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Emilio Canevari

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Emilio Canevari

Deputato del Regno d'Italia
LegislaturaXXV, XXVI
Gruppo
parlamentare
socialista, poi socialista unitario (XXVI leg.)
Sito istituzionale

Deputato dell'Assemblea Costituente
Gruppo
parlamentare
Partito Socialista Italiano, Partito Socialista Lavoratori Italiani
CollegioMilano
Incarichi parlamentari
  • Componente della Commissione per la Costituzione
  • Componente della Terza Sottocommissione
  • Componente del Comitato di redazione

Senatore della Repubblica Italiana
LegislaturaI, II
Gruppo
parlamentare
Partito Socialista Democratico (I legislatura), Libero-Social-Repubblicano (II legislatura)

Dati generali
Partito politicoPartito Socialista Italiano, Partito Socialista Unitario, Partito Socialista Italiano di Unità Proletaria, Partito Socialista Lavoratori Italiani, Partito Socialista Democratico Italiano
Titolo di studiodiploma di geometra
Professionesindacalista

Emilio Canevari (Pieve Porto Morone, 21 gennaio 1880Roma, 20 aprile 1964) è stato un sindacalista e politico italiano.

Nei primi anni del XX secolo fu tra i promotori del movimento cooperativo nel Pavese.

Fu eletto deputato del Partito Socialista Italiano nel 1919 e nel 1921. In quegli anni denunciò in Parlamento la violenza dello squadrismo agrario al servizio di latifondisti che era esplosa nella Lomellina.

Nel 1922, a seguito dell'espulsione dal PSI della componente riformista, aderì al Partito Socialista Unitario di Matteotti, Turati e Treves. Fu sottoposto a diverse aggressioni degli squadristi di Cesare Forni, rampollo di un potente fittavolo ma che rispettava il coraggio del Canevari al punto di risparmiargli un spedizione punitiva mortale obbligandolo a fuggire. Nel 1923 emigrò in Francia e nel 1926 tornò in Italia dove, a seguito dell’emanazione delle "Leggi eccezionali", fu arrestato e condannato a 5 anni di confino: passò un anno nelle isole.

Fece parte della Massoneria, fu iniziato il 21 novembre 1912 nella loggia di Biella "La Vérità" [1].

Durante la seconda guerra mondiale riprese l’attività antifascista clandestina e fu di nuovo arrestato, ma tornò libero alla caduta di Mussolini.

Stabilitosi a Roma e ripresi i contatti politici, Canevari durante l’occupazione nazifascista della Capitale rappresentò, assieme a Bruno Buozzi, il Partito Socialista Italiano di Unità Proletaria - PSIUP nelle trattative che si conclusero con la rifondazione della CGIL unitaria.

Il 9 giugno 1944, a seguito dell'uccisione di Buozzi da parte dei tedeschi in fuga a La Storta, in qualità di esponente del PSIUP, insieme a Giuseppe Di Vittorio per il PCI ed Achille Grandi per la DC firmò il Patto di Roma, che sancì l'unità sindacale e la ricostituzione della CGIL.

Nel 1947, dopo la scissione di Palazzo Barberini, aderì al Partito Socialista dei Lavoratori Italiani di Giuseppe Saragat.

Fu nominato quattro volte sottosegretario:

Grand'Ufficiale dell'Ordine al merito della Repubblica Italiana - nastrino per uniforme ordinaria
— 2 giugno 1958. Su proposta della Presidenza del Consiglio dei Ministri.[2]
  1. ^ Luca Irwin Fragale, La Massoneria nel Parlamento. Primo novecento e Fascismo, Morlacchi Editore, 2021, p. 205.
  2. ^ Dettagli del decorato

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