Idris (islam)

Idrīs (in arabo ﺍﺩﺭﻳﺲ?) è il nome col quale, in due ricorrenze, il Corano indica un profeta destinato a rivelare all'umanità il volere divino.
Si tende a identificarlo col biblico Enoch - in lingua araba Akhnūkh - o, in subordine, con ʿEzra, Elia (Iliyās) o al-Khiḍr / Khaḍir, e a collocarlo nel periodo che avrebbe preceduto il Diluvio Universale: mitologema presente in numerose culture semitiche e, quindi, anche nell'Islam.
La prima occorrenza coranica è la Sūra di Maria (XIX:56-58):
e la seconda si trova nella Sura XXI:85-86:
Nel racconto del miʿrāj, si afferma che Maometto avrebbe incontrato Idrīs nel quarto Cielo, venendo da lui salutato con grande rispetto. Va inoltre ricordato che, secondo la tradizione islamica, anche Idrīs (al pari di Maometto) sarebbe stato beneficato del carisma profetico a 40 anni.
Nell'Ermetismo, si tese a inserirlo nella linea genealogica di Hermes (Hirmis) e lo stesso mistico Ibn ʿArabī lo definì il "profeta dei filosofi".[1] Per questo in varie opere di cultura islamica è indicato come inventore, in special modo della divinazione tramite la geomanzia.[2]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ G. Vayda, nel suo lemma su Idrīs nell'Encyclopaedia of Islam.
- ^ Ibidem.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Lemma «Idrīs» (G. Vajda), su: The Encyclopaedia of Islam.
- Alessandro Bausani, Il Corano, Firenze, Sansoni, 1955 e succ. edizioni (poi Milano, Rizzoli, varie edizioni).
- Roberto Tottoli, Profeti biblici nella tradizione islamica, Brescia, Paideia, 1999 (trad. ingl. Biblical Prophets in the Qurʾān and Muslim Literature, Curzon, Richmond 2002).
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Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Idrīs / Idrīs (altra versione), su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
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