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1997: fuga da New York

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1997: Fuga da New York

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Titolo originale

Escape from New York

Lingua originale inglese
Paese Stati Uniti d'America
Anno 1981
Genere azione, fantascienza
Regia John Carpenter
Soggetto John Carpenter, Nick Castle
Sceneggiatura John Carpenter, Nick Castle
Produttore Debra Hill, Larry Franco
Interpreti e personaggi
Doppiatori originali
Doppiatori italiani
Note

1997: Fuga da New York, film statunitense del 1981 con Kurt Russell, regia di John Carpenter.

1988: l'indice di criminalità negli Stati Uniti raggiunge il quattrocento per cento. Quella che un tempo fu la libera città di New York diventa il carcere di massima sicurezza per l'intero Paese. Un muro di cinta di quindici metri viene eretto lungo la linea costiera di Jersey, attraverso il fiume Harlem, e giù lungo la linea costiera di Brooklyn. Circonda completamente l'isola di Manhattan, tutti i ponti e i canali sono minati. La forza di polizia statunitense, come un esercito, è accampata intorno all'isola. Non vi sono guardie, dentro il carcere. Solo i prigionieri e i mondi che si sono creati. Le regole sono semplici: una volta entrati, non si esce più. (narratrice)

Frasi

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Citazioni in ordine temporale.

  • Dite questo ai lavoratori, quando vi chiedono dov'è finito il vostro Presidente: noi, i soldati del Fronte di Liberazione Nazionale d'America, noi, nel nome dei lavoratori e di tutti gli oppressi di questa patria dell'imperialismo, abbiamo vibrato un colpo mortale alla sbirraglia razzista di Stato! Quale azione rivoluzionaria poteva essere più esemplare di questa? Far crepare il loro Presidente nell'inferno della sua prigione imperialista! (terrorista) [ultime parole]
  • Qualcuno di loro ha la macchina, vecchi catorci convertiti a vapore. Pare abbiano anche qualche riserva di benzina e un po' di elettricità. Per le serre usano generatori rabberciati, qualche zona ha ancora i lampioni. E poi ci sono i "Pazzi", che vivono nella sotterranea, hanno il controllo assoluto del sottosuolo, predatori notturni. (Rehme)
  • Erano anni che non vedevo New York... (Jena Plissken)
  • Questo è il Duca, riconosco le macchine dai motori. "Non incocciare il Duca", è come un comandamento! (Tassista)
  • Tassista di merda! (Maggie)
  • Hanno mandato il loro uomo migliore. E domani, quando faremo il ponte della sessantanovesima verso la libertà, avremo il loro uomo migliore per battistrada, ma dal collo in su! Sul cofano della mia auto! (Il Duca)
  • Tu sei il numero uno!! Tu sei il Duca! Tu sei il... Duca! Haha!! Sei il numero uno! (Presidente)

Dialoghi

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Citazioni in ordine temporale.

  • Bob Hauk [Plissken viene portato nel suo ufficio]: Va bene...
    Soldato: È pericoloso, signore.
    Bob Hauk: Lo so, va' pure. [Plissken, rimasto solo, si siede e porge i polsi per farsi smanettare] Non sono uno sciocco, Plissken.
    Jena Plissken: Chiamami "Jena"!
    Bob Hauk [legge i suoi dati]: "S.D. Plissken, Americano, tenente, unità speciale di combattimento Luce Nera, due decorazioni, a Leningrado e in Siberia. Il più giovane ufficiale decorato dal Presidente. Rapina alla sede della banca federale, ergastolo da scontare nel penitenziario di massima sicurezza di New York." [mette giù i fogli] Sono pronto a toglierti dal mondo a calci in culo, decorato.
    Jena Plissken [si accende una sigaretta]: Chi sei tu?
    Bob Hauk: Hauk, alto commissario.
    Jena Plissken: Bob Hauk?
    Bob Hauk: Unità speciale di combattimento "Tuono", anche noi ti conoscevamo.
    Jena Plissken: Che parliamo a fare?
    Bob Hauk: Ho un affare per te. Ti sarà perdonata ogni azione criminale che hai commesso negli Stati Uniti. C'è stato un incidente: circa un'ora fa un piccolo jet è precipitato nel centro di New York, c'era a bordo il Presidente.
    Jena Plissken: Presidente di che?
    Bob Hauk: Questa non è spiritosa. Tu entri là, trovi il Presidente, lo porti fuori entro 24 ore e sei un uomo libero.
    Jena Plissken: 24 ore, eh?
    Bob Hauk: Ti sto facendo un'offerta.
    Jena Plissken: Balle...
    Bob Hauk: Attendibile e onesta.
    Jena Plissken: Ci voglio pensare.
    Bob Hauk: Non c'è tempo. La risposta.
    Jena Plissken: Fate un nuovo Presidente...
    Bob Hauk: Siamo ancora in guerra, Plissken! Ci occorre vivo.
    Jena Plissken: Non mi importa un cazzo della vostra guerra... o del Presidente.
    Bob Hauk: È questa la risposta?
    Jena Plissken: Ci sto riflettendo.
    Bob Hauk: Rifletti bene.
    Jena Plissken: ...Perché io?
    Bob Hauk: Volasti col Gullfire a Leningrado. Sai calarti su una città, inosservato.
    Jena Plissken: Visto che andrò là in un modo o nell'altro... Non mi frega come, dammi quel perdono.
    Bob Hauk: Quando ritorni.
    Jena Plissken: No, prima!
    Bob Hauk: Ripeto, non sono uno sciocco, Plissken.
    Jena Plissken: Chiamami "Jena".
  • Jena Plissken: Dove atterrerò?
    Bob Hauk: Sul tetto del World Trade Center, non ci sono alternative. Ripartendo decollerai in caduta libera. Sul tetto c'è un ascensore di servizio, è ancora funzionante, lo usiamo per infiltrare agenti. C'è un interruttore che attiva l'ascensore fino al cinquantesimo, dopo scenderai a piedi. Rintraccerai il Presidente per mezzo del trasmettitore di dati clinici, ne vedrai le pulsazioni con questa [gli passa un bracciale] Radiobussola, dà direzione e distanze. [raggiungono una sala medica] È un forte antitossico, blocca i batteri e lo sviluppo di virus per 24 ore.
    Cronenberg: Si tolga la giacca.
    Jena Plissken: Sto benissimo.
    Bob Hauk: Avanti, Plissken...
    Jena Plissken: Non mi vanno gli aghi!
    Bob Hauk [attiva il conto alla rovescia]: Ventidue ore, cinquantanove minuti e cinquantasette.
    Jena Plissken: Si era parlato di 24 ore!
    Bob Hauk: Fra ventiquattro ore il vertice di Hartford sarà già terminato. Cina e Unione Sovietica saranno sulla via del ritorno. Il Presidente stava andando a quel vertice quando il suo aereo è caduto. [Plissken ride] Ha una valigetta incatenata al suo polso, dentro la valigetta c'è un nastro che deve arrivare ad Hartford a qualunque costo!
    Jena Plissken: Che c'è registrato?
    Bob Hauk: Tu sai qualcosa di fusione nucleare?
    Jena Plissken: Uff, va bene...
    Bob Hauk: È in gioco la sopravvivenza dell'umanità! Lo so, non ti frega niente.
    Cronenberg: È un'iniezione, brucerà per un paio di secondi... [innesta le capsule nel corpo di Plissken]
    Bob Hauk: Fatto, Plissken.
    Cronenberg: Glielo dica!
    Jena Plissken: Dirmi cosa?
    Bob Hauk: Ricordi l'idea che avesti di fare col Gullfire, una virata di 180 gradi e di fuggire in Canada?
    Jena Plissken: Che cosa mi hai fatto, stronzo?!
    Bob Hauk: Una mia idea, Plissken, che ci ha dato qualche ora di svago: due capsule microscopiche che, inserite nelle tue arterie, hanno già cominciato a disciogliersi! Entro 23 ore saranno completamente disciolte. Dentro le capsule c'è una carica sensibile al calore, una carica minima, una capocchia di spillo. Il tanto che basta per aprirti entrambe le arterie! Direi che moriresti in dieci o quindici... [Plissken lo assale afferrandolo per la gola]
    Jena Plissken: Toglietemele!!!
    Cronenberg: Sono protette fino all'ultimo, praticamente allo scadere dell'ultimo secondo possiamo ancora neutralizzare le cariche con i raggi X! [Plissken molla la presa]
    Bob Hauk: Saranno neutralizzate quando avremo il Presidente.
    Jena Plissken: E se dovessi tardare?
    Bob Hauk: Non più vertice di Hartford, e non più Jena Plissken.
    Jena Plissken: Quando ritorno io ti ucciderò!
    Bob Hauk: Il Gullfire ti attende.
  • Bob Hauk: Come va la quota? Plissken? ...Plissken? ...Plissken, che cosa fai?
    Jena Plissken [dall'aliante]: Mi sto masturbando, ora atterro.
  • Jena Plissken: Hauk?
    Bob Hauk: Sono qui, Plissken.
    Jena Plissken: Non so cosa state vedendo voi, ma questo non è il Presidente. [Plissken fa sentire il blaterare dell'ubriacone col trasmettitore clinico] Prepara i raggi X, che io vengo fuori.
    Bob Hauk: Diciotto ore, Plissken.
    Jena Plissken: Stammi a sentire, Hauk, il Presidente è morto, hai capito?! Qualcuno se l'è mangiato per cena!
    Bob Hauk: Plissken, se torni con quell'aliante ti faccio abbattere, se ti arrampichi ti faccio secco sul muro. Hai capito, Plissken?
    Jena Plissken [mette giù]: Nessuna umana pietà...
  • Ragazza: Sei un poliziotto?
    Jena Plissken: No...
    Ragazza: Ma hai un'arma. Hai da fumare? [Jena le passa una sigaretta]
    Jena Plissken: Nascondila con la mano.
    Ragazza: Vabbè, l'importante è che non ci sentano. [Inizia a fumare] Ehi, è vera! Sei entrato ora?
    Jena Plissken: [Vedendo i Pazzi correre per le strade] Che succede là fuori?
    Ragazza: I Pazzi: fine del mese, finito il cibo.
    Jena Plissken: Ah. Abiti qui?
    Ragazza: Coi teschi? Stai scherzando? Sto coi turchi ora. Mi ha sorpreso il buio per strada e sono bloccata qui.
    Jena Plissken: Un aereo sette ore fa è caduto nell'Ottava Avenue. L'hai visto?
    Ragazza: No.
    Jena Plissken: Ah, Cristo...
    Ragazza: Poliziotto?
    Jena Plissken: Macché: stronzo...
    Ragazza: [Guardandolo meglio] Un momento... io lo so chi sei! Sì... Ma sapevo che eri morto!
    Jena Plissken: Infatti...
    Ragazza: Allora sei davvero Jena Plissken! Che ci fai qui armato?
    Jena Plissken: Sto cercando qualcuno.
    Ragazza: Chi?
    Jena Plissken: Il Presidente.
    Ragazza: Ma dai! Sul serio è qua?
    Jena Plissken: Sì, qua in giro.
    Ragazza: E se lo trovi... Lo porti fuori? Portami fuori con te.
    Jena Plissken: Perché?
    Ragazza[ultime parole]: A troppi perché potrei pensare... [Improvvisamente i Pazzi sfondano il pavimento, trascinandola giù]
  • Tassista: Ehi, Jena, quando sei entrato? Manco sapevo che t'avevano preso! Ha ha ha! Oh, Jena Plissken sul mio taxi, ha ha ha! Se lo sapesse la mia vecchia! Ehi, tieniti forte! Ha ha ha! Ehi, ma che ci fai in giro, qui?
    Jena Plissken: Sto cercando qualcuno.
    Tassista: Perché non l'hai chiesto a me? Io conosco tutti in questa città! Sissignore, porto questo taxi da trent'anni, e non l'ho mai cambiato!
    Jena Plissken: Allora lo chiedo a te. [gli punta l'arma sul collo] Dov'è il Presidente?
    Tassista: I-Il Duca l'ha preso! Lo sanno tutti che l'ha preso il Duca! Anche senza mettermi la canna alla testa te lo direi!
    Jena Plissken: Chi è "il Duca"?
    Tassista: Il Duca? Il Duca di New York, è il numero uno, è il pezzo ultra, il più grosso!
    Jena Plissken: Voglio conoscere questo Duca.
    Tassista: Non puoi conoscere il Duca, non diciamo pazzie! E chi ci arriva a conoscere il Duca? Lo vedi una volta e sei già morto!
  • Tassista: Mente! Mente! Ti porto una persona, haha!
    Jena Plissken [lo riconosce]: Harold Helman!
    Mente: Jena..?
    Maggie: "Harold"?
    Jena Plissken: Dove sei stato, Harold? Ne è passato di tempo...
    Maggie: Non mi avevi mai detto che conoscevi Jena Plissken.
    Tassista: Visto che sorpresa? Ehi, Mente, mi servirebbe della benzina, ce ne hai d'avanzo?
    Jena Plissken: Mi fa piacere che ti ricordi di me... Sì... Uno dovrebbe ricordare il passato: Kansas City, quattro anni fa, tu mi lasciasti a piedi! Mi piantasti solo, là...
    Mente: Ritardasti.
    Jena Plissken: Eravamo amici, Harold. Tu, io e Fresno Bob! Lo sai che cosa fecero a Bob? Eh? [gli punta l'arma addosso, Maggie tira fuori un coltello] Vuoi vedere la sua poltiglia su quella carta, donna?! [a Mente] Dov'è il Presidente?
    Mente: Giuro su Dio, Jena, che non lo so!
    Jena Plissken: Giuri? Con me!?
    Mente: Perché lo vuoi sapere?
    Jena Plissken: Lo voglio!
    Mente: Lavori per Hauk, ora?
    Jena Plissken: Lo farò sputare alla tua squinzia!
    Mente: Maggie non sa esattamente dov'è. E a meno che tu non sappia proprio esattamente dov'è, non lo troverai mai.
    Jena Plissken: Senti... io ti porterò fuori da qui. Sì... Ho un aliante a circa un paio di isolati. Ora non hai che da portarmi da lui.
    Tassista: Sul serio? È proprio vero? Ehi, porteresti anche me?
    Mente: Abbiamo precedenti accordi.
    Jena Plissken: Senza aliante?
    Maggie: Noi abbiamo il Presidente, e il Duca ci farà uscire tutti di qui.
    Jena Plissken: Non c'è verso, Maggie... Io so qualcosa che voi e il Duca non sapete: è questione di ore, dopodiché il Presidente non significherà più niente.
    Mente: Sta mentendo!
    Maggie: Può darsi di no...
    Mente: Lo conosco bene, guardalo in faccia, mente!
    Jena Plissken: Certo, Harold, sto mentendo! ...Allora tant'è che mi diverta e continui a cercarmelo da solo! [carica il fucile]
    Maggie: Harold...
    Jena Plissken [li prende di mira]: Convincilo, bambina!
    Maggie: Harold, ci uccide tutti e due! Diglielo, devi dirglielo! Dillo!
    Mente: E VA BENE!
    Jena Plissken [abbassa l'arma]: Sei stato sempre furbo, Harold.
    Mente: Comunque una cosa sia chiara: non chiamarmi "Harold"!
  • Jena Plissken: Così lavori per questo Duca, eh?
    Mente: Sì, gli fornisco benzina, gli risolvo problemi.
    Jena Plissken: Per esempio?
    Mente: Eh, come passare dal ponte della sessantanovesima che è minato. Io so dove sono le mine.
  • Mente: Romero. Che cos'è quel berretto?
    Romero: L'ho preso al tassista...
    Mente: Sì?
    Romero: Ho fatto un cambio...
    Mente: Con che?
    Romero: Ma perché sei così nervoso?
    Mente: Devo vedere il Presidente.
    Romero: Chi l'ha detto?
    Mente: Il Duca.
    Romero: Non ci credo!
    Mente: Bene, gli dirò che hai detto così. [Fa per andarsene]
    Romero: Un momento. Perché?
    Mente: Ha qualcosa nascosto addosso, e il Duca lo vuole.
    Romero: Cosa?
    Mente: Lo vedrai.
    Romero: Dimmelo!
    Mente: Capsule di cianuro: il Duca non vuole un Presidente morto! [Lui e Maggie entrano nella stanza del Presidente] Signori, signor Presidente. [Inizia a perquisire apparentemente il Presidente]
    Romero: Cianuro...
    Mente: Sì. Potrebbe prenderlo domani.
    Romero [ultime parole]: Sono tutte puttanate! Non dovresti essere qua dentro... [Mente pugnala Romero, mentre Maggie uccide gli altri sgherri]
  • Bob Hauk: Mi ucciderai ora, Jena?
    Jena Plissken: Sono troppo stanco... Forse più tardi.
    Bob Hauk: Avrei un altro affare per te. Voglio che ci pensi su mentre ti riposi. Voglio darti un lavoro... faremmo un'ottima squadra, Jena.
    Jena Plissken: Mi chiamo "Plissken"! [si allontana]

Buonasera. Nonostante io non sia presente a questo storico, grande vertice, io vi rivelo questo nella speranza che le nostre grandi nazioni imparino a vivere nella pace. [fa partire la cassetta, ma parte la musica "Bandstand Boogie" del Tassista; Jena possiede il vero nastro sulla fusione nucleare e lo distrugge mentre si allontana per la propria strada] (Presidente)

Citazioni su 1997: fuga da New York

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  • 1997: fuga da New York di Carpenter, è determinante, il film che avrebbero voluto fare tutti. (Enzo G. Castellari)

Altri progetti

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