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Platoon

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Platoon

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Titolo originale

Platoon

Lingua originale inglese
Paese Stati Uniti d'America, Filippine
Anno 1986
Genere drammatico, guerra
Regia Oliver Stone
Sceneggiatura Oliver Stone
Produttore Arnold Kopelson
Interpreti e personaggi
Doppiatori italiani
Note
  • Vincitore di 4 premi Oscar:
    • Miglior film
    • Miglior regia
    • Miglior montaggio
    • Migliori sonoro

Platoon, film statunitense del 1986 con Tom Berenger e Willem Dafoe, regia di Oliver Stone.

Frasi

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  • C'è stato qualcuno che ha scritto: «L'inferno è l'impossibilità della ragione». Questo posto è così, è l'inferno. Questo posto lo odio già, ed è solo una settimana. Una settimana orrenda, nonna. La cosa più dura che abbia mai fatto è stare in testa al plotone; tre volte, questa settimana. Non so più neppure cosa sto facendo. Potrebbe esserci un Viet Cong a cinque metri da me e non me ne accorgerei neanche. Sono così stanco... ci alziamo alle cinque di mattina e marciamo tutto il giorno, con il sacco in spalla. Ci accampiamo alle quattro o alle cinque, scaviamo una trincea, mangiamo. Poi, o siamo di pattuglia tutta la notte per sventare gli agguati, o tre di noi montano la guardia nella giungla. E ho paura perché non mi dice nessuno come devo fare le cose, perché sono nuovo. E a nessuno interessano quelli nuovi. Non vogliono neanche sapere il tuo nome. La regola è che un nuovo arrivato non vale granché perché è poco che sta sotto le armi. E dicono che, se si deve venire uccisi in Vietnam, è meglio che succeda nelle prime settimane... perché, secondo la logica, si soffre molto meno. Se hai fortuna, la notte può capitarti di restare entro i confini dell'accampamento , e poi ti fai un turno di tre ore di guardia; per cui, puoi anche dormire tre o quattro ore per notte. Ma non si dorme sul serio. Nonna, io non credo di farcela a resistere per un anno. Penso di aver fatto un grosso sbaglio a venire qui. (Taylor)
  • Mamma e papà non volevano che venissi qui. Volevano che fossi esattamente come loro: rispettabile, lavoratore infaticabile, una piccola casa, una famiglia... mi facevano impazzire, nonna, con il loro mondo. Tu la conosci mamma. Credo che mia abbiano sempre tenuto nell'ovatta, come se fossi speciale. Io voglio essere anonimo, come chiunque altro. Fare la mia parte per il io paese; non fare meno di quanto il nonno fece nella Prima Guerra Mondiale e papà nella Seconda. Be', eccomi qui: anonimo, questo è sicuro. Con dei tizi di cui non importa niente a nessuno. La maggior parte di loro è di origine povera, dei ceti più bassi, di paeselli che non hai mai sentito nominare: Pulaski, Tennessee; Brandon, Mississippi; Pork Bend, Utah; Wampum, Pennsylvania. Al massimo due anni alle Medie. Forse, con un po' di fortuna, hanno anche un lavoro che li aspetta in una fabbrica, ma molti di loro non hanno niente. Sono poveri, nessuno li vuole. Eppure combattono per la nostrà società e la nostra libertà. È strano, non trovi? Sono uomini che stanno in fondo al pozzo e lo sanno. Forse, è per questo che tra di loro si chiamano "grugnosi", perché un grugnoso può sopportare qualunque cosa. Sono i migliori che abbia mai conosciuto, nonna. Loro sono il cuore e l'anima dell'America. (Taylor)
  • Un giorno dopo l'altro tentavo solo di conservare le forze, ma anche il mio equilibrio mentale. È tutto annebbiato, non ho le energie per scrivere, non so più quello che è giusto e quello che è sbagliato. Il morale degli uomini è basso, c'è una guerra civile all'interno del plotone: metà degli uomini con Elias e metà con Barnes. Tra noi circola il sospetto e l'odio. Non riesco a credere che combattiamo tra di noi quando dovremmo combattere contro i Viet Cong. Conto i giorni e vedo solo a venti centimetri dalla mia faccia. Non c'è molto altro da dire. Spero che voi stiate bene, nonna. Di' a mamma e papà che io... Be', digli qualcosa. Chris. (Taylor)
  • Morite bastardi. Scappate, figli di puttana. Cazzo è bellissimo, ammazziamoli tutti! (Taylor) [durante un esaurimento nervoso in combattimento]
  • Tieni le munizioni pronte e il cazzo dritto e il destino cambierà. (King)
  • Quando muoio, seppellitemi sottosopra, così il mondo può baciarmi il culo. (Frase scritta sull'elmetto di Taylor)

Dialoghi

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Citazioni in ordine temporale.

  • King: Ehi, Taylor, come cazzo ci sei capitato tu qui? Hai un' aria istruita.
    Taylor: Sono volontario.
    King: Sei cosa?
    Taylor: Sono volontario. Ho mollato il college; e gli ho detto che volevo fanteria, combattimento e Vietnam.
    Crawford: E ti sei arruolato volontario per questa merda?
    Taylor: Roba da matti, eh?
    King: Sei stato stronzo, ragazzo. Mollare il college...
    Taylor: Non aveva molto senso, non imparavo niente. Mi sono detto "perché solo i ragazzi poveri vanno in guerra, e quelli ricchi se la svignano sempre?".
    King: Ah, ho capito: signori, abbiamo un crociato!
    Taylor: Sembra proprio così.
    King: Cacchio, uno dev'essere proprio ricco per ragionare così. Lo sanno tutti che i poveri sono sempre stati fottuti dai ricchi. È sempre stato così, e sempre sarà.
  • Barnes: Guardatevi bene questo mucchio di merda e ricordatevi che aspetto ha. Se fate altre stronzate in combattimento vi garantisco, per Dio, che vi farete un bel viaggio in una sacca per cadaveri! Mentre siete qui, stronzi, state a culo stretto e occhi aperti, sempre! [si rivolge a Taylor] E questo vale anche per te, testa di cazzo: non si dorme in ricognizione, imbecille! [si rivolge a Junior] E il prossimo figlio di puttana che becco a ronfare nella giungla me lo lavoro io personalmente per assicurarmi che soffra. E non sto scherzando! Dottore, [butta una sacca per cadaveri al medico] lo metta nella sacca!
    Taylor: Non mi sono addormentato, sergente. È stato Junior...
    Bunny: Chiudi il becco, vigliaccone! Avresti dovuto capirlo che sei nei guai.
    O'Neill: Le scuse sono come i buchi del culo, Taylor, tutti quanti ne hanno una!
    Elias: Piantala, O'Neill! Qui ci sono due uomini che hanno bisogno di cure. Raccogliete le munizioni e tutto il resto, non lasciate niente ai gialli. Junior, Tony trasportate Gardner.
  • Bunny: Ma dove cazzo sono finiti gli altri? Sono andati a farsi, ecco la verità. Branco di idioti che si credono ultra-speciali, ecco! Ah, senti, senti questa, questa è roba forte.
    Junior: È solo rumoraccio, altro che musica, è un rumoraccio. Per conto mio è deficiente quanto te, tutti quei bianchi che gracchiano perché hanno perso le fiche e non hanno neanche i soldi per una fottutissima birra. Ah ah, che schifo. Affanculo quei bianchi e datemi un po di musica nera come si deve.
    Bunny: Ma perché dici queste cazzate, negro? Ehi, Junior hai mai fumato l'erba secca?
    Junior: Eh, eh. Ecco qua, vedi? Voi bianchi volete tenere i neri alla catena e così le legate alla merda della droga! Ma sta arrivando il momento che l'uomo nero si libera dal gioco ed è presto fatto. Semplice, ti liberi la mente e il corpo segue a ruota.
    Bunny: Ti capisco, sai? Ti fumi quella merda e tutto diventa un po' strambo, non so se mi spiego. Lo sai che i vietnamiti mettono le sostanze chimiche nell'erba per fregarci? Così noi non combattiamo e diventiamo pacifisti.
    Junior: Mah, non ti preoccupare, Bunny! Tu sei nato killer e ci rimani.
    Bunny: Già, però mi piace sempre la passerina ogni tanto! Non c'è niente di più bello di una passerina, eccetto la corsa di Indianapolis.
    Junior: Tu vuoi beccarti una passerina solo se la puttana muore, te la lascia in eredità e allora può darsi! [scoppia a ridere]
    Wolfe: Come va, Bunny?
    Bunny: Tenente, guardi qui! [stacca con i denti un pezzo della sua lattina di birra e restituisce il pezzo a Wolfe] Piaciuto?
    Wolfe: Straordinario, lo manderò a casa.
  • Grodin: Barnes! Barnes! Che cazzo ti credi di fare?
    Barnes: Stanne fuori, Elias. Togliti dal cazzo.
    Grodin: Voi non siete un plotone d'esecuzione, brutto stronzo. [Elias colpisce Barnes col suo fucile ed entrambi si picchiano a vicenda, finché non vengono entrambi separati] Sei un bastardo!
    Barnes: Sei morto, Elias! Sei morto, lo giuro davanti da Dio!
  • Taylor: Barnes ce l'ha a morte con te, vero?
    Grodin: Barnes ci crede in quello che fa.
    Taylor: E tu? Tu ci credi?
    Grodin: Nel '65, sì... Ora, no. Quello che è successo oggi è solo il principio: questa guerra la perdiamo...
    Taylor: Andiamo... Lo credi sul serio? Noi?
    Grodin: L'America le ha suonate a tanta di quella gente che secondo me è arrivato il momento che ce le suonino. Tutto qui.
  • Taylor: L'ha ucciso lui. Io lo so che l'ha ucciso lui, ho visto i suoi occhi quando è ritornato.
    Rhah: Ma come fai a sapere che non sono stati i gialli? Non hai prove, amico.
    Taylor: Le prove sono negli occhi. Quando uno lo sa, lo sa. Tu eri lì, lo so quello che pensavi. Lo dobbiamo far fuori stanotte quel vigliacco.
    King: Io ci sto, occhio per occhio.
    Doc: Io dico di farlo sistemare dalla giustizia militare.
    Taylor: Oh, andiamo, che si fotta la giustizia militare. Stai scherzando? A quale storia pensi crederanno quelli, a O'Neill? A Bunny? A Wolfe? Stronzate!
    Rhah: Senti, ragazzo, tu provaci e Barnes ti ficca su per il culo uno di quei razzi che ti cachi l'anima!
    Taylor: E secondo te che dovremmo fare, eh?
    Rhah: Io vi consiglio di stare molto attenti, perché Barnes ve la farà pagare molto cara!
    King: E allora tu te ne infischi di Elias e di tutte le belle ore che abbiamo passato?
    Rhah: Cazzo, voi cercate di curare il mal di testa con una decapitazione? Elias non vi ha chiesto di combattere le sue battaglie, mi pare. E se il Paradiso esiste, e spero in Dio che esista, io so che lui se ne sta lassù drogato come un figlio di puttana tutto tranquillo, perché le sue pene le ha lasciate quaggiù.
    Taylor: Ti sbagli, bello. Comunque la vedi, Barnes è uno sporco assassino.
    King: Giusto, amico.
    Rhah: Taylor, io mi ricordo quando sei arrivato qui e mi dicevi quanto ammiravi quel bastardo.
    Taylor: Sbagliavo.
    Rhah: Sbagliavi? Tu non hai mai avuto ragione, su niente! Sentite qua e sentite bene, brutti stronzi... a Barnes gli hanno sparato sette volte e non è morto. Non significa niente, eh? Si vede che non deve morire ancora. L'unica cosa che può uccidere Barnes, è Barnes.
    Barnes: Si parla di uccidere? Mh? Siete degli esperti? Sapete tutti come si uccide? Mi piacerebbe sentirlo, fumatori di canna. [prende una pipa di marijuana da Huffmeister e fuma] Che la fumate a fare questa merda, per fuggire dalla realtà? A me questa robaccia non serve. Io sono la realtà. È così che dovrebbe essere e così è. Elias era un gran fesso. Era un crociato. Ora io non sono contro nessuno... che fa quel che gli si dice. Ma se non è così, il meccanismo si rompe. E quando il meccanismo si rompe siamo fottuti anche noi. E io questo non lo permetto... a nessuno di voi. A nessuno. [restituisce la pipa di Huffmeister a Rhah] Volevate bene a Elias. E volete rompermi il cazzo. Già. Bé, eccomi qui e sono pure solo. Nessuno saprà niente. Siete in sei contro di me. Uccidetemi. Provateci. [pausa] Io vi cago addosso.
    Taylor: Brutto pezzo di merda! [Chris si alza, prende la testa di Barnes e gliela sbatte contro un palo mentre i suoi commilitoni lo incitano, ma Barnes gli dà un pugno nella pancia, lo stende per terra e lo minaccia con un coltello]
    Rhah: Calma, Barnes! Non lo fare, no. Impazzirai in prigione, Barnes. Dieci anni per l'omicidio di un volontario, dieci anni. Andrai fuori di cervello, credimi. Non lo fare! [Barnes ferisce Chris vicino all'occhio e si alza]
    Barnes: Morte? Ma che ne sapete voi della morte?

Io ora credo, guardandomi indietro, che non abbiamo combattuto contro il nemico... abbiamo combattuto contro noi stessi. E il nemico era dentro di noi. Per me adesso la guerra è finita, ma sino alla fine dei miei giorni resterà sempre con me. Come sono sicuro che ci resterà Elias, che si è battuto contro Barnes per quello che Rhah ha chiamato: il possesso della mia anima. Qualche volta mi sono sentito come il figlio di quei due padri. Ma sia quel che sia... quelli che tra noi l'hanno scampata, hanno l'obbligo di ricominciare a costruire. Insegnare agli altri ciò che sappiamo e tentare con quel che rimane delle nostre vite di cercare la bontà e un significato in questa esistenza. (Taylor)

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