Vai al contenuto

Benita Martini

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Benita Martini (Cuneo, 19 novembre 1925[1]) è una doppiatrice italiana.

Allieva della Scuola di Teatro di Bari, si diplomò nel 1946 con un saggio diretto da Daniele Luisi presso il Teatro Piccinni. Nel 1948 si unì alla neonata compagnia del Piccolo Teatro di Bari.[2] Iniziò a lavorare per il doppiaggio attorno alla metà degli anni '50. Fra i suoi doppiaggi si ricorda in particolare quello della regina nell'edizione del 1972 di Biancaneve e i sette nani e la voce del computer Mother in Alien (1979) Altri due doppiaggi particolarmente significativi sono stati quelli di Irene Papas, la Penelope dello storico sceneggiato televisivo dell'Odissea, e di Louise Fletcher, la cinica infermiera di Qualcuno volò sul nido del cuculo.

Dopo aver lavorato per CID e CDC, negli anni '70 è entrata nella CVD.[3]

Attiva nella prosa radiofonica della Rai tra gli anni sessanta e settanta, ha avuto il suo unico ruolo su schermo nel 1974, nella miniserie televisiva Dedicato a una coppia diretta da Dante Guardamagna.[4]

È vedova dello scrittore e sceneggiatore Renzo Rosso, che ha sposato nel 1960 e da cui ha avuto due figli.[5]

Prosa radiofonica Rai

[modifica | modifica wikitesto]
  1. ^ Elenco provvisorio aventi diritto al voto - R (PDF), su cbtoscanacosta.it, Consorzio di Bonifica 5 Toscana Costa, p. 333. URL consultato il 16 gennaio 2021.
  2. ^ a b c Attraverso il teatro. Cronache dal CUT Bari negli anni dell'innovazione, Bari, Edizioni Dal Sud, 2004, ISBN 8875530939. URL consultato il 16 gennaio 2021. Ospitato su docplayer.it.
  3. ^ Benita Martini, su Il mondo dei doppiatori, AntonioGenna.net. Modifica su Wikidata
  4. ^ Radiocorriere TV, anno 51, n. 2, ERI, 1974, p. 36.
  5. ^ Carla Stampa, Chi è mai il toro che ci terrorizza? Intervista con lo scrittore Renzo Rosso, in Epoca, n. 1555, Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 26 luglio 1980, p. 71.
  6. ^ Ernesto Baldo, Programmi e propositi per l'anno che si inizia, in Radiocorriere TV, anno 45, n. 53, ERI, 28 dicembre 1968, p. 35.
  7. ^ Antonio Lubrano, Decamerone quasi senza veli, in Radiocorriere TV, anno 47, n. 52, ERI, 26 dicembre 1970, p. 30.
  8. ^ Lina Agostini, L'armata Brancaleone d'un gigante ridanciano, in Radiocorriere TV, anno 49, n. 05, ERI, 29 gennaio 1972, p. 94.
  9. ^ Maurizio Giammusso, Le tre facce di Cenerentola, in Corriere della Sera, 2 aprile 1985, p. 31.

Collegamenti esterni

[modifica | modifica wikitesto]
  Portale Biografie: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di biografie