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Sottoripa

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Portici di Sottoripa

Citazioni su Sottoripa, zona di Genova.

  • Come un tiro aggiustato mi sommuove | ogni opera, ogni grido e anche lo spiro | salino che straripa | dai moli e fa l'oscura primavera | di Sottoripa. || Paese di ferrame e alberature | a selva nella polvere del vespro. (Eugenio Montale)
  • Genova di Sottoripa. | Emporio. Sesso. Stipa. (Giorgio Caproni)
  • La via di Camilla per piazza Stella caracollava ora spedita sotto le volte scure di Sottoripa. Non c'era da aver paura, ora, di niente, ma da fare tanto di occhi così. Chi avrebbe potuto raccontarlo l'emporio di Sottoripa, chi ci avrebbe creduto tra l'Ogliastra e le Baronie? Il sole basso del mattino d'inverno sforacchiava con fasci di luce iridata di pulviscolo le tende di ogni colore e sbiaditura che tenevano il vento verso mare, e infarinava di giallino una lunga galleria sorretta da colonne e da pilastri di ogni arte e fantasia.
    Non avevano mai voluto mettersi d'accordo tra di loro i mastri muratori che avevano innalzato un secolo via l'altro la palizzata di Sottoripa, la rincorsa di torri e castelli e palazzi pigiati l'uno a fianco all'altro per un chilometro e più che anticamente si faceva sciacquare le lastre dei porticati dalla risacca di scirocco che penetrava nella vecchia Darsena. Né era sembrato onorevole ai patrizi e ai ricchi della Repubblica avere riguardo per l'opera del vicino e consonare con uno sforzo d'armonia le architetture. Perciò, indissolubilmente inchiavardati tra loro, sfilavano davanti agli occhi attoniti del mondo che si affacciava al porto della Superba i capricci di stile e di ripicca di gusto romanico, moresco, franco e pisanino, gotico prudente e gotico svettante, barocco, avignonese, castrense e chissà cos'altro ancora. Le colonne dei portici naturalmente erano il vanto dei loro padroni; una doveva invidiare l'altra, e dai capitelli sgorgavano, in perpetuo malcontenti della pietra che frenava i loro furori, tutto il serraglio degli animali esotici e dubbi che dovevano montare la guardia alle magnificenze dei piani superiori. (Maurizio Maggiani)
  • Poco dopo, camminavo adagio sotto gli archi di Sottoripa, indescrivibile pietra nera formicolante di vita minima, di commerci meravigliosi e inqualificabili, pregna di odori i più diversi, che vanno dalle fritture di pesce, al caffè tostato, dal cuoio, alle spezie, dalle divise di marina alle penne di piccoli uccelli esotici. All'impressione del buio, si era sostituita quella di una semioscurità radiosa: il buio degli archi, delle tende, degli usci segreti era intramezzato adesso da raggi di luce variamente colorata, o semplicemente dolrata dal sole al tramonto, ch'era l'effetto di questo o quel riflesso. Mille negozietti, mille bancarelle, mille tavolini di povero ferro scuro, protetti da tende, da foglie, da cascate di merce di nessun valore, la stessa delle fiere dei villaggi. (Anna Maria Ortese)
  • Sottoripa, cordone ombelicale, ancora unita alla grande matrice, che ha nelle pietre i segni del mare, delle battaglie, dei convulsi tempi, e nei negozi tutti quei colori della Genova eterna. (Vito Elio Petrucci)

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