COPACOBANA
Il progetto COPACOBANA (abbreviazione dell'inglese cost-optimized parallel code breaker) è un'apparecchiatura decifrante costruita nel 2007 dalle università tedesche di Bochum e Kiel per attaccare vari sistemi crittografici. La peculiarità del COPACOBANA è essenzialmente l'utilizzo in parallelo di dispositivi FPGA riprogrammabili e reperibili normalmente in commercio.[1] Grazie alla possibilità di riprogrammarne la logica è possibile utilizzare l'apparecchiatura contro diversi protocolli crittografici; inoltre, essendo componenti normalmente reperibili in commercio, il costo dei dispositivi FPGA utilizzati è abbastanza contenuto. La prima versione del COPACOBANA, del marzo 2007, è basata su 120 chip FPGA di tipo XILINX Spartan3-1000 operanti in parallelo, ed è stata assemblata spendendo circa 8.000 euro mentre la versione del maggio 2008 è composta da 128 chip Virtex-4 SX 35[2][3]. Il COPACOBANA, che sfrutta varie tecniche crittanalitiche fra cui le tabelle arcobaleno e l'applicazione del compromesso tempo-memoria, è stato utilizzato per recuperare una chiave DES in circa 6 giorni e per attaccare gli algoritmi A5/1 ed A5/2 utilizzati per cifrare le trasmissioni GSM [4].
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ (EN) Breaking Ciphers with COPACOBANA, su link.springer.com. URL consultato il 30 aprile 2020.
- ^ Legacy Products, su SciEngines - High Performance Reconfigurable Computing. URL consultato il 30 aprile 2020.
- ^ (EN) COPACOBANA - Special-Purpose Hardware for Code-Breaking, su sciengines.com. URL consultato il 30 aprile 2020.
- ^ Tim Gueneysu, Timo Kasper, Martin Novotniy, Christof Paar, Andy Ruppe: Cryptanalysis with COPACOBANA - Transactions on Computers, Nov. 2008, Volume 57, Pagg. 1498–1513
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]- Data Encryption Standard
- A5/1 e A5/2, gli algoritmi crittografici dei sistemi GSM
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- www.copacobana.org - sito ufficiale del progetto
- (EN) COPACOBANA - Special-Purpose Hardware for Code-Breaking, su sciengines.com. URL consultato il 30 aprile 2020.