Jubilee Records
Jubilee Records | |
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Stato | Stati Uniti |
Fondazione | 1946 a New York |
Fondata da | Herb Abramson |
Chiusura | 1971 |
Sede principale | New York |
Persone chiave | Herb Abramson, Jerry Blaine |
Settore | Musicale |
Prodotti | R&B, novelty song |
La Jubilee Records è stata un'etichetta discografica indipendente statunitense specializzata in rhythm and blues e novelty song.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]La Jubilee Records venne fondata a New York nel 1946 da Herb Abramson. Il suo socio Jerry Blaine acquistò metà dell'attività nel 1947, anno in cui Abramson inaugurò l'Atlantic Records assieme a Ahmet Ertegün.[1]
Nel 1953 la Jubilee lanciò il singolo degli Orioles Crying in the Chapel, prima traccia di un gruppo afroamericano a raggiungere la Top 20 delle classifiche pop statunitensi.[2] [3]
Nel 1954 venne inaugurata la sussidiaria della Jubilee Josie Records, che pubblicò brani come Speedoo dei Cadillacs, entrato al terzo posto della classifica R&B e al diciassettesimo di quella pop, Do You Wanna Dance di Bobby Freeman, piazzatasi al numero 2 della classifica R&B e in quinta posizione nella classifica pop, e Last Kiss di J. Frank Wilson and the Cavaliers che, vendendo un milione di copie e raggiungendo la seconda posizione della Billboard Hot 100 nel 1964, confermò di essere il maggiore successo dell'etichetta.
Tra gli artisti entrati nel roster della Jubilee vale la pena segnalare i Four Tunes, celebri per una serie di hit come Marie, destinata a raggiungere il secondo posto della R&B chart e il tredicesimo della casistica pop, il gruppo strumentale di New Orleans The Meters, che per la Jubilee pubblicò Cissy Strut, la quale si piazzò alla posizione numero 4 della graduatoria dei singoli R&B e alla numero 4 di quella pop, Poor Boy dei Royaltones, piazzatosi al numero 17 delle classifiche di Billboard nel 1957 e diventato l'ultimo successo rock 'n' roll dell'etichetta nuovaiorchese,[2] più l'intrattenitore Kermit Schafer e la comica Rusty Warren.
La casa discografica deteneva anche la Gross Records, la cui unica band, i Doug Clark and the Hot Nuts, pubblicavano materiale considerato così volgare che nelle copertine dei loro album non vengono mai menzionate la Jubilee e la Josie.[4]
Nel 1970, a causa di problemi finanziari, la Jubilee/Josie venne venduta alla Viewlex, che possedeva la Buddah Records e Blaine lasciò l'azienda.[5] Il catalogo venne rilevato dalla Roulette Records.[1] La Jubilee fallì nel 1971.[6]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b (EN) Jerry Blaine, su rockabilly.nl. URL consultato il 17 novembre 2022.
- ^ a b (EN) Charlie Gillett, The Sound of the City: The Rise of Rock and Roll, Da Capo, 1996, pp. 69-70.
- ^ (EN) Rock'n'Roll 1951-57, su scaruffi.com. URL consultato il 17 novembre 2022.
- ^ (EN) Gross Label Album Discography, su bsnpubs.com. URL consultato il 17 novembre 2022.
- ^ (EN) Billboard - Google Books, su books.google.it. URL consultato il 17 novembre 2022.
- ^ (EN) autori vari, Up from the Cradle of Jazz: New Orleans Music Since World War II, University of Louisiana at Lafayette, 2009, pp. 218.
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Jubilee Records
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Jubilee, su Discogs, Zink Media.
- (EN) Jubilee, su MusicBrainz, MetaBrainz Foundation.