Ceslao di Cracovia
Beato Ceslao di Cracovia | |
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Religioso | |
Nascita | Cracovia, 1180 circa |
Morte | Breslavia, 15 luglio 1242 |
Venerato da | Chiesa cattolica |
Beatificazione | 27 agosto 1712 da papa Clemente XI |
Ceslao (Cracovia, 1180 circa – Breslavia, 15 luglio 1242) è stato un presbitero polacco dell'Ordine dei frati predicatori, il suo culto come beato è stato confermato da papa Clemente XI nel 1712.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Originario della Slesia, trascorse la giovinezza a Cracovia dove iniziò gli studi poi proseguiti a Parigi e Bologna. Fu ordinato prete da Vincenzo Kadłubek, vescovo di Cracovia. Fu preposito della collegiata di Sandomierz.[1]
Insieme con Giacinto, nel 1220 accompagnò il vescovo Ivo a Roma e vi conobbe san Domenico: fu testimone della miracolosa risurrezione di Napoleone, nipote del cardinale Stefano, operata da Domenico e, sempre con Giacinto, decise di abbracciare la vita religiosa tra i frati predicatori a Bologna. Dopo 15 mesi, nel 1221, il capitolo generale lo inviò, insieme ad altri frati, in Polonia per impiantarvi l'ordine.[1]
Fondò un convento presso la chiesa di San Clemente a Praga, poi si stabilì nel convento della Santissima Trinità a Cracovia e fu infine inviato a Breslavia dove rimase superiore per sette anni. Nel 1232 succedette a Gerardo come provinciale di Polonia: fondò i conventi di Płock e Chełm.[1]
Nel 1233 partecipò al capitolo generale dell'ordine a Bologna e assistette all'apertura della tomba di san Domenico. Dimessosi dalla carica di provinciale, nel 1236 tornò a Breslavia e vi si spense nel 1242.[1]
Una tradizione leggendaria lo dice fratello di san Giacinto e parente del vescovo Ivo, per cui gli è attribuito il cognome Odrowąż.[1]
Il culto
[modifica | modifica wikitesto]Fu sepolto nella chiesa di Sant'Adalberto e nel 1330, sotto il vescovo Nanker, avvenne la traslazione delle sue reliquie in una cappella della chiesa.[1]
Papa Clemente XI, con decreto del 27 agosto 1712, ne confermò il culto con il titolo di beato.[2]
Il suo elogio si legge nel martirologio romano al 15 luglio.[3]
Note
[modifica | modifica wikitesto]Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Il martirologio romano. Riformato a norma dei decreti del Concilio ecumenico Vaticano II e promulgato da papa Giovanni Paolo II, Città del Vaticano, LEV, 2004.
- Congregatio de Causis Sanctorum, Index ac status causarum, Città del Vaticano, 1999.
- Filippo Caraffa e Giuseppe Morelli (curr.), Bibliotheca Sanctorum (BSS), 12 voll., Roma, Istituto Giovanni XXIII nella Pontificia Università Lateranense, 1961-1969.
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Czesław Odrowąż
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