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Jean-Baptiste Faure

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Jean-Baptiste Faure
Jean-Baptiste Faure (1830-1914) nei panni di Amleto nell'opera di Ambroise Thomas, 1868
NazionalitàFrancia (bandiera) Francia
(Moulins)
GenereOpera
Periodo di attività musicale1851 – 1886
StrumentoVoce

Jean-Baptiste Faure (ʒã.ba'tist foʁ; Moulins, 15 gennaio 1830Parigi, 9 novembre 1914) è stato un baritono francese e un collezionista d'arte di grande importanza. Ha anche composto un certo numero di canzoni classiche[1].

Jean-Baptiste Faure fotografato al culmine della sua carriera d'artista a Parigi e Londra
Ritratto incompiuto di Jean-Baptiste Faure di Édouard Manet
Jean-Baptiste Faure come Amleto, dipinto da Édouard Manet nel 1877

Carriera da cantante

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Faure nacque a Moulins. Corista di un coro giovanile, entrò al Conservatorio di Parigi nel 1851 e fece il suo debutto operistico l'anno seguente all'Opéra-Comique, come Pigmalione nel Galathée di Victor Massé. Rimase all'Opéra-Comique per oltre sette anni, cantando ruoli da baritono come Max in Le chalet di Adolphe Adam e Michel in Le caïd di Thomas. Durante questo periodo creò anche il Marchese d'Erigny nella Manon Lescaut di Auber (1856) e Hoël in Le pardon de Ploërmel di Meyerbeer (1859, più tardi conosciuto come Dinorah), tra le sette anteprime in quel teatro.[2]

Debuttò alla Royal Opera House di Londra nel 1860 come Hoël e all'Opéra de Paris nel 1861. Cantò all'Opera ogni stagione fino al 1869 e poi di nuovo nel periodo 1872-76 e nel 1878. Continuò inoltre ad esibirsi di quando in quando a Londra fino al 1877 in luoghi come His Majesty's Theatre ed il Theatre Royal, a Drury Lane.

Tra le molte opere in cui apparve a Parigi c'erano il Don Giovanni di Wolfgang Amadeus Mozart e L'étoile du nord, Gli ugonotti (Les Huguenots) e La favorita.

Fece anche la storia, creando diversi ruoli operistici importanti scritti da compositori di spicco come Giacomo Meyerbeer, Giuseppe Verdi e Ambroise Thomas. Tra questi c'erano le parti principali da baritono in L'africana, Don Carlo e Hamlet (rispettivamente nel 1865, 1867 e 1868).

Le sue ultime apparizioni sul palcoscenico sono state riportate come avvenute a Marsiglia e Vichy nel 1886.

Faure possedeva una voce baritonale scura, levigata ma flessibile, che usava con abilità e gusto impeccabili. Come artista era anche un interprete sofisticato e tutte queste doti si univano per renderlo una delle figure più significative apparse sul palcoscenico musicale francese durante il XIX secolo. Scrisse due libri sul canto, La Voix et le Chant (1886) e Aux Jeunes Chanteurs (1898) e insegnò anche al Conservatorio di Parigi dal 1857 al 1860.

Il più grande degli eredi francesi di Faure fu il basso lirico Pol Plançon (1851-1914), che aveva modellato il suo metodo vocale direttamente su Faure, e Jean Lassalle (1847-1909), che succedette a Faure come baritono principale all'Opera di Parigi. Sia Plançon che Lassalle realizzarono numerose registrazioni nei primi anni del 1900 e le loro interpretazioni colte per il grammofono conservano gli elementi chiave dello stile e della tecnica di canto di Faure.

Esistono due cilindri di cera marrone non commerciali e probabilmente unici che si pensa siano registrazioni private del canto di Faure a circa 70 anni di età. Anche se non esiste una documentazione specifica di queste registrazioni, una versione di "Jardins de l'Alcazar ... Léonor! Viens" della La favorita di Donizetti inizia con un annuncio (o del cantante o dell'ingegnere di registrazione della (Pathé)) : "Le grand air du baryton!" (La grande aria del baritono!). Pathé e altre registrazioni francesi di quest'epoca iniziavano quasi sempre con un annuncio come "Le sérénade de Don Juan, de Mozart, chanté par [baryton Jean] Lassalle, de l'Opéra!". L'affettuoso onore nella registrazione del presunto cilindro di Faure ha senso solo per un uomo di età avanzata che è così amato, celebrato e riverito da un pubblico generico, che non ha nemmeno bisogno di essere nominato. La proliferazione della documentazione sulla posizione di Faure come tale punta interamente e solo a lui. La scelta dell'aria è quasi certamente un indizio sull'autenticità della registrazione. Alphonse de La favorita fu uno dei ruoli più importanti di Faure, con cui girò le province della Francia nel 1877, subito dopo il suo ritiro dal palcoscenico. Ottenne un'enorme notorietà critica e popolare da parte di coloro che non avevano avuto la possibilità di ascoltarlo a Parigi o Londra. Le sue interpretazioni di questo ruolo avrebbero lasciato un'impressione duratura sul pubblico e sulla stampa e l'aria fu probabilmente scelta per la registrazione come un'allusione a quel periodo. Un esempio di uno scritto su Faure in questo ruolo e in particolare su questo recitativo e aria:

«La sua voce è abile nel rendere sia le emozioni più violente che quelle più gentili; e il diritto reale è il modo in cui canta i "Jardins de l'Alcazar" [...]»

«Fu davanti a un teatro affollato fino al soffitto che il celebre baritono cantò la parte di Alphonse in un modo che giustifica pienamente la scrosciante ovazione di cui fu oggetto[...] Solo le persone che hanno ascoltato il grande artista in La Favorita possono avere una qualche idea di quanto la musica di Donizetti guadagni in valore e fascino da un tale interprete. M. Faure è un cantante eccezionale, in possesso di una voce ammirevole; è anche un attore di prim'ordine. Con quale autorità ha cantato la grande aria del secondo atto, "Palais [sic] de l'Alcazar"! Che espressione sorprendente di dispetto e ironia ha infuso nella romanza del terzo atto, 'Pour tant d'amour...'!»

Altre realizzazioni

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Inoltre Faure compose diverse canzoni durature, tra cui "Sancta Maria", "Les Rameaux" ("The Palms") e "Crucifix". (Queste ultime due canzoni furono registrate, tra le altre, da Enrico Caruso). Nel 1876 dedicò il suo valse-légende "Stella" alla sua prima attrice all'Opéra di Parigi, Gabrielle Krauss.[3]

Avido collezionista di arte impressionista, Faure posò per diversi ritratti di Édouard Manet e possedeva 67 tele di quel pittore, tra cui il capolavoro Le déjeuner sur l'herbe e The Fifer. Possedeva anche Le pont d'Argenteuil e altre 62 opere di Claude Monet. Parte della sua collezione (che conteneva anche dipinti di Degas, Sisley, Pissarro, Ingres e Prud'hon) è stata conservata nella sua villa "Les Roches" a Étretat, le cui famose scogliere commissionò a Claude Monet per 40 dipinti.[4]

Faure morì per cause naturali a Parigi nel 1914, durante i primi mesi della prima guerra mondiale. Secondo il suo necrologio sul New York Times, era stato nominato ufficiale della Legion d'onore. Era sposato con la cantante Constance Caroline Lefèbvre (1828-1905).

Ruoli interpretati

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Questo elenco di ruoli noti contiene duplicati in cui Faure ha cantato in una lingua alternativa. Gli anni indicano il debutto del ruolo nel suo repertorio.[5]

Tabella ordinabile
Ruolo Opera Compositore Anno
Amleto Amleto (Hamlet in Italiano) Ambroise Thomas 1871
Alfonso D'Este, Duca di Ferrara Lucrezia Borgia Gaetano Donizetti 1876
Alfonso XI, Re di Castiglia La favorita Gaetano Donizetti 1860
Assur Semiramide Gioachino Rossini 1875
Borromée Marco Spada Daniel Auber 1853
Cacico Il Guarany Antônio Carlos Gomes 1872
Carlo VII Jeanne d'Arc Auguste Mermet 1872
Crèvecœur Quentin Durward François-Auguste Gevaert 1858
Don Giovanni Don Giovanni Wolfgang Amadeus Mozart 1861
Don Giovanni Don Juan (Don Giovanni in Francese) Wolfgang Amadeus Mozart 1866
Dulcamara L'elisir d'amore Gaetano Donizetti 1864
Falstaff Le songe d'une nuit d'été Ambroise Thomas 1854
Fernando La gazza ladra Gioachino Rossini 1860
Figaro Le nozze di Figaro Wolfgang Amadeus Mozart 1866
Gaspard Il franco cacciatore Carl Maria von Weber 1872
Guglielmo Tell Guglielmo Tell Gioachino Rossini 1861
Amleto Hamlet Ambroise Thomas 1868
Hoël Le pardon de Ploërmel Giacomo Meyerbeer 1859
Hoël Dinorah (Le pardon de Ploërmel in Italiano) Giacomo Meyerbeer 1860
Iago Otello Gioachino Rossini 1870
Il conte di Nevers Gli ugonotti (Les Huguenots in Italiano) Giacomo Meyerbeer 1876
Julien de Médicis Pierre de Médicis Józef Michal Poniatowski 1861
Justin Le chien du jardinier Albert Grisar 1855
Il Conte di Nevers Les Huguenots Giacomo Meyerbeer 1863
Le duc de Greenwich Jenny Bell Daniel Auber 1855
Le Marquis d'Hérigny Manon Lescaut Daniel Auber 1856
Lotario Mignon Ambroise Thomas 1870
Lysandre Joconde ou Les coureurs d'aventures Nicolas Isouard 1857
Malipieri Haydée Daniel Auber 1853
Max Le chalet Adolphe Adam 1853
Mefistofele Faust Charles Gounod 1863
Michel Le caïd Adolphe Adam 1852
Nélusko L'Africana Giacomo Meyerbeer 1865
Paddock La coupe du roi de Thulé Eugène Diaz 1873
Pedro La mule de Pedro Victor Massé 1863
Peters Michaeloff (Pietro il Grande) L'étoile du nord Giacomo Meyerbeer 1854
Faraone Moïse et Pharaon Gioachino Rossini 1863
Pietro La stella del nord (L'étoile du nord in Italiano) Giacomo Meyerbeer 1864
Pietro La muette de Portici Daniel Auber 1863
Pietro Masaniello (La muette de Portici in Italiano) Daniel Auber 1853
Pietro Manelli La Tonelli Ambroise Thomas 1853
Polus La fiancée de Corinthe Jules Duprato 1867
Pygmalion Galathée Victor Massé 1852
Riccardo I puritani Vincenzo Bellini 1863
Rodolfo La sonnambula Vincenzo Bellini 1864
Rodrigo, Marchese di Posa Don Carlo Giuseppe Verdi 1867
St. Bris Gli ugonotti (Les Huguenots in Italiano) Giacomo Meyerbeer 1860
Torrida Marco Spada Daniel Auber 1854
Valbreuse Le sylphe Louis Clapisson 1856
  1. ^ Baker, Theodore; rev. by Nicolas Slonimsky (1994) The Concise Edition of Baker's Biographical Dictionary of Musicians; 8th ed. New York: Schirmer Books, p. 289.
  2. ^ Soubies, A. & Malherbe, C. Histoire de l'Opéra comique; La seconde salle Favart 1840–1887. Flammarion, Paris, 1893.
  3. ^ Stella (Faure, Jean-Baptiste), in imslp.org.
  4. ^ in Sophie Monneret, L'Impressionnisme et son époque, Denoël, 1978
  5. ^ De Curzon, Henri. "Jean-Baptiste Faure" (translated by Theodore Baker), The Musical Quarterly, Vol IV, No. 2 (April 1918), pp. 271–281 (at the Internet Archive). New York: Schirmer Books.

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