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Fissazione (psicologia)

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In psicologia, per fissazione si intende lo stallo di una pulsione che non trova sbocco.

Il soggetto si ritrova in balia di un pensiero fisso o un'abitudine ineliminabile che ne mina, anche profondamente, i rapporti sociali e la soddisfazione personale. A focalizzare l'attenzione possono essere eventi accaduti nel passato, per il quale il soggetto realizza una regressione psicologica.

Essere soggetti a comportamenti ripetitivi non è di per sé indice di una patologia (da adattamento): tali comportamenti sono infatti dovuti al fatto che la ripetizione impiega una quantità minore di risorse cognitive. Il nostro comportamento è influenzato da uno stimolo ambientale o una pulsione che impedisce all'Io cosciente di abbandonarlo quando tale comportamento non è più razionalmente valido. È per questo che, ad un osservatore esterno, chi è affetto da questi blocchi può apparire in stato di confusione.

Secondo Sigmund Freud la fissazione nasce in periodi remoti dello sviluppo pulsionale e impedisce alla pulsione di modificare il suo obiettivo, rendendo impossibile il distacco dall'oggetto di fissazione. Si produrrebbe a causa dell'eliminazione (rimozione) di alcuni elementi che consentirebbero la normale evoluzione dello stimolo (pulsione).

«Le nevrosi si comportano rispetto alle perversioni come il negativo rispetto al positivo; in esse si possono ravvisare, quali portatrici dei complessi e formatrici dei sintomi, le stesse componenti pulsionali delle perversioni, che qui però agiscono dall'inconscio; e se hanno dunque subito una rimozione, ma sono riuscite, a dispetto di questa, a persistere nell'inconscio. La psicoanalisi ci consente di riconoscere che una manifestazione è troppo intensa di queste pulsioni in periodi molto precoci porta a una specie di fissazione parziale, che da allora rappresenta un punto debole nella struttura della funzione sessuale. Se nell'età matura l'esercizio della funzione sessuale normale incontra degli ostacoli, la rimozione avvenuta durante il periodo dello sviluppo viene infranta proprio nei punti in cui si sono avute le fissazioni infantili.»

È per questo che alcuni suoi effetti, durante la psicoanalisi, possono venire assimilati o confusi con altre rimozioni. La fissazione, eludendo la ragione, si comporta come se facesse parte del sistema dell'inconscio, come una corrente rimossa.

In termini correnti potremmo assimilare questo processo ad una fotografia scattata dall'individuo per bloccare un istante della sua vita, di solito in corrispondenza di un evento traumatico. La fissazione può essere costituita in questo caso da un meccanismo di fuga utilizzato in quella circostanza, che viene però reiterato anche quando l'evento traumatico viene meno.

Coazione a ripetere

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Karen Horney ha definito «pensiero meccanicistico - evoluzionistico» l'idea di Freud che «ritiene che le manifestazioni del presente siano non solo influenzate dal passato, ma semplice ripetizione di esso» aggiungendo che «Freud enunciò l'ipotesi della coazione a ripetere posteriormente alle sue teorie sulla fissazione, regressione e traslazione, che appartengono alla medesima categoria». Horney conclude poi in tal modo: «(...) direi che non si tratta di "presente contro passato", ma di processi dello sviluppo contro la ripetizione».[2]

  1. ^ S. Freud,Cinque conferenze sulla psicoanalisi, Bollati Boringhieri,tr.it.Angela Staude, ottobre 2020 (ristampa), p. 70. ISBN 978-88-339-0204-3
  2. ^ Karen Horney, Nuove vie della psicanalisi, Avventure del pensiero, n. 105, Milano, Bompiani, 15 gennaio 1959, pp. 137-158.

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