Benvenuto piccolo Elvis

A occhio e croce, giorno più, giorno meno, è nato intorno al 20 luglio. La data precisa non si conosce, perché quando lo abbiamo trovato, insieme alle sue due sorelline, era uno scarabocchio piccolissimo, con le orecchie tonde, che non stavano su, aveva la lingua a cucchiaio, tipica dei gattini che si nutrono succhiando ancora il latte dalle tettine della mamma e gli occhi erano di un blu intenso. Sembrava una polpetta con le zampe.

 

Era la sera del cinque di agosto, l’indomani mattina presto saremmo partiti per le vacanze, e così, abbiamo pensato di contattare immediatamente una volontaria della LNDC (persona straordinaria). Subito dopo aver visto il video dei gattini, si è resa conto che erano piccolissimi e che necessitavano di aiuto. È corsa immediatamente per metterli al sicuro. Se non li avessimo soccorsi, con molta probabilità, non sarebbero arrivati all’indomani, perché la loro mamma sembrava svanita nel nulla. Erano ore, ormai, che non tornava e i piccoli miagolavano come dei disperati, per la fame.

 

Per un periodo sono stati nutriti con il biberon, poi, pian piano, hanno iniziato a mangiare dalla ciotola, tuffandosi letteralmente nella pappa, come se fosse una piscina. Inutile star qui a raccontare come si conciavano, tant’è che la testa di Elvis era diventato completamente glabro e il suo musetto aveva un aspetto simile a una strana fusione tra una scimmietta, un topolino e un Gremlins.

Non appena è diventato un po’ più indipendente, lo abbiamo adottato (le sue sorelline stanno bene e si spera che presto possano trovare casa anche loro). Quando è arrivato qui a casa, fin dal primo momento, si è sentito completamente a suo agio, come se ci vivesse da sempre. Non si è mai nascosto. Anche ora non mostra alcuna paura e socializza tranquillamente con gli umani. È una piccola palla di pelo sicura di sé.

 

In principio, Mirtlla era curiosissima, sembrava tranquilla… Dopo qualche ora, però, ha cambiato atteggiamento. Lo inseguiva, soffiava e ringhiava, pur mantenendo sempre un atteggiamento curioso. Lui, invece, non reagiva, anzi, le andava incontro, sempre serafico e sprezzante del pericolo. Desideroso di giocare con lei.

 

Per qualche giorno, quando non eravamo in casa, li abbiamo tenuti separati, anche durante la notte. Li facevamo incontrare solo quando eravamo presenti noi, così da tenere sempre tutto sotto controllo. Il quarto giorno, mentre Dio creava il sole, tra questi due, all’improvviso, è scoppiato l’amore. Sono diventati inseparabili. Culo e camicia. Giocano senza posa e Mirtilla si è rivelata una sorella maggiore straordinaria, attenta e accudente.

 

In tutto questo c’è da dire che Bia ha accolto Elvis fin dal primo momento con la sua solita dolcezza, così come aveva già fatto con Mirtilla e così come Mirtillo, quasi un anno fa, aveva fatto con lei.

 

Insieme sono tanto carini e non posso fare a meno di chiedermi cosa penserebbe il mio Mirtillo di tutto questo, anche se ormai ho maturato la convinzione che ci sia il suo zampino un po’ ovunque, che sia il regista di tutto e che ne faccia parte, perché rivedo un po’ di lui in ciascuno dei tre.

 

Il nome Elvis non è stato scelto in modo casuale. È un altro doppio nodo che lega tutto a Mirtillo, quasi a voler chiudere il cerchio. E in questo caso c’entra quella era la sua canzone: Can’t Help Falling in Love, di Elvis, appunto.

 

Si dorme meno, perché qui sono tarantelle continue, a ogni ora e in ogni angolo della casa, letto compreso, soprattutto nel cuore della notte. Ma la gioia di aver salvato tre esseri meravigliosi e avergli donato una vita piena d’amore, mi rende particolarmente felice.

 

Certo, tra un po’ dovrò fare un mutuo per mantenerli tutti (quanto magnano!), ma questa è una storia a parte!