Vai al contenuto

Cavalieri portaspada

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Cavalieri portaspada
Fratres militiae Christi Livoniae
Simbolo dell'ordine
Sigillo del Gran Maestro dei cavalieri portaspada
TipologiaOrdine cavalleresco
Statussoppresso, divenuto ordine dinastico
IstituzioneLettonia, 1202
Cessazione1237
Motivo della cessazioneCostituzione dell'Ordine livoniano
GradiCavaliere (classe unica)
Ordine più altoGran Maestro
Cavalieri portaspada
Descrizione generale
Attiva1202-1237
NazioneLettonia
ServizioReligione Cattolica Romana
TipoOrdine religioso cavalleresco
RuoloConquistare il Santo Sepolcro
Guarnigione/QGRiga
EquipaggiamentoSpada, Elmo, Scudo
PatronoCristo
ColoriRosso
Bianco
Battaglie/guerreCrociate
Qualifiche
Cavaliere
Gran maestro
Comandanti
Comandante in capoGran Maestro
Voci su unità militari presenti su Wikipedia

I Cavalieri portaspada (in latino Fratres militiae Christi,[1] in tedesco: Schwertbrüder[2]) furono un ordine monastico militare tedesco costituito nel 1202 da Alberto di Riga. La regola era fondata su quella dei Cavalieri templari. Furono chiamati anche "Cavalieri di Cristo" e "Fratelli della spada", poi confluiti nell'"Ordine livoniano".[3]

Nome dei cavalieri in varie lingue

[modifica | modifica wikitesto]
  • Latino: Fratres militiae Christi de Livonia ("Fratelli dell'Esercito di Cristo di Livonia")
  • Tedesco: Schwertbrüderorden ("Ordine dei Fratelli di Spada")
  • Estone: Liivi ordu o Liivimaa Ordu ("Ordine livoniano")
  • Lettone: Zobenbrāļu ordenis ("Ordine dei Fratelli di Spada") e Livonijas ordenis ("Ordine livoniano")
  • Lituano: Kalavijuočių ordinas ("Ordine degli Spadaccini")
  • Polacco: Zakon kawalerów mieczowych ("Ordine dei Fratelli della Spada")
  • Russo: Ливонский орден ("Ordine livoniano")

Fondazione e operazioni militari

[modifica | modifica wikitesto]
Lo stesso argomento in dettaglio: Crociata livoniana.
Confederazione Livone, 1260 d.C.

Alberto, vescovo di Riga, fondò l'ordine con lo scopo di cristianizzare le popolazioni pagane insediate nei territori intorno al golfo di Riga:[4][5] curi, livoni, selonici, semigalli e letgalli.[6] L'ordine doveva coadiuvare l'azione evangelizzatrice dei missionari e dipendeva dal vescovo secondo un patto feudale. Fin dalla fondazione l'ordine mostrò di ignorare il suo presunto vassallaggio nei confronti del vescovo e nel 1218 Alberto chiese assistenza al sovrano Valdemaro II di Danimarca; questi si alleò invece con l'ordine e invase il nord dell'Estonia.[2][7]

La sede dell'ordine si trovava nella città estone di Viljandi[8] (Fellin) dove le mura del castello sono tuttora visibili: altre roccaforti erano sorte a Cēsis (Wenden, futura roccaforte centrale), Sigulda (Segewold) e Aizkraukle (Ascheraden).[9] I comandanti di Viljandi, Kuldīga (Goldingen), Alūksne (Marienburg), Tallinn (Reval), e il balivo di Paide (Weissenstein) costituivano l'entourage più stretto del maestro dell'ordine.[10]

L'ordine venne quasi annientato dai lituani e dai semigalli nel 1236 nel corso della battaglia di Šiauliai.[11] Il 12 maggio 1237 l'ordine fu incorporato nell'Ordine teutonico e da quel momento fu, di fatto, un braccio autonomo dell'Ordine teutonico continuando a mantenere un proprio gran maestro (che de iure dipendeva dal gran maestro dell'Ordine teutonico) e abbigliamento e regola propri.

Prese dunque il nome di Ordine livoniano.[3][12]

Ordine livoniano

[modifica | modifica wikitesto]
Lo stesso argomento in dettaglio: Ordine livoniano.

Tra il 1237 e il 1290 l'ordine conquistò la Curlandia, la Livonia e la Semgallia e nel 1346 acquistò dal sovrano danese Valdemaro IV il rimanente territorio estone.

Il declino dell'Ordine teutonico, cui faceva riferimento l’ordine di Livonia, iniziò in seguito alla sconfitta nella battaglia di Grunwald nel 1410 e alla secolarizzazione dei territori della Prussia da parte di Alberto di Prussia nel 1525.[13] Nel 1413, l'Ordine dei portaspada riuscì a tornare indipendente. Durante la guerra di Livonia, fu sconfitto in modo perentorio dalle truppe russe nel corso della battaglia di Ergeme (1560). L'ordine cercò allora l'appoggio del sovrano polacco Sigismondo II che già nel 1557 era intervenuto in una guerra tra l'ordine e il vescovo di Riga.

In seguito al Trattato di Vilnius (1561), l'ultimo gran maestro Gotthard Kettler secolarizzò l'ordine convertendolo al luteranesimo.[14] Nella parte meridionale dei territori dell'ordine venne creato il ducato di Curlandia e Semigallia (vassallo del Granducato di Lituania), sul quale venne insediata la dinastia Kettler. Il territorio rimanente entrò a far parte dell'Unione Polacco-Lituana, mentre la parte settentrionale dell'Estonia fu divisa in una parte danese e una parte svedese.

Secondo alcuni documenti storici, custoditi dalla Chiesa Ortodossa, l’Ordine dei Cavalieri Portaspada sarebbe sopravvissuto ai secoli, passando sotto la protezione proprio della Chiesa Ortodossa, molto diffusa nei territori di origine dell’Ordine. Attraverso le decisioni del Sinodo ortodosso, viene ancora nominato il Gran Maestro reggente.[senza fonte]

Maestri dei Cavalieri portaspada

[modifica | modifica wikitesto]
  1. ^ (EN) Trudy Ring; Noelle Watson; Paul Schellinger, Northern Europe, Routledge, 2013, ISBN 978-11-36-63944-9, p. 154.
  2. ^ a b Cavalieri Portaspada a cura di Oratores e Bellatores
  3. ^ a b Christophe-Guillaume Koch, Quadro delle rivoluzioni dell'Europa; 1 trad. ital. di G(iovanni) T(amassi)a, Truffi, 1831, digitalizzato dalla Biblioteca Nazionale austriaca il 4 settembre 2013, p. 61.
  4. ^ (EN) Andrew Jotischky, Crusading and the Crusader States, Taylor & Francis, 2017, ISBN 978-13-51-98392-1, p. 222.
  5. ^ (EN) David Knowles; Dimitri Obolensky, The Middle Ages (vol. 2), McGraw-Hills, 1968, digitalizzato dall'Università della California il 13 maggio 2009, p. 301.
  6. ^ (EN) Blomkvist Nils, The Discovery of the Baltic, Brill, 2005, ISBN 978-90-04-14122-3, p. 508.
  7. ^ (EN) Alan V. Murray, Crusade and Conversion on the Baltic Frontier 1150–1500, Taylor & Francis, 2017, ISBN 978-13-51-94715-2, p. 9.
  8. ^ (EN) Holger Afflerbach; Hew Strachan, How Fighting Ends, OUP Oxford, 2012, ISBN 978-01-99-69362-7, p. 67.
  9. ^ (EN) Alfred Rambaud, The History of Russia from the Earliest Times to 1877 (vol. 1), Publisher's Plate Renting Company, 1886, digitalizzato dall'Università della California il 12 novembre 2007, p. 108.
  10. ^ Tale situazione permarrà anche a seguito della costituzione dell'Ordine livoniano: basti pensare ai Gran maestri Konrad von Mandern (in carica dal 1263 al 1266), Ernst von Ratzeburg (1274-1279), Wilken von Endorp (1282-1287), Konrad von Hattstein (1288-1289) e altri ancora.
  11. ^ tra il 1280 ed il 1287 a cura di Oratores e Bellatores: “Furono catturati anche sedici Semgalli fedeli all'Ordine, i quali vennero bastonati e legati nudi ai loro cavalli assieme a della paglia alla quale fu dato fuoco.”:
  12. ^ Carolyn Bain, Estonia, Lettonia e Lituania, EDT srl, 2009, ISBN 978-88-60-40463-3, p. 24.
  13. ^ Jessica Romiti, “La grande disfatta dell’Ordine Teutonico: la battaglia di Tannenberg del 1410”: Battaglia di Tannenberg
  14. ^ (EN) Christoph Wilhelm von Koch, Maps, and Tables of Chronology and Genealogy (Classic Reprint), 2017.
  • Enrico di Livonia, Chronicon Livoniae. La crociata del nord (1184-1227), introduzione, traduzione dal latino e note a cura di Piero Bugiani, Books & Company, Livorno 2005
  • Cronaca Rimata della Livonia (Livländische Reimchronik), introduzione, traduzione dal medio alto tedesco e note a cura di Piero Bugiani, Vocifuoriscena, Viterbo 2016
  • Pietro di Duisburg, Cronaca della terra di Prussia (Chronica terrae Prussiae). L’Ordine Teutonico dalle origini al 1326, introduzione, traduzione dal latino e note a cura di Piero Bugiani, CISAM, Spoleto 2012.
  • Piero Bugiani, Un ordine religioso-militare del Nord: i Cavalieri Portaspada in «Settentrione. Rivista di studi italo-finlandese», 24 (2012), pp. 19-30.
  • Piero Bugiani, Le Crociate Baltiche e la Cronaca Rimata della Livonia, in «Settentrione. Rivista di studi italo-finlandese», 28 (2016), pp. 43-63.

Voci correlate

[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti

[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni

[modifica | modifica wikitesto]

I Cavalieri portaspada

Controllo di autoritàVIAF (EN316393131 · LCCN (ENn83203275 · GND (DE4308849-1 · J9U (ENHE987007596701705171