Brigate Garibaldi
Brigate Garibaldi | |
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Bandiera delle Brigate Garibaldi (tricolore italiano con stella rossa) | |
Descrizione generale | |
Attiva | settembre 1943 - maggio 1945 |
Nazione | Italia |
Servizio | Partito Comunista Italiano Comitato di Liberazione Nazionale |
Tipo | Brigate partigiane |
Obiettivo | Sconfitta dei paesi dell'Asse |
Battaglie/guerre | Seconda guerra mondiale Resistenza italiana |
Parte di | |
Comando generale Brigate Garibaldi Corpo Volontari della Libertà Comitato di Liberazione Nazionale | |
Comandanti | |
Degni di nota | Luigi Longo Pietro Secchia Giorgio Amendola Gian Carlo Pajetta Vincenzo Moscatelli Pompeo Colajanni Luigi Casà Riccardo Fedel Francesco Moranino Eraldo Gastone Walter Audisio Mario Ricci Mario Depangher Amato Tiraboschi Aldo Gastaldi Davide Lajolo Vincenzo Modica Giovanni Latilla Giovanni Pesce Aldo Lampredi Ilio Barontini Paolo Caccia Dominioni |
Simboli | |
Distintivo da petto | |
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Le Brigate Garibaldi furono delle formazioni partigiane organizzate dal Partito Comunista Italiano operanti nella resistenza italiana durante la seconda guerra mondiale.
Composte in prevalenza da comunisti, in esse militarono anche esponenti di altri partiti del CLN, specialmente socialisti, azionisti e cattolici.[1] Pochi furono invece i componenti democristiani. Coordinate da un comando generale diretto dagli esponenti comunisti Luigi Longo e Pietro Secchia, furono le formazioni partigiane più numerose e quelle che subirono le maggiori perdite totali durante la guerra partigiana. In azione i componenti delle brigate indossavano per riconoscimento fazzoletti rossi al collo e stelle rosse sui copricapi.
Creazione ed organizzazione
[modifica | modifica wikitesto]Disegno operativo
[modifica | modifica wikitesto]Il 20 settembre 1943 a Milano venne costituito il comitato militare del PCI che in ottobre si trasformò in comando generale delle Brigate d'assalto Garibaldi, sotto la direzione di Longo e Secchia. Questa embrionale struttura dirigente, inizialmente dotata di mezzi molto limitati, diede subito avvio alla sua azione, diretta soprattutto al superamento di ogni "attesismo" ed al potenziamento costante dell'attività militare di contrasto alla potenza occupante ed alle risorgenti strutture politico-militari del fascismo della RSI[2].
Il comando generale delle brigate previde subito di sviluppare la lotta armata sulla base di tre direttrici organizzative fondamentali: la costituzione, a partire dalle cellule comuniste già attive nelle città, di una rete di staffette con il compito di collegare i nuclei di militanti nelle varie zone, rafforzare i collegamenti ed attuare concretamente la lotta partigiana. A questo scopo venne stabilito che il 50% dei militanti del partito fossero assegnati all'attività militare[3]. La formazione di un corpo di ispettori assegnato nelle varie regioni con il compito di controllare l'attività partigiana delle brigate e di sviluppare l'attività politico-militare dei militanti. Infine, il decentramento degli stessi membri del comando generale; secondo questa direttiva, quindi, mentre il vertice rimase in clandestinità a Milano, in ogni regione venne organizzata una delegazione distaccata guidata da un membro del comando con ampi poteri decisionali[3].
Dopo la dichiarazione di guerra alla Germania del governo Badoglio (13 ottobre 1943), il comando generale delle Brigate Garibaldi diramò un documento ("Direttive d'attacco") in linea con le direttive politiche del PCI a favore dell'organizzazione e dell'intensificazione della guerra partigiana, caratterizzato da una rivendicazione della legalità e da un appello alla lotta senza quartiere contro gli occupanti tedeschi e i militanti del nuovo fascismo repubblicano[3]. Nel novembre 1943 fu Pietro Secchia che, in un articolo sulla rivista del PCI "La nostra lotta", precisò ulteriormente in modo inequivocabile il disegno politico-militare adottato dalla Brigate Garibaldi: dopo una critica serrata dell'"attesismo", il dirigente del comando generale affermava l'importanza dell'azione immediata militare per "abbreviare la guerra" ed in questo modo ridurre i tempi dell'occupazione tedesca, risparmiando le popolazioni e i villaggi; per dimostrare agli alleati la volontà del popolo italiano di lottare per la propria liberazione e per la democrazia; per contrastare la politica del terrore nazifascista e renderne insicura l'occupazione; in ultimo per stimolare, mediante l'azione concreta, la crescita dell'organizzazione e della lotta partigiana[4].
Modello organizzativo
[modifica | modifica wikitesto]Il modello organizzativo venne strutturato dalla direzione del PCI. Il termine "brigata" non fu casuale: era il superamento della "banda". Brigata stava ad indicare un legame organizzativo di tipo militare tradizionale, di dipendenza tra le unità operative e i livelli superiori politico-militari; inoltre creava un richiamo morale e storico con le Brigate Internazionali della guerra di Spagna[5].
La scelta di dare alle formazioni partigiane comuniste il nome dell'eroe risorgimentale Giuseppe Garibaldi, al quale era già stato intitolato un battaglione di volontari italiani antifascisti in Spagna, fu presa nell'ambito di un ampio ricorso a una simbologia e una retorica nazionalpatriottiche, in applicazione della politica dei fonti popolari raccomandata dal VII Congresso dell'Internazionale Comunista del 1935[6].
Le dimensioni delle brigate variavano dal contesto operativo. La struttura impostata dal PCI richiedeva, oltre ad un comandante militare, un commissario politico con pari poteri militari ma impegnato anche nel lavoro di propaganda e istruzione dei partigiani; struttura questa replicata anche nelle squadre, i battaglioni e gli altri sottoraggruppamenti. Il termine "assalto" fu una volontà politica; era finalizzata a togliere le incertezze sulla possibilità di lotta e superare i dubbi nella lotta contro i fascisti. Inoltre richiamava anche i "reparti d'assalto" (gli Arditi) della prima guerra mondiale[7].
La costituzione delle brigate si basò in primo luogo sulla severità cospirativa, la disciplina e la motivazione dei quadri comunisti ma soprattutto sull'apertura e la disponibilità nell'arruolamento dei volontari, esteso ai giovani, militari in servizio alla data dell'armistizio o provenienti dalle disciolte organizzazioni del regime[3]. Nell'autunno 1943 il comando generale precisò inoltre la struttura di comando delle brigate con la presenza di un commissario politico, incaricato della preparazione politica dei volontari, del benessere concreto e del mantenimento del morale e delle motivazioni dei combattenti, e di ufficiali nel ruolo di comandante militare, con pari diritti e doveri del commissario politico, e di capo di stato maggiore[3].
Riguardo al ruolo del Partito Comunista, mentre il 50% dei militanti venne impegnato direttamente nell'attività militare con le brigate, l'altra metà si dedicò all'attività cospirativa in città (sabotaggi ed attentati), all'organizzazione ed allo sviluppo delle lotte operaie nelle fabbriche, all'agitazione contadina in alcune zone, all'inserimento nella scuola e nelle Università, favorendo inoltre il reclutamento e l'afflusso di volontari alle formazioni combattenti in montagna[3]. Durante la Resistenza la separazione tra le due parti non fu mai irreversibile e militanti passarono nelle varie fasi della lotta da un'attività all'altra, anche se in alcune province si produsse una separazione tra il "lavoro politico" sviluppato dai dirigenti delle federazioni locali ed il "lavoro militare" affidato ai comandanti delle Brigate Garibaldi sul campo ed ai delegati regionali con pieni poteri[8].
Le Brigate Garibaldi nella guerra partigiana
[modifica | modifica wikitesto]Le diverse Brigate Garibaldi
[modifica | modifica wikitesto]Nonostante il collegamento diretto con il PCI, le Brigate Garibaldi annoverarono capi di grande prestigio e capacità che non erano militanti comunisti, come il cattolico ed apolitico[9] Aldo Gastaldi (nome di battaglia "Bisagno", dal nome dell'omonimo torrente), uno dei comandanti partigiani più importanti a Genova, l'apolitico Mario Musolesi, nome di battaglia "Lupo", capo della Brigata Partigiana Stella Rossa ucciso dai tedeschi durante il rastrellamento di Marzabotto, l'anarchico Emilio Canzi, comandante unico della XIII zona operativa Appennino Tosco Emiliano. Inoltre Aldo Aniasi rimase al comando della 2ª Divisione Garibaldi "Redi" in Val d'Ossola nonostante avesse lasciato il PCI per aderire all'organizzazione del PSI, e Luigi Pierobon, uno dei dirigenti della FUCI veneta, ebbe parte importante nella costituzione della Divisione Garibaldi "Ateo Garemi"[3]. Anche molti ufficiali monarchici, stufi dell'attendismo di altre organizzazioni o più semplicemente perché si trovavano nelle vicinanze non potendo vagare nelle zone occupate dai nazisti cercando la formazione più politicamente affine, entrarono nelle brigate Garibaldi, ottenendo spesso il comando di distaccamenti, battaglioni o intere brigate, vista la loro preparazione militare, come il capitano Ugo Ricci (tra i primi promotori della resistenza nel comasco, caduto in combattimento nella battaglia di Lenno) e il tenente (e conte) Luchino Dal Verme (partigiano), che, con il nome di battaglia "Maino" comandò prima la 88ª Brigata "Casotti" e poi la divisione "Antonio Gramsci" nell'Oltrepò pavese.
Queste situazioni portarono a volte a diatribe e contrasti che però non diminuirono la comune volontà di lotta antifascista e la determinazione in combattimento. Queste personalità erano dotate di qualità di comando, capacità di mantenere la coesione dei reparti e valore militare e quindi preferivano combattere in una organizzazione efficiente, anche se non condividevano gli ideali comunisti, piuttosto che disperdersi.
I raggruppamenti più famosi, combattivi ed efficienti[10] delle Brigate Garibaldi, diffuse ed attive in quasi tutto il territorio occupato, furono quelli di Vincenzo Moscatelli "Cino" e Eraldo Gastone "Ciro" nella zona libera della Valsesia, di Pompeo Colajanni "Barbato", Vincenzo Modica "Petralia" e Giovanni Latilla "Nanni" nella valle Po e nelle Langhe, di Francesco Moranino "Gemisto" nel Biellese, di Mario Ricci "Armando" nel Modenese, di Vladimiro Bersani "Paolo Selva" nel Piacentino, di Arrigo Boldrini "Bulow" (ufficiale nel 120° Fanteria dell'Esercito l'8 settembre) nella Romagna.
Associati alle Brigate Garibaldi erano i Gruppi di azione patriottica (GAP), che nelle città operavano azioni di sabotaggio e attentati contro gli occupanti nazifascisti. Uno dei più noti era quello dell'ospedale Niguarda di Milano, dove l'infermiera Maria Peron e numerosi colleghi garantivano la fuga di ebrei e detenuti politici dal carcere di San Vittore, ricoverandoli in ospedale con false diagnosi.[11]
In totale le Brigate Garibaldi rappresentavano circa il 48% delle forze della Resistenza partigiana. Al momento dell'insurrezione finale dell'aprile 1945, i garibaldini combattenti si calcolano in circa 50 000 divisi in 23 "divisioni", su un totale stimato di circa 110 000 partigiani[12]. In dettaglio il comando generale delle Brigate Garibaldi disponeva, alla data del 15 aprile 1945, di nove divisioni in Piemonte (15 000 uomini); tre divisioni in Lombardia (4 000 uomini); quattro divisioni in Veneto (10 000 uomini); tre divisioni in Emilia (12 000); quattro divisioni (10 000 uomini) in Liguria[13].
Nell'ambito delle forze militari della resistenza, le Brigate Garibaldi costituirono il gruppo più numeroso e organizzato con 575 formazioni organiche, tra squadre, gruppi, battaglioni, brigate e divisioni; parteciparono alla maggior parte dei combattimenti e subirono le perdite più pesanti, oltre 42 000 morti in combattimento o per rappresaglia[14]. I partigiani garibaldini mantennero durante tutta la Resistenza i loro elementi esteriori di riconoscimento e di affermazione politica: fazzoletti rossi al collo, stelle rosse sui copricapi, emblemi con falce e martello[15]. Nonostante le precise direttive del comando del CNL dirette all'unificazione di tutte le formazioni combattenti ed all'impiego di distintivi nazionali e del saluto militare, i militanti delle brigate continuarono a mostrare indifferenza per queste disposizioni e attaccamento al loro partito e la maggioranza continuò a salutare con il pugno chiuso[16].
Comando generale
[modifica | modifica wikitesto]Le Brigate Garibaldi ricevevano in genere ordini dal rappresentante del PCI nel Corpo volontari della libertà, che era Luigi Longo (nome di battaglia "Italo") e dal Comitato di Liberazione Nazionale. Ma tutte le Brigate Garibaldi dipendevano direttamente dal Comando generale, di cui fecero parte all'inizio, oltre allo stesso Longo (comandante generale), Pietro Secchia, che era anche il commissario politico delle brigate (nome di battaglia "Botte" o "Vineis"), Gian Carlo Pajetta ("Luca", vicecomandante); Giorgio Amendola ("Palmieri"), Antonio Carini ("Orsi", ucciso nel marzo 1944), Francesco Leone, Umberto Massola, Antonio Roasio, Francesco Scotti, Eugenio Curiel (caduto il 24 febbraio 1945)[17]. Questi capi mostrarono determinazione, capacità organizzative e spirito di sacrificio, sviluppando le formazioni resistenziali garibaldine e allargando l'influenza comunista nel Nord Italia[18].
Oltre a Longo, a Secchia ed agli altri componenti del Comando generale, svolsero un ruolo importante di coordinamento regionale anche Antonio Roasio ("Paolo"), a cui fu affidato il controllo delle Brigate Garibaldi in Veneto ed Emilia, Francesco Scotti ("Fausto" o "Grossi") che guidò le formazioni in Piemonte e Liguria, e Pietro Vergani ("Fabio"), responsabile in Lombardia. Il Partito Comunista Italiano svolse un ruolo decisivo nel potenziamento e nell'organizzazione; fin dall'inizio le strutture del partito decisero che almeno il 10% dei quadri ed il 15% degli iscritti fosse inviato in montagna per costituire un nucleo fondamentale di aggregazione e coesione intorno a cui sviluppare le varie unità[19].
Inoltre le Brigate Garibaldi avevano propri rappresentanti nei comandi regionali del CVL, che furono: in Piemonte Giordano Pratolongo e poi Francesco Scotti; in Lombardia Pietro Vergani; in Liguria Luigi Pieragostini e dopo il suo arresto il 27 dicembre 1944 Carlo Farini; in Emilia-Romagna Ilio Barontini; in Veneto Pratolongo e poi Aldo Lampredi; in Toscana prima Luigi Gaiami e poi Francesco Leone e Antonio Roasio, nelle Marche Alessandro Vaia, in Umbria Celso Ghini. A Trieste erano attivi Luigi Frausin e Vincenzo Gigante che, in collegamento con il comando generale, tennero i rapporti con il movimento di liberazione jugoslavo, sostenendo la necessità di rinviare le questioni territoriali a dopo la fine del conflitto e di condurre insieme la guerra contro il nemico. Frausin e Gigante furono catturati dall'SD tedesco il 28 agosto e il 15 novembre 1944, deportati e uccisi quasi certamente nel campo della Risiera di San Sabba[20].
Caratteristica dell'attività del comando delle Brigate Garibaldi fu il tentativo costante di trasformare le formazioni partigiane in avanguardia ed elemento costitutivo del processo di introduzione della massa della popolazione nell'antifascismo attivo, con un continuo sforzo di integrazione tra lotta armata e mobilitazione civile dei cittadini, attraverso i loro rappresentanti[17]. Con un ulteriore sforzo organizzativo, i dirigenti comunisti del nucleo di Milano crearono a partire dal giugno 1944 su scala regionale i cosiddetti "triumvirati insurrezionali" per coordinare la lotta politica del partito nelle città occupate e nei luoghi di lavoro con l'azione concreta delle formazioni partigiane di montagna in vista dell'auspicata insurrezione generale[17].
Insurrezione e fine della guerra
[modifica | modifica wikitesto]Il 10 aprile 1945 il Comando generale delle Brigate Garibaldi diramò la "direttiva n. 16" che allertava tutti i combattenti delle formazioni a prepararsi per l'insurrezione generale in tutta l'Alta Italia per precedere l'arrivo delle truppe Alleate e cooperare nella disfatta delle residue forze nazifasciste. Il comando generale delle brigate ed il Partito comunista enfatizzarono al massimo l'importanza dell'insurrezione, da effettuare a tutti i costi, senza accettare accordi, proposte, tregue con il nemico che potessero limitare l'azione delle forze partigiane. Vennero stesi piani dettagliati per entrare nelle città, per salvaguardare le fabbriche e gli impianti, per impedire la fuga delle forze nazifasciste[21]. L'insurrezione ebbe quindi inizio il 24 e il 25 aprile nelle grandi città del Nord[22], dopo la diffusione del messaggio in codice comunicato dai vari comandi regionali: "Aldo dice 26x1"[23].
In questa fase finale i reparti garibaldini, ormai organizzati in "Divisioni" e "Gruppi di Divisioni" (come il raggruppamento della Valsesia, Verbano, Ossola guidato da Moscatelli e Gastone) ebbero un ruolo centrale nei combattimenti nelle varie città del nord Italia. Le brigate partigiane di montagna scesero in pianura e marciarono sui centri principali, mentre nei nuclei urbani venne proclamato lo sciopero insurrezionale e i reparti GAP e SAP iniziarono la lotta. In Liguria le Divisioni "Cichero",guidata da "Bisagno" (Aldo Gastaldi) e "Miro" (Antonio Ukmar), "Pinan-Cichero", "Mingo", giocarono un ruolo decisivo nella liberazione di Genova, impedirono la distruzione del porto e accettarono la resa delle forze tedesche del generale Günther Meinhold. In Piemonte le Divisioni Garibaldi di Pompeo Colajanni "Barbato", Vincenzo Modica e Giovanni Latilla "Nanni" entrarono a Torino insieme agli autonomi di "Mauri", mentre le forti Divisioni "Pajetta" e "Fratelli Varalli" di Gastone e Moscatelli, dopo aver liberato Novara, entrarono a Milano il 28 aprile, già raggiunta il giorno prima dai garibaldini dell'Oltrepò pavese guidati da Italo Pietra e Luchino Dal Verme [24]. In Lombardia la 2ª Divisione Garibaldi "Redi" (comandata da Aldo Aniasi "Comandante Iso") e le Divisioni "Lombardia", coordinate da Pietro Vergani ("Fabio", vicecomandante del CVL), bloccarono i passi alpini e occuparono la Valtellina, impedendo la fuga dei gerarchi fascisti. Benito Mussolini fu catturato dalla 52ª Brigata Garibaldi "Luigi Clerici" del comandante "Pedro" (Pier Luigi Bellini delle Stelle), dipendente dalla 1ª Divisione Garibaldi Lombardia, e fucilato dagli inviati del comando garibaldino di Milano, Walter Audisio e Aldo Lampredi; gli altri gerarchi vennero invece presi e fucilati a Dongo dai partigiani della 3ª Divisione Garibaldi Lombardia, agli ordini di Alfredo Mordini "Riccardo".
In Veneto le forti Divisioni "Garemi", "Nannetti" e "Ortigara" bloccarono la ritirata tedesca dopo aspri e costosi combattimenti e liberarono Padova, Valdagno, Belluno[25].
Gravi problemi di collaborazione tra partigiani italiani e le formazioni dell'esercito popolare di liberazione sloveno sorsero sul confine orientale, dove le forti correnti sciovinistiche slave, le difficoltà dei dirigenti comunisti italiani e gli aspetti contraddittori della loro politica favorirono divisioni e risentimenti anti-slavi nelle forze della Resistenza non comuniste[26]. Il 20 settembre 1944 il Comando generale dell'EPL sloveno abolì unilateralmente gli accordi col CLN dell'aprile dello stesso anno, che prevedevano un "Comando paritetico" sloveno-italiano su questi reparti. Quest'atto determinò "il passaggio delle unità italiane alle dirette dipendenze, non solo operative, dell'EPL della Slovenia. Così la "Trieste", da 14ª brigata della Resistenza italiana, diventerà 20ª Brigata d'assalto Garibaldi-Trieste dell'Esercito sloveno, entrando a far parte degli effettivi della 30ª divisione slovena e cessando quindi di essere una formazione del Corpo Volontari della Libertà d'Italia".[27][28]. Comandante e commissario politico aderirono alla soluzione politica e nazionale jugoslava e l'ufficio politico del PCI sostenne questa scelta, che impegnò peraltro solo i militanti comunisti[29]. Al momento dell'insurrezione finale, la "Trieste", aggregata dal 27 febbraio 1945 alla Divisione Garibaldi "Natisone", partecipò ai combattimenti ed un suo reparto entrò in Trieste il 7 maggio, mentre il grosso della divisione, impegnato verso Lubiana, entrò in città il 20 maggio, a causa dell'ordine del Partito comunista sloveno di impedire la partecipazione di reparti partigiani italiani alla liberazione di Trieste[29].
Dopo la fine delle operazioni militari (primi giorni di maggio del 1945) gli Alleati e il CLN ordinarono la consegna delle armi e lo scioglimento delle unità partigiane. Le brigate Garibaldi, come le altre formazioni partigiane, formalmente si sciolsero e vennero consegnati agli alleati 215 000 fucili, 12 000 mitra, 5 000 mitragliatrici, 5 000 pistole, 760 bazooka. In realtà si diffusero, soprattutto tra i partigiani garibaldini, diffidenza e timori di un ritorno delle forze reazionarie; solo circa il 60% delle armi vennero realmente riconsegnate, mentre i partigiani comunisti conservarono, oltre a cospicue quantità di armi leggere, berretti, giubbotti, fazzoletti rossi, zaini, giberne[30]. L'occultamento delle armi venne in parte autorizzato da alcuni capi garibaldini del Nord, in vista di una possibile ripresa della guerra di liberazione; per tutti gli anni cinquanta rimasero aspettative di ritorno alla lotta in montagna per contrastare lo Stato borghese ormai saldamente collocato nel campo capitalistico[31].
Elenco Brigate Garibaldi
[modifica | modifica wikitesto]«Garibaldi, brigate d'assalto,
tu che sorgi dall'italo cuore,
per la patria, la fede e l'onore
contro chi maledetto tradì.
Partigiano di tutte le valli,
pronto il mitra, le bombe e cammina;
la tua patria travolta in rovina,
la tua patria non deve morir.
Giù dai monti discendi alle valli
se il nemico distrugge il tuo tetto;
partigiano, impugna il moschetto,
partigiano non devi morir.»
Brigate Garibaldi:[33]
- 1ª Brigata Garibaldi "Friuli" dall'ottobre 1943 operante sulle Prealpi Giulie e le Prealpi Carniche
- 1ª Brigata Garibaldi "Silvano Belgrano" presente nell'Albenganese (SV)[34]
- 1ª Brigata SAP "Irma Bandiera" attiva a Bologna
- 2ª Brigata Garibaldi "Ermanno Angiono" (già "Biella") operante nel Biellese
- 2ª Brigata SAP "Paolo" operante a Bologna
- 3ª Brigata Garibaldi "Liguria" fino all'aprile 1944 (eccidio della Benedicta) operante nell'Ovadese (AL)
- 3ª Brigata Garibaldi "Candida" attiva nell'Acquese (AL)
- 3ª Brigata Garibaldi "Libero Briganti" operante nel Savonese
- 3ª Brigata Garibaldi "Jori" operante in alta Val Trebbia (PC-GE)
- 3ª Brigata Garibaldi operante nel livornese (LI)[35]
- 4ª Brigata Garibaldi "Cuneo" operante dalla Val Po fino alle Langhe (CN)
- 4ª Brigata Garibaldi "C. Cristoni" (già "Daniele Manin") presente nel Savonese
- 4ª Brigata Garibaldi Apuana "Gino Menconi" presente nell'alta Lunigiana (MS)
- 4ª Brigata SAP "Venturoli" operante a Bologna
- 4ª Brigata Garibaldi fino al giugno 1944 attiva sull'Appennino umbro-marchigiano (Foligno-Gualdo Tadino)
- 5ª Brigata Garibaldi "Pesaro" fino al settembre 1944 operante in provincia di Pesaro Urbino
- 5ª Brigata Garibaldi "Fratelli Figuccio" (già "Baltera") attiva nel Savonese
- 6ª Brigata Garibaldi "Nello" attiva nella Repubblica della Valsesia e operante nell'Ossola e nel Cusio[36]
- 6ªbis Brigata Garibaldi "P. Crosetti" (già "Nino Bixio") operante nel Savonese
- 7ª Brigata Garibaldi "Valsesia" attiva nella Repubblica della Valsesia[37]
- 7ª Brigata SAP operante a Bologna
- 8ª Brigata Garibaldi Romagna operante nel Forlivese[38]
- 8ª Brigata SAP "Balilla" operante in Val Polcevera (GE)
- 9ª Brigata Garibaldi operante in Liguria
- 10ª Brigata Garibaldi "Caiani" fino all'agosto 1944 presente nel Subappennino toscano (Monte Giovi)
- 10ª Brigata Garibaldi "Gino Lombardi" attiva in Versilia
- 10ª Brigata SAP "Gramsci" attiva in Piemonte
- 11ª Brigata Garibaldi "Gardoncini" operante nelle Valli di Lanzo (TO)
- 12ª Brigata Garibaldi "Fermo Ognibene" operante in alta Val di Taro (PR)[39]
- 13ª Brigata Garibaldi "Nino Nannetti" operante nel Trevigiano e Bellunese
- 14ª (poi 20ª) Brigata Garibaldi Trieste dall'aprile 1944 operante col IX Korpus sloveno in Venezia Giulia e nel Tarnovano (e comprensiva, da maggio a dicembre 1944, del btg. autonomo "Alma Vivoda" attivo nel Capodistriano)
- 14ª Brigata Garibaldi “Remo” attiva nella bassa modenese
- 15ª Brigata Garibaldi Saluzzo attiva nel Saluzzese (CN)
- 15ªbis Brigata Garibaldi operante nell'Ossola
- 16ª Brigata Garibaldi "Giuseppe Perotti" operante nel Torinese
- 16ªbis Brigata Garibaldi presente nell'Ossola
- 17ª Brigata Garibaldi "Felice Cima" operante in bassa Val Susa (TO)
- 18ª Brigata Garibaldi "Saverio Papandrea" operante nel Canavese (TO)
- 19ª Brigata Garibaldi "Eusebio Giambone" operante nel Monferrato
- 20ª Brigata Garibaldi "Paolo Braccini" presente in Val Grande (Valli di Lanzo) (TO)
- 20ª Brigata SAP "Pino Casana" operante nel Torinese
- 21ª Brigata Garibaldi Pasubiana operante sul Pasubio (VI-TN)
- 21ª Brigata Garibaldi "Spartaco Lavagnini" (già "Antonio Gramsci") fino al giugno 1944 attiva nel Senese
- 22ª Brigata Garibaldi "Lanciotto Ballerini" fino all'agosto 1944 operante nel basso Appennino pratese (Monte Morello)
- 22ª Brigata SAP attiva a Torino
- 22ª bis Brigata Garibaldi "Vittorio Sinigaglia" fino all'agosto 1944 operante a Firenze
- 23ª Brigata Garibaldi "Guido Boscaglia" fino al giugno 1944 operante nella Maremma toscana
- 23ª Brigata Garibaldi "Nevilio Casarosa" operante sul Monte Pisano
- 23ª Brigata Garibaldi "Pio Borri" operante nella zona di Arezzo
- 24ª Brigata Garibaldi "Ancona" fino al settembre 1944 attiva nelle Marche
- 24ª Brigata Garibaldi "Fratelli Fontanot" dal dicembre 1944 operante col VII Korpus in Slovenia sud-orientale (Suha Krajina, Bela Krajina)
- 24ª Brigata SAP "Lino Rissone" operante in Val Susa (TO)
- 25ª Brigata Garibaldi "Spartaco" fino al settembre 1944 attiva nelle Marche
- 26ª Brigata Garibaldi "Enzo Bagnoli" operante sull'Appennino reggiano
- 27ª Brigata Garibaldi "Antonio Ferrari"[40] operante sull'Appennino modenese
- 28ª Brigata Garibaldi "Mario Gordini" operante nel Ravennate
- 29ª Brigata GAP “Gastone Sozzi” attiva nel forlivese
- 30ª Brigata Garibaldi "Fratelli Bandiera" operante nel Vittoriese (TV)
- 30ª Brigata Garibaldi "Ateo Garemi" operante sui Monti Lessini-Pasubio (VI)
- 31ª Brigata Garibaldi "Forni" operante nella Valle del Ceno (PR)
- 31ª Brigata Garibaldi "Copelli" operante nella Valle del Ceno (PR)
- 32ª Brigata Garibaldi "Monte Penna" operante nella Valle del Ceno (PR)
- 33ª Brigata Garibaldi operante sull'Appennino modenese
- 34ª Brigata Garibaldi "Dragone" attiva sull'Appennino modenese
- 34ª Brigata SAP presente a Torino
- 35ª Brigata Garibaldi "Rizzieri" operante nel Ferrarese
- 36ª Brigata Garibaldi "Alessandro Bianconcini" presente sull'Appennino imolese-faentino
- 37ª Brigata Garibaldi operante sull'Appennino parmense
- 37ªB Brigata Garibaldi "Leone Borrini" attiva in Lunigiana (MS)
- 38ª Brigata Garibaldi "Wladimiro Bersani" operante in Val d'Arda (PC)
- 39ª Brigata Garibaldi attiva fino al giugno 1944 sul Monte Amiata (SI-GR)
- 40ª Brigata Garibaldi operante in Valtellina (SO)
- 41ª Brigata Garibaldi "Carlo Carli" operante in bassa Val Susa (TO)
- 42ª Brigata Garibaldi "Walter Fontana" operante nella media Val Susa (TO)
- 43ª Brigata Garibaldi operante in Liguria
- 44ª Brigata Garibaldi "Val Po" attiva nell'alta Val Po (CN)
- 45ª Brigata Garibaldi "Ateo Garemi" operante nell'Astigiano[41]
- 46ª Brigata Garibaldi "Massimo Vassallo" presente nelle Valli di Lanzo (TO)
- 47ª Brigata Garibaldi "C. Monzani" operante nel Canavese (TO)
- 48ª Brigata Garibaldi "Dante Di Nanni" attiva nella zona di Mondovì-Langhe (CN)
- 49ª Brigata Garibaldi "D. Viano" operante nel Canavese (TO)
- 50ª Brigata Garibaldi "Edis Valle" (già "Nedo") presente nel Biellese
- 51ª Brigata Garibaldi "Arturo Capettini" attiva nell'Oltrepò pavese
- 52ª Brigata Garibaldi "Luigi Clerici" operante sulla sponda ovest del Lago di Como e nelle zone di Bellagio (CO)[42]
- 53ª Brigata Garibaldi "13 Martiri di Lovere" presente in Val Seriana e Val Cavallina (BG)
- 54ª Brigata Garibaldi "Bortolo Belotti" operante in Val Saviore/Val Camonica (BS)
- 54ª Brigata Garibaldi "Macario" presente sul Lago di Como
- 55ª Brigata Garibaldi "Fratelli Rosselli" presente in Valchiavenna (SO)
- 56ª Brigata Garibaldi presente in Valle Calepio (BG)
- 57ª Brigata Garibaldi "Berto" presente in Val d'Aveto (GE)
- 58ª Brigata Garibaldi "Oreste Armano" presente in Val Curone e Val Borbera (AL)
- 59ª Brigata Garibaldi "Caio" (già "Giacomo Matteotti") presente in Val d'Aveto e Val Nure (GE-PC)
- 60ª Brigata Garibaldi "Stella Rossa" presente in Val Nure (PC)
- 61ª Brigata Garibaldi operante in Val Nure (PC)
- 62ª Brigata Garibaldi "Camicie rosse" fino all'ottobre 1944 operante tra la Val Sàvena e la Val d'Idice (basso Appennino bolognese)
- 62ª Brigata Garibaldi "Luigi Evangelista" operante in Val d'Arda (PC)
- 63ª Brigata Garibaldi "Bolero" operante nel basso Appennino bolognese[43]
- 64ª Brigata Garibaldi "Antonio Gramsci" attiva nell'Oltrepò pavese
- 65ª Brigata Garibaldi "Tabacchi" operante nel Reggiano-Modenese
- 66ª Brigata Garibaldi "Mario Jacchia" presente sull'Appennino bolognese
- 73ª= vedi: 87ª Brigata Garibaldi
- 75ª Brigata Garibaldi "Giuseppe Boggiani" (già "Maffei") presente nel Biellese
- 76ª Brigata Garibaldi "Gallo Battisti" (già "Togni") operante in Valle d'Aosta
- 76ª Brigata SAP "Angelo Zanti" operante nel Reggiano
- 77ª Brigata Garibaldi operante nel Canavese (TO)
- 77ª Brigata Garibaldi "Zemo" attiva nell'Alessandrino
- 77ª Brigata SAP "Fratelli Manfredi" operante nel Reggiano
- 78ª Brigata Garibaldi "Devic" (già "Stella rossa") attiva nelle Langhe (CN)
- 78ª Brigata SAP operante nel Parmense
- 79ª Brigata Garibaldi "A. Mazzarello" (già "Gollo") attiva nell'Acquese (AL)
- 80ª Brigata Garibaldi "M. Peroglio" operante nel Canavese (CN)
- 81ª Brigata Garibaldi volante "Silvio Loss" operante nella Repubblica della Valsesia[36]
- 82ª Brigata Garibaldi "Giuseppe Osella" presente nella Repubblica della Valsesia[36]
- 83ª Brigata Garibaldi "Comoli" operante nell'Ossola (Valle Antrona)
- 84ª Brigata Garibaldi Strisciante "Musati" attiva nella Repubblica della Valsesia[36]
- 85ª Brigata Garibaldi "Valgrande Martire" operante nell'Ossola e nel Verbano [44]
- 86ª Brigata Garibaldi "Issel" operante in Val Taleggio e in Val Brembana (BG)
- 86ª Brigata Garibaldi "Carrara"
- 87ª Brigata Garibaldi "Crespi" attiva nell'Oltrepò pavese
- 88ª Brigata Garibaldi "Casotti" operante nell'Oltrepò pavese
- 89ª Brigata Garibaldi "Fratelli Poletti" presente sulla sponda orientale del Lago di Como (LC)
- 90ª Brigata Garibaldi "Zampiero" operante nell'alto Lago di Como
- 98ª Brigata Garibaldi "Martiri di Alessandria" operante nel Monferrato (AT)
- 99ª Brigata Garibaldi "Fiore" operante nelle Langhe (CN)
- 100ª Brigata Garibaldi "Vignale" operante nel Monferrato (AT)
- 101ª Brigata Garibaldi "Marmore"[45] presente in Valle d'Aosta
- 101ª Brigata SAP operante in Valle Olona (MI)
- 102ª Brigata Garibaldi "Folgore" presente nel Monferrato-Langhe
- 103ª Brigata Garibaldi "Nino Nannetti" operante nel Monferrato (AT)
- 103ª Brigata SAP "V. Gabellini" attiva nel Vimercatese (MB)
- 104ª Brigata Garibaldi "Carlo Fissore" presente nel Cuneese
- 104ª Brigata SAP "G. Citterio" operante nel Vimercatese (MB)
- 105ª Brigata Garibaldi "Carlo Pisacane" attiva in Val Pellice (Montoso) (CN)
- 105ª Brigata SAP "Luigi Brambilla" operante a Brugherio (MB)
- 106ª Brigata Garibaldi Sap "Venanzio Buzzi" presente nella media Val Susa (TO)
- 107ª Brigata Garibaldi "Porro" attiva nel Monferrato (AT)
- 107ª Brigata SAP operante a Sesto San Giovanni (MI)
- 108ª Brigata Garibaldi "Pagella" attiva nel Monferrato (AT)
- 108ª Brigata Garibaldi "Paolo Rossi" operante nel Tortonese (AL)
- 108ª Brigata SAP presente a Sesto San Giovanni (MI)
- 109ª Brigata Garibaldi "Piero Tellaroli" attiva nel Biellese][36]
- 109ª Brigata SAP operante a Sesto San Giovanni (MI)
- 110ª Brigata Garibaldi "Elio Fontanella" attiva nel Biellese][36]
- 110ª Brigata SAP "Beppe Ottolenghi" operante a Milano
- 111ª Brigata SAP operante a Milano
- 112ª Brigata Garibaldi "Gabriele Bonel" operante in Valle d'Aosta
- 112ª Brigata SAP "Bernini" attiva a Milano
- 113ª Brigata Garibaldi operante in bassa Val Susa (TO)
- 113ª Brigata SAP "Martiri di via Tibaldi" operante a Milano
- 114ª Brigata Garibaldi operante in bassa Val Susa (TO)
- 114ª Brigata SAP "Paolo Garanzini" attiva a Milano (4° settore)
- 115ª Brigata Garibaldi "Peirolo" presente in alta Val Susa (TO)
- 115ª Brigata SAP "Gramigna" operante fra Pavese e Milanese
- 116ª Brigata Garibaldi "Giacomo Matteotti" attiva nell'Oltrepò pavese
- 116ª Brigata SAP "Luigi Campegi" operante a Milano (zona Romana)
- 117ª Brigata Garibaldi "Cornaggia" operante in Val Staffora (Oltrepò pavese)
- 117ª Brigata Garibaldi "Barale" presente nel Cuneese
- 117ª Brigata SAP "Marco Riccardi" operante a Milano (5° settore)
- 117ª Brigata SAP "Jori" operante in Val Polcevera (GE)
- 118ª Brigata Garibaldi "Remo Servadei" attiva nella Repubblica della Valsesia[36]
- 118ª Brigata SAP "Attilio Tessaro" attiva a Milano (5° settore)
- 119ª Brigata Garibaldi "Castaldi" operante nel Verbano-Ossola
- 119ª Brigata SAP operante in Brianza
- 120ª Brigata SAP "Walter Perotti" operante a Milano
- 121ª Brigata Garibaldi "Walter Marcobi" operante nel Varesotto
- 121ª Brigata SAP "Luppi" attiva nell'Oltrepò mantovano
- 122ª Brigata Garibaldi "Antonio Gramsci" presente in Valle Trompia (BS)
- 122ª Brigata SAP "Marino" attiva nell'Oltrepò mantovano
- 123ª Brigata SAP "Corradini" operante nel Mantovano
- 124ª Brigata Garibaldi "Pizio Greta" attiva nella Repubblica della Valsesia[36]
- 124ª Brigata SAP "Roberto Ricotti" operante a Milano (Calvairate)
- 124ª Brigata SAP "Don Leoni" attiva nel Mantovano
- 125ª Brigata Garibaldi presente nell'Ossola
- 125ª Brigata SAP "Mincio Po" operante nel Mantovano
- 126ª Brigata SAP "Fortunati" presente nell'alto Mantovano
- 127ª Brigata SAP "Oglio Mincio" attiva nel Mantovano
- 128ª Brigata SAP presente a Sesto San Giovanni (MI)
- 129ª Brigata SAP attiva a Sesto San Giovanni (MI)
- 135ª Brigata Garibaldi "Mario Betti" attiva nella Valle del Ceno (PR)
- 141ª Brigata Garibaldi operante in Val d'Arda (PC)
- 142ª Brigata Garibaldi presente in Val d'Arda (PC)
- 143ª Brigata Garibaldi "Franchi" (già "Aldo") operante in alta Val Parma (PR)
- 144ª Brigata Garibaldi "Antonio Gramsci" operante sull'Appennino reggiano
- 145ª Brigata Garibaldi "Franco Casoli" attiva sull'Appennino reggiano
- 156ª Brigata Garibaldi "Bruno Buozzi" operante in Friuli, dal gennaio 1945 (entro la Divisione Garibaldi Natisone) in Slovenia occidentale col IX Korpus
- 157ª Brigata Garibaldi "Guido Picelli" operante in Friuli, dal gennaio 1945 (entro la Divisione Garibaldi Natisone) in Slovenia occidentale col IX Korpus
- 158ª Brigata Garibaldi "Antonio Gramsci" operante in Friuli, dal gennaio 1945 (entro la Divisione Garibaldi Natisone) in Slovenia occidentale col IX Korpus
- 165ª Brigata SAP operante nel Lodigiano
- 166ª Brigata SAP presente nel Lodigiano
- 168ª Brigata SAP "F. Parmigiani" operante nel Magentino
- 169ª Brigata SAP "Scrosati" operante nella bassa Lomellina
- 170ª Brigata Garibaldi "Guido Galimberti" presente nel Bergamasco
- 170ª Brigata SAP "Alessandro Santagostino" poi "Gigi Borgomaneri" attiva nel Milanese
- 171ª Brigata Garibaldi "Lolo Clavena" operante nel Lodigiano
- 171ª Brigata SAP "Paci" operante nel Bergamasco
- 174ª Brigata SAP "Oreste Garati" operante nel Lodigiano
- 175ª Brigata SAP "Attilio Ravizza" operante nel Lodigiano
- 175ªbis Brigata SAP "Romeo Guglielmetti" presente in Val Bisagno (GE)
- 176ª Brigata Garibaldi "Antonio Gramsci" operante in Valle d'Aosta
- 176ª Brigata SAP operante a Milano
- 177ª Brigata Garibaldi "Barale" attiva nel Cuneese
- 178ª Brigata SAP attiva in Val Parma (PR)
- 179ª Brigata Garibaldi "Lamberti" attiva nelle Langhe
- 180ª Brigata Garibaldi "Marco Conterno" operante nelle Langhe
- 181ª Brigata Garibaldi "Mario Morbiducci" presente in Val Varaita (CN)
- 181ª Brigata Garibaldi "Alfredo Piacibello" operante nel Monferrato
- 182ª Brigata Garibaldi "Piero Camana" operante nel Biellese
- 183ª Brigata Garibaldi "Caralli" poi "Emile Lexert" attiva in Valle d'Aosta
- 183ª Brigata SAP "Carlo Franchi"
- 184ª Brigata SAP attiva a Sesto San Giovanni (MI)
- 185ª Brigata SAP operante a Meda e Seveso (MI)
- 187ª Brigata SAP "Parenti" operante a Genova
- 196ª Brigata SAP operante nel Milanese
- 209ª Brigata Garibaldi attiva in Val Grande (Valli di Lanzo) (TO)
- 212ª Brigata Garibaldi "Maruffi" operante nelle Langhe
- 219ª Brigata SAP "Longhi" attiva nel Ponente Genova
- 285ª Brigata SAP "Montagna" attiva sull'Appennino reggiano
- 288º Raggruppamento Brigate SAP "Ferruccio Ghinaglia" operante nel Cremonese
- 292ª Brigata SAP "Giacomo Buranello" operante a Sampierdarena (Genova)[46], afferente alla Divisione Mingo[47]
- 334ª Brigata SAP "Est" operante nel Ponente Genova
- 395ª Brigata SAP "Gavino" attiva in Val Polcevera (GE)
- 346ª Brigata SAP "Sergio Alpron" operante a Sestri Ponente (GE)
- 368ª Brigata SAP "Masnata" presente in Val Polcevera (GE)
- 413ª Brigata SAP "Mazzarello" attiva a Genova
- 470ª Brigata SAP "Poggi" operante a Sori e sulle alture di Monte Cornua Genova
- 614ª Brigata SAP "Mirolli" attiva nel Levante Genova
- 660ª Brigata SAP "Bruno Vanni" operante a Genova
- 687ª Brigata SAP "Franchi" presente nel Levante Genova
- 742ª Brigata SAP "Pinetti" attiva a Genova
- 746ª Brigata SAP "Sordi" operante a Sestri Ponente (GE)
- 818ª Brigata SAP "Rissotto" operante in Val Polcevera (GE)
- 863ª Brigata SAP "Benucci" presente nel Levante Genova (Comandante Nora)
- 912ª Brigata SAP "Antonio Gramsci" operante nel Ponente Genova
- 927ª Brigata SAP "Antonio Sciolla" attiva nel Levante Genova
- 928ª Brigata "Bruno Falaschi" attiva nel Sanminiatese Pisa[senza fonte]
- Brigata Garibaldi "Spartaco II" attiva nelle Valli di Lanzo (TO)
- Brigata Garibaldi di manovra "Moro" operante nel Canavese (TO)
- Brigata Garibaldi "Ennio Carando" attiva nel Fossanese (CN)
- Brigata Garibaldi "Giovanni Burlando" presente nel Fossanese (CN)
- Brigata Garibaldi "Titala" operante nel Fossanese (CN)
- Brigata Garibaldi "Podestà" operante nell'Alessandrino
- Brigata Garibaldi "Aldo e Romeo" presente nell'Ovadese (AL)
- Brigata Garibaldi "Carlino" operante nell'Acquese (AL)
- Brigata Garibaldi "Fronte della Gioventù-Eugenio Curiel" attiva nella Repubblica della Valsesia e operante nell'Ossola e nel Cusio[36]
- Brigata Risorgimento, a sud-est del Lago Trasimeno
- Brigata Garibaldi "Antonio Gramsci", attiva tra Umbria e Lazio
- Brigata Garibaldi "Bruno Fanciullacci" operante a Firenze
- Brigata Garibaldi "Francesco Innamorati" operante a Perugia
- Brigata Garibaldi "L. Lavacchini" attiva nel Mugello (Firenze)
- Brigata Garibaldi "Giacomo Buranello", Appennino ligure-piemontese
- Brigata Garibaldi "Macchi", Appennino ligure-piemontese, afferente alla Divisione Mingo[47]
- Brigata Garibaldi "Pio", Appennino ligure-piemontese, afferente alla Divisione Mingo[47]
- Brigata Garibaldi "Oliveri", Appennino ligure-piemontese, afferente alla Divisione Mingo[47]
- Brigata Garibaldi "Val Lemme-Capurro" operante nel Novese e Tortonese (AL)
- Brigata Garibaldi volante "Severino" operante in Valbisagno (GE)
- Brigata SAP "Amedeo Lattanzi", Genova levante
- Brigata SAP "Tito Nischio", Genova levante
- Brigata SAP "Piva", Genova ponente
- Brigata SAP "Rizzoglio", Genova ponente
- Brigata Garibaldi "Po-Argo" presente in Liguria
- Brigata Garibaldi "Coduri" operante nel Tigullio (GE)
- Brigata Garibaldi "Virginio Arzani" operante in Val Borbera e Val Curone (AL)
- Brigata Garibaldi "Cento Croci" operante sull'Appennino spezzino[48]
- Brigata Garibaldi "Melchiorre Vanni" attiva nell'alta Val Magra (MS)
- Brigata Garibaldi "Ugo Muccini" presente nel Sarzanese (SP)
- Brigata Garibaldi "Fratelli Fenti" operante nel Cadore (BL)
- Brigata Garibaldi "Fratelli Cairoli" operante nel Vittoriese (TV)
- Brigata Garibaldi "Calvi" operante in Cadore (BL)
- Brigata Garibaldi "Antonio Gramsci" (Feltre) operante nel Feltrino (BL)
- Brigata Garibaldi "Cacciatori delle Alpi" attiva nel Cadore (BL)
- Brigata Garibaldi "Leo De Biasi" operante nell'Agordino (BL)
- Brigata Garibaldi "Beduschi" presente nell'Agordino (BL)
- Brigata Garibaldi "Tollot" operante in Cadore (BL)
- Brigata Garibaldi "Stella - div. Garemi" operante nel Vicentino - Valle Agno
- Brigata Garibaldi "Pino - div. Garemi" attiva nel Vicentino - Altopiano Asiago
- Brigata Garibaldi "Avesani - div. Garemi" presente nel Veronese - Zona Baldo
- Brigata Garibaldi "Goffredo Mameli - div. Garemi" operante nel Vicentino - zona Zugliano/Carrè
- Brigata Garibaldi "La Pasubiana - div. Garemi" operante nel Vicentino - zona Valle Astico-Altopiano Tonezza-Trentino
- Brigata Garibaldi "Martiri della Val Leogra - div. Garemi" attiva sopra Schio (VI)
- Brigata Garibaldi "Martiri di Grancona 2a - div. Garemi" attiva Colli Berici (VI)
- Brigata Garibaldi "Luigi Pierobon - div. Garemi" attiva Valle del Chiampo-valli veronesi (VI-VR)
- Brigata Garibaldi "Cacciatori della pianura" attiva nel Trevigiano
- Brigata Garibaldi "Wladimiro Paoli" operante nel basso Trevigiano
- Brigata Garibaldi "Oreste Licori" attiva nel Veneto
- Brigata Garibaldi "Ciro Menotti" presente in Friuli
- Brigata Garibaldi "Veneziano" (già "Togliatti") presente in Friuli
- Brigata Garibaldi "Anthos" operante in Friuli
- Brigata Garibaldi "Ivo Bortolotti" operante in Friuli
- Brigata Garibaldi "Tagliamento" attiva in Friuli
- Brigata Garibaldi "Gino Modotti" operante in basso Friuli
- Brigata Garibaldi "Zorzini" presente nell'Udinese
- Brigata Garibaldi "Miglioranza" attiva in Friuli
- Brigata Garibaldi "Natisone" (già "Isonzo") dal giugno all'ottobre 1944 (quando dà vita all'omonima Divisione) operante nel Cividalese (UD)
- Brigata Garibaldi "Udine" operante nell'Udinese
- Brigata Garibaldi "Rosso" presente in Friuli
- Brigata Garibaldi "Manin" attiva da marzo 1945 nella zona di Tarcento (UD)
- Brigata Garibaldi "Carnia" operante in Carnia[49]
- Brigata Garibaldi "Val But" operante in Carnia (UD)
- Brigata Garibaldi "Sante Gagliussi" operante in Sinistra Tagliamento (UD)
- Brigata Garibaldi "Nino Bixio" presente in Destra Tagliamento (PN)
- Brigata SAP "Francesco Biancotto" operante a Venezia
- Brigata Garibaldi "Conti" operante a Venezia
- Brigata Garibaldi "Martiri di Mirano" operante nel Veneziano
- Brigata Garibaldi "Furlan" presente nel Veneziano
- Brigata Garibaldi "L. Bavaresco" attiva in Veneto
- Brigata Garibaldi "Ugo Bottacin" operante in Veneto
- Brigata Garibaldi "Carlo Pisacane" operante in Veneto
- Brigata Garibaldi "Veronese"
- Brigata Garibaldi "Ferretto" operante nel Mestrino e nel Padovano
- Brigata Garibaldi "Padova" operante nel Padovano
- Brigata Garibaldi "Franco Sabatucci" attiva nel Padovano
- Brigata Garibaldi "Mazzini" operante nel Vicentino
- Brigata Garibaldi "Ruspo" attiva nel Portogruarese (VE)
- Brigata Garibaldi "Ippolito Nievo" operante nel Portogruarese (VE) e Pordenonese
- Brigata Garibaldi "Ampelio Iberati" attiva nel Portogruarese (VE)
- Brigata Garibaldi "Venezia" operante nel Portogruarese (VE)
- Brigata Garibaldi "Vecchia", afferente alla Divisione Mingo[47]
- Brigata Garibaldi "Gino Bozzi", operante nella zona dell'appennino pistoiese
- Gruppo Brigate Garibaldi "Vittorio Veneto"
Personalità "garibaldine"
[modifica | modifica wikitesto]- Mario Abruzzese
- Giorgio Amendola
- Aldo Aniasi
- Osvaldo Alasonatti
- Walter Audisio
- Ennio Bellini
- Vladimiro Bersani
- Mario Betto
- Arrigo Boldrini
- Nello Boscagli
- Giancarlo Brugnolotti
- Italo Calvino
- Antonio Carini
- Felice Cascione
- Dante Castellucci
- Ercole Chiolerio
- Giotto Ciardi
- Pompeo Colajanni
- Orazio Costorella
- Fernando Di Giulio
- Dante Di Nanni
- Mario Fantini
- Riccardo Fedel
- Sergio Flamigni
- Armido, Licio e Vinicio Fontanot
- Aldo Gastaldi
- Eraldo Gastone
- Giuseppe Gheda
- Adriano Ghione
- Mario Ginocchio
- Antonio Giolitti
- Enzo Giraldo
- Renato Guatelli
- Giorgio Jaksetich
- Davide Lajolo
- Aldo Lampredi
- Giovanni Latilla
- Giovanbattista Lazagna
- Francesco Leone
- Mario Lizzero
- Luigi Longo
- Alfio Marchini
- Erasmo Marrè
- Vincenzo Modica
- Francesco Moranino
- Alfredo Mordini
- Cino Moscatelli
- Attilio Musati
- Germano Nicolini
- Giovanni Padoan
- Gian Carlo Pajetta
- Floriano Papi
- Ugo Pecchioli
- Giovanni Pesce
- Anna Maria Princigalli
- Giannantonio Prinetti Castelletti
- Mario Ricci
- Nino Ricciardi
- Antonio Roasio
- Francesco Scotti
- Pietro Secchia
- Laura Seghettini
- Emilio Sereni
- Gino Simionato
- Luciano Tavilla
- Angelo Luciano Tondelli
- Giuseppe Verginella
- Pietro Vergani
- Angelo Zanti
- Lucillo Ranocchi
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Garibaldi, su anpi.it.
- ^ E.Collotti, R.Sandri, F.Sessi (a cura di), Dizionario della Resistenza, pp. 430-431.
- ^ a b c d e f g E. Collotti, R. Sandri, F. Sessi (a cura di), Dizionario della Resistenza, p. 431.
- ^ R. Battaglia, Storia della Resistenza italiana, pp. 168-170.
- ^ C. Pavone, Una guerra civile, p. 149.
- ^ (EN) Roberto Colozza, The Birth of a Red Nation: Memory of WWII and Patriotic Rethoric in the Communist Propaganda in Italy and France, in Revista Universitaria de Historia Militar (RUHM), vol. 5, n. 10, 22 dicembre 2016, pp. 300-318. URL consultato il 16 ottobre 2023.
- ^ C. Pavone, Una guerra civile, p. 150.
- ^ E. Collotti, R. Sandri, F. Sessi (a cura di), Dizionario della Resistenza, pp. 431-432.
- ^ Biografia di Bisagno sul sito dell'ANPI[collegamento interrotto].
- ^ G. Bocca, Storia dell'Italia partigiana, pp. 27-28, 93, 350, 388, 454.
- ^ Caviglioli 1979.
- ^ G. Bocca, Storia dell'Italia partigiana, p. 494. Questi calcoli (approssimativi) comprendono le forze effettive ed efficienti, escludendo i partigiani dell'"ultima ora", entrati nelle file della Resistenza solo nel momento della vittoria finale e di scarsa utilità nei combattimenti.
- ^ G. Bocca, Storia dell'Italia partigiana, p. 494.
- ^ G. Bianchi in AA.VV., Storia d'Italia, vol. 8: La Resistenza, p. 368.
- ^ G. Bocca, Storia dell'Italia partigiana, pp. 335 e 470.
- ^ S. Peli, La Resistenza in Italia, p. 139.
- ^ a b c E. Collotti, R. Sandri, F. Sessi (a cura di), Dizionario della Resistenza, p. 432.
- ^ P. Ginsborg, Storia d'Italia dal dopoguerra ad oggi, pp. 68-69; l'autore riporta l'opinione di Max Salvadori che definì nei suoi scritti Luigi Longo e Emilio Sereni: "uomini d'acciaio".
- ^ G. Bocca, Storia dell'Italia partigiana, pp. 89-91.
- ^ E. Collotti, R. Sandri, F. Sessi (a cura di), Dizionario della Resistenza, pp. 432-433.
- ^ G. Bocca, Storia dell'Italia partigiana, p. 507.
- ^ P. Ginsborg, Storia d'Italia dal dopoguerra ad oggi, pp. 84-86.
- ^ G. Bocca, Storia dell'Italia partigiana, p. 511.
- ^ G. Bocca, Storia dell'Italia partigiana, pp. 513-520.
- ^ G. Bocca, Storia dell'Italia partigiana, pp. 520-521; R. Battaglia, Storia della Resistenza italiana, pp. 528-529 (carta geografica).
- ^ S. Peli, La Resistenza in Italia, p. 140-142.
- ^ Luciano Giuricin, Istria, teatro di guerra e di contrasti internazionali (Estate 1944-Primavera 1945), in Quaderni del Centro di Ricerche Storiche di Rovigno, vol. XIII, Fiume-Trieste-Rovigno, 2001, pp. 155-246. In particolare, il virgolettato è alle pp. 183-184.
- ^ La Perna, Pola, Istria, Fiume, Mursia, 1993, pp. 250-253.
- ^ a b E. Collotti, R. Sandri, F. Sessi (a cura di), Dizionario della Resistenza, p. 463.
- ^ C. Pavone, Una guerra civile. Saggio storico sulla moralità nella Resistenza, pp. 586-587 e 792-793.
- ^ C. Pavone, Una guerra civile. Saggio storico sulla moralità nella Resistenza, pp. 587 e 793, testimonianza di Valente Tognarini e "Relazione politica" al comando della 52ª Brigata Garibaldi del 13 maggio 1945.
- ^ di autore sconosciuto, da cantilotta.org..
- ^ Elenco Brigate Garibaldi, su INSMLI - Istituto Nazionale per la Storia del Movimento di Liberazione in Italia. URL consultato il 25 febbraio 2021 (archiviato dall'url originale il 2 agosto 2012).
- ^ da biografia di GianFrancesco De marchi[collegamento interrotto]..
- ^ Partigiani e Patrioti, su Toscana Novecento - Istituti per la Storia della Resistenza e dell'età contemporanea. URL consultato il 2 aprile 2022.
- ^ a b c d e f g h i Zona operativa "Valsesia". URL consultato il 29 aprile 2011 (archiviato dall'url originale il 3 febbraio 2014)..
- ^ Oneri e onori: le verità militari e politiche della guerra di liberazione in Italia Roberto Roggero Pagina 558..
- ^ Archivio dell'Istituto per la storia della resistenza e dell'età contemporanea (archiviato dall'url originale il 9 ottobre 2009). Fondo 8ª brigata Garibaldi Romagna.
- ^ biografia da ANPI. Fermo Ognibene medaglia d'oro della Resistenza comandante, prima di Dante Castellucci "Facio", della Brigata Picelli . Brigata a cui si unì Laura Seghettini dopo che il comandante partigiano Dante Castellucci, suo compagno, fu fucilato ingiustamente. Laura, la maestra col fucile da La Repubblica. URL consultato il 28 settembre 2009 (archiviato dall'url originale il 21 aprile 2010)..
- ^ Luigi Paganelli, I cattolici e l'Azione cattolica a Modena durante il fascismo - dal 1926 al 1945, Modena, Mucchi Editore, 2005.
- ^ 45ª Brigata Garibaldi (DOC)[collegamento interrotto]..
- ^ Episodio di SAN GIOVANNI IN BELLAGIO, 09.07.1944 (PDF), su straginazifasciste.it. URL consultato il 27 novembre 2018.
- ^ La 63ª Brigata Bolero, su anpibazzano.wordpress.com, ANPI Bazzano (BO). Sezione 63ª Brigata Bolero. URL consultato il 10 aprile 2010.
- ^ Divisione Flaim, su archivio.casadellaresistenza.it, Casa della Resistenza di Fondotoce. URL consultato il 30 maggio 2022.
- ^ Confronta voce su Giorgio Ravaz, partigiano membro della suddetta brigata.
- ^ Istituto Nazionale per la Storia del Movimento di Liberazione in Italia - Brigata d'assalto Giacomo Buranello, su italia-liberazione.it. URL consultato il 25 febbraio 2021 (archiviato dall'url originale il 3 agosto 2012).
- ^ a b c d e Gabriele Lunati: La divisione Mingo dall'eccidio della Benedicta alla liberazione di Genova, isral, Le Mani, 2003, ISBN 88-8012-224-X.
- ^ Antoni Varese - Ricci Giulivo La brigata garibaldina Cento Croci, 4ª zona operativa ligure. Storia e testimonianze , 1997, Giacché Edizioni.
- ^ La morte di Gracco. Pietro Roiatti comandante della I Brigata Garibaldi Carnia].
Bibliografia
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- Pietro Secchia e Cino Moscatelli, Il Monte Rosa è sceso a Milano, Torino, Einaudi, 1958.
- Giorgio Bocca, Storia dell'Italia partigiana, Milano, Mondadori, 1996
- Luigi Borgomaneri, Due inverni, un'estate e la rossa primavera: le Brigate Garibaldi a Milano e provincia (1943-1945), Milano, Franco Angeli, 1985
- Piero Carmagnola, Vecchi partigiani miei, Milano, Angeli, 2005
- Marisa Diena, Guerriglia e autogoverno: Brigate Garibaldi nel Piemonte occidentale 1943-1945, Parma, Guanda, 1970
- Dizionario della Resistenza, a cura di Enzo Collotti, Renato Sandri, Frediano Sessi, 2 voll., Torino, Einaudi, 2000-2001
- Dizionario della Resistenza, a cura di Enzo Collotti, Renato Sandri, Frediano Sessi, edizione in un volume, Einaudi, 2006
- Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza, 6 voll., Milano, La Pietra, 1968-1989
- Enrico Fogliazza, Deo e i cento cremonesi in Val Susa, Cremona, 1985
- Stefano Gestro, La Divisione italiana partigiana "Garibaldi". Montenegro 1943-1945, Milano, Mursia, 1981
- Giorgio Jaksetich, La brigata "Fratelli Fontanot". Partigiani italiani in Slovenia, Milano, La Pietra, 1982
- Giambattista Lazagna, Ponte Rotto, Paderno Dugnano, Colibrì, 1996
- Luigi Longo, I centri dirigenti del PCI nella Resistenza, Roma, Editori Riuniti, 1973
- Leonardo Maccagni, Macao racconta. Memorie di un patriota, Fiorenzuola d'Arda, 1945
- Mario Lizzero "Andrea". Il suo impegno civile, politico e sociale, Udine, Istituto friulano per la storia del movimento di liberazione, 1995
- Le Brigate Garibaldi nella Resistenza: documenti. [A cura dell'] Istituto nazionale per la storia del movimento di liberazione in Italia/ Istituto Gramsci, 3 voll., Milano, Feltrinelli, 1979
- Guido Nozzoli, Quelli di Bulow. Cronache della 28ª Brigata Garibaldi, Roma, Editori Riuniti, 2005
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Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]- Brigate Giustizia e Libertà
- Brigate Matteotti
- Brigate del popolo
- Brigate Mazzini
- Brigate Fiamme Verdi
- Brigate Osoppo
- Gruppi di Azione Patriottica
- Squadre di azione patriottica
- Guerra civile spagnola
- Comitato di Liberazione Nazionale
- Resistenza Italiana
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- 36ª Brigata Bianconcini, su it.geocities.com (archiviato dall'url originale l'11 agosto 2006).
- "Repubblica (partigiana) Della Valsesia" 10/11 luglio 1944 – 25 aprile 1945, su mav-valsesia.org. URL consultato il 2 maggio 2011 (archiviato dall'url originale il 27 aprile 2013).
Controllo di autorità | VIAF (EN) 264669119 · LCCN (EN) n85355410 · GND (DE) 4449313-7 · J9U (EN, HE) 987007366851205171 |
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