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Marco Grimaldi

Da Wikiquote, aforismi e citazioni in libertà.
Marco Grimaldi nel 2022

Marco Grimaldi (1980), politico italiano

Citazioni di Marco Grimaldi

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Citazioni in ordine temporale.

  • Nessuno dovrebbe morire al lavoro per consegnare uno stramaledetto cheeseburger in un cantiere, meno che mai se sta imparando un mestiere, soprattutto mentre dovrebbe essere a scuola. Nessuno - nessuno! - dovrebbe sentirsi chiedere, soprattutto durante un colloquio di lavoro, se ha figli, se ha un compagno, se intende mettere su famiglia. Nessuno dovrebbe lavorare talmente tanto da non sapere che cos’è il tempo libero. Nessuno dovrebbe lavorare così poco da decidere di lasciare l’impiego e smettere di pagare un asilo.[1]
  • [...] nessuno dovrebbe dirci chi vogliamo essere, chi amare o come morire.[1]
  • Di salute, ahimè, in molti hanno smesso di parlare, ma le liste d’attesa sono un regalo ai privati della sanità e sono una negazione di fatto del diritto alla salute per tantissime persone.[1]
  • Se una scuola diventa mezzo di riproduzione di un destino sociale già scritto, il merito è solo una menzogna.[1]
  • [...] siccità, alluvioni, incendi, fusione dei ghiacci e cambiamenti climatici sono già qui, provocano morti, distruggono le nostre città e la nostra agricoltura.[1]
  • Se cercate gli amici di Putin, non guardate tra le file del movimento pacifista.[1]
  • Se vi chiedete dov’è l’agenda Draghi, mi pare di averla vista proprio nel taschino del Ministro Giorgetti.[2]
  • Non si può continuare a parlare del record dell’inflazione, senza dire che ci sono altri record. Vogliamo parlare dei patrimoni? Mai stati così tanti, nelle mani di pochi, dei numero 1 sempre più irraggiungibili. O parliamo dei profitti delle grandi multinazionali? Quelle farmaceutiche, per esempio, dei produttori di armi, dei monopolisti delle vendite online, dei grandi player dell’energia, di cui non parlate mai.[2]
  • Sì, noi vogliamo abolire l’IMU e anche l’imposta di bollo sugli investimenti e istituire un’imposta ordinaria sostitutiva unica e progressiva sui grandi patrimoni, la cui base imponibile è costituita da una ricchezza superiore ai 500.000 euro.[2]
  • Quando torneremo alla normalità del contratto unico a tempo indeterminato?[2]
  • [Sull'innalzamento del tetto all'uso del contante] [...] ma chi è che va in giro con valigette piene di carta, chi è che, in Italia, paga un orologio di lusso con 10 mila euro? Io un’idea me la sono fatta.[2]
  • Outsider, underdog; purtroppo abbiamo a che fare con la solita destra italiana di governo, per nulla sociale, ma marcatamente ordoliberista, ossessionata dalla riduzione dei prelievi fiscali, ma decisa a cancellare ogni forma universale di sostegno al reddito, pronta a rinegoziare il carico tributario pregresso con i contribuenti inadempienti e a lasciare campo libero alle imprese, a conservare intatti i privilegi di chi possiede rendite, patrimoni e profitti extra.[2]
  • [...] mentre le famiglie italiane sono in ginocchio, non riescono a pagare le bollette e ad arrivare alla fine del mese, mentre le imprese rischiano di chiudere per i costi energetici esorbitanti, mentre il Paese diventa sempre più povero e disuguale, c’è qualcuno che si sta arricchendo sulle spalle della maggioranza degli italiani. Sono appunto le società energetiche, che continuano ad accumulare profitti scandalosi [...][3]
  • [Sugli extraprofitti delle aziende energetiche] Gli extraprofitti sono un esproprio sociale fatto ai danni delle famiglie e delle imprese italiane.[3]
  • È evidente che il Governo Meloni vuole continuare con la strategia “forti con i deboli e deboli con i forti”, addirittura ostacolando le rinnovabili, che sono la vera soluzione per uscire da questa crisi drammatica [...][3]
  • [Sugli extraprofitti delle aziende energetiche] Gli extraprofitti sono soldi degli italiani ed è a loro che vanno restituiti immediatamente.[3]
  • [...] è evidente che il Governo Meloni, conservatore e negazionista su tutto ciò che riguarda la transizione ecologica ed energetica, è indisponibile a investire realmente sulle fonti rinnovabili ed è amico di alcuni settori produttivi, sempre gli stessi, ma fortemente nemico di altri.[3]
  • [Sugli extraprofitti delle aziende energetiche] Quando chiediamo [...] di restituire il maltolto a tutti gli italiani, ci guardate male, come se stessimo rapinando qualcuno. La verità è che noi non siamo Robin Hood, ma conosciamo bene il principe dei ladri. Cercate di essere utili, tassiamo al 100 per cento gli extraprofitti. Utili sì, ma all’Italia.[3]
  • Un uomo con un pericoloso deficit di empatia non è solamente inquietante, non è un'eccezione, né una anomalia. Ci sguazziamo, affoghiamo dentro la crudeltà maschile. La predilezione che il patriarcato nutre per la violenza correttiva e depurante è la valuta del nostro sistema politico, il valore che guida il nostro mondo. Parole forti? Sono le parole della scrittrice statunitense Jude Ellison Sady Doyle, una donna a cui uomini sfigurati dall'odio hanno augurato sui social di ricevere un colpo di pistola in petto dalla stessa figlia, perché fa professione di femminismo.[4]
  • Certamente, i costumi si sono modificati in fretta, ma è rimasto lo sguardo mentale fisso sulla donna oggetto e sulla donna immagine. La violenza di genere è una delle espressioni che confermano il permanere della vitalità, benché si organizzi ogni volta socialmente e culturalmente, di un ordine simbolico, un sistema di potere che plasma i corpi, le identità e le relazioni e che si chiama patriarcato; un ordine simbolico che ancora oggi, attraverso la sua industria culturale, i suoi media, cerca di influenzare quello che le bambine guardano, comprano, leggono, vengono indotte a sognare, cercando di confinare i loro orizzonti.[4]
  • I tempi cambiano e gli uomini si ribellano: le donne escono, escono di casa, da una relazione tossica, da un matrimonio scandito dalle botte e gli uomini rispondono con più violenza. Le donne parlano, parlano pubblicamente, acquisiscono potere e gli uomini le minacciano.[4]
  • Il fatto che in molti casi di stupro gli imputati dichiarino di non aver percepito di infliggere violenza dimostra la povertà di una sessualità maschile incapace di leggere i messaggi femminili, la miseria di una sessualità spesso associata alla presunzione che il solo desiderio maschile sia l'energia che muove le relazioni, ma anche la vendetta verso un corpo che non si riesce a comprendere. E così la violenza, anche in molte sentenze giuridiche, viene interpretata come un elemento naturale del rituale del corteggiamento, ossia quel po' di forzatura che serve a vincere la naturale ritrosia della donna. Uno schifo.[4]
  • L'incapacità di accettare l'abbandono è alla base dello stalking e del femminicidio.[4]
  • Siamo di fronte a un'irrimediabile questione maschile, che va compresa e affrontata. Il dato comune che precede la violenza è quella miseria relazionale, quelle gravi lacune nella nostra educazione sentimentale di cui ho già parlato e che interrogano tutti noi, la nostra cultura. Il silenzio degli uomini sulla propria sessualità, sulle proprie paure, sulla propria fragilità va spezzato.[4]
  • L'Italia di oggi non è un Paese maturo in fatto di pari opportunità, soffiano addirittura venti di restaurazione, eppure, forse i modelli proposti dalla retorica politica non sono davvero o non sono ovunque accettati dall'intera società.[4]
  • Donne e uomini esiliati nei propri compiti, nei propri saperi, analfabeti rispetto all'universo dell'altro, incapaci di sostituirsi e di scambiarsi le incombenze, come possono comprendersi?[4]
  • [Sull'assegnazione del Campionato mondiale di calcio 2022 al Qatar] Già prima dell'assegnazione dei Mondiali le organizzazioni umanitarie e sindacali avevano ribadito le condizioni di assoluta precarietà e privazione dei diritti ai quali erano sottoposti i lavoratori in quel Paese. Scegliendo questa sede, di fatto, la FIFA non poteva non prevedere il grave sfruttamento, il pericolo a cui sarebbero stati sottoposti i lavoratori utilizzati nella realizzazione delle faraoniche infrastrutture per l'evento, considerando anche che i lavoratori migranti costituiscono il 95 per cento della forza lavoro.[4]
  • [Sul Campionato mondiale di calcio 2022] [...] il giro d'affari di 17 miliardi di questo grande evento rappresenta tantissimo, ma non vale la quantità di emissioni di CO2 equivalente, pari al consumo annuale dell'Islanda per otto. Non vale di sicuro la desalinizzazione dei mari, ma soprattutto non vale e non ripagherà mai tutte le violazioni dei diritti delle donne in Qatar, un Paese in cui si applica il sistema di tutela maschile.
    Di sicuro non ripagherà le persecuzioni nei confronti delle persone LGBTQ che vengono ancora oggi sbattute fuori da quegli stadi, in un Paese in cui, per gli atti omosessuali tra maschi adulti e consenzienti, è prevista una pena da uno a tre anni di reclusione. [...] tutti quei guadagni non restituiranno mai la vita a 6.500 migranti morti sul lavoro in circa dieci anni, dodici alla settimana, e le cui famiglie non hanno ricevuto alcun risarcimento [...][4]
  • [Sul Campionato mondiale di calcio 2022] [...] possiamo e dobbiamo assumere l'impegno di non ripetere mai più questo genere di eventi in luoghi che non rispettino i diritti umani, civili, politici e sociali delle persone.[4]
  • [Sul settore della logistica] Se conoscete il nostro Paese, sapete di quel mondo sofferenza - così lo chiamiamo - dove vige nella forma più pura e feroce un modello produttivo pensato al massimo ribasso dei diritti. Come nelle campagne, la gran parte dei lavoratori della logistica è composta da migranti, spesso i soggetti più ricattabili e quelli che, organizzandosi e lottando, rischiano di più.[5]
  • Nei confini labili fra il lavoro e la formazione si insinuano non solo il lavoro gratuito, come dimostra l'alternanza scuola-lavoro che produce spesso anche dumping salariale e contrattuale, ma addirittura il lavoro a pagamento o quella economia della promessa in base alla quale lavorare gratis fa curriculum e pagare per un finto stage è il viatico per qualcosa che non arriverà mai.[5]
  • [...] c'è una questione di salari, ma c'è una questione più grande di mercificazione al massimo ribasso sul costo del lavoro.[5]
  • [...] ho visto in questi anni che a volte la lotta paga - per carità! - ma costa anche molto: miseria, ritorsioni, licenziamenti ingiusti, isolamento. Lo Stato dovrebbe essere dalla parte di chi rischia tutto per ottenere condizioni dignitose per sé e per gli altri.[5]
  • [...] oggi il Governo si accanisce, secondo noi, con i percettori del reddito di cittadinanza, chiamandoli magari fannulloni, colpevolizzando la povertà e fiancheggiando tutti quei padroni che si lagnano di incontrare manodopera che preferisce il sostegno al reddito al lavoro. A nessuno viene mai il dubbio che le condizioni proposte da quei datori siano inaccettabili, ancora più misere rispetto a quelle di un ammortizzatore sociale?[5]
  • Nessun giovane iper formato e ultra titolato dovrebbe sentirsi chiamare choosy quando resiste in un mercato del lavoro pronto solo a umiliarlo e a sotto inquadrarlo. Eppure avviene continuamente, colleghe e colleghi. Ci si muove in un mercato del lavoro che alimenta il classismo, classismo perché molti lavori qualificati includono un limbo di precariato tale che solo se si ha una famiglia benestante alle spalle ci si può permettere di attraversarlo.[5]
  • Troppe riforme di liberalizzazione del mercato del lavoro: lo hanno svalutato e precarizzato sempre di più, rendendo il tessuto sociale sempre più povero.[5]
  • [...] nessuno in Italia dovrebbe lavorare per meno di 10 euro all'ora, anzi permettetemi di dire che l'attuale situazione dell'inflazione ci dice che dovrebbero essere già 11 euro.[5]
  • La riforma del MES, come hanno detto diversi colleghi, pare, purtroppo come l'extrema ratio di una ristrutturazione del debito; nella migliore delle ipotesi, di un commissariamento dei conti italiani, perché, con questa revisione, gli interessi delle nostre imprese esportatrici sarebbero di fatto allineati a quelli delle imprese esportatrici tedesche.[6]
  • Se il MES può apparire uno strumento utile per affrontare la crisi, in grado di prestare denaro a chi non riesce più a ricevere prestiti, fin dalla sua nascita, nel 2012, le condizioni e le riforme imposte ai Paesi per ricevere aiuto sono state davvero troppo severe. Chi riceve i prestiti è obbligato ad approvare un memorandum di intesa, quei famosi MoU di cui abbiamo sentito spesso parlare, un piano definito di misure da prendere in termini di tagli al deficit al debito e di riforme strutturali. Insomma, il MES opera in stretto coordinamento con la Commissione europea, la BCE e l'FMI e ricordiamo bene che la cosiddetta trojka è intervenuta in svariati contesti con atteggiamenti tutt'altro che generosi.[6]
  • [Sul Meccanismo Europeo di Stabilità] Per quali ragioni bisognerebbe accettare strumenti di sostegno che sembrano pensati per penalizzare maggiormente proprio chi di quel sostegno potrebbe avere maggior bisogno?[6]
  • [...] lo Stato italiano spende per interessi quasi il doppio di quanto non spenda per investimenti pubblici. È, quindi, prioritario per noi tornare su un sentiero di rientro del debito pubblico. Ma la riforma del MES non è un meccanismo facilitatore in questo senso, al contrario, gli strumenti di assistenza finanziaria sembrano perfetti per innescare una nuova crisi del debito, perseverando, in tal modo, i gravi errori che abbiamo già visto nel biennio 2011-2012.[6]
  • È incredibile che in tutto il mondo le istituzioni provino a coinvolgere la comunità scientifica e la società civile per la cosiddetta conversione ecologica, la transizione ecologica dell'economia. In Italia questa parola sembra un fatto privato, anzi privatissimo, come lo sono gli interessi, in qualche modo, delle grandi imprese, dell'alta finanza. Comprendiamo le parole di questo Governo: di fatto loro vorrebbero utilizzare i soldi del PNRR per fare le stesse politiche che ci hanno mandato a sbattere.[7]
  • [Sul Governo Meloni] [...] voi siete esattamente quella forza conservatrice che non avrà mai l'energia per trascinare il nostro Paese fuori da questa crisi sia sociale che ambientale.[7]
  • [Riferendosi al Governo Meloni] [...] spero di convincerla, se avrà il tempo di guardare lì sopra, perché il meteorite è già qui e proviamo in tutti i modi a dirvi che non abbiamo il tempo di spendere cinque anni di questa legislatura con una guida da “climafreghisti”, da negazionisti dei cambiamenti climatici. Sappiamo che serve una legge straordinaria per il clima, per gli adattamenti climatici e tutto possiamo permetterci tranne che continuare a parlare di questa era fossile che ci ha portato fin qui. Per questo, probabilmente, avete deciso di cancellare l'obiettivo della transizione, c'era da aspettarselo per i vostri atteggiamenti di “tradizione ecologica”. La chiamate sicurezza energetica, ma, nei fatti, si tratta di milioni di euro che serviranno per difendere, con armi ed eserciti, impianti petroliferi, emissioni legate allo sfruttamento di fonti fossili dal Qatar al Mozambico.[7]
  • Non parliamo di migrazioni solo quando vi fa comodo, perché guardate che gran parte di quelle migrazioni è legata ai cambiamenti climatici.[7]
  • [...] voi riuscite a scrivere una cosa del genere: contribuire alla riduzione delle emissioni di gas climalteranti attraverso l'incremento dell'offerta di gas di produzione nazionale. Insomma, con questo decreto, di fatto, rilascerete nuove concessioni tra le 9 e le 12 miglia, laddove appunto le risorse di gas siano superiori a 500 milioni di euro. Una norma che sembra scritta da un Ministero, che non è né quello della “sicurezza energetica”, né quello della “transizione ecologica”, sembra il Ministero della “post verità”. Si può inserire nello stesso comma una deregolamentazione sulle trivellazioni e l'obiettivo di ridurre le emissioni?[7]
  • Se in questi anni lo sviluppo delle fonti rinnovabili fosse andato con lo stesso ritmo avuto fra il 2010 e il 2013, oggi, l'Italia avrebbe potuto tagliare i consumi di gas di almeno 20 miliardi, cioè il 70 per cento in meno della nostra dipendenza che abbiamo ancora dal mercato russo.[7]
  • [...] le rinnovabili, insieme al risparmio e all'efficienza energetica possono portarci a superare la crisi e a raggiungere quell'indipendenza energetica. Queste risolvono davvero i problemi che l'era fossile crea. Riaprire alle trivellazioni in mare significa, invece, continuare con lo stesso identico modello estrattivo che ha prodotto quella crisi che la stessa Presidente Meloni ha pienamente riconosciuto, eppure il suo Governo va a tutto gas, a tutto gas contro il clima.[7]

Note

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  1. a b c d e f Dall'intervento alla Camera dei Deputati in risposta al discorso di insediamento di Giorgia Meloni, Resoconto stenografico dell'Assemblea Seduta n. 4, 25 ottobre 2022.
  2. a b c d e f Dall'intervento alla Camera dei Deputati, Resoconto stenografico dell'Assemblea Seduta n. 8, 9 novembre 2022.
  3. a b c d e f Dall'intervento alla Camera dei Deputati, Resoconto stenografico dell'Assemblea Seduta n. 9, 10 novembre 2022.
  4. a b c d e f g h i j k Dall'intervento alla Camera dei Deputati, Resoconto stenografico dell'Assemblea Seduta n. 13, 23 novembre 2022.
  5. a b c d e f g h Dall'intervento alla Camera dei Deputati, Resoconto stenografico dell'Assemblea Seduta n. 15, 29 novembre 2022.
  6. a b c d Dall'intervento alla Camera dei Deputati, Resoconto stenografico dell'Assemblea Seduta n. 16, 30 novembre 2022.
  7. a b c d e f g Dall'intervento alla Camera dei Deputati, Resoconto stenografico dell'Assemblea Seduta n. 19, 5 dicembre 2022.

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