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Cecilia Salvai

Da Wikiquote, aforismi e citazioni in libertà.
Cecilia Salvai (2015)

Cecilia Salvai (1993 – vivente), calciatrice italiana.

Citazioni di Cecilia Salvai

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Citazioni in ordine temporale.

  • [Nel 2017, sul calcio femminile in Italia] Qui esistono soltanto i maschi, noi siamo figlie di un Dio minore.[1]
  • Ricordo qualche genitore che rosicava perché io, femminuccia che fino ai 14 anni giocava con e contro i maschietti, toglievo il posto in squadra ai loro figli.[1]
  • [«Come ti sei appassionata al calcio?»] Giocando con mio cugino a casa e un po' a scuola. Ho iniziato come tutti, nel classico campetto di paese e da lì non ho mai smesso. Ero molto "maschiaccio" perciò è stato facile [ride, ndr].[2]
  • Come difensore un bel gesto è quando vai in anticipo sull'attaccante. Capisci prima quello che sta per fare: prima che esce la palla, quando sta per farti una finta. Quando vinci l'uno contro uno è la soddisfazione più grande.[3]
  • Da bambina ero uno scriciolo, capelli cortissimi e infatti mi scambiavano sempre per un maschio. Magari c'era il ragazzino che aveva i capelli più lunghi ed ero io ma nessuno mi riconosceva. Avevo le gambe lunghissime, pantaloncini ascellari: non ero un bel vedere, lo ammetto.[3]
  • Il calcio per me è una palestra di vita. Mi ha insegnato tanti valori che rivivo nella vita di tutti i giorni: il saper fare squadra e la capacità di imparare a condividere, sia i momenti belli che quelli difficili, per esempio. [...] Anni fa allenandomi vedevo bambini e ragazzi con disabilità fisiche più o meno gravi fare esercizi insieme [...] per loro era un vero momento di condivisione, aggregazione, divertimento. Lo sport dava loro speranza.[4]
  • Dico sempre che ho iniziato a giocare grazie a mio cugino, che è poco più grande di me. Stavamo spesso insieme e giocavamo insieme, da piccolina mi piacevano le cose dei maschi e non quelle delle femminucce. Andavo a vederlo giocare a scuola calcio e un giorno un giovane allenatore disse a mia madre di farmi provare a scendere in campo: da lì è partito tutto e non mi sono più fermata e lo ringrazio ancora.[5]
  • Appena ci si fa male è un insieme di emozioni complicate da gestire: io ho avuto due infortuni diversi, la prima volta ero allo stadio, circondata dall'affetto dei tifosi che mi diede supporto in quella fase iniziale. Per andare avanti ci vuole forza di volontà e pazienza, quando viene meno la routine quotidiana dell'allenamento e dello spogliatoio è durissima, non voglio negarlo. A quel punto o scegli di mollare oppure sai che devi tornare, ma lo fai soltanto se continui a crederci. Anche i miglioramenti sono a lungo termine, quindi non puoi scoraggiarti e i progressi si misurano ogni mese e non ogni giorno. Mentalmente il secondo infortunio è peggio perché sai già quello che ti aspetta, a me è successo a neanche tre anni di distanza e quindi mi è sembrato di tornare indietro. A una mia compagna dopo il primo infortunio dissi: "Se dovesse succedere di nuovo, non ho più voglia di riaffrontare tutto", ma poi in realtà ho deciso di rimettermi a lavoro per essere di nuovo in campo.[5]

Da un'intervista al profilo ufficiale twitch.tv della Juventus, 12 dicembre 2022; citato in Mauro Munno, juventusnews24.com.

  • Penso sia fondamentale, vincere aiuta a vincere. Aiuta a costruirti dentro una mentalità partita dopo partita.
  • Non penso che la fascia [di capitano] cambi il mio modo di essere o giocare. Ovviamente averla è un onore e regala un sentimento diverso. Ma dal punto di vista del campo non mi snaturo.
  • [Sul 23, il suo numero di maglia] Lo avevo scelto perché l'ho indossato per la prima volta con la Nazionale all'Europeo. Ero la più piccolina ed ero stata aggregata al ritiro pre Europeo. Alcune ragazze nel mio ruolo si erano infortunate e io sono stata convocata. Rimase quel numero, fu un'esperienza bellissima perché c'era un grande gruppo da cui ho imparato molto. Ho anche giocato quasi tutte le partite da titolare e me l'ero cavata bene. E il ventitré è anche la data in cui mi sono fidanzato con mio marito.
  • [Sulle differenze tra Italia ed Europa circa il calcio femminile] Il livello è diverso, soprattutto per la velocità del gioco. Anche se in Italia non ci sono più partite scontate, e i risultati lo hanno dimostrato. In Europa a volte hai davanti tante giocatrici di un altro livello concentrate nelle squadre. In Italia ce n'è solo qualcuna per squadra. A livello fisico il gap si è limato, sentivo dire che in Europa andavano più forte ma ora questo non vale più. Affrontare attaccanti forti è una sfida.

Note

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  1. a b Dall'intervista di Timothy Ormezzano, "Noi, figlie di un Dio minore. Sembra il Medioevo", la Repubblica, 16 aprile 2017.
  2. Dall'intervista social #AskCecilia con i tifosi juventini sul profilo ufficiale @JuventusFCWomen, twitter.com, 23 aprile 2019.
  3. a b Da un'intervista a Juventus TV; citato in Salvai: «Con Gama c'è un rapporto forte. Dopo il calcio mi piacerebbe...», juventusnews24.com, 7 febbraio 2020.
  4. Dall'intervista di Jonathan Bazzi a Vanity Fair Italia; citato in Sport: una passione felice, vanityfair.it, 29 giugno 2021.
  5. a b Da un'intervista al profilo ufficiale twitch.tv della Juventus; citato in Cecilia Salvai su Twitch!, juventus.com, 9 gennaio 2024.

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