Barrerite
Barrerite | |
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Classificazione Strunz (ed. 10) | 9.GE.15 |
Formula chimica | Na2[Al2Si7O18] · 6H2O[1] |
Proprietà cristallografiche | |
Gruppo cristallino | trimetrico |
Sistema cristallino | ortorombico |
Classe di simmetria | bipiramidale |
Parametri di cella | a = 13,643(2) Å; b = 18,200(3) Å; c = 17,842(3) Å[1], V=4430 ų, Z=8[2] |
Gruppo puntuale | mmm |
Gruppo spaziale | Amma (gruppo non standard) |
Proprietà fisiche | |
Densità | 2,3 g/cm³ |
Densità misurata | 2,13[3] g/cm³ |
Densità calcolata | 2,11[3] g/cm³ |
Durezza (Mohs) | da 3 a 4[4] |
Colore | bianco, rosa[5] |
Lucentezza | vitrea |
Opacità | trasparente, traslucida |
Striscio | bianco[5] |
Diffusione | raro |
Si invita a seguire lo schema di Modello di voce – Minerale |
La barrerite è un raro minerale della classe dei "silicati e germanati". La sua composizione chimica è Na2[Al2Si7O18] · 6H2O e strutturalmente appartiene alla famiglia delle zeoliti in cui compare nell'omonimo gruppo.[1]
Etimologia e storia
[modifica | modifica wikitesto]La barrerite è stata trovata per la prima volta nel 1974 sulle rocce di andesite vicino a San Efisio (Nora) in provincia di Cagliari e descritta da E. Passaglia e D. Pongiluppi, che hanno chiamato il minerale in onore di Richard Maling Barrer (1910-1996), un chimico neozelandese e fondatore della chimica della zeolite.[6]
Classificazione
[modifica | modifica wikitesto]Nell'ormai obsoleta ma ancora comune 8ª classificazione dei minerali secondo Strunz, la barrerite apparteneva al dipartimento dei "tectosilicati" e lì al gruppo delle zeoliti.
Con la revisione della sistematica minerale di Strunz nella 9ª edizione, questa sezione è stata suddivisa in modo più preciso in base al tipo di forma di legatura delle strutture. Di conseguenza, la barrerite è ora nella suddivisione dei "Tettosilicati con H2O zeolitica; famiglia della zeolite" e da l' nella sottoclasse più fine "Catene di tetraedri T10O20" dove si trova insieme al minerale stellerite il quale forma il gruppo 9.GE.15.
Abito cristallino
[modifica | modifica wikitesto]La barrerite cristallizza nel sistema ortorombico nel gruppo spaziale 'Amma (gruppo nº 63, posizione 3) con i parametri del reticolo a = 13,64 Å, b = 18,20 Å e c = 17,84 Å così come otto unità di formula per cella unitaria.[1]
Origine e giacitura
[modifica | modifica wikitesto]Non si sa nulla sulle esatte condizioni di formazione della barrerite. Tuttavia, si trova principalmente sulle pareti di grandi fratture di andesite fortemente alterata e lava riolite o in altre rocce ignee basiche, come il diabase, dove si trova in paragenesi con heulandite.[3]
Oltre che nella località tipo di San Efisio, la barrerite è stata rinvenuta sempre in Italia nei pressi di Capo di Pula in Sardegna. In totale, il minerale è stato rilevato in undici siti alla data del 2010: nella "miniera di Cantungung" vicino a Tungsteno (Territori del Nord-Ovest) e nella "Woodworth Cove" sulla Baia di Fundy in Canada; a Hirado in Giappone; nel comune norvegese di Vefsn, su Kuiu Island (Sitka, in Alaska), nella Contea di Pershing (Nevada) e sulla Cedar Mountain vicino a Mitchell (Contea di Culpeper, Virginia) negli Stati Uniti.[7]
Forma in cui si presenta in natura
[modifica | modifica wikitesto]La barrerite ha la stessa struttura topologica della stilbite e della stellerite. Si presenta principalmente in cristalli piatti e tabulari da trasparenti a traslucidi di dimensioni fino a 5 cm. La barrerite pura è incolore.[8] Tuttavia, a causa di errori di costruzione del reticolo o di mescolanze estranee, di solito appare di colore bianco, bianco-rossastro o rosa.[5]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c d Strunz&Nickel, p. 708.
- ^ (EN) Ermanno Galli, Alberti Alberto, The crystal structure of barrerite (PDF), in Bulletin de la Société Française de Minéralogie et de Cristallographie, vol. 98, 1975, pp. 331-340. URL consultato il 27 maggio 2024.
- ^ a b c (EN) Barrerite (PDF), in Handbook of Mineralogy. URL consultato il 27 maggio 2024.
- ^ (DE) Stefan Weiß, Das große Lapis Mineralienverzeichnis, 5ª ed., Monaco, Christian Weise Verlag, ISBN 3-921656-17-6.
- ^ a b c (EN) Barrerite, su mindat.org. URL consultato il 27 maggio 2024.
- ^ (EN) E. Passaglia e D. Pongiluppi, Barrerite, a new natural zeolite (PDF), in Mineralogical Magazine, vol. 40, giugno 1975, pp. 208-208. URL consultato il 27 maggio 2024.
- ^ (EN) Localities for Barrerite, su mindat.org. URL consultato il 27 maggio 2024.
- ^ (EN) Immagine di barrerite incolore, su mindat.org. URL consultato il 27 maggio 2024.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- (DE) Paul Ramdohr e Karl Hugo Strunz, Klockmanns Lehrbuch der Mineralogie, 16ª ed., Ferdinand Enke Verlag, 1978, p. 794, ISBN 3-432-82986-8.
- (DE) Karl Hugo Strunz e Ernest Henry Nickel, Strunz Mineralogical Tables. Chemical-structural Mineral Classification System, 9ª ed., Stoccarda, E. Schweizerbart’sche Verlagsbuchhandlung (Nägele u. Obermiller), 2001, ISBN 3-510-65188-X.
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sulla barrerite
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Barrerite Mineral Data, su webmineral.com.
- (EN) Barrerite, su mindat.org.