Alinda (Caria)
Alinda Ἄλινδα | |
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Agorà di Alinda | |
Localizzazione | |
Stato | Turchia |
Provincia | Aydın |
Mappa di localizzazione | |
Alinda (in greco antico: Ἄλινδα?) era una città e sede vescovile dell'entroterra nell'antica Caria, in Asia Minore (Anatolia). Gli studiosi moderni identificano Alinda con la fondazione ellenistica di Alessandria ad Latmum (Ἀλεξάνδρεια πρὸς τῷ Λάτμῳ) descritta da Stefano di Bisanzio.[1][2][3]
Localizzazione e resti
[modifica | modifica wikitesto]Si trova vicino a Demircideresi, su una collina che domina l'odierna città di Karpuzlu, nella provincia di Aydın, nella Turchia occidentale e si affaccia su una fertile pianura.
Le rovine non restaurate ma molto ben conservate sono molto visitate, soprattutto all'interno del circuito dei tour organizzati (chiamati localmente "safari") con partenza o dal centro turistico internazionale di Bodrum o da Milas e raggiungendo Karpuzlu attraverso una strada di montagna da sud.
Nel 2018, quattro chilometri dell'antica strada in pietra, che collega le antiche città di Alinda e Latmus, sono stati distrutti dagli abitanti del villaggio per far posto ai loro uliveti.[4]
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Alinda è stata forse una città importante sin dal secondo millennio a.C. ed è stata associata ai Ialanti che compaiono nelle fonti ittite[5]. Era un membro della Lega di Delo.[6]
In questa fortezza è stata tenuta in esilio la regina di Caria Ada. Qui si arrese ad Alessandro Magno qui nel 334 aC. Quando Alessandro conquistò la Caria, concesse ad Ada di essere il governatore dell'intera regione.[7]
La città fu probabilmente ribattezzata "Alessandria dal Latmos" (in greco: Αλεξάνδρεια στη Λάτμο) poco dopo, e fu registrata come tale da Stefano di Bisanzio, sebbene le fonti non siano d'accordo sulla posizione esatta dell'insediamento con quel nome. Il nome precedente di Alinda fu restaurato al più tardi entro l'81 aC. Appare come "Alinda" nella Geographia di Tolomeo (Libro V, cap. 2) del II secolo d.C.
Alinda rimase un'importante città commerciale, coniando le proprie monete dal III secolo aC al III secolo dC[8] Stefano registra che la città aveva un tempio di Apollo contenente una statua di Afrodite di Prassitele.
Alinda ha una necropoli ed è stata parzialmente scavata. Alinda aveva anche un importante sistema idrico che includeva un acquedotto romano, un mercato quasi intatto, un anfiteatro romano di 5000 posti in condizioni relativamente buone e resti di numerosi templi e sarcofagi.[9]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Stefano di Bisanzio, Ἀλεξάνδρειαι, in Ethnica.
- ^ Richard Talbert, Barrington Atlas of the Greek and Roman World, Princeton University Press, 2000, p. 61.
- ^ Università di Lund, Digital Atlas of the Roman Empire.
- ^ Ancient road destroyed to make way for villagers’ olive groves in Aydın, in Hürriyet, 21 Febbraio 2018.
- ^ (EN) John Garstang, The Hittite Empire, Londra, 1929, p. 179.
- ^ Athenian Tribute Lists, su topostext.org.
- ^ Flavii Arriani Anabasis Alexandri. Arrian.
- ^ Cobb Institute of Archaeology (a cura di), Museum object: Coin, su cobb.msstate.edu. URL consultato il 26 novembre 2020 (archiviato dall'url originale il 1º settembre 2006).
- ^ Fikret Yegül, Roman Building Technology and Architecture: Water supply systems: Cisterns, reservoirs, aqueducts, University of California. URL consultato il 26 novembre 2020 (archiviato dall'url originale il 20 novembre 2005).
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Alinda
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Alinda, su sapere.it, De Agostini.
- ALINDA, in Enciclopedia dell'Arte Antica, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1958.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 185145542727696642495 |
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