Gian Mario Rossignolo
Giovanni Mario Rossignolo detto Gian Mario (Vignale Monferrato, 1º ottobre 1930) è un imprenditore italiano ed ex dirigente d'azienda.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Nato a Vignale Monferrato, in provincia di Alessandria nel 1930, dopo essersi laureato in economia e commercio presso l'Università di Torino negli anni cinquanta, dopo aver dovuto abbandonare il Politecnico in quanto la famiglia non era in grado di mantenerlo agli studi, s'impiega in banca e poi viene assunto alla Fiat che lo trasferisce alla filiale di Novara: di giorno si occupa delle vendite, di sera si reca a Milano dove frequenta un corso di marketing.[1] Nel 1967 diventa direttore della divisione commerciale autoveicoli della casa automobilistica torinese e due anni dopo assume nella medesima il ruolo di responsabile della pianificazione aziendale, per poi essere nominato negli anni settanta membro del comitato direttivo e in seguito direttore di divisione nell'ambito dei prodotti diversificati.[2]
Dopo essere diventato responsabile del settore componentistica nel 1975, entra in rotta di collisione con Carlo De Benedetti, all'epoca alla guida della Fiat, quando gli espone la teoria che in Europa non ci sia più un futuro industriale per l'auto[3]; nel 1977 è nominato amministratore delegato e direttore generale della Lancia, allora di proprietà Fiat.[4] Alla fine 1979 lascia la casa automobilistica italiana a causa di alcune divergenze con il nuovo responsabile del gruppo Fiat, Cesare Romiti, rassegnando le proprie dimissioni[5], per diventare poi dirigente presso il gruppo industriale svedese Wallemberg[4], occupandosi in Italia delle aziende controllate SKF Industrie, Industrie Zanussi, Atlas Copco, Ericsson e altre, rimanendone presidente fino al 2002 e affiancando a questi impegni l'attività come imprenditore con le sue aziende Prima Industrie S.p.A., Idea SpA e ACC.[2]
Nel 1991, Rossignolo, assieme al manager svedese Hans Werthén, è a capo di una cordata che rileva la Sèleco di Pordenone, azienda produttrice di elettronica di consumo, di cui è stato azionista di riferimento, e di cui fino al 1993 vi ha ricoperto la carica di presidente.[6][7][8][9]
Nel 1998, Rossignolo ha ricoperto temporaneamente la carica di presidente di Telecom Italia[2], e nel novembre 2009 la sua azienda di componentistica Innovation in Auto Industry S.p.A. (IAI) ha acquistato il marchio De Tomaso (messo in vendita nel mese di luglio dello stesso anno ad una quotazione più bassa della precedente asta del 2007[10]) deliberando contestualmente il cambio di denominazione da Innovation in Auto Industry S.p.A. in De Tomaso Automobili S.p.A..[11][12]
Controversie
[modifica | modifica wikitesto]La regione Piemonte, allora governata da Mercedes Bresso, acquisì nel 2010 lo stabilimento della Pininfarina di Grugliasco per 14,4 milioni, assegnandolo in affitto alla De Tomaso Automobili S.p.A. per 650.000 euro. Per riqualificare i lavoratori l'azienda di Rossignolo ottiene 7,5 milioni di euro dal ministero del lavoro, come prima rata di un finanziamento globale di oltre 19 milioni. In realtà, secondo la denuncia dei sindacati alla procura di Torino, i corsi coinvolgono solo una settantina di addetti e durano pochi giorni[13]. La procura di Torino al termine delle indagini arresta Gian Mario Rossignolo (arresti domiciliari per via dell'età dell'ultraottantenne imprenditore)[14][15][16][17].
Nel febbraio 2019, Gian Mario Rossignolo e il figlio Gian Luca sono stati condannati in primo grado dal Tribunale di Torino per la bancarotta della De Tomaso a rispettivamente 5 anni e 6 mesi e 4 anni e 10 mesi di reclusione.[18] Nel giugno 2021, la corte d'Appello conferma le condanne di primo grado riducendo le pene a rispettivamente a 3 anni e 6 mesi e 3 anni e 3 mesi di reclusione. La riduzione delle pene è motivata dall'avvenuta prescrizione di diversi dei reati contestati.[19]
Onorificenze
[modifica | modifica wikitesto]Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ A. e G. Mazzuca, pp. 266-267.
- ^ a b c C. Munafò, Rossignolo “Adesso parlo io”, in Business People, 16 gennaio 2010. URL consultato il 14 aprile.
- ^ Salvatore Merlo, Nel soggiorno di Carlo De Benedetti. L'Ingegnere racconta se stesso (e molti altri), su ilfoglio.it, 4 giugno 2016. URL consultato il 29 giugno 2019.
- ^ a b Salvatore Tropea, Il manager dei tanti miracoli annunciati e rimasti sulla carta, su torino.repubblica.it, 13 luglio 2012. URL consultato il 29 giugno 2019.
- ^ Gian Luca Pellegrini, La Fiat Uno? Nacque Lancia, in Quattroruote, n. 662, Milano, Editoriale Domus, dicembre 2010.
- ^ F. Saulino, LA SELECO A ROSSIGNOLO E LA REL VA IN PENSIONE, in La Repubblica, 1º marzo 1991, p. 48. URL consultato il 7 aprile 2021.
- ^ G. Scipioni, COMMISSARI ALLA REL, in La Repubblica, 24 settembre 1991, p. 48. URL consultato il 7 aprile 2021.
- ^ Ricorso di annullamento - Decisione 2000/536/CE - Aiuto di Stato a favore della Seleco SpA, su curia.europa.eu. URL consultato il 7 aprile 2021.
- ^ G. Lonardi, SELECO, SI DIMETTONO ROSSIGNOLO E WERTOEN, in La Repubblica, 14 novembre 1993, p. 47. URL consultato il 7 aprile 2021.
- ^ Bruxelles, 28.6.2013 COM(2013) 469 final C7-0207/13 (PDF), su europarl.europa.eu. URL consultato il 14 aprile 2021.
- ^ IAI: ACCORDO PER L'ACQUISTO DEL MARCHIO “DE TOMASO” (PDF), su storage.edidomus.it. URL consultato il 14 aprile 2021.
- ^ Redazione, Rossignolo acquista il marchio De Tomaso, in La Stampa.it, 16 novembre 2009. URL consultato il 14 aprile 2021.
- ^ Truffa sui corsi di formazione - arrestato Rossignolo, su torino.repubblica.it, repubblica.it, 12 luglio 2012. URL consultato il 13 luglio 2012.
- ^ De Tomaso, arrestato Gian Mario Rossignolo - Corriere.it
- ^ Gian Mario Rossignolo - VIP - Europa[collegamento interrotto]
- ^ Foto Due anni vissuti pericolosamente - 1 di 9 - Torino - Repubblica.it
- ^ De Tomaso, 5 anni per cercare di fare auto con i soldi degli altri - Torino - Repubblica.it
- ^ De Tomaso, condannati i Rossignolo, su ansa.it, 20 febbraio 2019. URL consultato il 20 febbraio 2019.
- ^ Crack De Tomaso, in appello 3 anni e 10 mesi per Rossignolo, su lastampa.it, 22 giugno 2021. URL consultato il 22 giugno 2021.
- ^ Gian Mario Rossignolo, su cavalieridellavoro.it. URL consultato il 13 aprile 2021.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- A. Mazzuca, G. Mazzuca, La Fiat: da Giovanni a Luca. Un secolo di storia sotto la dinastia Agnelli, Milano, Baldini Castoldi Dalai, 2004, ISBN 88-8490-662-8.