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Anidride perclorica

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Anidride perclorica
Formula di struttura
Formula di struttura
Modello 3D della molecola
Modello 3D della molecola
Nome IUPAC
eptossido di dicloro
Nomi alternativi
anidride perclorica, ossido di cloro(VII)
Caratteristiche generali
Formula bruta o molecolareCl2O7
Massa molecolare (u)182,901
Aspettoliquido incolore
Numero CAS12015-53-1
PubChem123372
SMILES
O=Cl(=O)(=O)OCl(=O)(=O)=O
Proprietà chimico-fisiche
Densità (g/cm3, in c.s.)1,9 g/cm3
Solubilità in acquasi idrolizza ad acido perclorico
Temperatura di fusione−91,57 °C (−132,83 °F; 181,58 K)
Temperatura di ebollizione82 °C (180 °F; 355 K)
Indicazioni di sicurezza
Simboli di rischio chimico
Esplosivo Comburente

L'anidride perclorica,[1] nome sistematico eptossido di dicloro o anche ossido di cloro(VII), è il composto binario del cloro eptavalente con l'ossigeno, avente formula molecolare Cl2O7 e formula semistrutturale O3Cl(μ-O)ClO3.[2]

Questo ossido, dove l'atomo di cloro raggiunge il suo massimo stato di ossidazione di +7, è il più stabile degli ossidi di cloro ed è l'anidride dell'acido perclorico:[3] la sua reazione di idratazione, sebbene non sia molto rapida, riforma l'acido stesso.[4]

Può essere ottenuta per cauta distillazione dell'acido perclorico in presenza di adatti agenti disidratanti.[5] A temperatura ambiente si presenta come un liquido incolore, denso (d = 1,9 g/mL) e di consistenza oleosa, piuttosto volatile, molto sensibile agli urti e prono ad esplodere per riscaldamento.[5]

Proprietà e struttura molecolare

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Cl2O7 è un composto endotermico (ΔHƒ° = +272 kJ/mol)[6] e anche endoergonicoGƒ° > 0), il che vuol dire che è intrinsecamente instabile, per cui la sua reazione di decomposizione a dare cloro e ossigeno è decisamente favorita:[7]

La molecola consiste di due frammenti (O=)3Cl– (gruppo perclorile[8][9]) legati da un atomo di ossigeno a ponte (–O–). L'atomo di cloro centrale in ciascun frammento è circondato da quattro atomi O ai vertici di un tetraedro distorto. Da indagini di diffrazione elettronica in fase gassosa è stato possibile ricavare lunghezze ed angoli di legame per la molecola Cl2O7:[10] la lunghezza del legame Cl-O a ponte è di 170,9 pm, quella di Cl=O è di 140,5 pm e l'angolo sull'atomo di ossigeno a ponte (Cl-O-Cl) è di 118,6°. La simmetria della molecola risulta essere C2.[11]

Confrontando con la molecola dell'anidride ipoclorosa Cl2O, il legame singolo Cl−O in questa molecola è quasi uguale, appena più lungo (170,9 pm ≈ 169,6 pm); l'angolo sull'ossigeno a ponte (Cl-O-Cl) è qui notevolmente più ampio (118,6° >> 110,88°).[12] Nell'anidride permanganica, molecola isoelettronica di valenza, l'angolo su O a ponte è ampio e anche un po' maggiore, 120,7°.[13]

Confrontando con la molecola dell'acido perclorico, il legame doppio Cl=O in questa molecola è praticamente uguale (140,5 pm ≈ 140,8 pm),[14] ed anche nel fluoruro di perclorile, F−ClO3, il legame Cl=O è simile (140,0 pm).[15]

Data la differenza di elettronegatività tra O e Cl, i legami in questa molecola sono covalenti polari e anche la molecola nel suo complesso è polare: il suo momento di dipolo è pari a 0,72 D.[16]

La produzione di questo composto è molto rischiosa a causa della sua forte tendenza ad esplodere.[17]

Si procede distillando cautamente a pressione ridotta (1 mmHg) e a bassa temperatura (-35 °C) l'acido perclorico in presenza di anidride fosforica,[5] avidissima di acqua,[18] che funge da agente disidratante:[17]

L'anidride perclorica può anche essere ottenuta per ossidazione del cloro tramite illuminazione con luce blu di miscele di cloro e ozono.[19] La preparazione dell'anidride perclorica in aria o comunque in atmosfera non anidra, dato l'assorbimento di umidità a causa della sua igroscopicità, porta in realtà alla sua contaminazione con acido perclorico.

Oltre alla reazione con l'acqua per dare l'acido perclorico, l'anidride perclorica reagisce in maniera analoga con gli alcoli (ROH) per dare gli esteri dell'acido perclorico, i perclorati di alchile RClO4:[20]

2 R−OH + Cl2O7   →   2 R−O−ClO3 + H2O

Reagisce in maniera simile con ammine, primarie e secondarie, in soluzione di tetracloruro di carbonio, per dare le ammidi corrispondenti dell'acido perclorico:[21]

2 RNH2 + Cl2O7   →   2 RNH−ClO3 + H2O

2 R2NH + Cl2O7   →   2 R2NH−ClO3 + H2O

Reagisce inoltre anche con gli alcheni per dare perclorati alchilici.[22]

Sebbene sia l'ossido di cloro più stabile, Cl2O7 è un forte ossidante e un esplosivo che può essere innescato con fiamme o shock meccanici, o per contatto con lo iodio. Tuttavia, è meno fortemente ossidante degli altri ossidi di cloro e a freddo non attacca zolfo, fosforo o carta. Ha gli stessi effetti sul corpo umano del cloro elementare e richiede le stesse precauzioni.[23]

  1. ^ (DE) Erwin Riedel e Christoph Janiak, Anorganische Chemie, 10ª ed., De Gruyter, 2022, p. 454, ISBN 978-3-11-069604-2.
  2. ^ F. Albert Cotton, Geoffrey Wilkinson, Carlos A. Murillo e Manfred Bochmann, Advanced Inorganic Chemistry, 6ª ed., Wiley Interscience, 1999, p. 562, ISBN 0-471-19957-5.
  3. ^ Michael Binnewies, Maik Finze e Manfred Jäckel, Allgemeine und Anorganische Chemie, 3. Aufl. 2016, Springer Berlin Heidelberg, 2016, ISBN 978-3-662-45066-6.
  4. ^ Ralf Steudel, Chemie der Nichtmetalle von Struktur und Bindung zur Anwendung, 3., vollst. neu bearb. Aufl, 2008, ISBN 978-3-11-019448-7, OCLC 605305660. URL consultato il 18 febbraio 2023.
  5. ^ a b c N. N. Greenwood e A. Earnshaw, Chemistry of the Elements, 2ª ed., Butterworth - Heinemann, 1997, p. 850, ISBN 0-7506-3365-4.
  6. ^ N. N. Geenwood e A. Earnshaw, Chemistry of the Elements, 2ª ed., Butterworth - Heinemann, 1997, p. 845, ISBN 0-7506-3365-4.
  7. ^ Jan M. L Martin, Heats of formation of perchloric acid, HClO4, and perchloric anhydride, Cl2O7. Probing the limits of W1 and W2 theory, in Journal of Molecular Structure: THEOCHEM, Modelling Structure and Reactivity: the 7th triennial conference of the World Association of Theoritical and Computational Chemists (WATOC 2005), vol. 771, n. 1, 12 ottobre 2006, pp. 19-26, DOI:10.1016/j.theochem.2006.03.035, ISSN 0166-1280 (WC · ACNP), arXiv:physics/0508076.
  8. ^ perchloryl group (CHEBI:29877), su ebi.ac.uk. URL consultato il 25 febbraio 2025.
  9. ^ Nomenclatura chimica - Enciclopedia, su Treccani. URL consultato il 25 febbraio 2025.
  10. ^ (EN) B. Beagley, Electron diffraction study of gaseous chlorine heptoxide, in Transactions of the Faraday Society, vol. 61, n. 0, 1º gennaio 1965, pp. 1821-1830, DOI:10.1039/TF9656101821. URL consultato il 25 febbraio 2025.
  11. ^ Arnold F. Holleman e Egon Wiberg, Inorganic chemistry, traduzione di Mary Eagleson e William Brewer, San Diego, Academic Press, 2001, p. 464, ISBN 0-12-352651-5.
  12. ^ Masaaki Sugie, Muneo Ayabe e Harutoshi Takeo, Microwave spectra of dichlorine monoxide in its excited vibrational states, in Journal of Molecular Structure, vol. 352-353, 20 giugno 1995, pp. 259-265, DOI:10.1016/0022-2860(95)08831-F. URL consultato il 25 febbraio 2025.
  13. ^ Arndt Simon, Richard Dronskowski e Bernt Krebs, The Crystal Structure of Mn2O7, in Angewandte Chemie International Edition in English, vol. 26, n. 2, 1987, pp. 139-140, DOI:10.1002/anie.198701391. URL consultato il 25 febbraio 2025.
  14. ^ N. N. Greenwood e A. Earnshaw, Chemistry of the Elements, 2ª ed., Butterworth-Heinemann, 1997, p. 866, ISBN 0-7506-3365-4.
  15. ^ K. Burczyk, H. Bürger e M. Le Guennec, High-resolution FTIR and millimeter-wave study of FClO3: Ground state rotational constants including A0, structure, and the ν2, ν3, ν5, and ν6 excited states, in Journal of Molecular Spectroscopy, vol. 148, n. 1, 1º luglio 1991, pp. 65-79, DOI:10.1016/0022-2852(91)90035-9. URL consultato il 25 febbraio 2025.
  16. ^ CALCULLA - Dipole moment of substances table, su calculla.com. URL consultato il 18 febbraio 2023.
  17. ^ a b (EN) Arnold F. Holleman e Egon Wiberg, Inorganic chemistry, Translated by Mary Eagleson, William Brewer, San Diego, Academic Press, 2001, p. 464, ISBN 0-12-352651-5.
  18. ^ N. N. Geenwood e A. Earnshaw, Chemistry of the Elements, 2ª ed., Butterworth - Heinemann, 1997, p. 505, ISBN 0-7506-3365-4.
  19. ^ A. C. Byrns e G. K. Rollefson, The Formation of Chlorine Heptoxide on Illumination of Mixtures of Chlorine and Ozone, in Journal of the American Chemical Society, vol. 56, n. 5, 1934, pp. 1250-1251, DOI:10.1021/ja01320a506.
  20. ^ Kurt Baum e Charles D. Beard, Reactions of dichlorine heptoxide with alcohols, in Journal of the American Chemical Society, vol. 96, n. 10, 1º maggio 1974, pp. 3233-3237, DOI:10.1021/ja00817a033. URL consultato il 25 febbraio 2025.
  21. ^ Charles D. Beard e Kurt Baum, Reactions of dichlorine heptoxide with amines, in Journal of the American Chemical Society, vol. 96, n. 10, 1º maggio 1974, pp. 3237-3239, DOI:10.1021/ja00817a034. URL consultato il 25 febbraio 2025.
  22. ^ Kurt Baum, Reactions of dichlorine heptoxide with olefins, in The Journal of Organic Chemistry, vol. 41, n. 9, 1º aprile 1976, pp. 1663-1665, DOI:10.1021/jo00871a048. URL consultato il 25 febbraio 2025.
  23. ^ Jeanne Mager Stellman (a cura di), Halogens and their compounds, in Encyclopaedia of occupational health and safety, 4th, International Labour Organization, 1998, p. 104.210, ISBN 92-2-109817-6.

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