Vai al contenuto

Alberto de' Zancari

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Alberto de' Zancari, detto anche Alberto da Bologna, o Bertuccio (in latino Albertus de Zanchariis o de Zancariis o de Zancaris; Bologna, ... – Bologna, ...; fl. XIV secolo), è stato un anatomista italiano.

Nacque tra 1278 e 1280,[1][2] da Galvano de' Zancari e da Beatrice di Jacopo Faffi; anche il nonno paterno Alberto ed il fratello Enoch erano medici.[3]

È citato negli atti del Tribunale di Bologna in relazione a 4 suoi studenti (tra cui Jacopo da Piacenza) accusati nel 1319 di aver riesumato un cadavere per la ricerca medica:[2] le deposizioni dei testimoni mostrano che le dissezioni anatomiche venivano praticate a Bologna già pochi anni dopo la pubblicazione dell'Anothomia di Mondino de' Liuzzi.[4] Del processo non ci è giunta la sentenza, probabilmente senza condanne.[3]

A volte viene considerato allievo di Mondino de' Liuzzi,[1] confuso con Niccolò Bertuccio a causa del diminutivo Bertuccius, ma più probabilmente fu allievo di Antonio Pelacani.[3] Secondo alcune fonti si laureò in Medicina nel 1326, secondo altre prima del 1310 in quanto viene definito doctor nel contratto di nozze con Egidia di Fabiano Malpigli;[3][5] praticò la medicina a Ravenna e Bologna e fu rinomato lettore di Medicina presso l'Università di Bologna fino al 1347.[6]

Nel 1326 fu testimone del testamento di Mondino de' Liuzzi, con il collega Bertuccio.[7]

Gli scritti di Zancari si trovano in diverse versioni manoscritte, conservate anche nella Biblioteca Vaticana,[6] e comprendono commenti su Galeno ed il Consilium ad Calcolum, che tratta della calcolosi renale: le sue regole terapeutiche sono riassunte in 74 righe e riguardano sia i calcoli acuti che quelli quiescenti nonché la loro prevenzione. Le cure prescritte non differiscono da quelle di uso generale all'epoca, né vengono introdotti nuovi concetti.[2] Il più celebre testo è il Libellus de cautelis medicorum habendis, tra i primi trattati sulla deontologia medica.[3][1]

Zancari possedeva almeno tre case: una sita nella cappella di San Donato, una nella cappella di San Martino dei Caccianemici Piccoli, una nella cappella di Santa Tecla di Porta Nova; possedeva inoltre due appezzamenti di terra a Quarto Inferiore ed uno nella guardia civitatis oltre le mura di Sant'Isaia.[3]

Dal testamento, redatto il 15 agosto 1348 in piena epidemia di peste nera, si evincono i nomi dei quattro figli Francesco, Fabiano, Ipolineo e Galvano e delle quattro figlie Zanna, Beatrice, Bartolomea e Margherita;[8] Zancari chiese di essere sepolto presso la basilica di San Domenico a Bologna.[3] Non è nota la data precisa della morte, avvenuta comunque tra il 16 agosto 1348 e il 1349.[3]

Nella cultura popolare

[modifica | modifica wikitesto]

Nella novella 10 della I giornata del Decameron di Boccaccio, il personaggio di Alberto da Bologna probabilmente è ispirato a Zancari, che infatti era sposato con una donna di nome Margherita; Boccaccio lo descrive come "un grandissimo medico e di chiara fama quasi a tutto 'l mondo", all'epoca dei fatti vecchio di circa settant'anni "e forse ancora vive".[9]

  1. ^ a b c Alberto de' Zancari, in Treccani.it – Enciclopedie on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
  2. ^ a b c (EN) Raffaele A. Bernabeo, The Consilium ad Calcolum of Alberto de’Zancari, in American Journal of Nephrology, vol. 14, n. 4-6, 1994, pp. 313–316, DOI:10.1159/000168740. URL consultato il 2 dicembre 2021.
  3. ^ a b c d e f g h ZANCARI, Alberto, in Dizionario biografico degli italiani, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
  4. ^ Mazzoni Toselli.
  5. ^ Frati, p. 335.
  6. ^ a b Medici, Michele., Compendio storico della scuola anatomica di Bologna dal rinascimento delle scienze e delle lettere a tutto il secolo XVIII con un paragone fra la sua antichità e quella delle scuole di Salerno e di Padova scritto, Volpe e Sassi, 1857, OCLC 315258478. URL consultato il 2 dicembre 2021.
  7. ^ LIUZZI, Mondino de', in Dizionario biografico degli italiani, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
  8. ^ Archivio di Stato di Bologna, Demaniale, S. Salvatore, b. 136, 2583, n. 4
  9. ^ Frati, pp. 331 e segg.
  • L. Frati, Alberto de’ Zancari, in Rivista di storia critica delle scienze, V, 1914, pp. 329-338.
  • O. Mazzoni Toselli, Racconti storici estratti dall’archivio criminale di Bologna ad illustrazione della storia patria, Bologna, 1870, pp. 112-127.

Collegamenti esterni

[modifica | modifica wikitesto]