Anemia emolitica

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Anemia emolitica
Specialitàematologia
Classificazione e risorse esterne (EN)
ICD-9-CM282, 283 e 773
OMIM266120 e 612631
MeSHD000743
MedlinePlus000571
eMedicine201066

L'anemia emolitica è una malattia dovuta ad una elevata e precoce distruzione degli eritrociti (emolisi) che non viene compensata dal midollo osseo.[1] In base al grado di compensazione da parte del midollo si hanno anemie emolitiche non compensate e anemie emolitiche compensate.

Epidemiologia

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La sferocitosi ereditaria è la causa più comune di emolisi cronica ereditaria nel Nord America, con una prevalenza di 1/5.000, tuttavia alcuni studi indicano l'esistenza di forme molto lievi o subcliniche, che suggeriscono una prevalenza a 1/2.000 nell'Europa settentrionale.[2]

L'ellissocitosi ereditaria è distribuita ubiquitariamente, con una prevalenza di 1/1.000-1/4.000, sebbene possa essere sottostimata in quanto alcuni pazienti sono asintomatici. La prevalenza può essere addirittura di 1/50 nella aree in cui è endemica la malaria, come l'Africa occidentale e centrale.[3]

Si calcola che circa 100 milioni di persone nel mondo siano portatori di almeno un gene per la carenza di G6PD. Vi sono delle aree geografiche che presentano un’incidenza particolarmente elevata: Africa centro-settentrionale, bacino del Mediterraneo, Cina e India. Nell’Italia continentale l’incidenza media è dello 0,4%, in Sicilia è dell’l% mentre in Sardegna raggiunge il valore medio di 14,3%.[4]

L'anemia emolitica da deficit di piruvato chinasi negli eritrociti ha una prevalenza nella popolazione generale di razza caucasica stimata in 1/20.000.[5]

L'alfa talassemia è altamente prevalente in tutte le regioni tropicali e subtropicali (circa 1/10.000), in particolare nella cintura equatoriale dell'Africa. Le forme intermedie e gravi sono molto rare nel Nord dell'America e dell'Europa (circa 1/1.000.000) e si osservano per lo più nelle popolazioni che migrano dal Sud-est asiatico o dai paesi mediterranei.[6]

L'incidenza alla nascita della forma grave di beta talassemia è stimata in 100.000/anno. La malattia è stata inizialmente descritta nel bacino mediterraneo, ma le forme gravi sono presenti nell'Asia centrale e Sud-orientale, in India e in Cina.[7]

Si stima che le anemie emolitiche autoimmuni abbiano un'incidenza annuale di 1/35.000-1780.000 nel Nord America e nell'Europa occidentale.[8]

Le cause della malattia si distinguono in due gruppi principali:[1]

  • difetti intraglobulari
  • cause extraglobulari

Un caso particolare di anemia emolitica è l'emoglobinuria parossistica notturna (EPN) legata alla sensibilità dei globuli rossi al sistema del complemento.[9]

Difetti intraglobulari

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Sono legati alla struttura del globulo rosso dovute a malattie ereditarie. Rientrano in questa categoria:[1]

Cause extraglobulari

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Sono di tipo acquisito e legate a cause:[1]

L'anemia emolitica può influenzare diversi sistemi poiché i prodotti derivanti dalla distruzione dei globuli rossi causano reazioni a catena con effetti multiorgano.[10]

L'anemia falciforme diminuisce la quantità di ossigeno trasportata dal sangue con conseguente ipossia tissutale.[11] Esiste inoltre il rischio di ischemie e trombosi legate alla circolazione di emoglobina libera e ferro.[10] La tromboembolia è la causa principale di morte in pazienti affetti da EPN. La talassemia e l'anemia falciforme sono collegate a casi di trombosi.[12]

L'eccesso di emoglobina libera e ferro nel sangue sono anche alla base di problemi renali[13], epatici e neurologici.[14] I pazienti affetti da sferocitosi possono sviluppare la colelitiasi.[15]

Anatomia patologica

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La forma dei globuli rossi è cruciale nella diagnosi delle anemia emolitiche intraglobulari. Danni ossidativi possono inoltre dare origine a tipi specifici di globuli rossi andando così a supportare la diagnosi attraverso lo studio del striscio.[16]

Segni e sintomi

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Uno dei segni caratteristici è l'aumento dei valori della bilirubina, specialmente indiretta, con conseguente colorazione subitterica o itterica della sclera e della cute e del colorito scuro delle urine. I sintomi dipendono dalla capacità del midollo di compensare l'emolisi. I più comuni sono:[1]

Esami di laboratorio e strumentali

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Il paziente viene sottoposto a diversi esami del sangue, tra cui:[1][17]

Ovvero si esegue uno studio dello striscio di sangue venoso periferico e un esame dello striscio di sangue ottenuto per mezzo dell’aspirato midollare.[1]

In base alla severità della malattia, potranno essere necessari interventi immediati a seconda del tipo di anemia (es. trasfusione, plasmaferesi, diuresi).[10]

Nei pazienti affetti da anemia falciforme il trattamento include trasfusioni, N-idrossiurea, stimolanti dell'eritropoiesi e trapianto di midollo.[11]

I pazienti con carenza si G6DP devono evitare l'assunzione di farmaci e alimenti che peggiorano il processo ossidativo.[12]

Splenectomia, steroidi, anticorpi monoclonali o immunosoppressori sono stati usati nel trattamento tardivo di alcune forme di anemie emolitiche autoimmuni, sferocitosi e anemia falciforme.[18][19]

La prognosi viaria in base alla causa della malattia, quanto rapidamente questa sia diagnosticate e il tipo di trattamento.[11]

Non esistono azioni preventive per questa malattia.[1]

  1. ^ a b c d e f g h Fondazione Policlinico Universitario Campus Bio-Medico, Anemia emolitica, su policlinicocampusbiomedico.it. URL consultato l'8 giugno 2024.
  2. ^ Orphanet: Sferocitosi ereditaria, su www.orpha.net. URL consultato l'8 giugno 2024.
  3. ^ Orphanet: Ellissocitosi ereditaria, su www.orpha.net. URL consultato l'8 giugno 2024.
  4. ^ Deficit di G6PD- Favismo, su AIEOP. URL consultato l'8 giugno 2024.
  5. ^ Orphanet: Anemia emolitica da deficit di piruvato chinasi negli eritrociti, su www.orpha.net. URL consultato l'8 giugno 2024.
  6. ^ Orphanet: Alfa talassemia, su www.orpha.net. URL consultato l'8 giugno 2024.
  7. ^ Orphanet: Beta talassemia, su www.orpha.net. URL consultato l'8 giugno 2024.
  8. ^ Orphanet: Anemia emolitica autoimmune, su www.orpha.net. URL consultato l'8 giugno 2024.
  9. ^ (EN) Anemie Emolitiche: informati sulla malattia, su AIL. URL consultato l'8 giugno 2024.
  10. ^ a b c Caitlin Baldwin, Jyotsna Pandey e Olubunmi Olarewaju, Hemolytic Anemia, StatPearls Publishing, 2024. URL consultato l'8 giugno 2024.
  11. ^ a b c Kenneth I. Ataga, Victor R. Gordeuk e Irene Agodoa, Low hemoglobin increases risk for cerebrovascular disease, kidney disease, pulmonary vasculopathy, and mortality in sickle cell disease: A systematic literature review and meta-analysis, in PLOS ONE, vol. 15, n. 4, 3 aprile 2020, pp. e0229959, DOI:10.1371/journal.pone.0229959. URL consultato l'8 giugno 2024.
  12. ^ a b Camilla L'Acqua e Eldad Hod, New perspectives on the thrombotic complications of haemolysis, in British Journal of Haematology, vol. 168, n. 2, 13 ottobre 2014, pp. 175–185, DOI:10.1111/bjh.13183. URL consultato l'8 giugno 2024.
  13. ^ Qi Qian, Karl A. Nath e Yiming Wu, Hemolysis and Acute Kidney Failure, in American Journal of Kidney Diseases, vol. 56, n. 4, 2010-10, pp. 780–784, DOI:10.1053/j.ajkd.2010.03.025. URL consultato l'8 giugno 2024.
  14. ^ J. M. Walshe, The acute haemolytic syndrome in Wilson's disease--a review of 22 patients, in QJM, vol. 106, n. 11, 9 luglio 2013, pp. 1003–1008, DOI:10.1093/qjmed/hct137. URL consultato l'8 giugno 2024.
  15. ^ J. Narla e N. Mohandas, Red cell membrane disorders, in International Journal of Laboratory Hematology, vol. 39, S1, 26 aprile 2017, pp. 47–52, DOI:10.1111/ijlh.12657. URL consultato l'8 giugno 2024.
  16. ^ Barbara J. Bain, Diagnosis from the Blood Smear, in New England Journal of Medicine, vol. 353, n. 5, 4 agosto 2005, pp. 498–507, DOI:10.1056/nejmra043442. URL consultato l'8 giugno 2024.
  17. ^ Anemia emolitica autoimmune, su AIEOP. URL consultato l'8 giugno 2024.
  18. ^ Eugene Stransky, A Peculiar Familial Hemolytic Anemia in the Tropics. Its Differential Diagnosis from Thalassemia (Mediterranean Anemia), in Acta Haematologica, vol. 6, n. 4, 1951, pp. 193–207, DOI:10.1159/000203921. URL consultato l'8 giugno 2024.
  19. ^ Ulrich Jäger, Wilma Barcellini e Catherine M. Broome, Diagnosis and treatment of autoimmune hemolytic anemia in adults: Recommendations from the First International Consensus Meeting, in Blood Reviews, vol. 41, 2020-05, pp. 100648, DOI:10.1016/j.blre.2019.100648. URL consultato l'8 giugno 2024.

Voci correlate

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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