Suspiria
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Suspiria
Titolo originale |
Suspiria |
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Lingua originale | italiano |
Paese | Italia, Germania Ovest |
Anno | 1977 |
Genere | horror |
Regia | Dario Argento |
Sceneggiatura | Dario Argento e Daria Nicolodi |
Produttore | Claudio Argento |
Interpreti e personaggi | |
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Doppiatori originali | |
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Suspiria, film italiano del 1977 con Jessica Harper, Stefania Casini, Miguel Bosé, Alida Valli, Udo Kier e Joan Bennett, regia di Dario Argento.
Susy Benner decise di perfezionare i suoi studi di balletto nella più famosa scuola europea di danza. Scelse la celebre accademia di Friburgo. Partì un giorno alle nove di mattina dall'aeroporto di New York e giunse in Germania alle 22:45 ora locale... (Narratore) [voce fuori campo]
Frasi
[modifica]Citazioni in ordine temporale.
- Questo è Pablo, l'inserviente factotum. È orrendo, non è vero? Puoi anche dirlo, tanto non ti capisce. Parla soltanto rumeno. (Miss Tanner) [presentandolo a Susy]
- Susy... Sara... Da qualche parte ho letto che i nomi che cominciano con la lettera "S" sono i nomi dei serpenti! (Olga)
- Tenete presente che io sono cieco, non sordo. (Daniel)
- La sfortuna non è data dagli specchi incrinati, ma dai cervelli incrinati. (Professor Mandel)
- [Le streghe fanno] il male. Nient'altro al di fuori di quello. Conoscono e praticano segreti occulti che danno loro il potere di agire sulla realtà, sulle persone. Ma solo – ripeto, solo – in senso maligno. [...] Il loro scopo è ottenere vantaggi materiali e personali, ma possono raggiungerli esclusivamente con il male degli altri. Con la malattia, con la sofferenza, il dolore e, non di rado, con la morte di coloro che prendono di mira per una qualsiasi ragione. (Professor Milius)
- Vede, si può benissimo ridere di tutte queste cose, anche della magia. Comunque sappia che la magia è «quoddam ubique, quoddam semper, quoddam ab omnibus creditum est». Che significa: «la magia è quella cosa che ovunque, sempre e da tutti è creduta». (Professor Milius)
- Il segreto è: ho visto oltre la porta! I tre iris! Gira quello blu! (Pat) [ricordo di Susy, che capisce infine il senso della frase]
Dialoghi
[modifica]- Sara: Susy? Sei sveglia...?
Susy: Sì. Che c'è?
Sara: Senti questo respiro? È come un sibilo: senti! Secondo te, da che parte viene?
Susy: Da qui dietro...
Sara: Ma sì, certo...
Susy: Come?
Sara: Ci prendono in giro, Susy: la direttrice è qui! È lei, il respiro che sentiamo! È lei, la direttrice!
Susy: Come lo sai?
Sara: Ne sono certa! L'anno scorso abitavo in una delle due stanze per gli ospiti, quelle che stanno in cima alle scale. Una notte sentii arrivare una persona. Era molto tardi. Entrò nella camera accanto, e si mise a dormire. Ascolta: è lo stesso modo strano, lo stesso respiro. Così strano, che non l'ho mai dimenticato... Senti, Susy: era esattamente uguale! Quando la mattina vidi madame Blanc, seppi che la direttrice aveva passato la notte nella scuola, e proprio nella camera vicina alla mia! Così adesso so, con assoluta certezza, che lei è qui! ...questo respiro, non puoi più dimenticarlo!
Citazioni su Suspiria
[modifica]- Dario Argento stava facendo dei provini in hotel e mi chiamò. Gli piacqui molto anche se mi disse che non aveva una parte per me. Ne escogitammo una insieme... ripensandoci ora alla fine mi diede la parte maschile più importante. È stato un bella esperienza lavorare con Dario, anche se una volta volle a tutti i costi andare a visitare Dachau, vicino Monaco; io gli dissi di non andare ma lui ci andò comunque. Il risultato fu che al suo rientro era pieno di paranoie, fino al punto di voler spostare la produzione del film in Italia. (Udo Kier)
- Se ricordi, nella pellicola Dario mi uccideva in modo brutale. All’epoca, non essendo io davvero a venir sbudellato in scena, mi misi dietro alla cinepresa assieme a lui e, vedendo la ferocia dell’assassinio, gli dissi che doveva odiare davvero i tedeschi per farmi fare quella fine!! (Udo Kier)
- Arrivati a Monaco per Suspiria, trovammo strade e chiese imbandierate di nero: era morto un cardinale, l’impressione fu forte. Poi, impazzirono gli orologi di molti di noi. Una notte, eravamo io, il direttore di produzione, il direttore della fotografia, tornavamo in albergo. Uno dei due nota una vetrina di Mercedes e dice: accompagnatemi a guardarla. Attraversiamo e sentiamo un boato: era una bomba, un attentato terroristico della Raf. Se fossimo rimasti dall’altro lato della strada, saremmo morti.
- [Le critiche] a Suspiria sono state un massacro, qualcosa di talmente violento da indurre a cambiare lavoro: ricordo di aver ricevuto insulti personali molto pesanti ma anche di aver dovuto subire volgarità sulla mia famiglia.
- Per Suspiria sono andato molto tempo in Germania e nel nord della Svizzera, perché volevo fare un film gotico. Avevo un soggetto, e per ispirarmi ho fatto un giro di tre mesi nel Nord Europa a scoprire il gotico, i suoi colori, gli ambienti, le punte, gli aculei.
- [«Tra i suoi film, di quale va particolarmente orgiglioso?»] Suspiria, perché quando l'ho girato mi sono prefissato di non realizzare neanche due inquadrature uguali e, salvo piccole eccezioni, penso di esserci riuscito.
- Il film che mi ha dato più soddisfazione. Per il quarantennale mi hanno invitata a diverse proiezioni e dappertutto ho visto file di giovani appassionati. Ho firmato poster in tutte le lingue. Un cult, un film evergreen amatissimo in tutto il mondo.
- Il mio ruolo, Sarah, doveva farlo Daria Nicolodi ma si fece male a un piede. Io non ero ballerina, dovetti fare una full immersion di venti giorni in danza classica. Ma girare un horror è molto divertente, ti butti in lastre di vetro che sono orzo, fai cose che nella vita da sciura non faresti mai.
- Non c'erano gli effetti speciali digitali di oggi, si trattava di affascinanti trucchi artigianali. Per esempio in una scena dovevo cadere in una vetrata ed ero impaurita anche se Dario mi diceva che era fatta di lastre d'orzo e non mi sarei fatta nulla. Dopo un po’ mi buttai. Aveva ragione, nessun danno e momento divertente.
- Dario non conosceva l'autore. La trama e la sceneggiatura di Suspiria sono però anche la vera storia di mia nonna che, giovanissima, andò a studiare in Germania in un'Accademia per perfezionarsi in pianoforte, e invece scopri che vi si insegnava la magia nera. Così scappò via.
- È un film metafisico, anche, ma soprattutto fantastico. Convinsi Argento, che era stufo di girare gialli, a gettarsi con me in quest'avventura del fantastico. Fu la prima volta nella sua filmografia.
- Il soggetto di Suspiria deriva in parte dalle storie che mi raccontava mia nonna e in parte dalla lettura delle Confessioni di un oppiomane di Thomas de Quincey, all'interno del quale, nel racconto Suspiria de Profundis già si parlava delle "Tre Madri", che sarebbe stato il tema della trilogia di cui quel film era il primo capitolo.