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Dialetto cairese

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Dialetto cairese
Dialèt cairèis
Parlato inItalia (bandiera) Italia
Parlato inCairo Montenotte
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Il dialetto cairese è un sotto-variante del dialetto alto monferrino, della lingua piemontese[1] [2][3], di transizione al ligure, parlato nel comune di Cairo Montenotte, che si trova in val Bormida, in provincia di Savona in Liguria.

Caratteristiche

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Tratti piemontesi:

  • Indebolimento e/o apocope delle vocali:
  1. atone finali nei parossitoni, tranne [a] (es. fòrt "forte").
  2. atone pretoniche (es .[peˈt͡ʃit] [pəˈt͡ʃit] [pt͡ʃit]) “piccolo”.
  3. postoniche nei proparossitoni. es. sélr [ʃelr] "sedano"; piemontese séler, genovese séllòu.
  • La prostesi vocalica, che viene causata dal fenomeno precedente: l’apocope delle vocali provoca la creazione di gruppi consonantici difficili da pronunciare, per agevolare la pronuncia avviene la prostesi di vocali d’appoggio; es. [ʋeˈʒɪŋ]>[ʋˈʒɪŋ]>[ʊˈʒɪŋ]>[ɑʊ̯ˈʒɪŋ] “vicino”; [məˈsʊɹiɐ]>[mˈsʊɹiɐ]>[amˈsʊɹiɐ] “falcetto”, [bæŋ vny]> [bæn‿əvˈny] “benvenuto”.
  • Il suffisso -are dei verbi di prima coniugazione del latino, e il suffisso àrium/àriam ha avuto l'esito piemontese [e], al contrario del ligure che ha avuto [ä]/[ɒ] (moriné [mʊɹiˈne], piem. moliné, gen. [mui̯ˈna]"mugnaio").
  • Il nesso [lj] si evolve in [ʎ] e poi in [j] come in piemontese (e ligure occidentale), e non come in genovese in cui si trasforma in [d͡ʒ], ([ɒi̯] in cairese, torinese [ɑi̯], genovese [ˈädʒʊ]; “aglio”)
  • In ligure e piemontese le occlusive sorde intervocaliche ([p], [t], [k]) vengono sonorizzate ([b], [d], [g]) e successivamente cadono. In genovese fa eccezione [g] intervocalica che si conserva, mentre in piemontese cade; il cairese segue quest'ultimo (cairese e alto monferrino in generale [ʃi.ˈwe], torinese [sy.ˈwe], genovese [ʃy.ˈgɑ]; “asciugare”).
  • I nessi [kl] e [tl] in corpo di parola si sono evoluti in [d͡ʒ], tratto che si allontana dal piemontese standard e dal vicino dialetto langarolo, e accomuna il cairese al resto del Piemonte orientale (Monferrino, Biellese, Vercellese, Valsesiano) e al ligure. In questo caso tuttavia non si tratta di un'influenza genovese, ma come per il resto del Piemonte orientale, lombarda[4].
  • I nessi latini [kt] e [gd] si evolvono in [jt] e [jd] e poi si palatizzano in [t͡ʃ], e [d͡ʒ]. L'ultimo tratto è condiviso con i dialetti del Piemontese orientale e con il lombardo, ma non da torinese e genovese che hanno invece la forma intermedia [jt] e [jd]. In cairese tuttavia sono presenti casi in cui non si presenta l'ultima evoluzione e si ha per esempio: làit [lɒi̯t] per "latte", [fɒ] “fatto” (in alcune frazioni del comune vengono però usate le forme [lɒt͡ʃ] e [fɒt͡ʃ] per "latte" e "fatto")[5].
  • Il cairese ha per la prima persona plurale dei verbi il suffisso piemontese -oma, mentre il ligure ha -emo ed -imo.
  • Per la terza persona plurale ha invece -[ʊ(ŋ)] come in piemontese, mentre il ligure ha -[aŋ]. Es. [ˈsmʊnʊ(ŋ)] cairese e torinese, genovese [ˈeʒitaŋ] “offrono”.
  • Ripristino di [d] intervocalica un tempo caduta, per influenza dell'italiano. Questo fenomeno un tempo lombardo, è stato assorbito dalla koinè torinese ed è arrivato per influenza di questo anche in gran parte del restante Piemonte. Questo fenomeno è sostanzialmente assente in ligure, mentre in cairese è presente, anche se con minor frequenza del torinese.
  • Come pronome clitico dativo di terza persona il cairese utilizza i derivato da ILLE, mentre il ligure ghe deriva dall'avverbio locativo HIC.
  • Come in piemontese, il pronome clitico locativo i, mentre il genovese ha anche in questo caso ghe.
  • Per la prima persona singolare dei verbi sapere e avere è usata la forma [ø] e [sø], tipici monferrini, mentre il ligure ha [ɔ].
  • Il pronome personale di terza persona singolare è il tipo piemontese Chèl e Chila, derivati dalla locuzione latina ECCU HILLE. Ligure ha le, che discende da ILLE.
  • La negazione è preverbale e post-verbale (come in piemontese antico), o solo post verbale (come in piemontese moderno). Nel ligure è invece pre-verbale.
  • Il ligure come gran parte del nord Italia usa l'articolo determinativo con i nomi propri. Cairese e piemontese invece no.
  • Gli articoli determinativi maschili [ɛɹ] ed [ʊ], tipici monferrini. Il secondo, simile al tipico articolo determinativo ligure [u], non deriva dall'afaresi di [l] come in genovese, ma dalla vocalizzazione di [l] come accade in monferrino[6], (es. [lʊ] > [ɫʊ] > [wʊ] > [ʊ]).
  • La desinenza -a della prima e della terza persona singolare del imperfetto congiuntivo: (es: caires. cantèissa, piem. cantèissa, lig. cantesse)

Tratti liguri:

  • Tratto appariscente del cairese è la conservazione delle antiche consonanti gallo-italiche [ʃ] e [ʒ], sviluppati rispettivamente da KS, PSJ, e da SJ; tratto tipico del ligure e dei vicini dialetti piemontesi (monferrino, langarolo, e monregalese). Il piemontese standard ha invece le affricate non palatizzate [s̠] e [z̠], che sono una fase successiva.
  • Indebolimento di l e r, (tratto ligure condiviso anche da alto monferrino, langarolo, monregalese, e astigiano).
  • Palatizzazione dei nessi latini [pl], [bl] ed [fl] a [tʃ], [d͡ʒ] e [t͡ʃ]. Sono presenti alcuni lessemi privi di palatalizzazione, probabilmente mutuati dal piemontese (es. fiòca "neve") mentre ci sono alcune vocaboli non affetti dal fenomeno che sono presenti anche in ligure: come cobia, "coppia" piaxéi, "piacere". Per indicare la parola "fiume", nonostante il vocabolo preposto sia solitamente bornia (derivato dal nome del fiume che bagna Cairo), sono attestati sia scium che la forma non ligure fium[7].
  • In cairese, i sostantivi originariamente neutri del latino, si presentano maschili al singolare e femminili al plurale, come in ligure e in alcuni dialetti alti monferrini[8]. In piemontese sono maschili sia al singolare che al plurale: (es. cair. singolare: er bratz, plurale: er bratze; genovese: o brasso, plurale: e brasse; dialetto monf. singolare: o brass, plurale: ij brass o anche el brasse[8]) "il braccio, le braccia".
  • Come avverbio locativo di vicinanza è usato il ligure chi "qui" derivato dalla forma latina ECCO HIC, mentre il piemontese usa la forma "sì" che deriva da ECCE HIC. Se derivasse dalla forma piemontese, la forma cairese dovrebbe avere la forma piemontese antica di , ovvero tsì, usata nella vicina alta langa[9].
  • Come marca dei plurali maschili il cairese ha -i a fine parola, mentre in piemontese i nomi maschili al plurale sono uguali al singolare (cairese: l'articiòc, pl. j'articiòchi; piemontese l'articiòc, pl. j'articiòc)[4].
  • La sillaba AL del latino davanti a consonante dentale o palatale passa ad [ɑɫ] e poi ad [ɑw], come in piemontese e genovese antico, successivamente come in genovese e nei dialetti piemontesi sud orientali la semivocale [w] in [ɑw] cade, ([ɑt] "alto" in cairese, [ätu] in genovese, piemontese standard [ɑwt][10].

Tratti peculiari:

  • La velarizzazione e l'arrotondamento di [ä] tonica a [ɒ] (es. mare [mɒ'ɹe] "madre"), presente in Piemonte sud-orientale e in Liguria occidentale. Essendo comune sia a parte del ligure che del piemontese non è un tratto caratteristico ne di una ne dell'altra lingua.
  • I sostantivi di genere femminile con suffisso -[änä], si sono evoluti in -[ai̯na], es. lana > [ˈlai̯na]; “lana”, septimana > [sˈmai̯.na], “settimana”.
  • La depalatizzazione di [d͡ʒ] a [d͡z] davanti a [e] ed [i], tratto tipico gallo-italico, andata perduto in gran parte del Piemonte occidentale, ma conservato in oriente (come nei vicini alto monferrino e alto langarolo) e in ligure: cairese e alto langarolo [dzle], alto monferrino, biellese e vercellese [z̠le], genovese [zjɑ], “gelare”.[4][11]

Confronto lessicale[12]

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Italiano Cairese Alto Monferrino Langarolo Piemontese Lig.occidentale Genovese
aratro aversàu aversàu tzilòira slòira aràu aròu
fratello frel fradé/frel frel frel frai fræ
moglie fomra/mojé mojé fomra fomna moglié moggê
zia magna magna/lèlla/nèna magna magna lalla, tanta lalla
bambino masnà/matòt masnà/matòt masnà/matòt masnà/cit matetto figgeu/masccetto
solamente smache smachi/anmachi mach mach nomà solo
nipote n(v)od n(v)od n(v)od novod nevo nevo
tacchino bibin bibin/biro biro pito bibin bibin
ammalato maràvi/maràd maràvi maràvi malàve màrodo maròtto/ mouto
mungere lacé lacé lacé monze alaità alleità
imbuto torteireu tortreu/ambossor ambotor ambossor tortaireu tortaieu
cieco òrb òrb bòrgn bòrgno òrbo òrbo
spillo poncèireu/avogia avogia avoja avoja pontaireu pontaieu

Il dialetto cairese con il resto dei dialetti della Val Bormida è caratterizzato da diversi fenomeni[13]:

  • Apocope:
    • delle vocali finali diverse da a.
    • delle vocali atone.
  • Sviluppo di vocali prostetiche: amsoria [amsuri̯a]).
  • La u lunga del latino si evolve in [y].
  • Evoluzione di o breve latina in [ø].
  • Sviluppo del dittongo discendente [æj] a partire da E
  • Palatizzazione (limitata) di a tonica in e.
  • lenizione delle consonanti occlusive e sibilanti tra vocali, fino alla loro caduta.
  • Degeminazione consonantica.
  • Palatalizzazione e poi assibilazione di [k] e [g] davanti a [e] ed [i]; [ʦɛjna]
  • Palatalizzazione di cl e gl latini a ch e j
  • Palatalizzazione di [kt] e [gd] a [jt] e [jd], e ulteriore passaggio a [t͡ʃ] e [d͡ʒ].
  • Nasalizzazione di [n] a fine sillaba.
  • Velarizzazione e arrotondamento di [a] ad [ɒ].
  • Sviluppo di [i] da [y] protonica.
  • Indebolimento di [l] e [r] tra vocali.
  • Palatalizzazione spinta di [pl], [bl], [fl].

[14][15]

Anteriori Centrali Posteriori
non arrotondate arrontondate non arrotondate arrotondate
Chiuse i y
Quasi chiusa ʊ
Semi chiuse e ø ə o
Semi aperte (ɛ)
Quasi aperte æ[16] (ɐ)[17] (ɔ)
Aperte ä (ɑ) ɒ

La consonante [ŋ] in cairese è meno frequente che in torinese e genovese; [ŋ] è presente a fine parola dopo una vocale oppure davanti a [k] e [g]. Genovese e torinese hanno anche [ŋ] a inizio parola e tra vocali. Non si sa bene se nel "vero" cairese (di inizio novecento) [ŋ] fosse presente in quest'ultima posizione. Nelle vicine Langhe e Monferrato esiste la serie [ŋn] tra vocali, fase precedente della [ŋ] tra vocali di Torinese e genovese[18]. A Cairo tra le persone nate a inizio '900 alcune usavano questa, altre la forma più arcaica senza nasalizzazione di [n]. Nelle poesie del poeta cairese Ettore Zunino è attestata la forma nasale, tuttavia potrebbe essere dovuto all'influenza di altri dialetti. Nella prima attestazione di uno scritto in cairese: il saggio sui dialetti gallo-italici del Biondelli, compaiono le forme cascinna e putane, la differente ortografia suggerisce che la pronuncia fosse nella prima [ŋn], e [n] nella seconda.

Giorni della settimana

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Cairese Monferrino Ligure Piemontese
Lunesdì Lunesdé Lunesdì Lùnes
Martesdì Matërsdé Mâtesdì Màrtes
Mercoldì Mercoldé Mâcordì Mèrcol
Zòggia Zèubia/zògia Zéuggia Giòbia
Venerdì Venardé Venardì Vënner
Sabo Sabadé Sàbbo Saba
Dominica/domegna Dominica/domegna Domenega Dominica

Verbi regolari

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  • prima coniugazione in -é:
  • seconda coniugazione in -i:
  • terza coniugazione in -èj
  • terza coniugazione in "ì":

Presente indicativo

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Infinito
Vardé Perde Partì
I coniugazione II coniugazione III coniugazione
vard- perd- part
vard-i perd-i part-i
vard-a perd- part-
vard-oma perd-oma part-oma
vard-i perd-i part-i
vard-o perd-o part-o

Imperfetto indicativo

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I coniugazione II coniugazione III coniugazione
vardav-a perdiv-a partiv-a
vardav-i perdiv-i partiv-i
vardav-a perdiv-a partiv-a
vardav-mo perdiv-mo partiv-mo
vardav-i perdiv-i partiv-i
vardav-o perdiv-o partiv-o

Presente congiuntivo

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I coniugazione II coniugazione III coniugazione
vard-a perd-a part-a
vard-i perd-i part-i
vard-a perd-a part-a
vard-mo perd-mo part-mo
vard-i perd-i part-i
vard-o perd-o part-o

Imperfetto congiuntivo e Condizionale

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I due tempi sono diventati identici quando è caduta la r nel condizionale ancora attestata nel Biondelli. Nei vicini comuni langaroli di Gottasecca e Cortemilia viene usata ancora la forma con r, mentre nei comuni valbormidesi liguri vicini a Cairo come Piana Crixia coestistono la forma sia con r che senza.

I coniugazione II coniugazione III coniugazione
vard-èissa perd-issa part-issa
vard-èissi perd-issa part-issa
vard-èissa perd-issa part-issa
vard-èismo perd-ismo part-ismo
vard-èissi perd-issi part-issi
vard-èisso perd-isso part-isso
I coniugazione II coniugazione III coniugazione
vardr-eu perdr-eu part-eu
vardr-ai perdr-ai partr-ai
vardr-à perdr-à partr-à
vardr-oma perdr-oma partr-oma
vardr-èi perdr-èi partr-èi
vardr-an perdr-an partr-an

Verbi irregolari

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Vorèj Avèj Vorèj Porèj[20]
veuj eu veu peuss
veuri/veui ai veuri/veui peui
veu a veu peu
voroma oma voroma poroma
vorèj avèj vorèj porèj
veuro han veuro peuro
  1. ^ Mair Parry, Parluma 'd Còiri. Sociolinguistica e grammatica del dialetto di Cairo Montenotte., p. Pag. 295.
  2. ^ Saggio sui dialetti gallo-italici, Bernardino Biondelli, pag.474
  3. ^ The position of Piedmontese on the Romance grammaticalization cline. Emanuele Miola. Pag. 140
  4. ^ a b c Studi e ricerche sui dialetti dell'Alta Val Bormida, Pag.19.
  5. ^ ididem, pag 278
  6. ^ Ibidem, pag.285
  7. ^ Ibidem, pag. 277
  8. ^ a b Giuseppe Ferraro, Glossario monferrino, Loescher, 1889, p. 52. URL consultato il 21 gennaio 2024.
  9. ^ Studi e ricerche sui dialetti dell'Alta Val Bormida, pag.20
  10. ^ Ibidem, pag.118
  11. ^ Navigais, carta: “gela [gelare; gela]”, su navigais-web.pd.istc.cnr.it.
  12. ^ ibidem, pagina 290-292.
  13. ^ Ibidem, pag. 69-71
  14. ^ Ibidem, pag. 72
  15. ^ Ibidem, pag. 12-13
  16. ^ Usato sempre meno dai giovani che lo sostituiscono con [ɛ]
  17. ^ Allofono di /a/ atona a fine parola
  18. ^ Ibidem, pag.104-105
  19. ^ Ibidem, pag. 183
  20. ^ Probabilmente l'epantesi di r dopo la caduta di [d], è avvenuta sul modello di vorèj, Ibidem, pag.120
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