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CANT 22

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CANT 22
Descrizione
Tipoidrovolante di linea
Equipaggio3
ProgettistaRaffaele Conflenti
CostruttoreItalia (bandiera) CANT
Data primo volomarzo 1928
Data entrata in servizio1928
Data ritiro dal servizio1937[1]
Utilizzatore principaleItalia (bandiera) SISA
Italia (bandiera) SAM
Esemplari10
Dimensioni e pesi
Tavole prospettiche
Lunghezza16,0 m
Apertura alare21,0 m
Superficie alare100,0
Peso a vuoto3 400 kg
Peso carico5 500 kg
Passeggeri8
Capacità2 100 kg
Propulsione
Motore3 Isotta Fraschini Asso 200
Potenza250 CV (184 kW) ciascuno
Notedati riferiti alla versione CANT 22

i dati sono estratti da Annuario dell'Aeronautica Italiana – 1929[2] integrati dove indicato

voci di aerei civili presenti su Wikipedia
Cant 22 alla fonda
Cant 22 a Trieste

Il CANT 22 era un idrovolante trimotore biplano a scafo centrale, prodotto dall'azienda italiana CANT alla fine degli anni venti ed utilizzato come aereo di linea per la compagnia aerea Società Italiana Servizi Aerei (SISA).

Storia del progetto

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Nel 1927 la SISA espresse l'esigenza di sostituire il CANT 6ter allor a disposizione della compagnia aerea con un nuovo modello. Il progetto venne affidato all'ingegner Raffaele Conflenti che realizzò un velivolo dall'aspetto tradizionale, biplano a scafo centrale con cabina passeggeri interna posizionata davanti alle ali nella parte anteriore della struttura centrale[3] ma che introduceva due innovazioni tecniche non ancora presenti nella produzione CANT fino a quel momento, la configurazione alare biplano-sesquiplana, con ala inferiore di dimensioni notevolmente ridotte rispetto alla superiore, e la costruzione dello scafo in tecnica mista, con longheroni in legno e centine in duralluminio[1].

Il prototipo, con codice aziendale NC.4, venne portato in volo per la prima volta sulle acque antistanti Monfalcone nel marzo 1928 con ai comandi il pilota collaudatore Adriano Bacula.[3]

Il modello assunse la designazione ufficiale CANT 22 costruito in tre esemplari seguiti da altri sette, designati CANT 22RI, caratterizzati da una diversa scelta nella motorizzazione e nei quali il motore centrale venne sostituito con un più potente Isotta Fraschini Asso 500 abbinato ad un'elica quadripala.[3]

Il CANT 22 era un modello dall'aspetto, per l'epoca, convenzionale: idrovolante a scafo centrale con galleggianti equilibratori, trimotore e configurazione alare biplana.

Lo scafo, dotato di carena a singolo gradino, era caratterizzato da paratie interne stagne e realizzato con struttura interamente in legno, con fondo e fianchi rinforzati, fino alla linea di galleggiamento, in compensato. La struttura integrava la cabina di pilotaggio aperta, posizionata a prua in posizione rialzata e dotata di doppi comandi, nella quale trovavano posto, affiancati, il pilota ed il copilota. Davanti alle ali era posizionato lo scompartimento passeggeri interno, dotato di tre finestrini laterali per lato e capace di alloggiare o 9 o 10 persone su 3 file di poltroncine singole.[1][3] Posteriormente terminava in un impennaggio cruciforme monoderiva dotato di piani orizzontali controventati.

La configurazione alare era biplano-sesquiplana, ovvero con ala superiore di maggior apertura dell'inferiore, realizzate con struttura mista, con longheroni in legno e centine in tubi di duralluminio e ricoperte in tela. Le due ali erano collegate tra loro con una travatura Warren, la superiore montata alta a parasole e l'inferiore alta sullo scafo, dotata di diagonali a W con crociere e doppi puntoni.[3]

La propulsione era affidata a tre motori Isotta Fraschini Asso 200, dei 6 cilindri in linea raffreddati ad acqua in grado di erogare una potenza pari a 250 CV (184 kW) ciascuno e racchiusi in gondole completamente carenate. Posizionati su castelli con tralicci a N in configurazione traente erano collegati ad eliche bipala in alluminio Caproni-Reed a passo fisso.[3]

Impiego operativo

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Il primo esemplare, dopo aver presenziato all'inaugurazione dell'idroscalo di Ostia Lido, venne immatricolato I-AABM e battezzato "San Giusto" in onore, oltre che della figura religiosa, dell'omonima località triestina. Successivamente venne dotato di matricola militare MM.162 e valutato dal personale della Regia Aeronautica a Vigna di Valle.[3]

Nel 1929 l'esemplare viene utilizzato per partecipare alla Crociera aviatoria del Mediterraneo Orientale quindi, l'anno successivo, ceduto alla Società Aerea Mediterranea (SAM), che lo impiegò sulla rotta Brindisi-Valona.[3]

Seguirono altri 2 esemplari CANT 22, gli I-AABN "San Marco" (NC.5) e I-AACJ "San Giorgio", che riproponevano la stessa configurazione.[3]

I successivi sette esemplari, I-AACK "San Sergio", I-AACL "San Giusto II", I-AACM "San Carlo", I-AACN "San Vito", I-AAQX "San Sebastiano", I-ALFA "San Sergio II", ed I-ADDA "San Vito II", erano caratterizzati dall'adozione di una diversa configurazione nei motori. Il motore centrale venne sostituito con un più potente Isotta Fraschini Asso 500, un 12 cilindri a V di 60° capace di erogare una potenza di 510 CV abbinato ad un'elica quadripala[3], portando la potenza disponibile complessiva ad oltre 1 000 CV migliorandone le prestazioni.

Nel tardo 1934 la neocostituita compagnia Ala Littoria acquisisce sei esemplari che affiancherà ai CANT 10ter nelle rotte adriatiche fino alla loro radiazione.[1]

22
primo modello di produzione in serie, equipaggiato con tre motori Isotta Fraschini Asso 200 e realizzato in tre esemplari.[3]
22R.I.
versione con motorizzazione più potente, equipaggiato centralmente con un V12 Isotta Fraschini Asso 500 abbinato ad un'elica quadripala e realizzato in sette esemplari.[3]
22 bombardamento
versione militare prevista nel ruolo di idrobombardiere non avviata alla produzione.[1]
Italia (bandiera) Italia
  1. ^ a b c d e Il CANT 22 ed il suo impiego nelle linee italiane, pag 84.
  2. ^ Annuario dell'Aeronautica Italiana, Tabella riassuntiva delle caratteristiche degli apparecchi.
  3. ^ a b c d e f g h i j k l C.N.T. CANT.22 in Gruppo Modellistico Sestese.
  • (EN) Taylor, Michael JH (1989). Jane's Encyclopedia of Aviation. London: Studio Editions, pag. 269.

Pubblicazioni

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  • Decio Zorini. "Il CANT 22 ed il suo impiego nelle linee italiane." in Aerofan 3/80. pp 84–89

Altri progetti

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Collegamenti esterni

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