Football Club Internazionale Milano
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Citazioni sul Football Club Internazionale Milano.
Citazioni
[modifica]- All'Inter ho trovato davvero una mentalità vincente in tutti, come mai mi era capitato nel corso della mia carriera. (Frank de Boer)
- All'Inter ho trovato un ambiente che ha saputo apprezzare le mie qualità umane, conoscendole. Ho trovato persone che mi hanno valutato anche negli errori per come ero davvero e che mi sono state vicine anche nei momenti di difficoltà. Ed è per questo che sono ancora qui. (Marco Materazzi)
- Amo l'Inter perché c'è Cordoba, perché c'è l'azzurro che è il mio colore preferito, per l'importanza del club, perché da qui sono passati i migliori giocatori del mondo fra cui un altro mio idolo, Vieira, quello per il quale ho la maglia numero 14. (Fredy Guarín)
- [«L'Inter al cinema: quale titolo avrebbe?»] Brivido caldo. L'Inter è una contraddizione che non ti fa stare mai tranquillo, un thriller con suspense infinita. È come entrare in un ottovolante che non sai quando si ferma. Emozionante. (Gabriele Salvatores)
- Chi per la patria muor vissuto è assai, chi per l'Inter vive non muore mai. (Milano miliardaria)
- Cosa mi piace dell'Inter? È l'unica squadra mai andata in B, vuol dire che è una società seria e sa cosa fare per ottenere i risultati. L'Inter non è mai stata negli scandali di qualche anno fa [riferendosi a Calciopoli], questo mi fa piacere perché mi piace vivere in pace e fare le cose corrette. (Hernanes)
- Credo che un'Inter come quella di Corso, Mazzola e Suarez non ci sarà mai più, ma non è detto che non ce ne saranno altre belle in maniera diversa. (Radiofreccia)
- Da bambino ce l'avevo con l'Inter che era venuta a battere a Belgrado la mia squadra, la Stella Rossa. Ma poi quando, qualche anno dopo, fu il Milan ad eliminarci all'ultimo minuto da una coppa europea, diventai per reazione tifoso interista. (Vuk Jeremić)
- E fui dell'Internazionale, della squadra, cioè, di 'sciori', come veniva chiamata allora per distinguerla dal Milan. Al Milan infatti andavano le simpatie degli operai, dei brumisti [gli antenati dei tassisti] e dei ferrovieri. Il seguito dell'Internazionale invece era composto di studenti, impiegati. Era la squadra snob, insomma. (Ermanno Aebi)
- [Sull'entrata dei cinesi nell'azionariato dell'Inter] È un rafforzamento della squadra e la dimostrazione che questa Internazionale in fondo ha nella sua storia e nel suo dna l'essere aperta al mondo. (Marco Tronchetti Provera)
- Essere nerazzurri è un traguardo, un segno di eccellenza. Vi chiedo di urlare forza Inter con passione, ma senza rabbia. (Giacinto Facchetti)
- F.C. Internazionale. Resuscitiamo i morti, dal 1908. (Alessandro Cattelan)
- Giusta era l'ironia di chi diceva che l'Inter si prenderebbe anche la maglia gialla del Tour se trovassero positivo al doping il vincitore. (Oliviero Beha)
- Gli interisti hanno la tendenza a trasformare un moscerino in un elefante. Siamo fatti così. (Leo Turrini)
- [Nel 2002] Gli interisti dimostrano di avere un cuore di ferro. Perché sono tredici anni che resistono benissimo allo stress di non vincere nulla. (Diego Abatantuono)
- Grazie alla squadra che mi ha dato la possibilità di finire così, con la mia gente, con la mia famiglia, con questa splendida vittoria: non è stato facile prendere questa decisione ma sono felice di aver concluso così, in questo modo. E grazie al presidente Moratti per aver dato la possibilità di giocare con questa squadra. (Iván Córdoba)
- Hanno scelto per noi, i colori del cielo e della notte... Sono passati 100 anni e li ringraziamo ancora per aver fondato l'Internazionale Football Club. Era la sera del 9 marzo 1908, erano poco più di quaranta: oggi siamo milioni. Si radunarono nel cuore di Milano, al ristorante L'Orologio; erano ribelli e avevano un sogno, dare la possibilità a tutti, italiani e stranieri, di giocare a calcio per la stessa bandiera nerazzurra. Sono passati cento anni da quella sera, cento anni di passione e bellezza, cento anni di attese, di fantasie, cento anni di sfide, di vittorie e di orgoglio, di tantissimo orgoglio! Questa è la notte della memoria, e del futuro, del filo che unisce i campioni di ieri, di oggi e di domani; è la notte che sognavano in quel lontano 9 marzo, e che noi regaliamo ai nostri bambini. È la notte di tutti gli interisti, piccoli e grandi, vicini e lontani. Per cento di questi giorni, per cento di queste emozioni, per sempre solo Inter! Con i colori del cielo della notte, infinito amore eterna squadra mia! (Gianfelice Facchetti)
- I nostri giocatori vivono le emozioni al massimo perché questo fa parte di noi. Il pubblico ci trasmette passione e noi li seguiamo, il presidente per primo. Siamo molto fortunati anche a poter puntare, prima che sulle doti tecniche, anche su quelle umane dei nostri giocatori: siamo stati bravi e fortunati a riuscire a trasmettere la nostra filosofia, il nostro modo di essere che ci rende diversi da tutti gli altri. (Marco Branca)
- Il giorno in cui l'Inter mi chiamerà, potrò pure morire. (Walter Zenga)
- In Sudamerica l'Inter è da anni la squadra... sudamericana. Come se fosse un club in più, le televisioni diffondono più l'Inter delle altre. (Fredy Guarín)
- [Sulle parole di Antonio Ingroia che aveva definito l'Inter «la squadra della legalità»] Insomma, hanno avuto anche loro delle disavventure: passaporti falsi, cose strambe [...] hanno avuto anche alcuni presidenti arrestati, insomma, non è che brilla... Diciamo che il mondo del calcio non è mai brillato per legalità. (Marco Travaglio)
- INTERessante, INTERrogativa, INTERnazionale. O Inter e basta, se preferite: con le sue voglie, le ambizioni, i pruriti e le paure che il suo ruolo di grande squadra e di eterna protagonista le impone ogni anno allo scoccar della stagione. (Marino Bartoletti)
- Io dico sempre, se sei stato un giocatore dell'Inter lo rimarrai per sempre. L'Inter è qualcosa di più di un club. (Mohamed Kallon)
- La Curva Nord mi ha sempre stordito, la prima partita in amichevole non la dimenticherò mai. L'Inter mi ha portato la serenità di essere un uomo libero perché quando giochi per questa società che ti fa diventare il migliore, mi ha dato la fiducia, la verità di essere leader. (Youri Djorkaeff)
- La prima volta che ho indossato la maglia dell'Inter, ho capito subito che la squadra aveva tanti tifosi appassionati e che era la squadra perfetta per poter realizzare tutto quello che sognavo da bambino. (Júlio César)
- L'Inter, come squadra di calcio, è nata il 9 marzo del 1908, sotto la costellazione dei Pesci. In una delle interpretazioni più convincenti della sequenza zodiacale, il passaggio dal primo segno, l'Ariete, all'ultimo, i Pesci, è contrassegnato da una tendenza gradualmente ascensionale: si parte dal segno più istintuale per raggiungere quello più elevato. Un percorso che procede dall'affermazione terrestre alla liberazione dall'istinto. I pesci, quindi, sono il segno zodiacale più 'mistico'. Ho scelto consapevolmente un percorso irrituale, quello astrologico, per approfondire la personalità e l'essenza della squadra "Inter". L'Inter, se ci riferiamo alla sua ascendenza zodiacale, è una squadra 'mistica', capace di impennate, ma anche di cadute clamorose. (Elio Matassi)
- L'Inter, un sogno: non potete neanche immaginare quanto questa squadra sia amata e seguita all'estero. L'Inter è un sogno per tutti, ma in Sudamerica ancora di più: da quando si è bambini si guardano le partite dell'Inter. (Álvaro Pereira)
- [Nel 2012] L'Inter è campione di prescrizioni. È già a quota 9, quando arriverà a 10 avrà diritto ad una stella sulla maglia. (Luciano Moggi)
- L'Inter è la prima squadra che ho preso giocando alla PlayStation. Mi piaceva giocare con Ibra e Adriano. Non conoscevo la PlayStation prima, non ci avevo mai giocato, ma conoscevo l'Inter per Zanetti e tutti gli argentini che stavano qua. Ho scelto l'Inter e ho iniziato a giocare con lei. Poi un giorno ho realizzato il sogno di giocarci. (Mauro Icardi)
- L'Inter è quella che prima ha detto che Facchetti era un santo, poi nel processo sui pedinamenti lo ha scaricato dicendo che ha fatto tutto da solo, pur di non pagare. Questa è l'Inter di Moratti, che con Telecom ha rovinato tanta gente. (Luciano Moggi)
- L'Inter è la squadra più retorica d'Italia. Non è necessariamente un aspetto negativo, parliamo anche degli aspetti più sublimi della retorica. Prima di essere una squadra, è un racconto. Una forma di onestà, di dignità senza tempo, di muscolarità senza violenza [...]. L'Inter è intrisa di una malinconia snob, così come lo siamo noi tifosi. (Umberto Contarello)
- L'Inter è spiritualità, è un modo di vivere, di essere. Un'avventura storica straordinaria: sconfitte, vittorie di Pirro, casualità, è sempre un sabato del villaggio. L'interista è programmato geneticamente alla sconfitta, noi la vittoria non sappiamo come gestirla. (Roberto Vecchioni)
- L'Inter è speciale, è per sempre. Giochi con la maglia nerazzurra e ti senti speciale. Per filosofia, per anima, non so neanche dire perché. (Francesco Toldo)
- L'Inter è squadra femmina, quindi passionale, volubile, e pertanto agli antipodi del pragmatismo che caratterizza la Juventus. (Gianni Brera)
- L'Inter è una delle mie tre priorità della vita con moglie e figli [...]. Quando insegnavo, avevo un vezzo: se l'Inter vinceva, il lunedì non interrogavo. Era un modo subdolo per far tifare Inter ai miei studenti. (Roberto Vecchioni)
- L'Inter è una squadra che punta sempre a vincere. Ogni giocatore che va all'Inter sa che deve andare a vincere lo Scudetto. (Álvaro Recoba)
- L'Inter ha la vittoria nel suo dna come Senna che pensava solo a vincere anche se partiva 25esimo. (Leonardo Nascimento de Araújo)
- L'Inter per me è come una seconda pelle. (Marco Materazzi)
- L'Inter racchiude in sé una splendida storia di passione, una tradizione di vittorie e una forte ambizione al successo. Come ha detto l'indimenticabile Giacinto Facchetti "Il segreto di ogni trionfo sta nella propria convinzione". (Erick Thohir)
- L'Inter rappresenta una porta al mondo per il Suning, diventeremo un brand molto conosciuto in tutto il mondo. Trentotto anni fa i nerazzurri sono stati i primi a visitare la Cina e grazie a questo sono il club più tifato in Cina. Crediamo che l'Inter diventerà ancora più internazionale e ancora più forte. (Zhang Jindong)
- La maglia nerazzurra la ricordo di un peso incredibile. La gente dell'Inter mi ha sempre amato e lo fa ancora, ma arrivare a giocare nell'Inter dopo i fenomeni che c'erano stati mi faceva paura. Era incredibile, passare da Brescia alla grande città, Milano, per giocare con l'Inter: passare da Suarez, Corso, Mazzola a Beccalossi, emozioni impressionanti. (Evaristo Beccalossi)
- Lo confesso. Sono un tifoso interista. Seguo l'Inter da quando avevo sei anni. Ho sognato con Ronaldo. Ho goduto con Mourinho. Ho sbattuto più volte la testa al muro vedendo correre sulle fasce delle più improbabili formazioni guidate dai Gigi Simoni e dagli Héctor Cúper i vari Gresko, Macellari, Centofanti, Cirillo, Coco, Fresi, Wome. Ho pianto, come tutti, per l'unico 5 maggio che conta nella vita degli interisti: non quello cantato da Alessandro Manzoni, che chissenefrega, ma quello dei disastri di Gresko e Di Biagio. Era il 2002, l'anno di quel 5 maggio, e le ragioni del perché l'Inter perdeva (e perde) valevano ieri e valgono anche oggi: l'Inter non vinceva (e non vince) non per colpa degli arbitri o di Luciano Moggi o di Totò Riina o della P4 ma perché gli avversari, e in particolare la Juventus, segnavano e segnano di più, giocavano e giocano meglio, sbagliavano e sbagliano di meno. (Claudio Cerasa)
- Loro non hanno mai saputo perdere e quello che è sicuro è che non hanno imparato a vincere. (John Elkann)
- Ma a differenza degli altri, l'interista ha la particolarità unica di essere il punto di intersezione perfetto tra la frustrazione del popolo (la Curva Nord) e l'indignazione della borghesia (la Gazzetta dello Sport). E fino a quando il tifoso interista non avrà uno scatto d'orgoglio – e non organizzerà un bel vDay contro gli ultras frignoni pronti a sventolare allo stadio fazzoletti bianchi sognando di vincere scudetti con Guido Rossi e la moviola – continuerà ad alimentare un sistema perverso in cui sguazzano gli Ingroia e in cui verrà considerato sempre legittimo il tentativo di imporre la propria post verità per via giudiziaria. Vale nel calcio, vale nel resto. (Claudio Cerasa)
- Molti la chiamano Inter, io preferisco chiamarla Internazionale: un nome, un obiettivo. (Roberto Mancini)
- Noi ci chiamiamo Inter e sul nostro nome c'è già il nostro obiettivo. (Andrea Stramaccioni)
- Non dobbiamo avere paura di raccontare i fatti negativi o poco piacevoli. Noi abbiamo una storia diversa dalle altre squadre. Nel bene e soprattutto nel male. (Oliviero Toscani)
- Ogni giorno era una guerra. Si lottava per il posto in squadra e tutti all'Inter volevano vincere sempre. Giocando così contro i campioni in allenamento si cresce. (Nicolás Burdisso)
- Per una semplice questione di colori e di eleganza. Fin da piccolo preferivo il neroazzurro al rossonero e al bianconero... Ma non ho mai seguito il calcio e solo da qualche anno ho cominciato a guardare le partite in televisione. (Vasco Rossi)
- Quando sento Inter, ho ancora un'emozione e questo lo devo indicare come qualcosa che in certi momenti mi fa soffrire perché penso all'allegrezza della gioventù, quando vedevo la mia squadra giocare. Ora sono uno che galleggia e ogni tanto si affaccia a vedere come va. (Dario Fo)
- Questa notte splendida darà i colori al nostro stemma: il nero e l'azzurro sullo sfondo d'oro delle stelle. Si chiamerà Internazionale, perché noi siamo fratelli del mondo. (Giorgio Muggiani)
- Qui all'Inter è stato tutto stupendo sin dal primo giorno. Vedere oggi la società con mille trofei conquistati in tutto il mondo, per uno che ha vissuto il prima e il durante, è davvero bello. Se devo sceglierne uno, dico il primo scudetto sul campo dell'era Moratti con la Juventus in serie B. Per chi ha sofferto tanto nell'Inter, per chi come me è arrivato dietro la Juventus anche con altre maglie, è difficile dimenticare la gioia di quel giorno. (Hernán Crespo)
- Ormai questa maglia comincio a sentirla sulla pelle. Quando sono arrivato a Milano mi è cresciuta la voglia di vincere, mi è venuta una fame mai avuta sin lì. (Giampaolo Pazzini)
- Pazza Inter? Può darsi, ma finché la pazzia è questa credo sia bello essere l'Inter, una squadra capace di imprese così e di partite così intense, vibranti, come piacciono a me. (Marco Materazzi)
- Per inquadrare lo spessore concettuale della squadra Inter, credo non si possa prescindere dalla sua data di nascita, frutto di una "scissione" dal Milan, avvenuta il 9 marzo del 1908. L'idea della differenza, della diversità, una scissione costitutivamente ontologica che è difficile, se non addirittura impossibile, ricomporre in un quadro di certezze condivise, è il grande archetipo originario di questa squadra. L'Inter ha, infatti, una vocazione antisistematica congeniale, che produce un campo di tensione irriducibile. [...] L'Inter ha metabolizzato nel profondo questa sua diversità e, in alcuni momenti della sua storia, come nella stagione odierna costellata da errori gestionali, infortuni clamorosi e reiterati, sviste arbitrali ripetute, sembra quasi volersi punire per questa colpa originaria, un'idea della colpevolezza destinale a cui non si può sfuggire, quella stessa idea che, nel secondo atto della Vita è un sogno di Calderon de La Barca, esprime il principe Sigismondo nel suo soliloquio: "Qual è stata la mia colpa se non quella di essere nato?". (Elio Matassi)
- Per me l'Inter è un sogno, un giorno l'ho pensato, l'ho coltivato questo sogno e poi, come in una favola, finalmente si è realizzato. Sono emozionato, poter essere qui, a vestire la maglia di un club così importante, io che ho avuto un'infanzia difficile: è davvero un sogno. (Fredy Guarín)
- Quando ero all'Inter e ci fischiavano un rigore dubbio nessuno diceva niente, quando ero alla Juve scoppiava sempre un casino. (Christian Vieri)
- [Sulla scelta di diventare allenatore dell'Inter] Quando ho finito l'anno col Milan non ero sicuro di voler continuare in panchina. Ma ora è arrivata la chiamata dell'Inter e ho trovato qualcosa che mi facesse alzare dal letto con entusiasmo. Allora ho avuto la certezza di ciò che volevo fare [...] Volevo qualcosa di stimolante, e non esiste una sfida più grande di questa. È un sogno, per come lo intendo io. (Leonardo)
- Quando sono in campo a San Siro mi rendo conto di aver realizzato uno dei miei sogni di sempre: ho sempre voluto giocare per l'Inter. Vestire questa maglia è un orgoglio incredibile, vincere è qualcosa di grandioso. Io sono interista! (Romelu Lukaku)
- Quelli che quando perde l'Inter o il Milan dicono che in fondo è una partita di calcio e poi vanno a casa e picchiano i figli. (Enzo Jannacci)
- San Siro, quando gioca l'Inter, perde il brillio entusiasta e diavolesco del rosso milanista, diventa un catino ombroso, spesso anche adombrato, il catino che riflette e raccoglie l'incertezza degli umori celesti, mezzo azzurri mezzo neri. (Michele Serra)
- Se sei all'Inter devi pensare a vincere, il resto non conta. (Claudio Ranieri)
- Senta, io andavo a vedere il Milan di Nordhal, con Silvio e suo padre: tram fino a piazzale Lotto, poi a San Siro a piedi. Ho seguito il Milan in B, ho visto la Cavese espugnare il nostro tempio. E vuole che tifi Inter? Il tifo è anche gufare. Riconosco però che l’ultima campagna acquisti di Moratti è stata eccellente, e Mourinho è antipatico ma bravissimo. (Fedele Confalonieri)
- So tutto dell'Inter. È la mia squadra, lo sarà per sempre. È una questione affettiva difficile da spiegare. Quando la vedo giocare, dentro di me è un tumulto di emozioni. (Lothar Matthäus)
- Sono molto orgoglioso di questa squadra, dei colori che indosso. Lo sono sempre stato e lo sono ancora di più nei momenti di difficoltà. (Dejan Stanković)
- Sono tifoso dell'Inter, noi siamo la squadra della legalità. (Antonio Ingroia)
- Sopra il cielo c'è l'Inter.[1] (Antonio Cassano)
- Squadra umanissima d'emozioni e insicurezze, vincitrice attraverso l'epopea e poi capace di perdersi, com'è la nostra vita. (Gad Lerner)
- Tutti nasciamo spontaneamente virtuosi, intelligenti, liberali e juventini. Taluni, poi, crescendo si corrompono e diventano imbecilli, interisti o milanisti. (Luigi Einaudi)
- Tutto all'Inter è in odore di romanzesco, di eccessivamente emotivo, in un clima eccitato e ipercritico che in fondo rassomiglia poco al pragmatismo settentrionale e ha qualche cosa di intimamente meridionale. (Michele Serra)
- Tutto il mondo sa che tifo Inter, una squadra che ti fa soffrire ma che quando vince ti dà una gioia enorme. I miei idoli erano Altobelli e Beccalossi. (Gianni Infantino)
- Un sogno non solo a livello personale ma anche di gruppo, perché nessuna squadra italiana è mai riuscita a fare una cosa del genere e poche squadre in Europa sono riuscite a realizzare il Triplete come abbiamo fatto noi. (Diego Milito)
- Una squadra che ha sempre avuto la nomea di stramba, estrosa, inventiva ma a volte troppo lunatica. (Giovanni Arpino)
- Venire qui ad allenare l'Inter – la sua maglia importante, una società con una grande storia non solo nel panorama italiano, ma anche in quello mondiale – mi trasmette un grande senso di rispetto e responsabilità che mi convogli e mi rende orgoglioso. (Claudio Ranieri)
- Il fascino dell'Inter è il piacere della sofferenza.
- L'Inter è Milano, i tifosi dell'Inter sono sempre stati considerati i milanesi veri. L'Inter ha sempre rappresentato l'orgoglio dello sport milanese, ha più radici l'Inter per la città che il Milan anche se poi, comunque, anche la squadra rossonera ha fatto bene.
- La bellezza di questa squadra è quella di avere sempre avuto nella sua storia un senso artistico da abbinare a una forza da esprimere in campo. C'è una cosa di cui vado orgoglioso che questa società è sempre stata condotta da persone per bene.
- [Società] Unica perché legarsi all'Inter vuol dire essere pronti a vivere una vita emozionante, costantemente emozionante. È come uno che fa un viaggio d'avventura, non è un viaggio comodo, è un viaggio che può essere scomodo ma che ti dà tante di quelle emozioni che ti rimane in mente. Questa è l'Inter. Il viaggio con l'Inter è di questo tipo.
- Ho un grande orgoglio di allenare l'Inter, di lavorare per una società che mi piace, con una cultura che mi piace, con i tifosi che hanno vissuto anni difficili e che solamente dopo hanno saputo per quale ragione hanno vissuto questi anni di grande difficoltà. È un orgoglio per me lavorare nell'Inter, sarò sempre molto felice un giorno di poter dire che sono stato l'allenatore dell'Inter.
- Io mi ricordo il 1 maggio, il 25 aprile che per noi portoghesi ha un altro significato rispetto a voi, mi ricordo il 25 dicembre, il 26 gennaio, il 4 novembre, il 2 febbraio. Il 5 maggio non è niente. Non capisco, non sono esperto in date. L'Inter se deve ricordare qualche data, ha quelle dei 16 scudetti che ha vinto. Il 18 maggio è più importante per il 5 maggio, quello sarà importante per la Juve, caso mai. Io ricordo le persone che ho perso nella mia vita, ma non mi ricordo quando le ho perse, voglio ricordare solo le cose belle. E così deve fare l'Inter. Ricorderò per sempre il giorno che vinceremo questo scudetto.
- Io sono interista, non pseudo-interista. Voglio sempre che la squadra vinca, quale che sia l'allenatore.
- L'Inter è il club in cui mi è piaciuto di più stare. Nessun altro mi ha regalato la stessa felicità. L'Inter è una famiglia e io appartengo alla famiglia nerazzurra per sempre. Quando l'ho lasciata ho pianto più di una volta. Ho vissuto in un ambiente fantastico, dalla Pinetina, dove ci si allenava, a San Siro.
- La mia Inter era un gruppo fantastico, anche a livello umano; non era, però, la squadra più forte e per questo era costretta a lavorare il doppio. C'erano diversi giocatori con tanti titoli alle spalle, ma anche diversi ragazzi che in Champions non erano arrivati mai nemmeno ai quarti.
- Pazza Inter è molto bella, io imparo sempre l'inno del mio club è questo è davvero bello. Io amo l'Inter? Sì, perché quando sono arrivato a poco a poco ho capito la storia, i problemi, le cose positive e negative, mi sono dedicato sin da subito ai colori nerazzurri, è il mio modo di lavorare. E l'Inter mi piace davvero molto.
- [Al Galà del Pallone d'oro] Sono il miglior allenatore al mondo perché sono stato l'allenatore della migliore squadra del mondo nel 2010. Non mi è piaciuto essere stato presentato solo come allenatore del Real Madrid. Avrebbero dovuto dire Inter e Real Madrid. Tutti i giocatori dell'Inter, il presidente, tutta la gente nerazzurra sono molto felici per me. Eravamo una famiglia e io continuo a sentirmi parte della famiglia. Mi piacerebbe domenica entrare a San Siro e andare sotto la curva con tutti i giocatori a mostrare questo premio ma non posso. Io voglio che l'Inter vinca tutte le partite tranne quelle contro il Real. Sono interista.
- A Milano ci sono due squadre: l'Inter e la primavera dell'Inter.
- Ho una scaramanzia. La domenica compro la Settimana enigmistica e cerco di risolvere i quesiti della sfinge. Credo che riuscendoci l'Inter poi vinca.
- I tifosi interisti non si preoccupino, dopo tanti anni in questa società posso affermare che la serie B non è nel nostro codice genetico.
- L'Inter nacque da una scissione del Milan... Ecco la dimostrazione che si può fare qualcosa di importante partendo da niente!
- La formazione ideale di tutti i tempi: Zenga, Burgnich, Facchetti, Guarneri, Picchi, Bedin, Frione, Matthaeus, Mazzola, Suarez e Corso. Non ho incluso Meazza, il più grande di tutti, e Ronaldo perché li considero fuori concorso. Una gioia per gli occhi.
- Il tifoso interista è uno scettico per vocazione. Un amante cauto, perché sa che quando apre le porte al cuore qualcuno le richiude di colpo, e lui ci lascia dentro le dita.
- L'Inter non è una squadra. È un happening. Da noi i tedeschi si librano leggeri come brasiliani (Klinsmann, Valchiria Rummenigge). Era prevedibile che un brasiliano [Ronaldo] si comportasse da tedesco, e cominciasse a fare i conticini.
- L'interismo è una corsa ad ostacoli, e gli ostacoli sono sempre interessanti.
- La Juventus, solida e rassicurante come un labrador, certamente vincerà ancora. L'Inter, matta come una gatta, vincerà ancora – probabilmente. La differenza è negli avverbi. Come dire: la Juve è un investimento, l'Inter una forma di gioco d'azzardo – l'unica che pratico, da trentasette anni.
- Noi amiamo l'Inter che, come ogni squadra di calcio, è un'idea platonica: chi smette di indossare quei colori viene rimosso, presto o tardi.
- Non posso negarne l'esistenza ma, dal punto di vista ontologico, la dicotomia è una sola: Inter-Juve. L'Inter (come i gatti e Londra) è fascinosa e imprevedibile. La Juventus (come i cani e Parigi) è solida e rassicurante. Il resto è contorno. Ho scritto dicotomia, ma Inter-Juve è di più. È una contrapposizione come Hegel e Kant, Coppi e Bartali, Fellini e Visconti, Usa e Urss, Apple e Microsoft, Beatles e Rolling Stones, yin e yang, moto Bmw e moto giapponesi. Non si tratta di stabilire chi è meglio e chi è peggio (anche se io un sospetto ce l'avrei). Inter e Juve sono pianeti distanti, che entrano in contatto solo in occasione di una partita, di un'amicizia o di un matrimonio. Allora, qualcosa succede. Gli interisti sono romantici, con una punta di decadenza. Gli juventini, neoclassici. Noi siamo idealisti, loro positivisti. Gli interisti sono una nazione dolente (tre scudetti in trent'anni e un Helsingborgs quando non te l'aspetti); gli juventini credono nelle magnifiche sorti e progressive (e spesso vengono accontentati).
- Scegliere l'Inter è come entrare in un labirinto. Un favoloso dedalo neroazzurro, pieno di sorprese a ogni svolta. Al centro c'è l'obiettivo, il premio, la gioia che attendiamo. Il problema è: come arrivarci?
- Il tifoso interista è abituato a soffrire ma non molla mai, non abbandona mai la barca nel momento del bisogno. Il tifoso interista è un innamorato cronico, un passionale, un sanguigno. Ha un carattere argentino. È fedele, appassionato, nel bene e nel male. Ma è anche esigente, così come brillante, intelligente e ironico.
- L'Inter è sempre sola nel senso di solitaria, staccata da tutto il resto, al confine; è sola nel senso di unica, nel modo di pensare, di agire e di rapportarsi con il mondo. Non mi stancherò mai di ripeterlo, a costo di sembrare banale: l'Inter è una creatura diversa rispetto a tutte le altre squadre. Nel nostro DNA c'è una piccola dose, o forse qualcosa di più, di sana, lucida follia; l'Inter è genio e sregolatezza, l'Inter è sofferenza, l'Inter è dolore, l'Inter è estasi. Dall'Inter ci si può aspettare tutto e il contrario di tutto. Vittorie impossibili e tonfi clamorosi, partite della vita e passaggi a vuoto inimmaginabili. È così, storicamente.
- La prima volta che ho sentito parlare dell'Inter è stato in una partita col Napoli, perché c'era Maradona e in Argentina davano tutte le partite importanti del calcio italiano. Prima ancora c'erano stati i racconti di mio padre e di mia madre, perché io abitavo vicino allo stadio dell'Independiente e lì l'Inter ha giocato partite importanti. Poi, dopo un'amichevole in Sudafrica con la Nazionale, Passarella mi chiamò e mi disse che l'Inter mi aveva preso, non me l'aspettavo.
- Ringrazio questa società, che mi ha dato fiducia, la famiglia Moratti per prima, perché quando sono arrivato ero uno sconosciuto. Avere fiducia in una squadra come l'Inter non è stata cosa da poco. Arrivare a Milano non era facile, ho fatto questo percorso e sono molto felice di essere rimasto così a lungo con l'Inter.
- Sarò sempre legato all'Inter, che fa parte della mia vita e di quella della mia famiglia. Essere interisti è bellissimo: siamo diversi da tutti gli altri, è stupendo. Continuerò a esserlo sempre, così come sempre rimarrò legato all'Inter: magari in un altro ruolo ma continuerò a essere legato a questa grande famiglia.
- Sinceramente quando ho giocato la mia prima partita con questa maglia non avrei mai pensato che sarebbe potuta essere la prima di 800, giocate con la stessa maglia, con la stessa società. Questo mi riempie di orgoglio, soprattutto all'interno di un grande ambiente e di una grande famiglia come quella nerazzurra. Ho attraversato diversi momenti, ma sempre con la consapevolezza di essere il capitano di una grande squadra.
- 5 maggio godo ancora![3]
- Ciò che è nostro è stato in campo sudato... Ciò che è vostro è stato in aula assegnato. In B non sei mai stato perché la prescrizione ti ha salvato.[4]
- Circo Internazionale![5]
- Creò l'inferno ma non lo sopportò... Nacque il biscione e la Curva Nord.[6]
- DAL 1908... SIETE VOI LA VERA COMMEDIA
... e che trofeo giammai non veda | questa perduta gente in nerazzurro | ma che di scherno e delusione sia sempre preda.[7] - De Coubertin era interista.[8]
- Girone B – Lega Nord. Mai stati in B! Mai stati in B![9]
- Hai venduto la tua mentalità con lo sconto! – INTE®, MERDA![10]
- Il cuore della nord batte dentro di te.[11]
- Inter onesta? Forse cercavi: Inter prescritta.[12]
- Mi fai tremare il cuore... mi fai smettere di respirare.[13]
- Non era la testa che dovevate alzare... COGLIONI![5]
Note
[modifica]- ↑ In riferimento alle parole che il calciatore disse durante la sua presentazione al Milan: «Sopra il Milan c'è solo il cielo».
- ↑ a b Slogan interista.
- ↑ Lo striscione, esposto dal portiere juventino Gianluigi Buffon sul pullman durante i festeggiamenti per il titolo di campione d'Italia vinto nel maggio 2013, fa riferimento alla data dell'ultima giornata del campionato di Serie A 2001-02 che vide la Juventus prevalere in classifica sull'Inter, sconfitta nell'incontro decisivo dalla Lazio.
- ↑ Striscioni esposti dalla tifoseria della Juventus durante la coreografia organizzata in occasione della partita casalinga contro l'Inter del 25 marzo 2012 e facenti riferimento allo scandalo di Calciopoli del 2006, dove la giustizia sportiva privò la società bianconera degli scudetti conquistati nelle stagioni 2004/2005 e 2005/2006, a causa di "illecito associativo" commesso, punendola con la retrocessione in Serie B; il titolo del 2006 venne assegnato alla società nerazzurra, classificatasi terza dietro Juventus e Milan (anch'esso condannato) in entrambi i campionati. Nel luglio del 2011 il procuratore della Federcalcio italiana, Stefano Palazzi, contestò all'Inter di aver commesso illecito sportivo per i fatti del 2006, rilevando, tuttavia, l'impossibilità di processare il club nerazzurro, poiché il reato, trascorso un certo numero di anni, era caduto in prescrizione.
- ↑ a b Striscione esposto dalla tifoseria organizzata del Milan rivolta all'Inter prima del derby milanese disputatasi il 16 settembre 2023. Lo striscione fece riferimento alla finale di Champions League 2022-2023, persa dalla squadra nerazzurra il precedente 10 giugno contro il Manchester City.
- ↑ Striscione esposto dalla curva interista allo Stadio Giuseppe Meazza di Milano il 13 maggio 2003 in occasione della gara Inter 1-1 Milan.
- ↑ Questo striscione venne esposto dalla curva milanista allo Stadio Giuseppe Meazza di Milano il 14 aprile 2006 in occasione della gara Milan 1-0 Inter. Nello striscione di scherno verso i "cugini" interisti veniva raffigurato anche un gigantesco Dante Alighieri.
- ↑ Striscione esposto dai tifosi parmensi allo Stadio Ennio Tardini di Parma il 25 marzo 2006 in occasione della gara Parma 1-0 Inter.
- ↑ Lo striscione, esposto dalla curva juventina, fa riferimento al ripescaggio dell'Inter nel campionato di Prima Divisione disputatosi nel 1921-22. In realtà la squadra, finita all'ultimo posto nel girone B della Lega Nord, ottenne la salvezza vincendo regolarmente due playout contro lo Sport Club Italia e la Libertas Firenze.
- ↑ Striscione, esposto in lingua italiana, della tifoseria organizzata del Bayern Monaco contro l'Inter durante l'incontro di Champions League disputatosi il 1° novembre 2022.
- ↑ Striscione esposto dalla curva interista allo Stadio Giuseppe Meazza di Milano il 15 febbraio 2009 in occasione della gara Inter-Milan 2-1.
- ↑ Striscione esposto dalla curva juventina.
- ↑ Striscione esposto dalla curva interista allo stadio Giuseppe Meazza di Milano il 24 febbraio 2013 in occasione della gara Inter-Milan 1-1. Lo striscione cita la canzone Gabri, tratta dall'album Gli spari sopra (1993) di Vasco Rossi.
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