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Diocesi di Civita Castellana

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Diocesi di Civita Castellana
Dioecesis Civitatis Castellanae
Chiesa latina
Regione ecclesiasticaLazio
 
Mappa della diocesi
 
VescovoMarco Salvi
Vicario generaleTerzilio Paoletti
Vescovi emeritiRomano Rossi
Presbiteri140, di cui 106 secolari e 34 regolari
1.751 battezzati per presbitero
Religiosi72 uomini, 296 donne
Diaconi18 permanenti
 
Abitanti258.620
Battezzati245.250 (94,8% del totale)
StatoItalia
Superficie1.552 km²
Parrocchie76 (6 vicariati)
 
Erezione990
Ritoromano
CattedraleSanta Maria Maggiore
ConcattedraliSanta Maria Assunta a Gallese
Santa Maria Assunta a Orte
Santa Maria Assunta e Santa Anastasia a Nepi
Santa Maria Assunta a Sutri
Santi patroniSanta Maria ad Rupes
IndirizzoPiazza Matteotti 27, 01033 Civita Castellana [Viterbo], Italia
Sito webwww.diocesicivitacastellana.it
Dati dall'Annuario pontificio 2022 (ch · gc)
Chiesa cattolica in Italia
La concattedrale di Santa Maria Assunta a Gallese.
La concattedrale di Santa Maria Assunta a Orte.
La concattedrale di Santa Maria Assunta e Sant'Anastasia a Nepi.
La concattedrale di Santa Maria Assunta a Sutri.
L'abside della chiesa di Santa Maria di Falleri, costruita sull'antica cattedrale di Faleri Novi.

La diocesi di Civita Castellana (in latino: Dioecesis Civitatis Castellanae) è una sede della Chiesa cattolica in Italia immediatamente soggetta alla Santa Sede appartenente alla regione ecclesiastica Lazio. Nel 2021 contava 245.250 battezzati su 258.620 abitanti. È retta dal vescovo Marco Salvi.

La diocesi comprende i seguenti comuni:

Sede vescovile è la città di Civita Castellana, dove si trova la cattedrale di Santa Maria Maggiore. Nella diocesi sorgono ben quattro concattedrali: Santa Maria Assunta a Gallese, Santa Maria Assunta a Orte, Santa Maria Assunta e Santa Anastasia a Nepi e Santa Maria Assunta a Sutri. A Castel Sant'Elia si trova il pontificio santuario di Maria Santissima ad rupes.

Il territorio si estende su 1.552 km² ed è suddiviso in 76 parrocchie, raggruppate in 6 vicarie: Faleritana, Teverina, Cassia, Lago, Flaminia e Soratte.[2]

Lo stesso argomento in dettaglio: Parrocchie della diocesi di Civita Castellana.

La diocesi di Civita Castellana, città che all'epoca della diffusione del cristianesimo non era ancora stata edificata[3], trae la sua origine dall'antica diocesi di Faleri: i resti di Faleri Novi si trovano oggi a pochi chilometri a nord di Civita Castellana. Contestualmente a Faleri, sorsero nelle vicinanze altre diocesi: Acquaviva, Baccano, Forum Clodii, Manturanum, Nepi, Orte, Sutri e, più tardi, Gallese.

La tradizione agiografica collega a Faleri Novi il martirio dei santi Gratiliano e Felicissima nel III secolo, mentre a Rignano Flaminio si colloca la deposizione dei martiri Abbondio, Abbondanzio, Marciano e Giovanni nel IV secolo.[4]

La diocesi di Faleri è attestata nella seconda metà del V secolo. A causa delle diverse varianti presenti nei manoscritti, è incerta l'attribuzione di Giusto, che partecipò al un concilio romano del 465, alla sede laziale o a quella di Faenza. Apparteneva invece alla diocesi faleritana il vescovo Felice, che nel sinodo romano indetto nel 499 da papa Simmaco si firma come episcopus ecclesiae Faliscae et Nepesinae, indizio che all'epoca le due diocesi erano unite.[5] Lo stesso Felice è presente agli altri concili simmachiani del 501 e 502.

La cronotassi episcopale di Faleri del primo millennio è molto lacunosa e i soli vescovi noti sono quelli che presero parte ai sinodi celebrati dai papi a Roma e ne firmarono gli atti.

La città di Faleri, per la mancanza di difese naturali, fu pian piano abbandonata e la popolazione si trasferì a Civita Castellana (VII-VIII secolo). Anche i vescovi abbandonarono la loro sede per trasferirsi nella nuova città, pur continuando a mantenere per un certo periodo l'antico titolo ecclesiastico. Il titolo civitatis Castellanae compare per la prima volta con il vescovo Crescenzio (o Crescenziano) sul finire del X secolo, quando a Civita Castellana furono trasferite da Rignano le reliquie dei santi Marciano e Giovanni; mentre l'ultima volta che appare nei documenti il titolo di episcopus ecclesiae Falaritanae è con il vescovo Benedetto nel 1037 e nel 1050.

La primitiva cattedrale della diocesi era dedicata ai santi Marciano e Giovanni, divenuti patroni della diocesi dopo il trasferimento delle loro reliquie. Distrutta dai Normanni nel 1063, fu ricostruita nelle forme attuali a partire dal 1185 e consacrata dal vescovo Romano nel 1210.

Il Medioevo vede la fioritura di numerosi monasteri, fra cui quelli del monte Soratte di origine carolingia, l'abbazia territoriale di Sant'Andrea in Flumine, ai quali si aggiungeranno i monasteri cistercensi a partire dal XII secolo. Il XIII secolo vide queste diocesi percorse da movimenti ereticali, come quelli dei patari e dei fraticelli. In questo clima la diocesi fu però terreno fertile anche per fondazioni francescane: per mano dello stesso santo di Assisi sorsero i conventi di Orte e di Civita Castellana. Anche i cistercensi fondarono un loro monastero nell'antica cattedrale di Faleri Novi.

Nel XII secolo Civita Castellana divenne un'importante città del Patrimonio. In fuga da Roma, vi trovò la morte l'antipapa Clemente III nel 1100; alcuni papi, Eugenio III e Adriano IV, posero la loro residenza a Civita, Alessandro III vi morì nel 1181 e fu sepolto nella cattedrale.

A partire dal XIII secolo le antiche diocesi della regione si incamminarono verso un processo di aggregazione, dettato dalla scarsezza delle rendite. Verso il 1285 Gallese fu soppressa ed assorbita dalla diocesi di Civita Castellana, a cui fu unita, il 5 ottobre 1437, la diocesi di Orte: da questo momento i vescovi porteranno il doppio titolo di vescovi di Civita Castellana e Orte, restando le due diocesi indipendenti per giurisdizione, curie e residenze episcopali.

Quest'aggregazione gioverà alle diocesi, le cui cattedre erano ambite per la vicinanza a Roma, che grazie ai ripetuti trasferimenti di vescovi diverranno tutte omogenee fra loro nell'impostazione pastorale e amministrativa, già prima che il Concilio di Trento desse uniformità alle diverse tradizioni diocesane. Il Concilio invece ebbe notevoli conseguenze imponendo ai vescovi l'obbligo della residenza.

Nel XVI secolo, per breve tempo, fu ristabilita la diocesi di Gallese; Girolamo Garimberti ne fu eletto vescovo il 17 marzo 1563 da papa Pio IV, ma il suo successore Gabriele de Alexandris rinunciò alla diocesi il 16 settembre 1569 e papa Pio V soppresse nuovamente la diocesi incorporandone il territorio nella diocesi di Civita Castellana.

Solo nel Seicento furono celebrati i primi sinodi per l'applicazione dei decreti di riforma del concilio di Trento, a partire da quello celebrato nel 1627 dal vescovo Angelo Gozzadini. La vera riforma della diocesi si attuò con i sinodi del Settecento dei vescovi Blasi (†1718), Vari (†1748) e Lanucci (†1765), che incentrarono la vita della diocesi sulle confraternite, a cui erano affidati ampi compiti assistenziali e caritativi, e sugli ordini religiosi, fra i quali si confermò importante la presenza dei francescani. Ma fu soprattutto con Giovanni Francesco Tenderini (1717-1739), beatificato nel 1794, che si realizzò l'intensa opera di rinnovamento diocesano: «Tenderini ripristinò la disciplina ecclesiastica, favorì l'istruzione religiosa dei fedeli, visitò a più riprese la diocesi con un’attenzione particolare alla cura pastorale».[4] Questo rinnovamento porterà anche all'apertura del seminario diocesano nel 1746, mentre si andavano diffondendo anche scuole per l'educazione femminile. Fu verso la fine del secolo che sorse il più importante santuario mariano dell'odierna diocesi, quello di Santa Maria ad Rupes.

Durante il periodo napoleonico il vescovo di Civita Castellana Lorenzo De Dominicis accettò di sottoscrivere il giuramento. Questo atto permise la sopravvivenza della diocesi, mentre le vicine diocesi di Nepi e di Sutri, per l'atteggiamento antinapoleonico del loro vescovo, finirono per essere soppresse dal regime francese ed accorpate a Civita Castellana.

Il 20 dicembre 1805 la collegiata di Gallese riebbe il titolo di cattedrale e i vescovi di Civita Castellana, oltre al titolo di Orte, aggiunsero anche quello di Gallese.

Nell'Ottocento si distinse in particolare il vescovo Mattia Agostino Mengacci (1851-1872): «partecipò al Vaticano I; celebrò un sinodo (1859) grazie al quale venne riformata la curia e riorganizzato l'archivio; nel 1857 accolse Pio IX in viaggio nello Stato.»[4]

Il 10 aprile 1976 Marcello Rosina, vescovo di Nepi e Sutri, fu nominato anche vescovo delle sedi unite di Civita Castellana, Orte e Gallese, unendo così in persona episcopi le cinque sedi, primo passo per la definitiva unione di tutte queste diocesi.

In seguito alla soppressione dell'abbazia territoriale dei Santi Vincenzo e Anastasio ad Aquas Salvias, nel 1981 le parrocchie dei comuni di Sant'Oreste e di Ponzano Romano entrarono a fare parte della diocesi di Civita Castellana.[6]

L'11 febbraio 1986[7] le diocesi di Nepi, di Sutri, di Orte e di Gallese sono state soppresse in via definitiva ed estintiva e il territorio delle cinque diocesi ha dato origine alla nuova diocesi di Civita Castellana. Contestualmente le quattro antiche cattedrali hanno assunto il titolo di concattedrale.[8] La memoria delle illustre diocesi di Nepi, di Sutri, di Orte e di Gallese è tramandata ai posteri in quanto esse sono diventate "sedi titolari".

Il primo vescovo della nuova diocesi di Civita Castellana, Marcello Rosina, ha affidato la Comunità originata dalla fusione delle cinque diocesi di Nepi, di Sutri, di Orte e di Gallese alla protezione della Madonna ad Rupes, elevandola a celeste patrona della nuova Chiesa diocesana.

Il 29 giugno 1992 la parrocchia di San Liberato, frazione di Narni, è stata scorporata da Civita Castellana e annessa alla diocesi di Terni-Narni-Amelia.[9]

Nel 2002 è stato inaugurato il nuovo archivio storico diocesano negli ambienti dell'ex palazzo episcopale di Nepi.[10]

Nel 2007 l'Istituto di Scienze Religiose "Alberto Trocchi", fondato nel 1980, è stato elevato a Istituto Superiore di Scienze Religiose della Pontificia Università Lateranense, permanendo nella sede storica dell'antico Seminario Vescovile di Nepi.[11]

Cronotassi dei vescovi

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Si omettono i periodi di sede vacante non superiori ai 2 anni o non storicamente accertati.

Vescovi di Faleri Novi

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  • Giusto † (menzionato nel 465)[12]
  • Felice † (prima del 499 - dopo il 502)[13]
  • Giovanni I † (menzionato nel 595)[14]
  • Caroso † (menzionato nel 649)
  • Giovanni II † (prima del 679 - dopo il 680)
  • Tribunizio (o Tiburzio) † (menzionato nel 721)
  • Giovanni III † (menzionato nel 743)
  • Leone I † (prima del 761 - dopo il 769 ?)[15]
  • Adriano † (menzionato nell'826)
  • Giovanni IV † (prima dell'853 - dopo l'869)
  • Leone II † (menzionato nell'871)[16]
  • Giovanni V † (prima del 963 - dopo il 969)[17]
  • Crescenzio (o Crescenziano) † (prima del 996/1002 - dopo novembre 1036)[18]
  • Benedetto † (prima di novembre 1037 - dopo maggio 1050)[18][19]

Vescovi di Civita Castellana

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  • Pietro I † (prima di aprile 1059 - dopo maggio 1065)[18]
  • Rogerio † (menzionato nel 1071)
  • Giovanni V † (menzionato nel 1101)[18]
  • Pietro II † (menzionato nel 1126)
  • Pietro III † (prima del 1179 - dopo il 1183)
  • Romano † (prima del 1206 - dopo il 1212)
  • Guglielmo I † (6 ottobre 1217 - ?)
  • Pietro IV † (menzionato nel 1230)[20]
  • Nicola † (circa 1232 - 6 ottobre 1233 nominato vescovo di Viterbo)
  • Giovanni Magnesi, O.P. † (circa 1270 - 1288 deceduto)
  • Monaldo, O.F.M. † (20 giugno 1288 - dopo il 1300 deceduto)[21]
  • Goffredo, O.F.M. † (5 giugno 1307 - 1324 deceduto)
  • Guglielmo II, O.Carm. † (21 febbraio 1324 - 13 novembre 1331 nominato vescovo di Isernia)
  • Francesco Oni, O.E.S.A. † (4 dicembre 1331 - 1348 deceduto)
  • Giovanni VI † (15 dicembre 1348 - 1359 deceduto)
  • Stefano, O.E.S.A. † (12 luglio 1359 - ? deceduto)
  • Giovanni VII, O.P. † (20 aprile 1367 - dopo il 1377 deceduto)
    • Gemino, O.F.M. † (18 marzo 1388 - ? deceduto) (antivescovo)
    • Antonio di Castronovo, O.P. † (4 settembre 1390 - ?) (antivescovo)
  • Matteo (o Marsilio) † (1382 - ?)
  • Angelo † (1394 - 1394 o 1395 deceduto)
  • Giovanni Arcioni † (30 aprile 1395 - 1406 deceduto)
  • Stefano, O.F.M. † (8 agosto 1406 - 17 aprile 1414 deceduto)
  • Giovanni (o Gregorio) Giorgi, O.F.M. † (19 settembre 1414 - 1432 deceduto)
  • Sante ? † (19 marzo 1432 - ? deceduto)[22]
  • Giovanni VIII † (5 ottobre 1437[23] - 1439 deposto)

Vescovi di Civita Castellana e Orte

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Niccolò Palmieri, vescovo dal 1455 al 1467.
  • Valentino † (19 marzo 1439 - 28 gennaio 1442 nominato vescovo di Ascoli Piceno)
  • Luca † (28 gennaio 1442 - 1443 deceduto)
  • Antonio Paoli † (16 dicembre 1443 - 1455 deceduto)
  • Niccolò Palmieri, O.E.S.A. † (20 giugno 1455 - 1467 deceduto)
  • Antonio † (30 ottobre 1467 - 10 ottobre 1473 deceduto)
  • Pietro Ajosa † (24 gennaio 1474 - 4 agosto 1486 nominato vescovo di Sessa Aurunca)
  • Angelo Pechinoli † (4 agosto 1486 - ottobre 1492 deceduto)
  • Enrico Bruno, O.P. † (29 ottobre 1492 - 24 settembre 1498 nominato arcivescovo di Taranto)
  • Giorgio Maccafani † (24 settembre 1498 - 16 agosto 1501 nominato vescovo di Sarno)
  • Lodovico † (1501 - 1503 deceduto)
  • Johannes Burckardt † (29 novembre 1503 - 16 maggio 1506 deceduto)
  • Francesco Franceschini, O.F.M. † (17 maggio 1506 - 1525 dimesso)
  • Pomponio Cesi † (12 agosto 1538 - 24 novembre 1539 nominato vescovo di Nepi e Sutri)
  • Scipione Bongalli † (24 novembre 1539 - 3 agosto 1564 deceduto)
  • Nicola Perusco † (7 febbraio 1565 - 8 febbraio 1582 deceduto)
  • Andrea Longo † (2 aprile 1582 - 18 agosto 1607 deceduto)
  • Ippolito Fabiani, O.E.S.A † (17 dicembre 1607 - 24 agosto 1621 deceduto)
  • Angelo Gozzadini † (25 ottobre 1621 - 29 marzo 1653 deceduto)
  • Taddeo Altini, O.E.S.A. † (10 novembre 1653 - 27 agosto 1685 deceduto)
  • Giuseppe Sillani Leoncilli † (13 maggio 1686 - 30 settembre 1697 deceduto)
  • Simone Aleotti † (16 maggio 1698 - 30 settembre 1704 deceduto)
  • Ascanio Blasi † (26 gennaio 1705 - luglio 1718 deceduto)
  • Venerabile Giovanni Francesco Maria Tenderini † (5 dicembre 1718 - 1º marzo 1739 deceduto)
  • Bernardino Vari † (4 maggio 1739 - 12 ottobre 1748 deceduto)
  • Sante Lanucci † (2 dicembre 1748 - 31 maggio 1765 dimesso)
  • Francesco Maria Forlani † (5 giugno 1765 - 5 marzo 1787 deceduto)
  • Lorenzo de Dominicis † (23 aprile 1787 - 20 dicembre 1805 nominato vescovo di Civita Castellana, Orte e Gallese)

Vescovi di Civita Castellana, Orte e Gallese

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  • Lorenzo de Dominicis † (20 dicembre 1805 - 1º gennaio 1822 deceduto)
  • Fortunato Maria Ercolani, C.P. † (19 aprile 1822 - 27 dicembre 1847 deceduto)
  • Amadio Zangari † (14 aprile 1848 - 5 settembre 1851 nominato vescovo di Macerata e Tolentino)
  • Mattia Agostino Mengacci † (5 settembre 1851 - 20 novembre 1872 deceduto)
  • Domenico Mignanti † (23 dicembre 1872 - 27 aprile 1889 deceduto)
  • Giovanni Battista Carnevalini † (24 maggio 1889 - 9 giugno 1895 deceduto)
  • Giacomo Ghezzi, O.F.M. † (29 novembre 1895 - 26 gennaio 1920 deceduto)
  • Goffredo Zaccherini † (8 marzo 1920 - 15 giugno 1928 nominato vescovo di Jesi)
    • Sede vacante (1928-1930)[24]
  • Santino Margaria † (9 ottobre 1930 - 20 dicembre 1947 deceduto)
  • Roberto Massimiliani † (21 giugno 1948 - 19 giugno 1975 deceduto)
  • Marcello Rosina † (10 aprile 1976 - 11 febbraio 1986 nominato vescovo di Civita Castellana)

Vescovi di Civita Castellana

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La diocesi nel 2021 su una popolazione di 258.620 persone contava 245.250 battezzati, corrispondenti al 94,8% del totale.

anno popolazione presbiteri diaconi religiosi parrocchie
battezzati totale % numero secolari regolari battezzati per presbitero uomini donne
diocesi di Civita Castellana, Orte e Gallese
1950 66.000 66.000 100,0 86 61 25 767 30 130 33
1966 78.000 78.240 99,7 80 48 32 975 45 158 38
1980 75.300 75.500 99,7 65 50 15 1.158 19 105 39
diocesi di Civita Castellana
1990 170.435 171.258 99,5 142 94 48 1.200 3 80 335 77
1999 203.899 204.194 99,9 170 97 73 1.199 7 104 401 76
2000 203.700 205.000 99,4 170 97 73 1.198 9 102 401 76
2001 210.850 212.572 99,2 170 97 73 1.240 10 102 395 76
2002 210.850 212.572 99,2 170 97 73 1.240 13 102 395 76
2003 210.500 211.975 99,3 170 97 73 1.238 12 101 395 76
2004 214.800 220.800 97,3 165 99 66 1.301 12 89 380 76
2006 213.800 224.700 95,1 184 114 70 1.161 12 93 380 76
2013 248.900 258.900 96,1 144 97 47 1.728 13 67 290 76
2016 252.000 266.014 94,7 135 91 44 1.866 17 67 302 76
2019 248.400 260.600 95,3 122 87 35 2.036 15 67 290 76
2021 245.250 258.620 94,8 140 106 34 1.751 18 72 296 76
  1. ^ La frazione appartiene alla sede suburbicaria di Porto-Santa Rufina.
  2. ^ Annuario diocesano 2015, p. 23.
  3. ^ La primitiva città di Faleri, corrispondente all'odierna Civita Castellana, fu distrutta dai Romani, che obbligarono la popolazione ad abbandonare l'antico abitato per edificare un nuovo centro a pochi chilometri di distanza. La nuova città assunse il nome di Faleri Novi per distinguerla dalla precedente, il cui sito assunse il nome di Faleri Veteres. Nell'alto medioevo Faleri Veteres cominciò a ripopolarsi con il nuovo nome di Civita Castellana.
  4. ^ a b c Dal sito Beweb - Beni ecclesiastici in web.
  5. ^ Lanzoni, op. cit.; e Louis Duchesne, Le sedi episcopali nell'antico ducato di Roma, in Archivio della romana società di storia patria, Volume XV, Roma 1892, pp. 491-492.
  6. ^ Bolla Abbatia SS. Vincentii et Anastasii, AAS 73 (1981), pp. 474-476.
  7. ^ Questa data è riportata dall'Annuario Pontificio e dall'Annuario diocesano 2015, benché altre fonti abbiano la data del 15 febbraio (Nota della Conferenza episcopale italiana circa l'unione delle sedi).
  8. ^ Per espressa disposizione di papa Giovanni Paolo II, nell'Annuario Pontificio è fatta esplicita menzione dell'unione delle sedi soppresse con quella di Civita Castellana.
  9. ^ Decreto Quo aptius, AAS 85 (1993), pp. 204-205.
  10. ^ Dal sito web della diocesi di Civita Castellana.
  11. ^ Sito web dell'ISSR.
  12. ^ Secondo Lanzoni, per la corruzione dei manoscritti, Giusto, oltre che vescovo faberinus o faverinus (per Faleri), potrebbe anche essere vescovo faventinus (ossia di Faenza). Tuttavia, la lezione faberinus è quella più probabile. Dello stesso parere Pietri.
  13. ^ Un vescovo Felice, senza indicazione della sede di appartenenza, prese parte anche al concilio indetto da papa Gelasio I nel 495; ed inoltre il suo nome, senza la sede di appartenenza, appare anche in una lettera dello stesso papa. Charles Pietri, Luce Pietri (ed.), Prosopographie chrétienne du Bas-Empire. 2. Prosopographie de l'Italie chrétienne (313-604), École française de Rome, vol. I, Roma 1999, pp. 783-784.
  14. ^ Giovanni è probabilmente da identificare con l'omonimo vescovo a cui Gregorio Magno affida nel 592 l'amministrazione temporanea della sede di Nepi, il cui vescovo è impegnato in una difficile missione a Napoli. Spurio invece è il concilio del 601 a cui avrebbe partecipato Giovanni. Pietri, Prosopographie de l'Italie chrétienne, I, pp. 1120-1121.
  15. ^ Monumenta Germaniae Historica, Concilia aevi Karolini (742-842), prima parte (742-817), a cura di Albert Werminghoff, Hannover e Lipsia 1906, pp. 70, 75 e 80. Al concilio del 761 prese parte Leone episcopus Falaritanae, che Gams (p. 919) attribuisce alla sede di Salerno. Al concilio del 769, le fonti riportano la presenza di Leone episcopus civitate Castello che gli editori tedeschi attribuiscono a Civita Castellana, in forza delle argomentazioni di Duchesne (Liber Pontificalis, vol. I, p. 483, nota 39). Altri autori invece attribuiscono il Leone del 769 alla diocesi di Città di Castello.
  16. ^ Il nome di Leone appare in una lapide della cattedrale di Civita Castellana (Cappelletti, pp. 13-14).
  17. ^ Giovanni prese parte ai concili romani di novembre/dicembre 963, febbraio 964 e maggio 969; gli atti del 963 non menzionano il nome del vescovo, ma gli editori delle Monumenta Germaniae Historica ritengono si tratti probabilmente dello stesso vescovo (Die Konzilien Deutschlands und Reichsitaliens 916-1001, seconda parte (962–1001), a cura di Ernst-Dieter Hehl, Hannover 2007, pp. 232,7 - 245,7 - 312,11). Le varianti dei manoscritti riportano anche la lezione Salernitanae; in questo stesso periodo tuttavia la sede campana era occupata dal vescovo Pietro (958-974). Dopo Pietro, gli storici attribuiscono alla sede salernitana il vescovo Giovanni documentato dal 977 al 982. Secondo gli editori tedeschi si tratta invece della stessa persona, vescovo di Faleri dal 963 al 982, mentre un vescovo salernitano di nome Giovanni non è mai esistito (Die Konzilien Deutschlands und Reichsitaliens 916-1001, p. 175,22 e soprattutto nota 26).
  18. ^ a b c d Schwartz, Die besetzung der bistümer Reichsitaliens unter den sächsischen und saliche kaisern, p. 257.
  19. ^ Dopo Benedetto, Cappelletti inserisce un vescovo Giovanni, il cui nome appare in una relazione sui miracoli avvenuti sulla tomba di papa Clemente II. In realtà, come riporta Schwartz, Cappelletti ha confuso il papa Clemente II con l'antipapa Clemente III (1080-1100), morto a Civita Castellana; il vescovo Giovanni dunque visse all'epoca dell'antipapa (1101).
  20. ^ Eubel, op. cit., vol. I, p. 190, nota 2.
  21. ^ Tra Monaldo e Goffredo, Cappelletti e Gams inseriscono il vescovo Ramberto, documentato nel 1304, ignoto a Ughelli e Eubel. Secondo le bolle pontificie riportate da Eubel, Goffredo fu nominato alla sede di Civita Castellana per la morte di Monaldo.
  22. ^ Secondo Eubel, Sante non fu vescovo di Civita Castellana, ma della sede Civitatensis in Hispania, ossia della diocesi di Ciudad Rodrigo.
  23. ^ Già menzionato nel 1435 secondo Eubel.
  24. ^ Durante la vacanza della sede, la diocesi fu amministrata da Luigi Maria Olivares, vescovo di Nepi e Sutri.

Voci correlate

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Collegamenti esterni

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