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Kepler-61 b

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Kepler-61b
Scoperta24 aprile 2013[1]
ScopritoriNASA (Telescopio Kepler)
ClassificazionePianeta terrestre
Distanza dal Sole1,100 al
Parametri orbitali
Semiasse maggiore0,26 au
Inclinazione orbitale>89.80
Eccentricità<0.25
Dati fisici
Raggio medio2,15 (± 0.13)[2] R
Massa
6,65[3] M

Kepler-61b, anche conosciuto come KOI-1361.01, è un pianeta extrasolare in orbita nella zona abitabile della nana arancione Kepler-61, distante 1.100 anni luce dalla Terra e situata nella costellazione del Cigno.

Nel 2009, il telescopio spaziale Kepler della NASA stava completando l'osservazione di stelle sul suo fotometro, in cui un pianeta passa davanti alla sua stella ospite oscurandola per un breve periodo di tempo approssimativamente regolare. In questo ultimo test, Kepler osservò 50.000 stelle nel Kepler Input Catalog, incluso Kepler-61; le curve di luce preliminari sono state inviate al team di scienziati per l'analisi, che ha scelto compagni planetari ovvi dal gruppo per il seguito degli osservatori. Le osservazioni sulla velocità radiale hanno confermato che un corpo planetario era responsabile degli abbassamenti osservati nella curva di luce di Kepler-61, confermandolo come un pianeta. La scoperta è stata annunciata il 24 aprile 2013.[1]

Caratteristiche

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Massa, raggio e temperatura

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Kepler-61b è un esopianeta con raggio e massa più grandi di quelli della Terra, ma più piccola di quella di Nettuno e Urano. Potrebbe essere una super Terra, ma più studi condotti negli anni 2010 suggeriscono che "certamente" siano di natura rocciosa pianeti con un raggio minore di 1,6 volte quello terrestre, quindi è possibile che si tratti di un mininettuno senza superficie solida, o di un pianeta oceanico.[4] Ha una temperatura di equilibrio di 273 K, un raggio di 2,15 R e una massa è di 6,65 M.

Il pianeta orbita intorno a una nana arancione chiamata Kepler-61, di massa 0,63 M e di raggio 0,62 R, una temperatura di 4017 K ed è vecchia almeno 1 miliardo di anni. La magnitudine apparente della stella è 15.

Kepler-61b orbita attorno alla sua stella madre con circa l'8% della luminosità del Sole con un periodo orbitale di 59.877 giorni e un raggio orbitale di circa 0,28 volte quello di Terra (rispetto a Mercurio dal Sole, che è di circa 0,38 UA). Ha un'eccentricità orbitale di quasi 0,25, il che significa che la sua orbita è leggermente ellittica e riceve il 36% in più di luce solare ricevuta dalla Terra.[3]

Kepler-61b si trova nella parte interna della zona abitabile empirica, una zona in cui potrebbe esistere acqua liquida con albedo alto, umidità relativamente bassa e pressione atmosferica più elevata.[5] Tuttavia come accennato sopra potrebbe trattarsi di un nano gassoso ed è quindi più probabile l'abitabilità su una esoluna di dimensioni terrestri in orbita attorno a esso.

Ricevendo però il 39% in più della radiazione che riceve la Terra dal Sole, è possibile che la presenza di un'atmosfera abbia sviluppato un intenso effetto serra in grado di innalzare considerevolmente la temperatura, rendendo impossibile la presenza di acqua allo stato liquido, inoltre, l'alta eccentricità orbitale (e= 0,25) fa sì che il pianeta sperimenti stagioni "estreme" con temperature molto variabili, con un periodo nel quale il pianeta entra dentro al bordo interno della zona abitabile.[6]

  1. ^ a b (EN) Exoplanet Characterization by Proxy: a Transiting 2.15 R_Earth Planet Near the Habitable Zone of the Late K dwarf Kepler-61 Sarah Ballard, David Charbonneau, Francois Fressin, Guillermo Torres, Jonathan Irwin, Jean-Michel Desert, Elisabeth Newton, Andrew W. Mann, David R. Ciardi, Justin R. Crepp, Christopher E. Henze, Stephen T. Bryson, Steven B. Howell, Elliott P. Horch, Mark E. Everett, Avi Shporer et al. April 26, 2013
  2. ^ (EN) Kepler-61b, su exoplanetarchive.ipac.caltech.edu. URL consultato il 20 luglio 2016.
  3. ^ a b (EN) PHL's Exoplanets Catalog - Planetary Habitability Laboratory @ UPR Arecibo, su phl.upr.edu.
  4. ^ Benjamin J. Fulton et al., The California-Kepler Survey. III. A Gap in the Radius Distribution of Small Planets, in Astronomical Journal, n. 3, settembre 2017, p. 109.
  5. ^ (EN) Andras Zsom, Sara Seager e Julien De Wit, Towards the Minimum Inner Edge Distance of the Habitable Zone, in The Astrophysical Journal, aprile 2013, DOI:10.1088/0004-637X/778/2/109, arXiv:1304.3714.
  6. ^ Kepler-61b hpcf.upr.edu
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