La stagione di guerra 1941-1942 è molto dura per la popolazione etnea, la sera del 14 dicembre Catania e Acireale sono martoriate dagli attacchi aerei per sei ore. Eppure nessuno decide di fermare il teatrino del calcio. In agosto la dirigenza aveva piazzato un colpo ad effetto, richiamando dopo cinque anni l'allenatore ungherese Géza Kertész.
L'organico ruota attorno al centrattacco austriaco Engelbert Koenig, un ventenne dal volto serio che ha già assaggiato la Serie A con la Fiorentina, in avanti gioca con Caposciutti, Schillani e Miglioli, il reparto delle mezze ali perde Di Bella, ceduto alla Juventina Palermo. Davanti al trio difensivo formato dal portiere Costanzo e dai terzini Nebbia e Stivanello, agiscono i mediani Tesi, Nelli e Bettini. Girone di andata chiuso in testa, poi cedimento nel finale di campionato. Unica consolazione stagionale il titolo di capocannoniere con 18 reti di Koenig atteso in Serie A da una brillante carriera con Lazio, Sampdoria e Genoa. L'allenatore Kertész si sta per accomodare sulla panca della Roma in Serie A, ma prima di rientrare da Budapest, muore da eroe, trucidato dalle SS per aver sottratto un ragazzo ebreo alla folle caccia nazista, fornendogli un rifugio. Nella stagione 1941-1942 il Catania si classifica al sesto posto con 29 punti, nel torneo vinto dalla Juventina Palermo con 38 punti.
Antonio Buemi, Carlo Fontanelli, Roberto Quartarone, Alessandro Russo e Filippo Solarino, Tutto il Catania minuto per minuto, Empoli (FI), Geo Edizioni S.r.l., 2010, pp. 93-96.