Drago (Beowulf)
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Il drago, antagonista presente nel poema epico Beowulf.
Citazioni del drago
[modifica]- Guardati! Non sei niente. Sei un niente vuoto. [...] Anche con tutte le tue ricchezze, il tuo regno, il tuo potere, la tua gloria e le tue donne. Quale dovrei uccidere prima secondo te? La tua graziosa piccola scaldaletto o la tua saggia regina? (La leggenda di Beowulf)
- Ah, Grendel! [...] Tu li migliori, ragazzo mio! Non te ne rendi conto? Li stimoli! Li costringi a pensare e pianificare. Ispiri in loro poesia, scienza, religione, tutto ciò che li rende ciò che sono, finché dureranno. Tu sei, per così dire, il presente bruto attraverso cui imparano a definirsi. L'esilio, la cattività, la morte da cui rifuggono (la prova lampante della loro mortalità, del loro abbandono) e tu fai in modo che lo riconoscono, che l'abbraccino! Tu sei l'umanità, o la condizione umana: inseparabile come lo scalatore e la montagna. Se ti allontani verrai immediatamente sostituito. Di presenti bruti ce ne sono fin che vogliono. Bando ai sentimentalismi, dunque. Se l'uomo è l'irrelevanza che t'interessa, non'abbandonare! Spaventalo finché non non raggiungerà la gloria! Non c'è differenza alla fin fine: materia e movimento, semplice e complesso. Non fa alcuna differenza. Morte, trasfigurazione. Cenere in cenere, e bava in bava, amen.
- «Conosci te stesso» è il mio motto. Conosci quanto possiedi e sta' attento agli estranei!
- Conosco ogni cosa, sai, [...] Il principio, il presente, la fine. Tutto. Ora tu vedi il passato e il presente, come le altre creature inferiori: non hai facoltà più elevate della memoria e della percezione. Ma i draghi, ragazzo mio, hanno una mente assai diversa. [...] Vediamo come se ci trovassimo in vetta a una montagna: tutto il tempo, tutto lo spazio. In un istante scorgiamo la visione appassionata e il tumulto. Non che le cose falliscano per colpa nostra, intendimi. [...] I draghi non s'immischiano nel vostro insignificante libero arbitrio. Puah! Dammi retta, ragazzo, [...] Se tu, con la tua conoscenza del presente e del passato, ricordi che un certo uomo scivolò, mettiamo su una buccia di banana, o giù da una sedia, o affogò in un fiume, il ricordo non significa che sia scivolato per colpa tua, o caduto o annegato. Esatto? Certo che è esatto! È successo e tu lo sai, ma il saperlo non né è la causa. È ovvio! Bene, lo stesso vale per me. La mia conoscenza del futuro non causa il futuro. Si limita a vederlo, esattamente come le creature al tuo infimo livello ricordano le cose passate. E anche se interferisco (bruciando la villa dell'idromele di qualcuno, ad esempio, sia perché ne avevo voglia, sia perché me l'aveva chiesto qualche supplice) anche allora non altero il futuro, mi limito a fare ciò che ho visto sin dal principio. È ovvio, sicuramente. Diciamo allora che la questione è risolta. E basta con la storia del libero arbitrio e l'intercessione!
- Deve essere davvero frustrante essere ingabbiato come un grillo in una mente limitata.
- [Sugli umani] Credono di pensare. Non hanno una visione globale, un sistema totale, solo schemi vagamente somiglianti, non hanno più identità di un ponte o di una ragnatela. Ma si lanciano sugli abissi attaccandosi a una tela di ragno, e a volte ce la fanno, e con quello sono convinti d'aver risolto la questione! Potrei raccontarti mille tediosissime storie della loro assurdità.
- È estremamente difficile, spero tu comprenda, esprimermi nei concetti limitati familiari a una creatura medievale, l'era oscura. Non che vi siano ere più oscure di altre. È un gergo tecnico d'un altro periodo d'oscurantismo.
- Il mio consiglio, mio violento amico, è: cerca l'oro e custodiscilo.
- Le cose vanno e vengono, [...] È questo il succo. Fra miliardi e miliardi di anni ogni cosa sarà andata e venute molte volte, in varie forme. Perfino io me ne sarò andato. Un certo uomo mi ucciderà assurdamente. Un vero peccato (la perdita di una rimarchevole forma di vita. I conservazionisti protesteranno). [...] Insignificante, però. Questi bricchi e questi sassi, tutto passerà. Puf! Bolle, emorroidi, foruncoli, bava...
- Lo so che ti dispiace. Per adesso, almeno. In quest'istante fugace e fuggente nel lungo e tedioso declivio dell'eternità. Non m'impressioni.
- Vuoi la parola. È per questo che sei venuto. Il mio consiglio è: non domandare! Fai come me! Cerca l'oro (non il mio, però) e custodiscilo!
- Di' ciò che vuoi, padre. La mia pelle è spessa e non puoi spingermi a odiarti più di quanto già non faccia. Invero, se tu dovessi incidere il mio odio su ogni stella in cielo, su ogni granello di sabbia su ogni spiaggia da adesso alla fine del tempo, ancora non avresti la minima idea di quanto io ti odi...
- Io sono, come hai detto, un abominio, un demone nato da un'abominevole unione e inadatto a sedere sul tuo trono e su un qualsiasi trono umano.
- Nessuno vede mai mia madre, [...] A meno che lei lo voglia. Neppure io.
- Tu, un vecchio senza un erede per il suo trono, sei mai stato sveglio nel silenzio della notte a porti domande sul figlio che hai barattato per il potere e la ricchezza? Ti sei mai chiesto se avesse sogni e aspirazioni, se desiderasse essere qualcosa di più di un fantasma o un brutto ricordo?
Citazioni sul drago
[modifica]- Hai finalmente conosciuto tuo figlio? [...] Vale tanto più del mio povero idiota Grendel, ma suo padre... suo padre vale tanto più di quanto sia mai valso quel grasso e stupido Hrothgar. (Madre di Grendel, Caitlín R. Kiernan)
- Il collo è lungo e segnato da muscoli serpentini e, dove prima c'erano le braccia, ora ci sono due gigantesche ali. Una cosa appuntita e spinosa sbatte a destra e a sinistra e con un solo colpo sbriciola la pietra dell'altare. La bestia è gigantesca, come una piccola balena, grande almeno quanto il mostro marino con cui aveva lottato Beowulf durante la gara di nuoto con Brecca tanto tempo prima. Scuote la sua massiccia testa da una parte all'altra e Beowulf viene sommerso da aria bollente. (Caitlín R. Kiernan)
- Allora si ridestò il serpente! E una nuova lotta principiò. Annusò i dintorni della roccia e, col cuore feroce, rinvenne l'orma del nemico, di lui che, furtivamente, aveva camminato vicino, sì, vicinissimo alla testa del drago. Così, se gode il favore di Dio, un uomo il cui destino non è ancora la morte può facilmente sfuggire al dolore e alla sorte avversa!
- Da sempre il suo uso è ghermire i tesori che trova nella terra; e là, reso saggio dai molti anni, egli sorveglia l'oro pagano - il quale non gli arreca beneficio alcuno.
Così, per trecento inverni, quel predatore degli uomini aveva vegliato sotterra quella casa del tesoro, facendosi forte; sinché qualcuno gli riempì d'ira il cuore, un uomo che al suo signore portò un calice laminato d'oro, ricercando dal padrone tregua e perdono. - Sottoterra il mostruoso guardiano, avido e pronto alla lotta, antico, teneva quei tesori dorati - conquistarli non era un facile acquisto, per un uomo.
- Anche ora, lei trama. E con il tuo potere, cresce anche il figlio dei tuoi fallimenti, solo e nutrito dall'odio.
- Il Corno è tornato, e con lui il tuo destino sulle ali del drago, che alita crudeltà e distruzione su tutto ciò che hai creato e amato.
- Il nostro destino è vincolato, antico demone. Il tempo degli eroi è finito, ed è arrivata la morte a portarci via entrambi.
- Come già Grendel, il Drago della vecchiaia di Bēowulf si manifesta dapprima come un principio ancora indistinto di ostilità e di turbamento: come «Qualcuno» che manda risolutamente all'aria i provvisori bilanciamenti della storia, la pace sociale e politica sempre malamente rabberciata. Ma a differenza di Grendel, che non si lascia vedere perché rischia il grottesco degli irraffigurabili orchi e troll delle fiabe, il Drago è rappresentato secondo i nobili modelli del mito classico e delle leggende medievali.
- Il Drago è l’uccisore giusto per Bēowulf, come Grendel era stato la giusta occasione per portarlo in campo. Aiuta a definire lo statuto dell’eroe, e forse anche il suo temperamento. Se Grendel e Bēowulf, come si è visto, si azzuffano per rivendicare la funzione di guardiano («maggiordomo») della stessa casa, il Drago e Bēowulf condividono la funzione istituzionale, e quindi la rivalità, di «guardiani del tesoro» (hordweard). Hanno anche la stessa concezione del suo valore. Il tesoro non è fatto per essere speso.
- Il Drago ha le stesse ore di Grendel: è un «Volatile dell’Alba», o meglio, del tempo ancora buio che precede l’alba. È più intelligente: ha una qualità aggiunta di inwit, di «malignità» vendicativa e di frode, assai superiore all'astuzia istintiva e irriflessa dell’Orco. E anche un nemico più potente e più pericoloso. Abita un tumulo «scosceso» come una montagna, ed è abituato a «dominare piaceri dell’aria». Appartiene quindi a un piano di esistenza superiore a quello umano, mentre Grendel emerge dal basso, da abissi informi e ciechi. Ha una natura d’aria, di terra e di fuoco, mentre l’altro è soltanto acquatico.
- Il poeta del Beowulf tratta i draghi, ha scritto qualcuno, al modo in cui Platone tratta i poeti. Come avanzi di un’epoca sparita, suggestivi ma pericolosi, e di cui sarebbe bene sbarazzarsi una volta per tutte.