione della guerra sociale. |
Battaglie/guerre |
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Onori di battaglia | Veterana (dai veterani di Cesare);[1] Gallica (dopo conquista della Gallia);[1][10] Mutinensis (dopo la vittoriosa battaglia di Mutina).[4] |
Comandanti | |
Degni di nota | Gaio Giulio Cesare Marco Antonio Ottaviano |
Simboli | |
Simbolo | toro (emblema di Cesare);[3] |
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La legio VIII Gallica Veterana Mutinensis era un'unità militare romana di epoca tardo repubblicana, la cui origine potrebbe essere antecedente alla conquista della Gallia di Gaio Giulio Cesare. Era a quel tempo presente nella Gallia Cisalpina.[1]
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Sappiamo di una legione VIII che prese parte alla guerra sociale negli anni 90-89 a.C., ma non siamo in grado di dire se si trattasse della stessa utilizzata da Cesare trent'anni più tardi. Sempre di una legio VIII abbiamo notizia nella Gallia Transalpina negli anni 67-65 a.C., quando l'allora governatore C. Calpurnio Pisone pose fine ad una rivolta di Galli Allobrogi.[1] Nel 62 a.C. partecipò, invece, insieme alla legio VII e IX a sedare la cospirazione di Catilina nel Piceno.[11]
All'inizio del proconsolato di Gaio Giulio Cesare (58 a.C.) era acquartierata, insieme alle legioni VII e IX, nella Gallia Cisalpina, in zona Aquileia.[12][13] Prese parte alla successiva conquista della Gallia di Cesare degli anni 58 a.C.-50 a.C.,[14] partecipando ad una lunga serie di battaglie e campagne militari, come: a Genava nella fase finale della battaglia,[15] sull'Arar[16] ed a Bibracte[17] contro gli Elvezi (nel 58 a.C.); in Alsazia contro le genti germaniche di Ariovisto[18] (nel 58 a.C.); sul fiume Axona[19] e sul Sabis[20] contro le popolazioni dei Belgi (nel 57 a.C.); forse ad Avaricum[21] certamente a Gergovia,[5] ma soprattutto nella difficile e determinante battaglia di Alesia che portò alla sottomissione definitiva delle genti galliche nel 52 a.C.[6] Nell'inverno del 52-51 a.C. era con il legato Gaio Fabio, insieme alla VIIII del legato Lucio Minucio Basilo, presso i Remi (probabilmente nei pressi di Durocortorum e Bibrax), per proteggerli dai vicini Bellovaci ancora in rivolta.[22].
Con l'inizio della guerra civile, la legione si trovava nei pressi di Matisco nella Gallia Comata o forse ad Aquae Sextiae nella Gallia Narbonense.[3] Prese parte prima all'assedio di Marsiglia e poi alla campagna in Hispania del 49 a.C.[7] L'anno successivo fu trasferita in Macedonia dove combatté prima a Dyrrhachium[23] e poi nella decisiva battaglia di Farsalo, nella quale Cesare sconfisse Pompeo.[2][24] Prese poi parte alla battaglia di Tapso nel 46 a.C. in Africa.[25] Subito dopo la legione sembra sia stata sciolta ed i suoi veterani inviati in Campania a Casilinum.[3][26]
Pochi anni più tardi, nel 44 a.C., mal adattandosi alla vita civile, i veterani di questa legione chiesero ad Antonio (e/o Ottaviano[3]) di ricostituire la legione VIII, che fu utilizzata l'anno seguente nella battaglia di Mutina (43 a.C.),[4] ricevendo da Ottaviano una ricompensa di 20.000 sesterzi per la vittoria conseguita.[27] Rimase con i triumviri durante la battaglia di Filippi (42 a.C.), per prendere le parti di Ottaviano durante l'assedio di Perugia (41 a.C.),[28] e con quest'ultimo rimase fino ad Azio (31 a.C.).[3] Questa legione non sembra sia, pertanto, da identificare con la omonima VIII di Marco Antonio, reclutata in Oriente, probabilmente durante il suo soggiorno a fianco della regina d'Egitto, Cleopatra VII e che combatté sul fronte opposto.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c d e f J.R.Gonzalez, Historia del las legiones romanas, p.255.
- ^ a b c J.R.Gonzalez, Historia del las legiones romanas, p.257.
- ^ a b c d e f L.Keppie, The making of the roman army, p.208.
- ^ a b c d J.R.Gonzalez, Historia del las legiones romanas, p.258.
- ^ a b Cesare, De bello Gallico, VII, 47-53; P.Groebe, Geschichte Roms in seinem Ubergange von der republikanischen zur monarchischen Verfassung, III, pp.704 seg.
- ^ a b Cesare, De bello Gallico, VII, 68-89.
- ^ a b c Cesare, De Bello civili, I, 18 e 25.
- ^ Bellum Africum, 81.
- ^ J.R.González, Historia de las legiones Romanas, p.720.
- ^ AE 1899, 45; CIL III, 14165,6.
- ^ Sallustio, De Catilinae coniuratione, 58, 6.
- ^ Cesare, De bello Gallico, I, 10.
- ^ H.Parker, Roman legions, p.51.
- ^ Cesare, De bello Gallico, I-VIII.
- ^ Cesare, De bello Gallico, I, 7-8.
- ^ Cesare, De bello Gallico, I, 10-13.
- ^ Cesare, De bello Gallico, I, 24-28.
- ^ Cesare, De bello Gallico, I, 35-53.
- ^ Cesare, De bello Gallico, II, 2-8.
- ^ Cesare, De bello Gallico, II, 15-26.
- ^ Cesare, De bello Gallico, VII, 14-28.
- ^ Cesare, De bello Gallico, VII, 90;
Theodore Ayrault Dodge, Caesar, New York 1989-1997, pp. 306-307;
Cesare, La guerra gallica, traduzione di Adriano Pennacini, note storico-critiche di Albino Garzetti, Torino 1996, Note VII, 90, pp. 619-620. - ^ Cesare, De Bello civili, III, 6.
- ^ H.Parker, Roman legions, pp.60 e 62.
- ^ Aulo Irzio, Bellum Africum, 60, 62 e 81.
- ^ CIL XII, 4241.
- ^ Appiano, Guerra civile, III, 90.
- ^ E.Ritterling, voce Legio, in Realencyclopädie of Klassischen Altertumswissenschaft, p.1643.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Fonti primarie
- Appiano, Guerra civile, III.
- Aulo Irzio, Bellum Alexandrinum.
- Cesare, De bello Gallico, VII-VIII.
- Cesare, De Bello civili, I-III.
- Sallustio, De Catilinae coniuratione.
- Svetonio, Cesare.
- Fonti storiografiche moderne
- T.A.Dodge, Caesar, New York 1989-1997.
- Cesare, La guerra gallica, traduzione di Adriano Pennacini, note storico-critiche di Albino Garzetti, Torino 1996.
- J.R.Gonzalez, Historia del las legiones romanas, Madrid 2003.
- L.Keppie, The making of the roman army, Oklahoma 1998.
- H.Parker, Roman legions, Cambridge 1958.
- E.Ritterling, voce Legio, in Realencyclopädie of Klassischen Altertumswissenschaft, Stuttgart 1924-1925.