Vai al contenuto

Franco Rossi

Da Wikiquote, aforismi e citazioni in libertà.

Franco Rossi (1944 – 2013), giornalista e opinionista sportivo italiano.

Citazioni di Franco Rossi

[modifica]

Citazioni in ordine temporale.

  • [Sul campionato di Serie A 1998-1999] Fra tutte le squadre che hanno affrontato la corsa allo scudetto quella rossonera non era la migliore, ma con il passare delle giornate è diventata la più forte. [...] È una vittoria, quella del Milan, che dà dignità etica [...] a tutto il campionato. [...] Da un punto di vista strettamente calcistico i rossoneri hanno messo in mostra un gioco non sempre piacevole, ma molto redditizio. Non si sono mai abbandonati a utopie, tenendosi ancorati alla realtà. Due fuoriclasse assoluti (Weah e Maldini), tanti ottimi giocatori (Bierhoff, Boban, Albertini e Leonardo una spanna sopra gli altri) e giovani interessanti. Come punto di forza l'agonismo e l'organizzazione, punti deboli nessuno. E poi la società: seria, quadrata, estremamente professionale. Ha prevalso il Milan perché ha la vittoria nel Dna.[1]
  • Quando avevo 18 mesi mia madre mi ha lasciato alla nonna e se ne è andata negli Stati Uniti con un nero. Mio padre in quel periodo si trovava in Germania, prigioniero in un campo di concentramento. I miei genitori non erano sposati, e l'ultima volta che si erano visti io non ero ancora nato.[2]
  • Mio padre torna dopo la guerra, non trova più mia madre, e dopo qualche anno si rifà una vita. Si sposa, ha tre figli, il primo lo chiama addirittura Franco. Quando ho 14 anni muore la nonna, e mi mettono in collegio, a Marsciano.[2]
  • Nel 1974 vedo per la prima volta, da adulto, mia madre. Io ho 30 anni: un incontro imbarazzante, non abbiamo niente da dirci. Parliamo di cavalli... però lei mi racconta anche di mio padre, e io mi metto in testa di rintracciarlo. Scopro che ha lasciato la famiglia, e che vive a Milano con un'altra donna. Lo vedo per la prima volta nel bar che frequenta, mentre sta giocando a carte. Non mi dichiaro subito. Lo aggancio con una scusa e dopo qualche settimana diventiamo amici. Inizia un rapporto molto bello, che finisce nel '79, con la sua morte.[2]
  • Nel 1965, a Torino, vado nella redazione di Tuttosport e mi presento a Gian Paolo Ormezzano, che con me è subito gentile. Mi chiede una pagina sul golf, sport di cui non so niente, e io esordisco con un'intervista esclusiva al famoso Jack Nicklaus. Da lí parte tutto: per Tuttosport faccio le classifiche dei campionati alla domenica, poi mi mantengo in qualche modo con tante altre collaborazioni. In quel periodo a Torino c'erano grandissimi personaggi calcistici, che rappresentavano la fortuna dei giornalisti: mi riferisco soprattutto a Heriberto Herrera e Nereo Rocco. Mi riescono dei bei colpi anche in sport di cui so poco, come lo sci: mi ricordo di una intervista al futuro re di Spagna Juan Carlos.[2]
  • Piú che un maestro è stato un padre. Quando ero in collegio leggevo i suoi articoli e sognavo tanto. Sognavo di fare il giornalista sportivo, sognavo di avere un padre come lui. Brera è stato una delle persone piú importanti della mia vita insieme a mio padre e a pochi altri.[2]
  • Al 20 per 100 quello che si legge di calciomercato è vero, al 70 per 100 verosimile, al 10 per 100 inventato. Molte volte la notizia è vera, ma sono inventati alcuni particolari. Quando nel 1988 l'Inter acquistò Madjer diedi per primo la notizia, che era vera, e nell'articolo descrissi nei particolari un pranzo a cui non avevo assistito. Scrivendo che Madjer non aveva voluto carne di maiale né vino, e cose del genere. Meglio fare così, quando la notizia da titolo è vera, che elencare centinaia di nomi, tipo lista della spesa.[2]
  • Premessa: gli allenatori non sono cosí decisivi come si crede. Per questo ce l'ho piú con il sacchismo che con Sacchi. All'inizio del suo primo anno di Milan la società rossonera voleva esonerarlo, dopo l'eliminazione dalla Coppa Uefa. Fedele Confalonieri aveva addirittura già raggiunto un accordo con Nedo Sonetti. Poi il Milan batté il Verona uno a zero, con gol di Virdis, e si riprese. Un gol su azione da calcio piazzato, il gioco di Sacchi non c'entrava niente.[2]
  • [Su Ariel Ortega] Il Maradona del calcio femminile.[3]
  • Come Garrincha nel 1962 e Maradona nel 1986 Ronaldo [nel 2002] ha il diritto di alzare al cielo la Coppa del Mondo più di ogni altro. Capocannoniere, decisivo in semifinale, più che decisivo in finale e per il Brasile è stato il quinto titolo.[4]
  • Il calcio è già difficile per chi ne capisce, figuriamoci per gli allenatori.[5]
  • [Su Juventus-Milan, finale della UEFA Champions League 2002-2003] La vittoria in Champions è anche un premio ad una certa strategia societaria. Il Milan ha scelto la strada della grandeur (o comunque della ricchezza sportiva) e la Juve quello della ricchezza economica. [...] Se la Juve vende Vieri, Henry, Zidane e Inzaghi e poi si ritrova a giocare la gara più importante degli ultimi sette anni con Zalayeta e Birindelli, le colpe non possono soltanto attribuirsi alla sfortuna che le ha impedito a Manchester di schierare lo squalificato Nedved. Lippi ha anche sbagliato formazione con un Montero a sinistra chiaramente a disagio e un Tudor centrale, ruolo che contro Inzaghi non è in grado di ricoprire. Ma c'è anche qualcosa sulla preparazione atletica che ha lasciato perplessi: mai la Juve negli ultimi due anni era stata messa sotto sul piano dinamico come lo è stata a Manchester nel primo tempo. Ma il Milan ha giocato alla grande, a pieno ritmo nei primi quarantacinque minuti e nel finale, in dieci, è stato trascinato da Paolo Maldini, forse il più grande calciatore italiano dell'ultimo ventennio. Seedorf alla sua terza Champions con tre squadre diverse, Sheva finalmente primo in una grande manifestazione e Ancelotti praticamente perfetto gli artefici di un successo invidiato da tutti.[6]
  • [Sul campionato disputato da Cafu nel 2003-2004] Ha mostrato una freschezza atletica e mentale impressionante, tanto da far pensare che sia uno di quei brasiliani ai quali hanno taroccato la carta d'identità. Magari tanti anni fa, quando era bambino e per farlo giocare con i grandi, gli appiopparono qualche anno in più...[7]
  • Il centromediano metodista era l'uomo che giocava sul centravanti avversario e una volta riconquistata la palla impostava l'azione. Nel metodo era il difensore centrale e quando il metodo è stato abbandonato, il nome è rimasto. In Brasile, paese che ha sempre avuto antipatia nel copiare i nomi dei ruoli da altri paesi (lateral invece che terzino, punta direita, invece che ala destra, punta de lança invece che trequartista, eccetera) il metodista è stato chiamato volante. E giustamente visto che il vero metodista era l'ultimo difensore, mentre il volante gioca davanti alla difesa. Il più grande tra i metodisti è stato sicuramente Luisito Monti [...]. Altro grande metodista dell'epoca fu l'uruguagio Andrelo che giocava nel Bologna. Nei volanti sicuramente il più bravo va ricercato tra i brasiliani. Tra quelli che ho visto giocare sicuramente il più grande è stato Clodoaldo, che vinse il mondiale del 1970 in Messico. Questa mia impressione è stata rafforzata dalle testimonianze di chi l'ha diretto (Zagalo), da chi ci ha giocato assieme (Tostão, Rivelino e Gérson) e da chi l'ha avuto come avversario (Sandro Mazzola). Basti dire che Clodoaldo nel 1970 aveva venti anni e "comandava" una squadra dove c'erano autentici fenomeni quali Alberto Carlos, Jairzinho, Gérson, Tostão, Pelé e Rivelino.[8]
  • Errare è umano, perseverare è da arbitri.[9]
  • Una ventina di anni fa il signor Luca Cordero di Montezemolo litigò all'aeroporto di Bruxelles con tre giornalisti non allineati: Enzo D'Orsi, Marco Ansaldo e il sottoscritto. Volarono paroloni e a uno dei tre minacciò di non farlo assumere dalla Stampa: "Muoverò tutte le pedine che conosco affinché non avvenga questo". La replica più elegante fu quella di uno dei tre giornalisti che disse agli altri due colleghi: "Lasciatelo stare che ha sbagliato dose..." Montezemolo, che all'epoca era amministratore delegato della Juve, dopo essere salito sull'aereo andò nelle file di coda dove erano seduti i tre giornalisti (ripeto i nomi: Enzo d'Orsi, Marco Ansaldo e il sottoscritto, Franco Rossi) si inginocchiò di fronte a loro e chiese perdono.[10]
  • Subito dopo le anticipazioni del libro di Eydelie [...] sono venuti fuori alcuni chiarimenti. 1) Ci fu l'antidoping e i medici dell'Uefa non trovarono giocatori positivi. 2) Il reato è stato prescritto. 3) Eydelie non fa nomi di prodotti. 4) È arrivata la smentita di Voeller, Deschamps, Desailly e Boksic. Certo che quella partita contiene alcuni misteri: Papin, ex Pallone d'oro, dopo qualche anno disse che due giocatori del Milan avevano ricevuto soldi dal presidente del Marsiglia Tapie per perdere la Coppa. Naturalmente erano soltanto dichiarazioni prive di fondamento, come sembrano queste del poco attendibile Eydelie, ridotto in miseria e speranzoso di vendere il suo libro. Quel che meraviglia sono le dichiarazioni di Galliani che mi sembrano più ridicole di quelle di Eydelie. [...] Capisco che per Galliani il nome Marsiglia evochi notti da emiro, squalifiche europee e figuracce indelebili che restano nella storia, ma il riferimento al comportamento della società francese sono stati inopportuni visto che arrivano da un dirigente del Milan. Da una società che in passato ha avuto di tutto: presidenti che sono stati in carcere, presidenti scappati chi in Asia, chi in Africa e chi in Sudamerica per sfuggire alle manette, partite comprate e vendute eccetera eccetera.[11]
  • Nel 1987 ero il giornalista più autorevole d'Italia per quel che riguarda il mercato (lavoravo al Corriere dello Sport e rifiutai un sontuoso contratto che mi era stato offerto dalla Gazzetta). Franco Baresi un pomeriggio mi telefonò (misi il viva voce per far ascoltare il mio caposervizio) dicendo che voleva andarsene dal Milan e se potevo scrivere che lo volevano Inter e Sampdoria. Io annunciai al giornale il servizio, poi dopo un'ora cominciarono le telefonate. Un amico di Baresi voleva sapere cosa avevo scritto, poi fu il turno di Braida (mio ex giocatore in una squadra amatoriale) e poi Ramaccioni (amicissimo dai tempi del Perugia). Risposi che si sarebbero dovuti comprare il giornale. Scrissi l'articolo e lo inviai a Roma. Dopo dieci minuti mi chiamò il vice direttore e mi disse: ha telefonato la Fininvest: se esce il tuo articolo ci tolgono diversi milioni di pubblicità, decidi tu". Io decisi, per non danneggiare chi mi dava lo stipendio, di non scrivere quell'articolo e lo sostituii con un altro. Rimasi sconvolto, rabbioso, frustrato. Alle 10 di sera mi telefonò Berlusconi che mi disse gentilmente: "Ho saputo che lei oggi mi ha fatto un grande piacere che le è costato una sofferenza professionale, quando avrà bisogno di un piacere glielo ricambierò."[12]
  • [Sulla finale del campionato mondiale di calcio 2006] È stato bello, bellissimo, chapeau. Se il calcio, che non è propriamente uno spettacolo e non è più uno sport (se mai lo è stato), ma un'emozione, non c'è alcun dubbio: l'Italia l'ha degnamente onorato. È stato il trionfo di Marcello Lippi, uno che ha imparato presto il mestiere di cittì, cosa della quale molti (me compreso) dubitavano, è stato il trionfo dell'Italia senza stelle, di una squadra che a modo suo ha dato una lezione a tutti.[13]
  • [Sulla finale della UEFA Champions League 2006-2007] Milan, sette volte Milan. Ha conquistato l'Europa, il traguardo che più gli è congeniale, di fronte a un Liverpool che si è confermato avversario di grande lignaggio. Di fronte le squadre che negli ultimi trenta anni hanno vinto di più in Europa e la partita è risultata affascinante sul piano tattico, anche se poco spettacolare. Un Kaká che ha giocato non al meglio delle sue doti, ma che con due guizzi (il dribbling dal quale è nata la punizione del primo gol e il passaggio alla Rivera per Inzaghi) ha dato l'impronta alla finale, dopo averla data a tutta la Champions. Ancelotti è stato perfetto nelle sue mosse impostando una squadra "alla Liverpool" avendo capito che Benítez non gli avrebbe permesso di impostarla "alla Milan". Dire che Inzaghi è stato strepitoso è dire poco, ma anche tutti gli altri rossoneri hanno giocato la partita che dovevano giocare. Il Milan sul tetto d'Europa rafforza il tanto bistrattato calcio italiano (e anche "il calcio all'italiana", quello che sa sempre adattarsi all'avversario quando è il caso) che dopo essersi laureato campione del mondo per nazioni, adesso è anche campione d'Europa per club.[14]
  • [Su La Gazzetta dello Sport] Un quotidiano, che in fatto di mercato non è mai primo in classifica nonostante il colore della carta.[15]
  • La polemica di Mourinho con Ranieri è di una volgarità unica: quando uno si appella all'età e a quello che ha vinto il rivale, allora significa che non ha argomenti validi.[16]
  • Solito malcostume italiano: la colpa è sempre dell'arbitro. Come in Corea sette anni fa il colpevole è sempre un altro e pensare che all'epoca il signor Moreno ci aveva persino favoriti: non si fa arrivare una squadra che si vuol far vincere in svantaggio di un gol all'88' sperando che Panucci offra un assist all'avversario.[17]
  • [Su José Mourinho] Per lui "io" è il diminutivo di Dio.[18]
  • [Su Inter-Bayern Monaco finale di Champions League 2010] Erano anni che non si vedeva una finale di Champions così affascinante. [...] Non che da sabato sera l'Inter è diventata una superstar del calcio mondiale, ma ha fatto il passo indispensabile per poterlo diventare. [...] La Supercoppa europea (contro il Siviglia)[19], ma soprattutto il Mondiale per club a dicembre saranno altri gradini da superare per uscire dalla cronaca ed entrare nella storia. [...] La "Grande Inter" che troppi tifosi hanno visto giocare in bianco e nero, diventò la squadra più forte del mondo nel biennio in cui oltre alle coppe europee vinse i due trofei intercontinentali contro l'Independiente succedendo nell'albo d'oro al Santos di Pelé. La rivoluzione di Mourinho è stata quella di ideare e plasmare una squadra che in Italia riuscisse a giocare come in Europa e non viceversa come è accaduto per tantissimi anni. [...] Cosa che in Italia negli ultimi trenta anni era riuscita solo al Milan mentre in Inghilterra e Spagna è cosa normale. L'Inter ha giocato in pratica sempre con una punta sola riuscendo a trasformare due attaccanti, cioè giocatori di qualità, in mediani e risolvere così la penuria tecnica del centrocampo, il vero handicap che la differenziava dalle grandi d'Europa.[20]
  • Dicono che Moreno cercò di favorire la Corea in maniera disastrosa, ma ragionando un attimo e rivedendo la partita (l'avrò rivista venti volte minuto per minuto) si capisce chiaramente che Moreno se cercò di favorire qualcuno fu l'Italia. Magari consigliato da Codesal, il capo degli arbitri a quel Mondiale, lo stesso Codesal che diresse scandalosamente Germania-Argentina (1-0 rigore di Brehme) e successivamente radiato per corruzione.[21]
  • Moratti chiede quello scudetto [quello del campionato 1997-1998], così come Agnelli il giorno prima aveva chiesto quelli tolti alla Juve dalla giustizia sportiva. Ma per i due tolti alla Juve c'è stato un processo mentre per quello del 1998 il processo vorrebbe aprirlo Moratti? E il Lione che dovrebbe dire visto che in Lione-Inter l'arbitro si comportò molto peggio di Ceccarini? La Lazio, che perse la Coppa Uefa nella finale di Parigi dovrebbe chiedere all'Uefa quella coppa visto che l'Inter in finale c'era arrivata grazie all'arbitraggio di Lione al cui confronto quello di Ceccarini è di stampo angelico? Se si parla di corruzione sicuramente era più corrotto, magari con soldi portati in una valigetta Luis Vuitton, l'arbitro di Lione rispetto a Ceccarini.[22]
  • Il Mondiale è la massima espressione del calcio e senza questa competizione non sarebbero nati i nomi leggendari che hanno scritto la storia del calcio: da Scarone a Monti, da Meazza a Puskas, da Pelè e Garrincha, da Zidane a Cruijff, da Maradona a Romario, da Clodoaldo a Maradona.[23]
  • Una Champions vale dieci scudetti e un Mondiale vale cinquanta Champions.[23]
  • Sottolineo dal 2006 un aspetto, mai nessuna squadra dopo una retrocessione forzata come quella che è toccata alla Juventus è tornata sui livelli precedenti. Basti vedere gli esempi di Milan e Lazio del 1980 che ebbero una crescita solo grazie ad un cambio a livello di proprietà. Senza Berlusconi il Milan sarebbe una squadra qualsiasi, l'unica ancora di salvezza della Juventus sarebbe che la triade senza speranza composta da Agnelli, Delneri e Marotta ceda il passo a qualcuno di migliore. Certo i danni che hanno commesso sono irreparabili.[24]
  • [Ganso] Non corre e se di mestiere facesse il cacciatore di lumache rimarrebbe disoccupato a vita.[25]
  • Andrea Agnelli è sempre più una macchietta. Non sa che una volta gli Agnelli erano leoni, i suoi avi avrebbero distrutto tutti. Lui ha fatto la figura del bambino piagnucolone, ha chiesto la revoca dello scudetto interista del 2006 e per oltre un anno ne ha fatto un'arma di distrazione di massa per i tifosi della Juve che meritavano ben altro trattamento. Con i vecchi dirigenti oggi la Juve sarebbe riuscita a dimostrare ben altre cose. La vecchia Juve avrebbe sputtanato Moratti nel mondo con intere pagine acquistate sul NYT e sui più importanti quotidiani del mondo. Avrebbe usato tutto il suo potere come soltanto quella società sapeva fare. Bombardamenti a tappeto in ogni dove, mentre adesso Andrea Agnelli al massimo può sparacchiare qualche peto, non certo di più. Ora minaccia chissà quali sfracelli, ma qualcuno dovrebbe consigliarlo a dovere, cosa che non accetterà mai essendo troppo abituato alle "tate"...[26]
  • Lo chiamano sciopero senza nemmeno saper cosa significa la parola, mentre in realtà è una serrata. Atteggiamento vergognoso di presidenti che ormai vogliono impadronirsi del calcio dopo averlo spolpato fino all'osso. Gente come Lotito, Preziosi o Galliani, gente che in altri paesi non avrebbero nemmeno diritto a entrare in uno stadio perché interdetta dai pubblici uffici, perché ha comprato le partite o ha fatto retrocedere la propria squadra per immoralità, vuol far credere che la colpa sia dei calciatori. [...] In realtà i presidenti vogliono un ritorno al vincolo e mascherano questa loro volontà con dichiarazioni ai loro giornali e alle loro televisioni che vogliono far passare i calciatori come miliardari viziati. L'articolo 7 non riguarda i cento giocatori di Serie A che guadagnano milioni, ma riguarda soprattutto le migliaia di calciatori che dalla B in giù non vengono pagati e sono trattati come carne da macello. I miliardari viziati sono i presidenti, non certo i calciatori che producono reddito e nessun contratto, per quel che se ne sa, è stato firmato con la costrizione. [...] È una serrata bella e buona, non uno sciopero. Basta pensarci un po' per capire...[27]
  • Prandelli ha detto che i calciatori gay dovrebbero fare outing e dichiararsi apertamente: ma gli ha dato di volta il cervello? Il calcio è lo sport omofobo per eccellenza e Prandelli pretende che un calciatore si autodenunci? Siamo seri...[28]
  • Un po' perché l'allenatore [Roberto Mancini] è un mio amico dal 1982 quando fu acquistato diciassettenne dalla Sampdoria e un po' perché l'impresa è di quelle storiche, vorrei sottolineare il finale della Premier League, che il Manchester City ha vinto dopo 44 anni. Il finale di City-QPR è stato l'essenza del calcio. Il calcio non è uno sport, non è un gioco e non è uno spettacolo: è un'emozione. E in pieno recupero, oltre il novantesimo, si è visto cosa può dare il calcio dal punto di vista emozionale: il colpo di testa di Dzeko del due a due, l'assist di Balotelli (degno di un fuoriclasse assoluto) e il gol della vittoria di Agüero a un minuto dalla fine quando quelli dello United già pregustavano l'ennesimo titolo a Sunderland. [...] Vedere Mancini e Balotelli ritirare la medaglia d'oro avvolti nella bandiera italiana, sinceramente mi ha commosso. Si parla tanto di top player e top trainer: loro due lo sono e sono italiani.[29]
  • [Mario Monti] Ha detto un'altra cosa gravissima, da ignorante qual è. È un grande ignorante questo Primo Ministro. Come può dire che l'erario finanzia le perdite delle società di calcio? Non è vero! Ma cosa ne sa lui? Ma cosa dice? Le società di calcio pagano lo Stato! Lui ha detto all'inizio: "Non è giusto che i soldi dei contribuenti vadano a ripianare i debiti delle società di calcio". Non è vero questo! Qualcuno dovrebbe dirglielo! Ma io dico: ma in mano a chi siamo?[30]
  • Il signor De Laurentiis, in un calcio normale, l'avrebbero già cacciato come un cialtrone. No? Qua si dice sempre "il calcio italiano...", il calcio italiano è a questi livelli, purtroppo. Ve lo immaginate in una finale di Champions, o una finale di Coppa d'Inghilterra, lo sconfitto che non si presenta alla premiazione? Gli danno 6 mesi di squalifica tutti. È una mancanza di rispetto, è un segno d'inciviltà e un'accusa gratuita di slealtà all'arbitro. E non si può sempre accusare l'arbitro.[31]
  • Se non ci fossero le partite il calcio sarebbe lo sport più bello del mondo.[32]
  • Chiamano dottore persino me. Ho un titolo di studio del quale sono molto orgoglioso: III A.A. [avviamento agrario].[33]
  • [Dopo Bayern Monaco-Barcellona 4-0 del 22 aprile 2013] La forza del Bayern (e la Juventus ne sa qualcosa) è quella di non avere punti deboli e averne tanti, anzi tutti, di grande livello, pur senza avere un fenomeno al di sopra degli altri. Non dipende da Ronaldo o da Messi, ma dall'unione di tante forze che non si elidono mai, ma si sommano in continuazione. I due laterali difensivi, Lahm e Alaba non hanno eguali al mondo e in mezzo al campo Schweinsteiger e Martinez sono due muri invalicabili, tipo Rijkaard e Desailly nel Milan dei tempi andati. Forza atletica, tecnica di grande livello e intelligenza tattica superiore, queste le armi dei tedeschi.[34]
  • Moratti Angelo e Massimo: i meriti dei padri non ricadono sui figli.[35]
  • Dieta. Chi ci si mette decide di vivere da malato per morire da sano.[36]
  • De Coubertin aveva ragione. Importante non è vincere, ma partecipare. Agli utili.[37]
  • Pogba può diventare un campione di livello europeo. Ha le tre C del grande centrocampista: contrasta, costruisce e conclude.[38]
  • [Sul calcio] Oppio dei popoli e il narcotraffico dei media.[39]
  • Il cancro non è una malattia: è un'industria e una compagnia.[40]
  • Il mondo del calcio è un bordello nel quale non ci sono vergini capitate per caso.[41]
  • C'è chi nasce servo, chi nasce servile e chi entrambe le cose.[42]
  • Proverbio coreano: can che abbaia... poco cotto.[43]
  • [Sul codice etico della Nazionale italiana di calcio] Prandelli confonde l'etica con l'estetica.[44]

Citazioni non datate

[modifica]
  • Alla Juve hanno un'estrema ammirazione per chi sa perdere. Specialmente se sono gli avversari.[45]
  • Atroce domanda: perché i ricchi possono fare voto di povertà e i poveri non possono fare quello di ricchezza?[45]
  • Certi allenatori sono capaci di tutto. Altri incapaci di tutto.[45]
  • È chiaro che la storia è dei vincitori: Filippide corse 42 chilometri per annunciare la vittoria di Maratona. Nessuno ha mai registrato quanto percorse il soldato che annunciò la sconfitta.[45]
  • È difficile far giocar bene una squadra. Se hai Ronaldo è inutile.[45]
  • Il genio calcistico è la semplicità elevata alla massima potenza.[45]
  • L'Inter di Ottavio Bianchi ha tre schemi: rinvio di sinistro di Pagliuca, rinvio di destro di Pagliuca, rinvio con le mani di Pagliuca.[46]
  • Marcello Lippi ha l'assoluta certezza di essere venuto al mondo come esempio. Ma di che?[45]
  • Non tutto il bene viene per nuocere.[45]
  • Nessuno gioca al calcio bene come i brasiliani. Il motivo è semplice: sono la copia del loro meraviglioso Paese. Non hanno logica.[45]
  • Per la notizia sono disposto a tutto. Anche a scrivere la verità.[47]
  • Scettico: vuol vedere per non credere.[45]
  • Se la radio fosse stata inventata dopo la televisione troveremmo geniale un apparecchio che ci evita di vedere come giocano certi calciatori.[45]
  • Sei mesi prima di morire voglio andare a Manchester così non mi accorgerò del passaggio dalla vita alla morte.[48]
  • Sono un democratico: esigo un'ingiustizia (arbitrale) eguale per tutti.[45]
  • Zoff: se nelle faccende di sesso si comportasse come nel calcio, per uno come lui l'inerzia sarebbe un'orgia.[45]

Note

[modifica]
  1. Da Ha prevalso l'etica dello sport, Il Giorno, 24 maggio 1999.
  2. a b c d e f g Dall'intervista di Stefano Olivari, Franco Rossi: nessun erede per Gianni Brera, Calciatori.com, 2001. Riportata anche nel sito francorossi.com
  3. Da Svelato il bluff di Ortega Maradona del calcio femminile, francorossi.com, 12 giugno 2002.
  4. Da Ronaldo ha vinto da solo come Garrincha e Maradona, francorossi.com, 30 giugno 2002.
  5. Da Lippi-Cuper stavolta ha stravinto l'interista, francorossi.com, 10 aprile 2003.
  6. Da Grandeur del Milan premiata in Europa: quando a vincere sono anche i soldi, francorossi.com, 29 maggio 2003.
  7. Da Pagelle Milan campione, francorossi.com, maggio 2004.
  8. Da Il fenomeno che a 20 anni dava ordini a Pelé, francorossi.com, 9 agosto 2004.
  9. Da Quando gli arbitri decidono tutto. E anche di più, francorossi.com, 31 ottobre 2004.
  10. Da Moratti è stupido e Berlusconi un gentleman?, francorossi.com, 10 gennaio 2006.
  11. Da Galliani più scandaloso di Eydelie, francorossi.com, 23 gennaio 2006.
  12. Da Quando Mediaset e le altre te la giurano, francorossi.com, 13 febbraio 2006.
  13. Da In cima al mondo per cominciare la rivoluzione, francorossi.com, 13 luglio 2006.
  14. Da Sette volte Milan, Maldini come Charlot, francorossi.com, 24 maggio 2007.
  15. Da Un fuorigioco al giorno toglie l'Inter di torno?, francorossi.com, 30 marzo 2008.
  16. Da È Mourinho che è vecchio, altro che balle, francorossi.com, 4 agosto 2008.
  17. Da La rivincita di Keane e le scuse a Laura Alari, francorossi.com, 1 aprile 2009.
  18. Da Vecchia regola arbitri per Inter, Milan e Juve: una volta a me, una volta a noi e una volta a te. "Confezionato" il risultato di Bari ma campionato chiuso da molto tempo, francorossi.com, 21 febbraio 2010.
  19. In realtà, l'Atlético Madrid. L'Inter perse 0-2.
  20. Da Al Bernabeu, una partita da raccontare a figli e nipoti. Novanta minuti da rivedere all'infinito. Adesso supercoppe e Mondiale per club e passare dalla cronaca alla storia, francorossi.com, 27 Maggio 2010.
  21. Da Sei chili di coca tra le chiappe..., francorossi.com, 23 settembre 2010.
  22. Da Moratti prima di eplicare ad Agnelli, restituirà alla Lazio la Coppa Uefa del 1998?, francorossi.com, 28 ottobre 2010.
  23. a b Da campionato e pallone d'oro: nulla di nuovo all'ombra del calcio, francorossi.com, 5 dicembre 2010.
  24. Citato in Franco Rossi: "Agnelli, Marotta e Delneri, una triade senza speranza. Legrottaglie dispetto Juve a Moratti", Tuttojuve.com, 31 gennaio 2011.
  25. Da Pelé dopo il naufragio di Robinho, farà il bis con Neymar?, francorossi.com, 10 luglio 2011.
  26. Dal suo blog, citato in Franco Rossi descrive la statura di Andrea Agnelli in confronto a quella dei suoi avi: "È una macchietta, sparacchia qualche peto e piagnucola come un bambino", Goal.com, 15 luglio 2011.
  27. Da Hanno ragione i calciatori. Non è uno sciopero ma una serrata vergognosa di quei presidenti che hanno sfruttato e spolpato il calcio fino all'osso, francorossi.com, 26 agosto 2011.
  28. Da La Juventus ha solo sfruttato il bonus a disposizione, francorossi.com, 2 maggio 2012.
  29. Citato in Juve e Udinese, stagione straordinaria per il bianco e il nero - Mancini riporta il titolo al City dopo 44 anni e ne riscrive la storia, francorossi.com, 13 maggio 2012.
  30. Dalla trasmissione Novastadio sull'emittente Telenova, 29 maggio 2012.
  31. Dalla trasmissione Novastadio sull'emittente Telenova, 11 agosto 2012.
  32. Da un tweet del 3 settembre 2012.
  33. Da un tweet del 25 gennaio 2013.
  34. Da Bayern: tecnica, agonismo e tattica, la forza di non avere punti deboli, francorossi.com, 23 aprile 2013.
  35. Da un tweet dell'8 luglio 2013.
  36. Da un tweet del 10 luglio 2013.
  37. Da un tweet del 10 luglio 2013.
  38. Da un tweet del 14 luglio 2013.
  39. Da un tweet del 14 luglio 2013.
  40. Da un tweet del 19 luglio 2013; citato in Lutto nel giornalismo sportivo, è morto Franco Rossi, Repubblica.it, 30 ottobre 2013.
  41. Da un tweet del 19 luglio 2013.
  42. Da un tweet del 29 luglio 2013.
  43. Da un tweet del 19 agosto 2013.
  44. Da un tweet dell'8 ottobre 2013; citato in Addio a Franco Rossi, intelligenza ironica del giornalismo sportivo italiano, Ilsole24ore.com, 30 ottobre 2013.
  45. a b c d e f g h i j k l m Da Aforismi, francorossi.com.
  46. Citato in Le più belle barzellette sull'Inter, Sonzogno, 2004, p. 106. ISBN 88-454-1202-4
  47. Da Buon giornalista, francorossi.com.
  48. Dal programma televisivo Novastadio, Telenova; video disponibile in Un anno senza Franco Rossi - Le sue Battute, youtube.com/@TelenovaMSP, min. 0:41.

Altri progetti

[modifica]