(Considerazioni sulle Nuove Linee Guida per l’insegnamento dell’Educazione civica)
di Mario Di Maio
“La consapevolezza che la dignità,la libertà,
la sicurezza non sono beni gratuiti come
l’aria,ma conquistati, è fondamento
dell’educazione civica” (Aldo Moro)
1.Premessa
Mercoledì 7 agosto u.s. il Ministero dell’istruzione ha pubblicato un comunicato in cui si affermava che, a partire dall’anno scolastico 2024/2025 entreranno in vigore le Nuove Linee Guida per l’insegnamento dell’Educazione civica. Il Documento sostituirà le Linee guida precedenti, quelle del 2020 allegate al Decreto Ministeriale n.35 del 22 giugno, con l’aggiunta di ulteriori contenuti, e ridefinirà traguardi e obiettivi di apprendimento a livello nazionale. Il comunicato dà notizia che il Ministro ha inviato nella stessa data il documento al Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione (CSPI) per il prescritto parere non vincolante.
In data 28 agosto u.s. il C.S.P.I. ha pubblicato il Parere sullo schema di decreto ministeriale per l’insegnamento dell’Educazione civica e delle relative Linee guida, approvato nella seduta plenaria n. 131. dandone la seguente valutazione: “In relazione alle numerose e rilevanti criticità evidenziate e alle osservazioni formulate, il CSPI non può esprimere un parere favorevole sullo schema di decreto in oggetto e invita l’Amministrazione a rivederlo alla luce delle argomentazioni fin qui illustrate.” Per le “numerose e rilevanti criticità si rimanda al paragrafo successivo relativo alle carenze che sono presenti nelle Linee guida.
Ad un primo esame possono essere considerate delle mere affermazioni di principio senza alcuna riflessione di tipo pedagogico e valoriale, l’enunciazione di argomenti e concetti che sembrano espressi da persone che non hanno alcuna conoscenza del lavoro scolastico effettuato in questi ultimi anni in tutte le Istituzioni scolastiche, in quella Scuola “militante” ed innovativa che sembra tanto “ideologica” al Ministro ed al “pensiero” che egli rappresenta.
2.L’Educazione civica negli ultimi documenti normativi
L’Educazione civica è una materia obbligatoria nelle Scuole italiane, introdotta e regolamentata da una serie di normative che ne delineano contenuti, obiettivi e modalità di insegnamento.
Non sempre, nella congerie di Documenti che hanno scandito, nel corso degli anni la vicenda dell’apprendimento di quelle competenze relative alla consapevolezza del proprio essere cittadino nell’ambito del nostro Paese, c’è stata l’esigenza di strutturare l’Educazione civica come una vera e propria materia da insegnare con indicazioni curriculari e strategie metodologiche ben strutturate, facendo , forse, riferimento ad una concezione della cittadinanza che bisogna “ imparare” attraverso situazioni concrete che poi sono alla base della vita scolastica.
Luciano Corradini, in una intervista del 2019, relativamente al valore didattico e pedagogico dell’insegnamento dell’Educazione civica, prima dichiara che questa “materia “la ritiene “sui generis” e poi precisa che all’ “insegnamento dell’Educazione civica” ancora in uso nella recente legge 92 /2019 preferisco “insegnamento della Costituzione e educazione alla cittadinanza”: perché (questa differenziazione N.d.R.) afferma la distinzione e la connessione fra insegnamento di un contenuto disciplinare, ritenuto importante come le altre materie canoniche, da insegnare e da studiare, e educazione a promuovere nei ragazzi conoscenze, atteggiamenti, comportamenti, abitudini e competenze connesse con quell’insegnamento e con tutte le discipline o attività che fanno parte del curricolo e in genere della vita scolastica”
Fare Educazione civica non significa, infatti, imparare a memoria un insieme di regole astratte, ma essere consapevole ed acquisire i comportamenti corretti propri della vita di tutti i giorni, che cosa vuol dire vivere in una comunità nella quale sono garantiti certi diritti e dove bisogna rispettare certi doveri.
Per raggiungere tali finalità è importante non limitare tale insegnamento ad una disciplina scolastica, ma cogliere ogni occasione nell’ambito della vita domestica, nella relazione con i compagni, nelle esperienze di ogni giorno vissute nell’ambito scolastico e fuori per far comprendere ai bambini l’essenza dell’educazione alla cittadinanza. Lo stesso CSPI, nel Parere di cui sopra, “evidenzia che l’Educazione civica non può essere considerata solo come una disciplina, in quanto, attraverso apprendimenti formali, non formali e informali, permette lo sviluppo della cittadinanza, della responsabilità e dell’etica pubblica fondate sui valori condivisi della Costituzione”. Per comprendere meglio i diversi passaggi, anche normativi, che regolano e hanno regolato negli anni l’insegnamento dell’Educazione civica, possiamo fare riferimento ai seguenti Documenti ministeriali.
La Legge 20 agosto 2019, n. 92, recita” nel primo e nel secondo ciclo di istruzione è istituito l’insegnamento trasversale dell’Educazione civica, che sviluppa la conoscenza e la comprensione delle strutture e dei profili sociali, economici, giuridici, civici e ambientali della società. Iniziative di sensibilizzazione alla cittadinanza responsabile sono avviate dalla scuola dell’infanzia”. Tra le altre indicazioni viene previsto un minimo di 33 ore d’insegnamento annue dedicate all’educazione civica. All’articolo 3 vengono elencate le tematiche che dovranno far parte dell’Educazione civica, tra le altre:
a) Costituzione, istituzioni dello Stato italiano, dell’Unione europea e degli organismi internazionali; b) Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, adottata dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite il 25 settembre 2015; c)educazione alla cittadinanza digitale; ed ancora Educazione ambientale, sviluppo eco-sostenibile e tutela del patrimonio ambientale, delle identità, delle produzioni e delle eccellenze territoriali e agroalimentari; Educazione alla legalità e al contrasto delle mafie; Educazione al rispetto e alla valorizzazione del patrimonio culturale e dei beni pubblici comuni.
Con il Decreto Ministeriale 22 giugno 2020, n. 35 vengono definite le Linee guida per l’insegnamento dell’Educazione civica, delle indicazioni operative per l’attuazione dell’insegnamento dell’educazione civica. Si sottolinea (se ce ne fosse bisogno! N.d.R.), che l’Educazione civica deve essere impartita in modalità trasversale, coinvolgendo tutte le discipline. Viene, inoltre, individuato un “coordinatore” all’interno del corpo docente di ciascun istituto scolastico.
Il Decreto Legislativo 13 aprile 2017, n. 62 con il quale sono state emanate le Norme in materia di valutazione e certificazione delle competenze nel primo ciclo ed esami di Stato stabilisce che le competenze di cittadinanza devono essere oggetto di valutazione. Essa, per inciso, ha creato non poche difficoltà nell’azione di valutazione dei docenti, in quanto implicava una precisa individuazione, da parte degli insegnanti, di competenze spesso trasversali, acquisite dagli studenti e che non sempre sono state evidenziate nei Curricoli d’Istituto.
La Legge 107/2015 (La Buona Scuola) di Riforma del sistema nazionale di istruzione e formazione, pur non essendo specificamente dedicata all’Educazione civica, introduce concetti di cittadinanza e promuove l’integrazione di tematiche legate alla cittadinanza attiva nel curriculum scolastico. Tra i vari articoli va citato l’articolo 3” per il raggiungimento degli obiettivi formativi individuati come prioritari:( tra gli altri N.d.R) lo sviluppo delle competenze in materia di cittadinanza attiva e democratica attraverso la valorizzazione dell’Educazione interculturale e alla pace, il rispetto delle differenze e il dialogo tra le culture, il sostegno dell’assunzione di responsabilità nonché’ della solidarietà e della cura dei beni comuni e della consapevolezza dei diritti e dei doveri; e ancora ”sviluppo di comportamenti responsabili ispirati alla conoscenza e al rispetto della legalità, della sostenibilità ambientale, dei beni paesaggistici, del patrimonio e delle attività culturali.
Nel 2017 il Ministero emana il Piano Nazionale per l’Educazione alla Sostenibilità, che, sebbene non sia normativo, promuove l’inclusione dell’Educazione alla sostenibilità come parte fondamentale dell’Educazione civica. Il Documento fa riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGS) dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite. “Scuola, università e mondo della ricerca sono centrali nella promozione di forme di sviluppo sostenibile. Il sapere è elemento trasversale per il cambiamento: migliora conoscenze, competenze, stili di vita. Diffonde modelli virtuosi di produzione e consumo sostenibili e una cittadinanza consapevole e attiva. E investire sulle nuove generazioni, le cittadine e i cittadini del domani, vuol dire agire sul lungo periodo per far sì che passi in maniera radicale questo cambiamento di paradigma. L’Agenda 2030 pone come quarto obiettivo l’educazione di qualità.”
L’Educazione civica è quindi una disciplina trasversale, che si intreccia con diverse materie e abbraccia tematiche fondamentali per la formazione di cittadini consapevoli e responsabili. Le normative citate sono essenziali per comprendere come questa disciplina è stata strutturata e insegnata, almeno finora, nelle scuole italiane.
3.Le Indicazioni Nazionali del 2012 e “I nuovi scenari”
Le Indicazioni Nazionali del 2012 rappresentano un documento fondamentale per il sistema educativo italiano, delineando un quadro di riferimento per la costruzione del curricolo scolastico, dalla scuola dell’infanzia fino al primo ciclo di istruzione. L’Educazione civica, in questo contesto, è considerata parte integrante della formazione globale dello studente, strettamente legata allo sviluppo delle competenze di cittadinanza attiva.
Le Indicazioni Nazionali del 2012 sottolineano che l’educazione alla cittadinanza non deve essere confinata a una specifica disciplina, ma deve essere un principio trasversale, permeando tutte le materie di insegnamento. Gli obiettivi specifici includono:
· Conoscenza della Costituzione Italiana: La comprensione e l’applicazione dei principi costituzionali sono considerati fondamentali per la formazione di cittadini responsabili e attivi.
· Competenze sociali e civiche: L’accento è posto sullo sviluppo di competenze relazionali, di partecipazione democratica e di impegno sociale.
· Educazione alla legalità e alla sostenibilità: Promuovere la legalità, il rispetto delle regole, e l’importanza della sostenibilità ambientale sono considerati elementi essenziali per l’educazione civica.
Il documento insiste sulla necessità di integrare l’Educazione civica in un quadro più ampio di educazione ai valori e alla responsabilità sociale, considerando ogni disciplina come un’opportunità per promuovere la cittadinanza attiva.
Nel 2018, le Indicazioni Nazionali sono state aggiornate con il documento intitolato “Indicazioni Nazionali e nuovi scenari”, redatto dal Comitato Scientifico Nazionale, che ha rivisitato e ampliato alcuni degli aspetti fondamentali dell’Educazione civica.
Questo aggiornamento risponde all’evoluzione del contesto sociale, economico e culturale, sottolineando l’importanza di adattare l’educazione civica alle sfide del XXI secolo. Tra i principali aspetti introdotti o rafforzati dai Nuovi Scenari troviamo:
· Cittadinanza digitale: Riconoscendo l’importanza delle nuove tecnologie nella vita quotidiana, il documento pone un forte accento sull’Educazione alla cittadinanza digitale, che comprende la consapevolezza delle opportunità e dei rischi legati al mondo digitale, l’utilizzo responsabile dei social media e la protezione dei dati personali.
· Educazione alla sostenibilità: Viene ampliata l’attenzione verso lo sviluppo sostenibile, con riferimento agli obiettivi dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite. L’Educazione civica deve quindi favorire una comprensione più profonda dei problemi ambientali e delle azioni necessarie per affrontarli.
· Integrazione interculturale: I Nuovi Scenari rafforzano l’impegno per un’educazione inclusiva, che promuova il dialogo interculturale e il rispetto delle diversità, valorizzando le diverse identità culturali presenti nel contesto scolastico.
L’Educazione civica, come delineata dalle Indicazioni Nazionali del 2012 e dai Nuovi Scenari del 2018, è concepita non solo come l’insegnamento di nozioni relative alla cittadinanza, ma come un elemento fondante dell’intero percorso formativo dello studente. Essa mira a formare cittadini consapevoli, capaci di partecipare attivamente e responsabilmente alla vita democratica e sociale, adattandosi alle nuove sfide poste dalla società contemporanea. Questa visione trasversale e integrata rappresenta un passo significativo verso la costruzione di una società più equa, sostenibile e inclusiva.
4.L’Educazione civica delle Nuove Linee guida
In una specie di premessa le Nuove Linee Guida, si precisa, s’ispirano alla Costituzione che, anche per il ministro Valditara continua a rappresentare il Dettame Fondamentale della vita dello Stato a cui devono uniformarsi tutte le nostre Leggi. Esse, ispirandosi alla Costituzione, “promuovono l’educazione al rispetto della persona umana e dei suoi diritti fondamentali, valorizzando principi quali la responsabilità individuale e la solidarietà, la consapevolezza di appartenere ad una comunità nazionale, ecc..”. Bisogna, però, sottolineare che il riferimento alla Costituzione sembra piuttosto strumentale in quanto alcuni aspetti fondamentali di Essa, come i temi dell’accoglienza, della tolleranza, della solidarietà e della pace non vengono ripresi mentre ad altri come il nesso tra senso civico e sentimento di appartenenza alla comunità nazionale viene dato maggiore risalto. È lo stesso CSPI che, entrando nel merito del Parere, sottolinea che “Risulta più funzionale mantenere anche la definizione del primo nucleo concettuale fornita dalle Linee guida ex D.M. n. 35/2020 (Costituzione, diritto, legalità e solidarietà), con il riferimento esplicito in particolare ai concetti di legalità e soprattutto di solidarietà, inscindibilmente collegati e da collegare alla carta costituzionale.” Inoltre “si rileva la mancanza di un riferimento alla relazione sociale tra individuo e collettività, che trova significato e centralità nel pieno sviluppo della persona umana che la Costituzione riconosce nella seconda parte dell’art. 3.”.
Per inciso, la critica del CSPI è rivolta anche alla forma con cui il documento ministeriale è stato compilato, come quando afferma che” Andrebbero riformulate alcune espressioni e termini anacronistici e impropri (come ad esempio “dal recupero di chi è rimasto indietro”; “di chi non conosce la nostra lingua”)”.
Nelle Linee guida si dà particolare enfasi al valore del lavoro e dell’iniziativa privata come strumento di crescita economica ma, anche su questo argomento, il parere del CSPI è che tali indicazioni relative allo sviluppo economico, la valorizzazione del lavoro e dell’iniziativa economica privata, la diffusione della cultura di impresa, la valorizzazione e la tutela del patrimonio privato non rientrano nelle tematiche contemplate dalla L. n. 92/2019.Un altro passo significativo è che” Non si può limitare l’educazione finanziaria a strumento per valorizzare e tutelare il patrimonio privato”, come è indicato nelle Linee guida.
Numerose sono le osservazioni relative alla sezione “Cittadinanza digitale”, in cui. a parere del CSPI è importante evidenziare il ruolo delle famiglie nell’utilizzo consapevole degli strumenti informatici e si consiglia di eliminare il divieto di utilizzare gli smartphone e i tablet, “in quanto non attinente al tema della cittadinanza digitale e non pertinente alle finalità delle Linee guida”.
Non mancano, inoltre, importanti rilievi relativi ad una certa “confusione” che gli estensori del documento ministeriale presentano rispetto a concetti ormai consolidati nell’ambito della prassi pedagogica e metodologica, ” Nel paragrafo “L’Educazione civica per il primo e per il secondo ciclo di istruzione: traguardi per lo sviluppo delle competenze e obiettivi di apprendimento” si suggerisce di riformulare alcuni traguardi e obiettivi di apprendimento che non risultano tali. In particolare alcuni traguardi si configurano come obiettivi/contenuti e alcuni obiettivi come contenuti, a volte anche molto specifici, o finalità e comportamenti”. In un altro passaggio si evidenzia” la necessità di eliminare e riformulare diversi obiettivi di apprendimento della scuola primaria in quanto si configurano come finalità o viceversa con contenuti troppo specifici, con indicazioni metodologiche, con modalità e attività di lavoro”.
In senso più generale le nuove linee guida per l’Educazione civica del Ministro Valditara, pur introducendo elementi innovativi, presentano, comunque, oltre a quelle precedentemente segnalate, un vulnus particolare relativo alla mancanza di indicazioni relative all’educazione all’affettività, con l’assenza di contenuti riguardanti la comunicazione e le relazioni interpersonali. Tale carenza dev’essere vista come un limite importante, poiché l’Educazione civica dovrebbe includere anche aspetti legati alla gestione delle emozioni e delle relazioni sociali, temi fondamentali nella formazione dei giovani.
“La scuola, intesa come percorso formativo che si snoda lungo un periodo che va dagli asili nido ai corsi universitari, è, dunque, il luogo dove promuovere lo sviluppo della capacità affettiva e relazionale e dove, attraverso una pedagogia della comunicazione, del confronto e della convivenza democratica, è possibile impiantare nella società attuale una reale e ben radicata cultura della pace e della Nonviolenza”. Le riforme che sono state implementate negli ultimi decenni, pur evidenziando la necessità di far acquisire delle valide competenze relazionali, hanno continuato a privilegiare un’educazione che si rivolge
essenzialmente all’intelligenza cognitiva, trascurando o addirittura ignorando le dimensioni comunicativo-relazionali ed emozionali e in questo le Linee-Guida continuano a perpetrare questo indirizzo in cui l’educazione all’affettività è, ancora una volta, trascurata. Le relazioni umane sono un elemento fondamentale della vita di ogni persona. P. Donati definisce le relazioni sociali “beni relazionali”, non intesi semplicemente come rapporti umani positivi ed altruistici, ma anche portatori di valore economico, politico, morale ed educativo. Esse sono indicatori “umani” del ben-essere di un’intera comunità, attraverso l’amicizia, la fiducia, la cooperazione, la coesione sociale, la solidarietà e la pace.
Esse rappresentano una fonte di benessere, ma possono anche essere causa di conflitto e di sofferenza. Per questo motivo, è importante che le persone siano in grado di costruire e mantenere relazioni sane e soddisfacenti.
L’educazione all’affettività è un percorso formativo che si propone di fornire alle persone le competenze necessarie per sviluppare relazioni positive e costruttive. Questo percorso può essere svolto in diversi contesti, tra cui la scuola, la famiglia e la comunità, per una cittadinanza attiva.
Infine, a questa concezione dell’Educazione civica viene rimproverata un’eccessiva enfasi sull’identità nazionale. Alcuni critici sottolineano che le linee guida promuovono una forte coscienza di appartenenza alla “Patria” e all’identità nazionale, con un accento significativo sulla Storia europea e occidentale. Questo approccio potrebbe risultare troppo esclusivo, rischiando di non dare abbastanza spazio alla valorizzazione delle diversità culturali e alla promozione di una visione più globale e inclusiva. Strettamente legato a questa visione c’è un approccio conservatore: le nuove Linee guida sono state criticate per avere un’impronta tradizionalista, soprattutto per quanto riguarda il rafforzamento della cultura dei doveri e della responsabilità individuale. Questo potrebbe portare a un’interpretazione rigida del rispetto delle regole, che rischia di sottovalutare l’importanza di un approccio più dialogico e critico nella formazione civica
Questi elementi critici indicano che nelle nuove Linee guida ci sono aree che potrebbero essere migliorate per rispondere meglio alle esigenze formative di una società complessa e in rapida evoluzione.