Vai al contenuto

Unione Salvate la Romania

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Unione Salvate la Romania
(RO) Uniunea Salvați România
PresidenteElena Lasconi
VicepresidenteVlad Voiculescu
Dan Barna
StatoRomania (bandiera) Romania
SedeBulevardul Aviatorilor, 9, Bucarest[1]
AbbreviazioneUSR
Fondazione1º luglio 2015
(come Unione Salvate Bucarest)
21 agosto 2016
(come Unione Salvate la Romania)
IdeologiaPartito pigliatutto
Anticorruzione[2]
Europeismo[3]
Progressismo[4]
Liberismo[5][6]
CollocazioneCentro-destra[7][8]
Fino al 2020: Trasversalismo[9]
Coalizione
Partito europeoPartito dell'Alleanza dei Liberali e dei Democratici per l'Europa
Gruppo parl. europeoRenew Europe
Seggi Camera
41 / 330
Seggi Senato
20 / 136
Seggi Europarlamento
2 / 33
(2024)
Colori     Blu[10]
Sito webusr.ro/, usr.ro/en e usr.ro/hu

L'Unione Salvate la Romania (in romeno Uniunea Salvați România, USR) è un partito politico romeno liberale di centro-destra fondato da Nicușor Dan, noto attivista civico e candidato alle elezioni amministrative del 2012 e del 2016 come sindaco di Bucarest.

Nato in sostegno alla lotta alla corruzione della classe politica, alle elezioni parlamentari in Romania del 2016 ottenne il 9% dei voti, diventando il terzo partito del paese.

Alleatosi al Partito della Libertà, dell'Unità e della Solidarietà (PLUS) di Dacian Cioloș, fece parte di una coalizione, l'Alleanza 2020 USR PLUS, che ottenne otto europarlamentari alle elezioni europee del 2019, presentò un proprio candidato alla presidenza della repubblica nel 2019 (Dan Barna, arrivato terzo) e partecipò ad un governo di coalizione con il Partito Nazionale Liberale in seguito alle elezioni parlamentari del 2020.

Il congresso del 2 e 3 ottobre 2021 ufficializzò la fusione tra USR e PLUS, mentre il nuovo partito risultante dall'unione mantenne la sigla dell'USR[11].

L'Unione Salvate Bucarest

[modifica | modifica wikitesto]

Nel luglio 2015 l'attivista Nicușor Dan, già presidente della ONG Salvate Bucarest (Asociația Salvați Bucureștiul), nata negli anni duemila per la salvaguardia del patrimonio artistico della capitale rumena contro l'abusivismo edilizio[12], presentò un progetto che si proponeva di mettere in pratica a livello politico gli obiettivi dell'associazione[13][14]. Nacque, quindi, l'Unione Salvate Bucarest (Uniunea Salvați Bucureștiul, USB) che, pur non collocata ideologicamente, nelle intenzioni del suo fondatore si proponeva di combattere la corruzione e gli sprechi nella pubblica amministrazione della città[13]:

(RO)

«Vom continua lupta cu administraţia publică din Bucureşti și vom denunța, de fiecare dată, cheltuirea aberantă a banului public, ilegalitatea și vom vorbi despre confortul locuirii sau de lipsa acestuia. Nu suntem delimitați ideologic. Ce vrem să face este foarte simplu.: orașul acesta nu are o viziune, venim să o propunem. Începem, astăzi, o luptă pentru impunerea la nivelul administraţiei publice din București a unei politici competente și oneste. Cred că este un exemplu pentru o politică onestă și competentă în România»

(IT)

«Continueremo la lotta con la pubblica amministrazione di Bucarest e denunceremo, ogni volta, l'enorme spesa pubblica, l'illegalità e parleremo del benessere o della sua mancanza. Non siamo schierati ideologicamente. Ciò che vogliamo è molto semplice: questa città non ha una visione, veniamo a proporla. Iniziamo, oggi, una lotta per imporre alla pubblica amministrazione di Bucarest una politica competente e onesta. Credo che sia un esempio per una politica onesta e competente per tutta la Romania»

Al fianco di Nicușor Dan tra i membri fondatori dell'USB figuravano Ioan Miloș, Alina Vernon, Dan Podaru e Argentina Traicu. Gli ultimi due, tuttavia, lasciarono la dirigenza nel gennaio 2016[15].

Nicușor Dan, già candidato indipendente a sindaco di Bucarest alle elezioni locali del 2012, fu il nome proposto dal partito per la poltrona di primo cittadino della capitale per le amministrative del giugno 2016. Le elezioni locali furono uno spartiacque che segnò il riconoscimento dell'USB come attore politico di primo piano in Romania. L'Unione Salvate Bucarest, infatti, fu il secondo partito dietro al quotato Partito Social Democratico (PSD) e mandò al consiglio generale della città 15 suoi rappresentanti[16]. Mentre il candidato socialdemocratico Gabriela Firea assunse la funzione di sindaco, Nicușor Dan annunciò che, vista la sorprendente crescita del partito, questo avrebbe presto ampliato la propria sfera di influenza a tutto il paese e non sarebbe rimasto attivo nella sola città di Bucarest[16]:

(RO)

«Clasa politică a dezamăgit la nivel național. Lipsește o forță politică care să reprezinte cetățenii care s-au săturat de întreg mod de a face politică. De aceea, USB devine Uniunea Salvați România (USR) și va lupta pentru locuri în parlament, la alegerile din toamnă»

(IT)

«La classe politica ha deluso a livello nazionale. Manca una forza politica che rappresenti i cittadini che si sono stancati del modo di fare politica. Per questo, l'USB diventa l'Unione Salvate la Romania (USR) e lotterà per dei posti in parlamento alle elezioni in autunno»

Fondazione dell'Unione Salvate la Romania

[modifica | modifica wikitesto]

Il 12 agosto 2016 ad Alba Iulia Nicușor Dan annunciò che il nuovo partito, Unione Salvate la Romania (Uniunea Salvați România, USR), sarebbe stato il risultato della fusione di tre diverse forze, oltre all'USB, l'Unione Salvate Codlea (fondata dal ristoratore Erwin Albu nella località del distretto di Brașov) e la preesistente Unione Salvate la Romania, sigla registrata ad hoc nel mese di luglio dai membri dell'USB per prevenire l'utilizzo del nome da parte di altri soggetti[17]. Il 21 agosto ebbe luogo a Bucarest il congresso che ufficializzò l'unione tra i tre gruppi[18].

Il processo di fusione, tuttavia, fu contestato da diverse figure politiche[19] e, infine, convalidato da una sentenza della corte d'appello del tribunale di Bucarest solamente il 30 dicembre 2016[20].

Elezioni parlamentari del 2016

[modifica | modifica wikitesto]

Dopo la fusione, il gruppo preparò il terreno per le elezioni parlamentari del dicembre 2016, alle quali si prefiggeva come obiettivo quello di ottenere almeno il 10%[18].

Il 5 ottobre, durante una conferenza stampa, i dirigenti dell'USR Nicușor Dan, Clotilde Armand e Cosette Chichirău presentarono il programma politico dell'USR, che si basava principalmente sulla lotta alla corruzione, al miglioramento del funzionamento e alla trasparenza della pubblica amministrazione, allo sviluppo di un'economia sostenibile e al supporto alle istituzioni europee[21][22][23]. Tali valori coincidevano in larga parte con quelli portati avanti dall'allora primo ministro Dacian Cioloș, formalmente indipendente, che presiedeva un governo tecnico dal novembre 2015[21]. Proprio al premier, infatti, si rivolgeva lo slogan scelto da Nicușor Dan per la campagna elettorale: «Dacian Cioloș alla fine hai con chi» («Dacian Cioloș, în sfârsit ai cu cine»), in riferimento alla proposta del partito per il ruolo di primo ministro nel caso di un'eventuale vittoria dell'USR alle elezioni[24][25]. Cioloș, in ogni caso, era il nome indicato anche dal gruppo di centro-destra del Partito Nazionale Liberale (PNL)[24]. Lo stesso premier uscente garantì il proprio appoggio ad entrambe le formazioni, invitando l'elettorato a votare per l'uno o per l'altro, ma non per il Partito Social Democratico[26].

Diversi membri del gabinetto Cioloș, parimenti, mostrarono il proprio interesse per il programma dell'USR. Il 19 ottobre 2016 l'ex ministro della cultura Vlad Alexandrescu dichiarò che si sarebbe presentato nelle liste del partito[27]. Il 26 ottobre furono ufficializzate le candidature di Cristian Ghinea (ministro dei fondi europei), Tudor Pop (direttore dell'ufficio dei fondi europei), Dan Barna (sottosegretario ai fondi europei), Ionuț Moșteanu (sottosegretario ai trasporti), Oana Bîzgan (direttrice dell'agenzia governativa InvestRomania), Claudiu Năsui (consigliere del ministero delle finanze), Manuel Costescu (sottosegretario all'economia) e Cătălin Drulă (sottosegretario ai trasporti)[28][29]. Malgrado lunghe trattative con l'USR, i ministri Vlad Voiculescu e Dragoș Pîslaru preferirono non concorrere alle elezioni[29]. Tra gli altri elementi della società civile che si unirono al partito vi furono lo scrittore Dan Lungu e l'ambientalista Mihai Goțiu[30][31].

In vista del voto il messaggio di rinnovamento antisistema dell'USR era destinato ad attrarre una buona parte dell'elettorato[32]. Alcuni sondaggi, infatti, indicavano l'USR come secondo partito dietro al PSD con circa il 19%[33]. Alle elezioni dell'11 dicembre si registrarono il netto successo del PSD (che ottenne oltre il 45%), la débâcle del PNL (20%) e l'affermazione dell'USR come terza forza del paese (9%). Il gruppo conquistò 30 deputati e 13 senatori, posizionandosi all'opposizione al fianco del PNL.

Sostegno alle proteste del 2017

[modifica | modifica wikitesto]

Nel gennaio 2017 il governo socialdemocratico elaborò un'ordinanza in tema di giustizia che scatenò le dure reazioni dell'opposizione e dell'opinione pubblica, con manifestazioni spontanee di protesta che si verificarono in tutto il paese e cui prese parte lo stesso presidente della repubblica Klaus Iohannis[34][35][36]. L'adozione della misura fece crescere l'intensità delle contestazioni contro il governo, con centinaia di migliaia di manifestanti che in tutto il paese chiedevano il ritiro dell'ordinanza, in quanto questa avrebbe favorito la corruzione e aiutato il presidente del PSD Liviu Dragnea ad evitare l'incriminazione in ulteriori inchieste in cui figurava come indagato[37][38][39]. In contemporanea alle manifestazioni di piazza, l'USR guidò insieme al PNL le azioni di protesta in parlamento, chiedendo il ritiro dell'ordinanza[40][41]. Questa, infine, fu abrogata il 4 febbraio[42]. Si trattò, tuttavia, dell'inizio di una serie di iniziative di governo, puntualmente avversate dall'USR, volte a modificare profondamente la gestione della giustizia nel paese[43].

Scontro sul referendum sulla famiglia e dimissioni di Nicușor Dan

[modifica | modifica wikitesto]
Nicușor Dan

Nel maggio 2017 il partito cominciò ad esprimersi sul referendum costituzionale sostenuto dal PSD che, al fine di impedire i matrimoni omosessuali, avrebbe dovuto prevedere per legge la definizione di famiglia come unione tra uomo e donna. La celebrazione del referendum fu ratificata dal voto del parlamento del 9 maggio 2017 e creò problemi interni alla stessa USR a causa della mancanza di una posizione univoca da parte di tutti i membri[44][45]. Al margine del congresso del partito organizzato a Cluj-Napoca il 13 e 14 maggio, lo stesso Nicușor Dan ammise l'esistenza di due fazioni e la nascita di attriti tra conservatori e progressisti all'interno dell'USR[46].

Mentre per la riconferma del ruolo di presidente Nicușor Dan vinse facilmente la concorrenza degli avversari Emanuel Ungureanu (deputato per il distretto di Cluj), Șerban Marinescu (consigliere parlamentare) e Cornelia-Florina Gherman (rappresentante del settore 6 di Bucarest)[46][47], il dibattito sul referendum mise in crisi la sua leadership. Il vicepresidente Cristian Ghinea lo accusò di non volersi schierare apertamente, mentre Nicușor Dan affermò di non voler aprire una breccia nel partito assumendo una linea ufficiale[48]. Il 31 maggio l'ufficio nazionale dell'USR adottò a maggioranza la decisione di prendere posizione in merito al referendum, mentre il 1º giugno Nicușor Dan annunciò le sue dimissioni dal partito, per via della sua contrarietà a far partecipare l'USR alla campagna referendaria, ritenendola un tema divisivo e fuorviante dalle reali priorità del partito[49][50]. Elek Levente, vicepresidente che aveva ottenuto il maggior numero di voti all'ultimo congresso, assunse ad interim la presidenza dell'USR[51].

Il 18 giugno il comitato politico si dimostrò a favore della soluzione delle unioni civili[52][53], mentre nel mese si agosto fu avviata una consultazione interna per permettere agli iscritti di pronunciarsi sulla posizione da adottare. Il 52,7% dei votanti si espresse sulla necessità di assumere un atteggiamento ufficiale e, tra questi, l'82,5% affermò che l'USR avrebbe dovuto sostenere il «no» alla proposta di revisione costituzionale[45][54].

Dan Barna alla presidenza

[modifica | modifica wikitesto]
Gazebo allestito a Brașov dall'Unione Salvate la Romania per la raccolta firme per l'iniziativa Fără penali în funcții publice.

Il 28 ottobre 2017 si svolse a Poiana Brașov il congresso per l'elezione del successore di Nicușor Dan alla presidenza. Il deputato Cristian Seidler, rappresentante della sezione di Bucarest, si ritirò dalla corsa prima della votazione, reclamando irregolarità nel sistema di scelta dei delegati al congresso. Si affrontarono, alla fine, Dan Barna e Vlad Alexandrescu, con il primo che uscì vincitore con 127 a 50 (più 14 voti considerati nulli)[55]. Nel suo discorso di insediamento Barna dichiarò di voler rafforzare il dialogo interno per mettere fine ai motivi di divisione in seno al partito, dimostrandosi pronto ad accogliere le idee proposte da ogni membro[55].

La lotta alla corruzione della classe politica continuò a rappresentare la preoccupazione principale dell'USR. Nel novembre 2017 il partito sostenne apertamente insieme alla ONG lanciata da Dacian Cioloș, Piattaforma Romania 100, l'organizzazione di una vasta manifestazione di protesta contro il varo di un pacchetto di leggi elaborate dalla commissione giustizia in mano al PSD[56] e nel marzo 2018 diede il via alla raccolta firme per la petizione definita «senza condannati penali nelle funzioni pubbliche» (Fără penali în funcții publice), che si proponeva di modificare l'art. 37 della costituzione in modo da rendere ineleggibili i soggetti condannati in via definitiva per fatti costituenti reato[57][58][59][60]. Alla fine del 2018 la petizione raggiunse oltre un milione di firme[58][59][61]. L'USR condusse numerose iniziative di protesta contro le manovre sull'impianto giudiziario del paese operate dalla maggioranza socialdemocratica in parlamento e ritenute dall'opposizione un costante attacco alla magistratura[62]

Nel corso del 2018, come confermato da Cristian Ghinea, l'USR avviò le trattative per l'affiliazione ad un partito europeo. Portò avanti discussioni con il Partito Verde Europeo, il Partito Popolare Europeo e con il Partito dell'Alleanza dei Liberali e dei Democratici per l'Europa (ALDE) rigettando, però, ogni possibile legame con il partito rumeno dell'Alleanza dei Liberali e dei Democratici, che faceva parte dell'ALDE e partecipava al governo insieme al PSD e ritenuto, per tale motivo, un eventuale partner scomodo[63][64]. Riguardo alla vicinanza ad un partito politico europeo, lo stesso Barna dichiarò l'esistenza di una naturale contingenza dottrinaria con il partito francese En Marche di Emmanuel Macron[63][64].

Un ulteriore piano di confronto con la maggioranza fu quello dell'ambiente. Nel giugno 2018 l'USR gridò allo scandalo, attaccando il governo dopo che questo ebbe pregato l'UNESCO di posticipare l'ingresso nella lista del patrimonio dell'umanità della località di Roșia Montană, sede di un importante sito minerario, inibendo la possibilità di imporre vincoli paesaggistici che avrebbero bloccato lo sfruttamento dei giacimenti[65][66][67][68].

Nell'ottobre 2018, dopo numerosi ritardi, si celebrò un referendum costituzionale sulla definizione di famiglia. L'USR fece campagna per l'astensione, in modo da impedire il raggiungimento del quorum[69]. Con un'affluenza ben lontana dal numero minimo di elettori richiesto, il referendum si concluse senza effetti[70].

Sempre sul piano della giustizia, nel novembre 2018 un rapporto della Commissione europea trasmise al governo raccomandazioni speciali, accusando il paese di fare passi indietro per quanto riguardava la lotta alla corruzione[71], mentre parte della stampa internazionale iniziò ad accostare l'operato del PSD a quello dei governi populisti conservatori e antieuropeisti in crescita nell'Europa dell'est (Ungheria e Polonia)[72][73][74]. In seguito alla presentazione del documento da parte della commissione europea, l'USR invocò le dimissioni del governo, chiedendo elezioni anticipate e, un mese più tardi, insieme al PNL organizzò una mozione di sfiducia che, però, fu battuta dalla maggioranza[75][76][77][78].

Nell'Alleanza 2020 USR PLUS

[modifica | modifica wikitesto]
Lo stesso argomento in dettaglio: Alleanza 2020 USR PLUS.

Elezioni europee del 2019

[modifica | modifica wikitesto]

In vista delle elezioni europee del 2019, il partito si avvicinò alla nuova formazione fondata da Dacian Cioloș, il Partito della Libertà, dell'Unità e della Solidarietà (PLUS), con cui l'USR condivideva idealmente parte dell'elettorato[79]. Il 2 febbraio i due gruppi annunciarono la creazione di una coalizione per le europee, l'Alleanza 2020 USR PLUS (Alianța 2020 USR PLUS)[80]. Dan Barna e Dacian Cioloș, capolista nel quadro dell'alleanza, affermarono che i due partiti avrebbero concorso su liste comuni alle elezioni europee e che il progetto rappresentava un primo passo verso un eventuale successo alle parlamentari del 2020[80][81].

L'iscrizione alla corsa elettorale europea, però, il 7 marzo fu bloccata dall'Ufficio elettorale centrale (BEC), che ne respinse la richiesta di registrazione, poiché nel registro del partiti politici del tribunale di Bucarest i due leader Barna e Cioloș non figuravano ufficialmente come presidenti delle rispettive formazioni[82][83][84]. Dan Barna era stato eletto leader dell'USR nell'ottobre del 2017, mentre Cioloș del PLUS nel gennaio 2019, ma le relative richieste di registrazione degli atti congressuali non erano ancora state convalidate dal tribunale di Bucarest[85]. Per ovviare alla situazione Nicușor Dan annunciò la propria disponibilità ad iscriversi nuovamente al gruppo e controfirmare le liste per permettere alla coalizione di poter partecipare alle elezioni[86][87]. L'8 marzo, in ogni caso, l'Alta corte di cassazione e giustizia ammise il ricorso dell'alleanza contro la decisione dell'Ufficio elettorale centrale, consentendo l'iscrizione delle liste elettorali dell'USR PLUS[88][89].

I risultati elettorali furono un successo per la coalizione, che si confermò terzo partito, ma con il 22% al pari del PSD. L'USR PLUS 2020 elesse otto deputati, quattro per ciascuna formazione. I quattro rappresentanti di USR furono Clotilde Armand, Vlad-Marius Botoș, Cristian Ghinea e Nicolae Ștefănuță. Oltre ad annunciare la presentazione di un candidato comune alle presidenziali del 2019[90], il 7 giugno il comitato politico dell'USR riunitosi a Brăila convalidò l'iscrizione al gruppo parlamentare europeo dell'Alleanza dei Democratici e dei Liberali per l'Europa con 84 voti a favore, uno contrario e tre astenuti[91]. L'adesione dell'USR all'ALDE fu ufficializzata dal partito europeo nel corso del congresso di Zurigo del 28 giugno 2019[92].

Riconferma della leadership di Barna

[modifica | modifica wikitesto]
Dan Barna

In vista delle elezioni presidenziali di fine anno, il partito annunciò il proprio candidato per la funzione di presidente della repubblica già nel corso del congresso del 13 luglio 2019, sostenendo Dan Barna[93][94]. Il 21 luglio l'USR riuscì a trovare un accordo anche con gli alleati del PLUS. Questo prevedeva che Barna sarebbe stato il candidato alla presidenza, mentre Cioloș alla posizione di primo ministro per le elezioni parlamentari del 2020[95][96].

Nel settembre 2019 l'USR lanciò la piattaforma di voto online per l'elezione del nuovo presidente della formazione. Gli iscritti al partito assegnarono 6.097 preferenze a Barna (65,75%), 2.907 a Cosette Chichirău (31,35%) e 269 a Alexandru Surcel (2,90%)[97]. Non si trattò, tuttavia, di un'elezione scevra da polemiche. La Chichirău, infatti, accusò apertamente il collega Cătălin Drulă di aver falsificato i risultati in favore di Barna utilizzando la sua posizione privilegiata riguardante l'accesso al database del sistema[97][98], mentre parte degli iscritti lamentò l'esclusione di membri appartenenti alla fazione contraria a quella di Barna[99].

Il congresso nazionale del 14-15 settembre 2019 che ebbe luogo a Timișoara convalidò i risultati del voto online (478 a favore, 14 contrari e 25 astenuti) ed elesse l'intero gruppo dirigente, con la nomina di nove vicepresidenti[100][101][102]. Il congresso apportò anche una serie di modifiche allo statuto, volte a limitare il numero di funzioni interne che ogni membro poteva ricoprire e introdurre alcune incompatibilità[103].

Elezioni presidenziali del 2019

[modifica | modifica wikitesto]

Allo scrutinio del primo turno per le presidenziali del 10 novembre 2019, malgrado i sondaggi della vigilia preannunciassero un testa a testa tra Viorica Dăncilă e Barna per il secondo posto[104], il voto dimostrò una più netta divisione tra i due candidati, con quello del PSD su percentuali intorno al 22% e quello dell'USR al 15%[105]. L'11 novembre, quindi, per voce di Barna e Dacian Cioloș l'Alleanza 2020 USR PLUS annunciò pubblicamente il proprio supporto a Klaus Iohannis al ballottaggio[106][107].

Nello stesso periodo, il 10 ottobre, insieme al PNL l'USR riuscì a far passare una mozione di sfiducia che costrinse il governo socialdemocratico di Viorica Dăncilă alle dimissioni[108]. Mentre l'USR chiedeva elezioni anticipate[109], il presidente Iohannis conferì l'incarico di primo ministro al leader del PNL Ludovic Orban[110][111]. Barna concesse il proprio sostegno al nuovo esecutivo solo al termine di intensi negoziati[112]. Il 4 novembre l'USR fu una delle forze che permisero l'investitura del governo Orban I[113].

Ufficializzazione dell'identità ideologica e fusione con il PLUS

[modifica | modifica wikitesto]

Pubblicamente sostenitore di misure di stampo liberale, nel gennaio 2020 Barna pubblicò un documento programmatico ispirato a politiche di centro-destra[114]. Nel febbraio 2020 fu promotore di un referendum interno per l'adozione di una linea ideologica ufficiale. La consultazione premiò la sua proposta. Su 12.106 votanti, 11.047 (91,25%) si espressero a favore di Barna, stabilendo ufficialmente che l'USR era un partito di centro-destra[7][8].

Nel gennaio 2020, inoltre, le segreterie di USR e PLUS annunciarono che nel corso dell'anno sarebbe stato indetto un congresso comune per ufficializzare la fusione delle due formazioni[115]. L'8 febbraio sia il comitato politico dell'USR che il consiglio nazionale del PLUS ratificarono tale decisione[116]. Il protocollo di fusione fu approvato da un congresso svoltosi online il 15 agosto 2020, con 2.222 voti pro (84,65%), 328 contro (12,5%) e 75 astenuti (2,86%), su un totale di 2.625 voti validi. Precedentemente nelle proprie riunioni interne si erano espressi a favore il 76,1% dei delegati dell'USR e l'83,44% di quelli del PLUS[116][117]. L'accordo prevedeva un periodo di transizione con due strutture dirigenti separate, che avrebbero organizzato due diversi congressi e, successivamente, una riunione comune. Dopo l'ufficializzazione dell'iscrizione al registro dei partiti politici, il nuovo soggetto, chiamato USR PLUS, avrebbe celebrato un ulteriore congresso per la nomina del nuovo gruppo dirigente unificato. Le strutture locali avrebbero seguito lo stesso percorso[116][117]. Il programma di governo per le elezioni parlamentari del 2020 sarebbe stato preparato nei successivi due mesi, avendo cura di rispettare l'orientamento dottrinario di centro-destra dell'USR e i principi del liberalismo etico propri del PLUS[118].

Elezioni del 2020

[modifica | modifica wikitesto]

Il processo di fusione fu ritardato per ragioni amministrative, mentre i due partiti parteciparono alle successive elezioni ancora nella formula della coalizione. Alle locali l'USR PLUS ottenne il controllo di alcuni capoluoghi importanti (Timișoara e Brașov) e l'elezione di Nicușor Dan sindaco di Bucarest, in qualità di candidato esterno sostenuto insieme al PNL[119]. Malgrado il successo nelle grandi aree urbane, rimase in generale sotto un modesto 10%[120][121][122].

Alle successive elezioni parlamentari del dicembre 2020 il voto restituì un quadro che vedeva il PSD prima forza del paese (29%), seguito da PNL (25%) e USR PLUS (15%). Dacian Cioloș confermò la disponibilità dell'USR PLUS ad andare al governo in coalizione con il PNL in modo da realizzare le riforme di cui il paese aveva bisogno[123]. I negoziati tra PNL, USR PLUS e Unione Democratica Magiara di Romania iniziarono il 12 dicembre e si conclusero il 21 dicembre 2020, quando le tre forze comunicarono di aver trovato un accordo di governo, che prevedeva la nomina a premier del liberale Florin Cîțu[124][125][126]. Nel quadro del patto l'USR PLUS ottenne la posizione di vice primo ministro (Dan Barna), la presidenza del senato (Anca Paliu Dragu) e sei ministri (quattro per membri dell'USR e due per quelli del PLUS)[125][126][127]. Nel complesso la coalizione conseguì 55 deputati (38 per l'USR e 17 per il PLUS) e 25 senatori (17 per l'USR e 8 per il PLUS).

Congresso di unificazione di USR e PLUS

[modifica | modifica wikitesto]
Dacian Cioloș, presidente dell'USR dal 1º ottobre 2021 al 7 febbraio 2022.

Il 16 aprile 2021 la corte d'appello di Bucarest approvò la fusione, che sarebbe divenuta ufficiale solamente in seguito all'organizzazione di un congresso[128]. In base agli atti registrati presso il tribunale di Bucarest, a livello legale la fusione fu ufficialmente realizzata con la soluzione dell'assorbimento del PLUS da parte dell'USR[129].

In vista del congresso presentarono la propria candidatura a presidente tre membri dell'USR PLUS: Dacian Cioloș (sostenuto dalla piattaforma chiamata Uniti, riusciamo!, in rumeno Uniți, Reușim!), Dan Barna (proposto dalla piattaforma USR PLUS al governo nel 2024, in rumeno USR PLUS la guvernare 2024) e Ambrozie Irineu Darău (#Insieme USR-PLUS. Coraggio per la Romania, in rumeno #Împreună USR-PLUS. Curaj pentru România)[130][131]. Le elezioni si sarebbero svolte su due turni tramite un voto online. Al termine della prima settimana, il 23 settembre 2021 furono ufficializzati i risultati del primo turno: Cioloș (15.111 preferenze, pari al 46%), Barna (14.404, pari al 43,9%) e Darău (3.300, pari al 10,1%)[132].

La seconda settimana di voto per il ballottaggio si concluse il 1º ottobre e decretò lo stretto successo di Cioloș (19.603, pari al 50,9%) su Barna (18.908, pari al 49,1%)[133]. Il risultato fu convalidato dal congresso del 2 e 3 ottobre 2021 tenutosi presso il Romexpo di Bucarest. Oltre al nuovo presidente i delegati del partito elessero anche l'intera struttura dirigenziale (composta dai 24 membri dell'ufficio nazionale di cui sette vicepresidenti, oltre alla commissione nazionale d'arbitraggio[134]) e stabilirono che il nome del nuovo soggetto politico, che rappresentava l'unione ufficiale delle due forze, avrebbe conservato il nome della sola USR, con la rimozione della parte riferita al PLUS[11][131][135]. La maggior parte dei nuovi membri della dirigenza faceva capo alla piattaforma USR PLUS al governo nel 2024, che aveva sostenuto la candidatura di Dan Barna[131][135].

Sfiducia al governo Cîțu

[modifica | modifica wikitesto]

Nel corso dell'esperienza di governo in coalizione con il PNL si verificarono diversi contrasti con il primo ministro Florin Cîțu. Nel mese di aprile 2021 rischiò di aprirsi una crisi di governo a causa della revoca del ministro della salute Vlad Voiculescu (PLUS)[136]. La coesione della maggioranza, tuttavia, fu ristabilita da un nuovo accordo di collaborazione siglato il 20 aprile[137].

La crisi maggiore, invece, ebbe luogo nel mese di settembre, quando la destituzione del ministro della giustizia Stelian Ion da parte del capo del governo provocò una frattura insanabile[138][139][140]. Barna invocò le dimissioni del premier, chiedendo al PNL di proporre un nuovo primo ministro[141]. Il 3 settembre, in seguito al fallimento delle trattative tra gli alleati di governo, l'USR PLUS dichiarò che avrebbe presentato una mozione di sfiducia contro Cîțu[142][143][144]. Il 6 settembre Dan Barna annunciò le dimissioni di tutti i ministri USR PLUS a decorrere dal giorno successivo[145].

Il 5 ottobre 2021 il partito votò al fianco dell'opposizione una mozione di sfiducia presentata dal PSD, riuscendo ad ottenere le dimissioni forzate del primo ministro[146]. Per venire a capo della crisi politica, Iohannis designò in successione quali primi ministri Dacian Cioloș e Nicolae Ciucă (PNL), ma nessuno dei due riuscì a formare una nuova maggioranza[147][148]. Il 20 ottobre 2021 Cioloș si presentò in parlamento per la fiducia a un governo monocolore di minoranza, ottenendo appena 88 voti a fronte dei 234 necessari[147]. Nonostante successivi negoziati anche con l'USR[149], infine il PNL riuscì a formare un nuovo governo di coalizione con PSD e UDMR[150]. Nel novembre 2021 l'USR confermò il suo ruolo di partito di opposizione.

Dimissioni di Dacian Cioloș

[modifica | modifica wikitesto]

Nel febbraio 2022 Cioloș sottopose all'approvazione dell'ufficio nazionale il proprio programma per il biennio 2022-2023, che prevedeva profonde modifiche allo statuto. Il presidente invocava alcune variazioni che avrebbero esternalizzato parte del potere decisionale del partito, quali l'organizzazione delle elezioni interne da parte di un organo indipendente, la costituzione di un governo ombra composto al 50% da specialisti non facenti parte dell'USR e la nomina del segretario generale sulla base di un concorso e non di un voto politico. Cioloș, inoltre, chiedeva di annullare le espulsioni dei colleghi che erano stati allontanati dal partito per via delle loro dichiarazioni e di permettere la partecipazione alle riunioni della dirigenza a tutti i membri dell'USR[151][152].

Il 7 febbraio l'ufficio nazionale si espresse contro il suo programma (14 voti contrari e 11 favorevoli), evento che lo spinse a rassegnare le proprie dimissioni da presidente del partito[153]. Cătălin Drulă ne prese il posto ad interim[154].

Criticando le scelte della dirigenza, il 31 maggio 2022 Cioloș e altri quattro europarlamentari[155] annunciarono l'addio all'USR e la nascita di un nuovo partito chiamato REPER[156]. Li seguirono anche una decina di parlamentari[157].

La presidenza Drulă

[modifica | modifica wikitesto]

Tra il 6 e il 10 luglio 2022 si svolse il voto online tra gli iscritti per la scelta del nuovo presidente titolare. Cătălin Drulă conseguì il 71% delle preferenze, superando agevolmente gli altri cinque candidati[158][159].

Nel novembre 2022 il partito presentò il proprio nuovo simbolo ufficiale[160].

Il nuovo presidente Drulă provò a consolidare il ruolo di opposizione dell'USR, criticando le indecisioni del governo sulle pensioni speciali, le modifiche fiscali e i casi di corruzione in seno ai partiti della maggioranza[161]. A livello dei sondaggi però non si registrò una crescita e tra il 2022 e il 2023 il partito rimase tra il 10 e il 15% delle intenzioni di voto[162][161]. Nel settembre 2023 il deputato Cosette Chichirău dichiarò che avrebbe fondato una nuova formazione politica[163], mentre nel febbraio 2024 l'europarlamentare Vlad Gheorghe lasciò l'USR condannando le azioni della dirigenza e lasciando il partito con un solo rappresentante al parlamento di Bruxelles[164].

L'USR provò quindi a rafforzarsi sul piano delle alleanze in vista delle elezioni del 2024. Il 18 dicembre 2023 fu ufficializzata la nascita della coalizione con Forza della Destra (FD) e Partito del Movimento Popolare (PMP), che avrebbero concorso alle europee sotto la sigla della coalizione Alleanza Destra Unita (ADU)[165][166].

In seguito ai risultati deludenti delle elezioni europee e locali, il 10 giugno 2024 Drulă si dimise da presidente dell'USR[167]. Fu sostituito ad interim da Dominic Fritz[168]. Il voto online per la scelta del nuovo presidente si svolse tra il 24 e il 25 giugno 2024 e vide vincitore Elena Lasconi con il 68% delle preferenze[169][170]

Ideologia e base elettorale

[modifica | modifica wikitesto]

L'Unione Salvate la Romania nacque come formazione politica senza una precisa collocazione ideologica, con l'obiettivo principale di combattere la corruzione della classe politica, fenomeno associato ai partiti tradizionali del sistema politico rumeno, principalmente il Partito Social Democratico[9]. Lo stesso fondatore Nicușor Dan ribadì in più occasioni che chiunque avrebbe potuto far parte dell'USR, a prescindere dall'orientamento politico[46]. Nel 2016 la vicepresidente del partito Clotilde Armand nel corso della presentazione del partito dichiarò: «Non vogliamo che l'USR sia confiscata da nessuna ideologia» («Nu vrem ca USR să fie confiscat de o anumită ideologie»)[9]. Sul proprio sito web l'USR affermava[171]:

(RO)

«În USR sunt şi oameni de stânga si de dreapta şi de centru. Este un moment crucial în care se va alege între vechiul mod corupt de a face politică şi o altfel de politică bazată pe integritate şi competenţă, făcută în interesul cetăţenilor. Problemele importante ale României sunt corupția generalizată și transpartinică și ruptura între politică și societate, iar USR își propune să rezolve aceste urgențe, obiectiv care-i unește pe oameni indiferent de valorile ideologice. Nu avem dreptul să ratăm acest moment şi să ne împărţim pe criterii ideologice. Ar fi lipsit de pragmatism să credem că mai multe noi partide ideologice vor intra în Parlament. Cuantificată, diferența între programele partidelor de stânga și cele de dreapta din România este de câteva sute de milioane de euro, mai puțin decât furtul din achiziții publice de 4 miliarde de euro»

(IT)

«Nell'USR ci sono uomini sia di sinistra, che di destra, che di centro. È un momento cruciale in cui si dovrà scegliere tra il vecchio modo corrotto di fare politica e un tipo di politica basata sull'integrità e la competenza, realizzata nell'interesse dei cittadini. I problemi importanti della Romania sono la corruzione generalizzata e transpartitica e la rottura tra politica e società, ma l'USR si propone di risolvere tali emergenze, obiettivo che unisce gli uomini a prescindere dai valori ideologici. Non abbiamo il diritto di sprecare questo momento e di dividerci su criteri ideologici. Sarebbe una mancanza di pragmatismo se credessimo che sempre più partiti ideologici entreranno in parlamento. Quantificata economicamente, la differenza tra i programmi dei partiti di sinistra e di destra in Romania è di qualche centinaio di milioni di euro, inferiore al furto ai danni del sistema di spesa pubblica, valutato 4 miliardi di euro»

Il simbolo utilizzato dal partito fino al 2022.

L'aspetto legato alla lotta alla corruzione e alla difesa dello stato di diritto fu preponderante[50][64], tanto da spingere il partito a lanciare un'ampia petizione per impedire a livello costituzionale l'eleggibilità di soggetti condannati per reati penali[61]. Il partito sostenne pubblicamente il ruolo della procura della Direzione Nazionale Anticorruzione e del Meccanismo di Cooperazione e Verifica (MCV), misura preposta dall'Unione europea per sorvegliare l'applicazione da parte della Romania delle indicazioni europee in tema di giustizia[22][172].

Sul piano della politica estera il partito si professava europeista, favorevole all'ingresso della Romania nello spazio Schengen e al rafforzamento delle istituzioni europee e della NATO[3]. L'USR si espresse anche sui rapporti diplomatici con la vicina Repubblica Moldava, sostenendo ufficialmente le forze politiche europeiste presenti nel paese e avversando il governo, accusato di essere corrotto e asservito agli interessi della Russia[173][174][175].

Con il tempo emersero prese di posizione su altri aspetti ideologici. Malgrado dure spaccature interne sull'argomento, che condussero alle dimissioni del presidente fondatore Nicușor Dan, tra il 2017 e il 2018 l'USR fu una delle poche voci del panorama politico rumeno a sostenere ufficialmente il riconoscimento dei diritti LGBT al referendum sulla definizione costituzionale di famiglia e il divieto dei matrimoni gay[50][69]. Per quanto riguarda l'ambiente, l'USR si schierò a favore della protezione del patrimonio del sito di Roșia Montană, area mineraria al centro di numerose contese legali e, nel corso degli anni, di continue proteste organizzate da gruppi ecologisti, di cui molti militanti erano entrati a far parte dell'USR[65][66][67][68].

Nonostante la pretesa neutralità, diversi osservatori analizzarono il programma politico del partito, sottolineando la presenza elementi più vicini al centro-destra che non al centro-sinistra[22]. Nel 2016 l'opinionista Dan Tăpălagă evidenziò come vi fosse un'attenzione particolare al sostegno all'imprenditoria e al rafforzamento dell'asse euro-atlantico, più che all'assistenzialismo sociale e a misure di lotta alla povertà[22]. Paragonando il partito a En Marche di Emmanuel Macron, nel corso di un'intervista del 2018 il presidente Dan Barna affermò che l'USR era sul piano della politica economica una formazione di centro-destra, sul piano di quella sociale e dei diritti umani una di centro e, in termini più generali, una di centro-destra[64]. Una delle preoccupazioni di Barna fu quella di portare il partito ad assumere un posizionamento ideologico ufficiale affine al centro-destra liberale. Già nel febbraio 2019 il partito presentò un proprio programma economico di matrice liberale, che si opponeva diametralmente a quello del PSD che si basava su una forte espansione della spesa pubblica. Il progetto dell'USR prevedeva, invece, una profonda riforma del sistema fiscale e dell'Agenția Națională de Administrare Fiscală, finalizzata ad una crescita economica sostenibile, alla diminuzione della burocrazia, alla riduzione delle tasse sul lavoro e delle imposte sugli investimenti[5][6]. Nel proprio documento programmatico del gennaio 2020 Barna proponeva l'introduzione di misure che avrebbero limitato l'intervento statale sull'economia, abbassato le tasse sul lavoro, portato all'ingresso nell'area euro, ridotto il numero di parlamentari e legalizzato le unioni civili anche fra persone dello stesso sesso[114]. In seguito al successo del referendum interno del febbraio 2020 che definiva ufficialmente l'USR come gruppo di centro-destra, Barna dichiarò[7][8]:

(RO)

«Nu este o schimbare de poziție ci o consolidare a ei. Atunci când am fost ales președinte, am spus că suntem un partid de centru dreapta și tot ce am făcut în ultimii ani a fost în acest spirit. Am luptat pentru stat de drept, libertăți civile, libertate economică și o aliniere fermă la valorile europene și euro-atlantice.»

(IT)

«Non è un cambiamento di posizione, ma un suo consolidamento. Quando sono stato eletto presidente, ho detto che siamo un partito di centro-destra e tutto quello che ho fatto negli ultimi anni è stato con questo spirito. Abbiamo lottato per lo stato di diritto, per le libertà civili, per la libertà economica e per un allineamento deciso ai valori europei ed euroatlantici»

La base dei militanti dell'USR era composta da attivisti provenienti dalla società civile, professionisti e lavoratori del settore privato, attratti dal messaggio di rinnovamento e lotta alla corruzione proposto dal partito, che sostenne i movimenti di protesta emersi nel 2017[50][64]. Numerosi elementi della dirigenza ebbero un ruolo nel governo tecnocratico ed europeista guidato da Dacian Cioloș tra il 2015 e il 2017. Molti altri, inoltre, si iscrissero all'USR dopo aver partecipato all'ONG Piattaforma Romania 100 fondata nel 2016 dall'ex primo ministro[48]. Una parte minoritaria proveniva dal mondo delle organizzazioni ambientaliste, che negli anni precedenti avevano condotto gli scioperi per la difesa dell'area di Roșia Montană, aggiungendo tali rivendicazioni all'agenda politica del partito[64][65][66][67][68].

L'USR rappresentava principalmente il voto della popolazione urbana con un alto livello di istruzione e riscuoteva successo anche tra l'elettorato rumeno presente all'estero[50][64]. Sin dalla nascita, infatti, attrasse gli elettori vicini al Partito Nazionale Liberale, che era tradizionalmente legato all'intellighenzia urbana[33]. Mentre riuscì a radicarsi nelle maggiori città (Bucarest, Timișoara, Sibiu, Brașov, Cluj), tuttavia, l'USR fu carente nelle zone rurali, dove il programma di aiuti sociali proposto dal PSD costituiva un elemento più corrispondente alle necessità dell'elettorato delle campagne[64].

Presidente
(Nascita–Morte)
Immagine Inizio mandato Fine mandato Durata
1 Nicușor Dan
(1969)
28 luglio 2016 1º giugno 2017[176] 0 anni e 308 giorni
Elek Levente
(1971)
1º giugno 2017[177] 28 ottobre 2017 0 anni e 149 giorni
2 Dan Barna
(1975)
28 ottobre 2017[178] 1º ottobre 2021 3 anni e 338 giorni
3 Dacian Cioloș
(1969)
1º ottobre 2021[179] 7 febbraio 2022[180] 0 anni e 129 giorni
Cătălin Drulă
(1981)
7 febbraio 2022[180] 10 luglio 2022 0 anni e 153 giorni
4 Cătălin Drulă
(1981)
10 luglio 2022[181] 10 giugno 2024 1 anno e 336 giorni
Dominic Fritz
(1983)
10 giugno 2024 26 giugno 2024 0 anni e 16 giorni
5 Elena Lasconi
(1972)
26 giugno 2024 In carica 0 anni e 155 giorni

Membri illustri

[modifica | modifica wikitesto]

Membri attuali

[modifica | modifica wikitesto]

Risultati elettorali

[modifica | modifica wikitesto]
Elezione Voti % Seggi
Parlamentari 2016 Camera 625.154 8,87
30 / 329
Senato 629.375 8,92
13 / 136
Europee 2019[N 1] 2.028.236 22,36
4 / 32
Parlamentari 2020[N 2] Camera 906.965 15,37
38 / 329
Senato 936.864 15,86
17 / 136
Europee 2024[N 3] 778.901 8,71
2 / 33
  1. ^ Nell'ambito dell'Alleanza 2020 USR PLUS (con PLUS); totale seggi: 8
  2. ^ Nell'ambito dell'Alleanza 2020 USR PLUS (con PLUS); totale seggi: 55 alla Camera e 25 al Senato
  3. ^ Nell'ambito dell'Alleanza Destra Unita (con PMP e FD); totale seggi: 3
Elezione Candidato Voti % Esito
Presidenziali 2019 I turno Dan Barna[N 1] 1.384.450 15,02 Non eletta/o (3º)
  1. ^ Candidatura dell'Alleanza 2020 USR PLUS (con PLUS)

Nelle istituzioni

[modifica | modifica wikitesto]

Presidenti del Senato

[modifica | modifica wikitesto]

Collocazione parlamentare

[modifica | modifica wikitesto]
  • Sostegno extraparlamentare (2015–2017)
Governo Cioloș
  • Opposizione (2017–2019)
Governo Grindeanu, Governo Tudose, Governo Dăncilă
  • Sostegno parlamentare (2019–2020)
Governo Orban I, Governo Orban II
  • Maggioranza (2020–2021)
Governo Cîțu
  • Opposizione (dal 2021)
Governo Ciucă, Governo Ciolacu
  1. ^ (RO) Contact USR, su usr.ro, USR. URL consultato il 30 settembre 2017.
  2. ^ (EN) Wolfram Nordsieck, Parties and Elections in Europe, su parties-and-elections.eu, 2016. URL consultato il 16 febbraio 2019.
  3. ^ a b (RO) România în lume, su usr.ro, USR. URL consultato il 16 febbraio 2019.
  4. ^ (EN) Luiza Ilie, New progressive party gives Romanian centrists a chance in election, su reuters.com, Reuters, 6 dicembre 2016. URL consultato l'11 agosto 2020.
  5. ^ a b (RO) Plan de măsuri fiscale al USR: reducerea taxelor pe muncă, încurajarea investiţiilor, reforma ANAF, Mediafax, 21 febbraio 2019. URL consultato il 6 marzo 2019.
  6. ^ a b (RO) USR repară după PSD - Policy brief (PDF), su media.hotnews.ro, USR. URL consultato il 6 marzo 2019.
  7. ^ a b c (RO) Rezultatele referendumului din USR: 91% dintre votanți s-au pronunțat pentru poziționarea doctrinară ca partid de centru dreapta, su g4media.ro, G4 Media, 8 febbraio 2020. URL consultato il 31 luglio 2020.
  8. ^ a b c (RO) G. S., Referendumul din USR: Peste 90% dintre membrii care au votat au aprobat poziționarea ca partid de centru dreapta, su hotnews.ro, HotNews, 8 febbraio 2020. URL consultato il 31 luglio 2020.
  9. ^ a b c (RO) I. R., Uniunea Salvați România a devenit oficial partid politic și va fuziona cu USB. Clotilde Armand: "Nu vrem ca USR să fie confiscat de o anumită ideologie", su hotnews.ro, HotNews, 28 luglio 2016. URL consultato l'8 ottobre 2017.
  10. ^ (RO) Statut USR, su usr.ro, USR. URL consultato il 30 settembre 2017.
  11. ^ a b (RO) C. V., USR-PLUS devine doar USR: S-a votat să fie scoasă din denumirea partidului titulatura PLUS, HotNews, 3 ottobre 2021. URL consultato il 4 ottobre 2021.
  12. ^ (FR) Un mathématicien Don Quichotte lutte pour défendre Bucarest, L'Express, 1º settembre 2011. URL consultato il 17 febbraio 2019.
  13. ^ a b (RO) Nicuşor Dan a depus actele pentru înfiinţarea partidului politic Uniunea Salvaţi Bucureştiul, Mediafax, 1º luglio 2015. URL consultato il 16 febbraio 2019.
  14. ^ (RO) Andreea Udrea, Nicuşor Dan a depus actele pentru înfiinţarea partidului politic Uniunea Salvaţi Bucureştiul, Evenimentul zilei, 1º luglio 2015. URL consultato il 16 febbraio 2019.
  15. ^ (RO) I. C., Dan Podaru si Argentina Traicu se retrag din calitatea de membri fondatori ai Uniunii Salvati Bucurestiul, a lui Nicusor Dan, HotNews, 31 gennaio 2016. URL consultato il 16 febbraio 2019.
  16. ^ a b (RO) Andreea Voicu, Rezultate alegeri locale 2016: primele declarații ale câștigătorilor. Firea, la Primăria Capitalei, Click!, 5 giugno 2016. URL consultato il 16 febbraio 2019.
  17. ^ (RO) Mara Ivanov, USB, USR şi Uniunea pentru Codlea devin Uniunea Salvaţi România, România liberă, 12 agosto 2016. URL consultato il 16 febbraio 2019.
  18. ^ a b (RO) G. S., USB, USR si Uniunea pentru Codlea au fuzionat duminica intr-un eveniment cu usile inchise, HotNews, 21 agosto 2016. URL consultato il 16 febbraio 2019.
  19. ^ (RO) Irinela Vişan, Nicuşor Dan: Peste 60 de contestaţii au fost depuse, în judeţe, la listele de candidaţi USR, Agerpres, 1º novembre 2016. URL consultato il 16 febbraio 2019 (archiviato dall'url originale il 21 febbraio 2019).
  20. ^ (RO) Florentina Peia, Nicuşor Dan: Fuziunea dintre USR şi USB a rămas definitivă prin decizia CAB, Agerpres, 30 dicembre 2016. URL consultato il 16 febbraio 2019 (archiviato dall'url originale il 10 gennaio 2017).
  21. ^ a b (RO) Iulia Roșca, USR si-a lansat programul politic. Nicusor Dan: "O directie - coruptie si de administratie publica, de reformare a statului roman; a doua directie - dezvoltarea economica sustenabila", HotNews, 5 ottobre 2016. URL consultato il 16 febbraio 2019.
  22. ^ a b c d (RO) Dan Tăpălagă, Cum se defineste ideologic USR-ul lui Nicusor Dan prin programul politic, HotNews, 5 ottobre 2016. URL consultato il 16 febbraio 2019.
  23. ^ (RO) Programul politic al USR în 9 puncte, Digi 24, 5 ottobre 2016. URL consultato il 16 febbraio 2019.
  24. ^ a b (RO) Iulia Roșca, Nicusor Dan a lansat sloganul de campanie al USR: "Dacian Ciolos, in sfarsit ai cu cine", HotNews, 19 ottobre 2016. URL consultato il 16 febbraio 2019.
  25. ^ (RO) Cristi Citre, Nicuşor Dan a lansat sloganul de campanie al USR: În sfârşit ai cu cine şi ilustrează afişele cu Dacian Cioloş, Mediafax, 19 ottobre 2016. URL consultato il 16 febbraio 2019.
  26. ^ (RO) Gabriel Pecheanu, Dacian Cioloş, îndemn ca românii să voteze PNL sau USR: "Avem cu cine să ducem România înainte", Mediafax, 8 dicembre 2016. URL consultato l'8 gennaio 2017.
  27. ^ (RO) Iulia Roșca, Fostul ministru al culturii Vlad Alexandrescu va candida la alegeri din partea USR/ Partidul Oamenilor Liberi din Targu Mures, colaborare cu USR pentru alegeri, HotNews, 19 ottobre 2016. URL consultato il 16 febbraio 2019.
  28. ^ (RO) Nicușor Dan și Clotilde Armand îi prezintă pe membrii cabinetului Cioloș care vor candida pentru USR la alegerile parlamentare din 11 decembrie, 26 ottobre 2016. URL consultato il 16 febbraio 2019.
  29. ^ a b (RO) Camelia Badea, USR si-a lansat candidatii: Fostii ministri Cristian Ghinea si Vlad Alexandrescu, pe liste. Ciolos, viitor premier, Ziare.com, 26 ottobre 2016. URL consultato il 16 febbraio 2019.
  30. ^ (RO) Alina Neagu, Scriitorul Dan Lungu va candida pe listele USR la alegerile parlamentare, ocupand primul loc la Senat la Iasi, HotNews, 21 ottobre 2016. URL consultato il 16 febbraio 2019.
  31. ^ (RO) C. I., Jurnalistul si activistul Mihai Gotiu va candida pe listele USR Cluj la Senat. Gotiu, adversar al gazelor de sist si al proiectului de la Rosia Montana, HotNews, 25 ottobre 2016. URL consultato il 16 febbraio 2019.
  32. ^ La Romania al voto per scegliere tra nazionalismo ed Europa, Internazionale, 10 dicembre 2016. URL consultato il 16 febbraio 2019.
  33. ^ a b Romania: elezioni parlamentari, Unione Salvate Romania da Ong a secondo partito romeno, Agenzia Nova, 7 dicembre 2016. URL consultato il 16 febbraio 2019.
  34. ^ (RO) V. M., Klaus Iohannis, in mijlocul protestatarilor: O gasca de politicieni cu probleme penale vrea sa slabeasca statul de drept, e inadmisibil. Romanii sunt pe buna dreptate indignati, HotNews, 22 gennaio 2017. URL consultato il 5 febbraio 2017.
  35. ^ (RO) Dan Tăpălagă, Liderul PSD, Liviu Dragnea, beneficiaza de ambele proiecte de ordonanta de urgenta/ Gratierea si dezincriminarea abuzului in serviciu il scapa de cateva probleme cu justitia, dar tot nu va putea fi deocamdata premier, HotNews, 18 gennaio 2017. URL consultato il 5 febbraio 2017.
  36. ^ (RO) A doua zi de proteste impotriva amnistiei si gratierii. Prezenta masiva la Timisoara si Iasi, HotNews, 19 gennaio 2017. URL consultato il 5 febbraio 2017.
  37. ^ (RO) Victor Cozmei, Romanii fac istorie: cel mai mare protest din ultimii 25 de ani - Circa 150.000 de oameni au iesit miercuri in Piata Victoriei: "Abrogati si-apoi plecati!"/ Protestul a degenerat dupa ce in piata au aparut membri ai galeriilor Rapidului si Dinamo. Petarde si gaze lacrimogene, HotNews, 1º febbraio 2017. URL consultato il 5 febbraio 2017.
  38. ^ (EN) Palko Karasz, Protests Rock Romania After Government Weakens Corruption Law, The New York Times, 2 febbraio 2017. URL consultato il 5 febbraio 2017.
  39. ^ (EN) Rick Noack, In corruption-riddled Romania, officials now allow some room for abuse, The Washington Post, 1º febbraio 2017. URL consultato il 5 febbraio 2017.
  40. ^ (RO) Proteste USR si PNL in Parlament: au facut zid in fata prezidiului Camerei Deputatilor si au batut cu pumnii in banci, Pro TV, 1º febbraio 2017. URL consultato il 16 febbraio 2019.
  41. ^ (RO) I. R., PNL si USR cer respingerea de urgenta a OUG 13, HotNews, 16 febbraio 2017. URL consultato il 16 febbraio 2019.
  42. ^ Andrea Tarquini, Romania, la protesta di piazza vince: il governo ritira il decreto salva corrotti. Protesta va avanti, La Repubblica, 4 febbraio 2017. URL consultato il 5 febbraio 2017.
  43. ^ (EN) Kit Gillet, Violence Erupts as Tens of Thousands Protest Corruption in Romania, The New York Times, 10 agosto 2018. URL consultato il 15 agosto 2018.
  44. ^ (RO) Dan Barna despre inițiativa anti-gay: Mai rezolvăm o problemă pe care NU o aveam, Știri de Sibiu, 9 maggio 2017. URL consultato il 16 febbraio 2019.
  45. ^ a b (RO) Biroul Naţional al USR a validat rezultatul referendumului intern; partidul se va opune modificării Constituţiei pentru redefinirea familiei, su News.ro, 14 agosto 2017. URL consultato il 17 febbraio 2019.
  46. ^ a b c (RO) Nicusor Dan: USR are doua probleme: conflictul dintre progresisti si conservatori si lipsa de colegialitate si de incredere, Pro TV, 13 maggio 2017. URL consultato il 16 febbraio 2019.
  47. ^ (RO) Nicușor Dan a fost reales președinte al USR, TVR, 14 maggio 2017. URL consultato il 16 febbraio 2019.
  48. ^ a b (RO) Coaliția pentru Familie, motiv de ceartă în USR, Digi 24, 25 maggio 2017. URL consultato il 16 febbraio 2019.
  49. ^ (RO) Nicuşor Dan și-a anunțat oficial demisia din USR. E dispus să se întoarcă în anumite condiții, Digi 24, 1º giugno 2017. URL consultato il 16 febbraio 2019.
  50. ^ a b c d e (EN) Carmen Păun, Leader of Romanian anti-corruption party resigns, Politico, 1º giugno 2017. URL consultato il 16 febbraio 2019.
  51. ^ (RO) Elek Levente, preşedinte interimar al USR, Agerpres, 1º giugno 2017. URL consultato il 16 febbraio 2019 (archiviato dall'url originale il 5 luglio 2017).
  52. ^ (RO) USR va susține parteneriatul civil, Digi 24, 18 giugno 2017. URL consultato il 16 febbraio 2019.
  53. ^ (RO) UPDATE: Reacția actriței din Cluj, după ce a fost săltată de jandarmi. „De ce sunt acuzată de violență când nu am fost violentă”, Libertatea, 2 luglio 2017. URL consultato il 16 febbraio 2019.
  54. ^ (RO) Alina Neagu, USR a decis, in cadrul referendumului intern, sa se pozitioneze impotriva referendumului initiat de Coalitia pentru Familie, HotNews, 14 agosto 2017. URL consultato il 16 febbraio 2019.
  55. ^ a b (RO) G. S., Dan Barna a fost ales presedinte USR: Voi lua legatura cu filialele care nu au venit la congres pentru a inchide aceasta zbatere in care a fost partidul, HotNews, 28 ottobre 2017. URL consultato il 16 febbraio 2019.
  56. ^ (RO) Gabriel Pecheanu, USR şi platforma „România 100” anunţă că vor participa la protestele de duminică: Suntem într-un război purtat de PSD împotriva românilor, Gândul, 5 novembre 2017. URL consultato il 16 febbraio 2019.
  57. ^ L'obiettivo della raccolta firme era quello di modificare l'art. 37 della costituzione inserendo un III comma recitante: «Non possono essere eletti negli organi della pubblica amministrazione locale, alla camera dei deputati, al senato e alla funzione di presidente della repubblica i cittadini condannati in via definitiva per pene privanti della libertà per infrazioni commesse volontariamente, a meno dell'apparizione di elementi che invalidino le conseguenze della condanna»(«Nu pot fi aleşi în organele administraţiei publice locale, în Camera Deputaţilor, în Senat şi în funcţia de Preşedinte al României cetăţenii condamnaţi definitiv la pedepse privative de libertate pentru infracţiuni săvârşite cu intenţie, până la intervenirea unei situaţii care înlătură consecinţele condamnării»)
  58. ^ a b (RO) USR: Iniţiativa cetăţenească "Fără penali în funcţii publice" a strâns peste 1.000.000 de semnături, Digi 24, 21 agosto 2018. URL consultato il 16 febbraio 2019.
  59. ^ a b (RO) G. S., USR a depus la CCR inițiativa ”Fără penali în funcții publice”, împreună cu 850.000 de semnături, HotNews, 25 ottobre 2018. URL consultato il 16 febbraio 2019.
  60. ^ (RO) USR începe strângerea de semnături pentru campania “Fără penali în funcții publice”, USR, 29 marzo 2018. URL consultato il 16 febbraio 2019.
  61. ^ a b (RO) Fără Penali în funcții publice, su farapenaliinfunctiipublice.ro. URL consultato il 16 febbraio 2019.
  62. ^ (RO) Iulia Roșca, VIDEO Protest USR "fara penali" in plenul Camerei Deputatilor, impotriva legilor justitiei: "Ati mai administrat o doza de poloniu radioactiv justitiei astazi", HotNews, 20 marzo 2018. URL consultato il 16 febbraio 2019.
  63. ^ a b (RO) Ghinea: USR are discuții active cu partidul european ALDE, G4 Media, 15 giugno 2018. URL consultato il 16 febbraio 2019.
  64. ^ a b c d e f g h (EN) Georgi Gotev, Dan Barna: Save Romania Union similar to Macron’s En Marche, Euractiv, 21 febbraio 2018. URL consultato il 16 febbraio 2019., tradotto in italiano su Anita Bernacchia e Georgi Gotev, Dan Barna: Unione Salvate la Romania (USR) simile a En Marche di Macron, Eurobull, 3 aprile 2018. URL consultato il 16 febbraio 2019.
  65. ^ a b c (RO) N. O., USR: Guvernul PSD-ALDE a trădat interesele României, după ce a militat pentru ca Roșia Montană să nu intre pe lista patrimoniului mondial, HotNews, 2 luglio 2018. URL consultato il 16 febbraio 2019.
  66. ^ a b c (RO) Alexandra Șandru, Vlad Alexandrescu, despre situatia Rosiei Montane: Statul, acaparat de o gasca de ticalosi, a tradat miseleste interesele Romaniei, Ziare.com, 2 luglio 2018. URL consultato il 16 febbraio 2019.
  67. ^ a b c (RO) N. O., UNESCO a amânat includerea Roșiei Montane în patrimoniul mondial, după ce Guvernul României a cerut acest lucru: Statul nu vrea să înscriem situl pe listă, HotNews, 2 luglio 2018. URL consultato il 16 febbraio 2019.
  68. ^ a b c (RO) Loredana Diacu, Roşia Montană nu a intrat în UNESCO. Vlad Alexandrescu: "Prin această mişelie Guvernul a trădat interesele României!", The Epoch Times, 2 luglio 2018. URL consultato il 16 febbraio 2019.
  69. ^ a b (RO) USR indeamna alegatorii sa boicoteze referendumul pentru familie, Ziare.com, 18 settembre 2018. URL consultato il 16 febbraio 2019.
  70. ^ In Romania flop del referendum contro nozze gay, ANSA, 7 ottobre 2018. URL consultato il 5 novembre 2018.
  71. ^ (RO) MH, Retrospectivă: 2018, anul al doilea al luptei împotriva statului de drept, HotNews, 30 dicembre 2018. URL consultato il 5 gennaio 2019.
  72. ^ (FR) Jean-Baptiste Chastand, La Roumanie sur la voie de la Hongrie et de la Pologne, Le Monde, 31 dicembre 2018. URL consultato il 5 gennaio 2019.
  73. ^ (RO) R. M., Presa francofonă, îngrijorată de preluarea președinției europene a UE de către România / Le Monde: Cazul român este simbolul perfect al acestor suveraniști care se îmbogățesc pe spatele UE, HotNews, 2 gennaio 2019. URL consultato il 5 gennaio 2019.
  74. ^ Mihaela Iordache, Romania: le critiche dell'Europa, Osservatorio Balcani e Caucaso, 15 novembre 2018. URL consultato il 16 febbraio 2019.
  75. ^ L’USR e il MRI richiedono elezioni anticipate in seguito al rapporto MCV, Sette giorni, 19 novembre 2018. URL consultato il 16 febbraio 2019 (archiviato dall'url originale il 21 febbraio 2019).
  76. ^ Ondata di reazioni a Bucarest dopo il rapporto MCV, Sette giorni, 19 novembre 2018. URL consultato il 16 febbraio 2019 (archiviato dall'url originale il 21 febbraio 2019).
  77. ^ L’opposizione ha presentato in Parlamento la mozione di censura: “Basta, il governo Dragnea-Dancila è la vergogna della Romania”, Sette giorni, 17 dicembre 2018. URL consultato il 16 febbraio 2019.
  78. ^ (RO) Iulia Roșca, Moțiunea de cenzură împotriva guvernului Dăncilă, respinsă - doar 161 voturi "pentru", mai puține decât semnăturile, HotNews, 20 dicembre 2018. URL consultato il 5 gennaio 2019.
  79. ^ (RO) Mihnea Măruță, Dacian Cioloș, primul interviu după lansarea PLUS: "Domnul Dragnea n-are dreptul să arunce în aer societatea românească", PressOne, 17 dicembre 2018. URL consultato il 3 febbraio 2019.
  80. ^ a b (RO) V. M., Cioloș și Barna anunță formarea „Alianței 2020 USR PLUS” pentru alegeri, HotNews, 2 febbraio 2019. URL consultato il 3 febbraio 2019.
  81. ^ Mihaela Iordache, Romania: 2019, tra inflazione ed elezioni, Osservatorio Balcani e Caucaso, 6 febbraio 2019. URL consultato il 16 febbraio 2019.
  82. ^ (RO) BEC motivează de ce a respins cererea Alianței USR- PLUS pentru europarlamentare: Președinți sunt Nicușor Dan și Daneș Raluca, su mediafax.ro, Mediafax, 7 marzo 2019. URL consultato il 22 maggio 2019.
  83. ^ (RO) Clarice Dinu, ULTIMA ORĂ BEC respinge înscrierea Alianței USR-PLUS pentru europarlamentare: "Vom merge mai departe chiar dacă USR și PLUS vor fi nevoite să candideze separat" / Dan Barna: Se încearcă să fim scoși din procesul electoral, HotNews, 7 marzo 2019. URL consultato il 7 marzo 2019.
  84. ^ (EN) Dan Alexe, If you can’t beat them, ban them: Romanian electoral bureau rejects Ciolos’s alliance, Euractiv, 7 marzo 2019. URL consultato l'8 marzo 2019.
  85. ^ (RO) Sebastian Rotaru, Biroul Electoral Central anunță că Alianța 2020 USR PLUS nu poate merge la europarlamentare, su euractiv.ro, EurActiv, 7 marzo 2019. URL consultato il 22 maggio 2019.
  86. ^ (RO) Nicușor Dan: Am găsit soluția care să îmi permită să contrasemnez legal protocolul Alianței USR-PLUS, su agerpres.ro, Agerpres, 7 marzo 2019. URL consultato il 25 marzo 2019 (archiviato dall'url originale il 25 marzo 2019).
  87. ^ (RO) Clarice Dinu, Nicușor Dan s-a reînscris în USR: "Fac tot ce ține de mine, legal, astfel încât Alianța USR-PLUS să fie pe buletinele de vot. Oamenii trebuie să poată face alegerea pe care și-o doresc, HotNews, 8 marzo 2019. URL consultato l'8 marzo 2019.
  88. ^ (RO) Comunicat de presă - USR, su agerpres.ro, Agerpres, 8 marzo 2019. URL consultato il 25 marzo 2019 (archiviato dall'url originale il 25 marzo 2019).
  89. ^ (RO) Cristian Citre, Alianța USR – PLUS poate candida, Înalta Curte a anulat decizia BEC, G4, 8 marzo 2019. URL consultato l'8 marzo 2019.
  90. ^ (RO) Iulian Bîrzoi, Barna şi Cioloş la Adevărul Live: Orban se preface surprins că vom avea candidat propriu la prezidenţiale. Românii s-au săturat de această ciupeală oportunistă, su adevarul.ro, Adevărul, 30 maggio 2019. URL consultato il 31 maggio 2019.
  91. ^ (RO) G. S., USR a validat afilierea la grupul ALDE+Renaissance+USR PLUS din Parlamentul European / Barna: Nu se pune problema afilierii domnului Ponta la această nouă grupare, su hotnews.ro, HotNews, 8 giugno 2019. URL consultato il 31 maggio 2019.
  92. ^ (EN) ALDE Party Council meets in Zürich [collegamento interrotto], su aldeparty.eu, 28 giugno 2019. URL consultato il 9 giugno 2020.
  93. ^ (RO) Dan Barna a fost desemnat candidatul USR la alegerile prezidențiale, su digi24.ro, Digi24, 13 luglio 2019. URL consultato il 3 agosto 2019.
  94. ^ (RO) Alina Neagu e N. O., Congresul USR: Dan Barna, desemnat oficial candidatul USR la alegerile prezidențiale, su hotnews.ro, HotNews, 13 luglio 2019. URL consultato il 3 agosto 2019.
  95. ^ (RO) OFICIAL. Final de negocieri la USR - PLUS: Dan Barna va fi candidatul la prezidențiale, su digi24.ro, Digi 24, 21 luglio 2019. URL consultato il 3 agosto 2019.
  96. ^ (RO) C. D., USR și PLUS au decis: Dan Barna, candidat la prezidențiale. Cioloș, propunerea de premier, su hotnews.ro, HotNews, 19 luglio 2019. URL consultato il 3 agosto 2019.
  97. ^ a b (RO) DG, Scandal în USR: Cosette Chichirău acuză fraudarea alegerilor interne în favoarea lui Dan Barna, su hotnews.ro, HotNews, 9 settembre 2019. URL consultato il 31 luglio 2020.
  98. ^ (RO) Victor Cozmei, Drulă (USR) răspunde acuzațiilor lui Chichirău cum că ar fi fost fraudate alegerile interne: „Sistemul electronic este găzduit de rețeaua academică națională din Grecia, iar integritatea voturilor și a sistemului este asigurată criptografic”, su hotnews.ro, HotNews, 9 settembre 2019. URL consultato il 31 luglio 2020.
  99. ^ (RO) Adriana Dutulescu, USR, un butoi cu pulbere înaintea terminării votului pentru președinte. Excluderi și demisii cu scandal, suspiciuni de fraudă, su digi24.ro, Digi 24, 5 settembre 2019. URL consultato il 31 luglio 2020.
  100. ^ (RO) USR și-a ales conducerea. Care este componența echipei președintelui Dan Barna, su hotnews.ro, HotNews, 15 settembre 2019. URL consultato il 31 luglio 2020.
  101. ^ (RO) Eroare de soft la USR: voturile de la alegerile interne, renumărate. „Dacă vreți să dăm vina pe cineva, este vorba de IT-ști”, su hotnews.ro, HotNews, 17 settembre 2019. URL consultato il 31 luglio 2020.
  102. ^ Furono eletti vicepresidenti Iulian Bulai (222 voti), Cristina Prună (219), Claudiu Năsui (218), Liviu Mălureanu (213), Stelian Ion (208), Nicolae Bogdănel Ștefănuță (208), Cătălin Drulă (207), Cristian Seidler e Allen Coliban
  103. ^ (RO) N. O., USR anunță oficial vicepreședinții aleși. Echipa lui Barna are majoritate, su hotnews.ro, HotNews, 15 settembre 2019. URL consultato il 31 luglio 2020.
  104. ^ (EN) Carmen Păun e Anca Gurzu, Romania’s presidential election a big test for social democrats, su politico.eu, Politico, 8 novembre 2019. URL consultato il 10 novembre 2019.
  105. ^ (EN) POLITICS Romania presidential elections 2019: Exit polls shows incumbent president first followed by former PM, USR leader third, without Diaspora vote, su romania-insider.com, Romania Insider, 10 novembre 2019. URL consultato l'11 novembre 2019.
  106. ^ (RO) Prima reacție a lui Dan Barna, după înfrângerea în alegeri: Îmi asum toată responsabilitatea, dar nu îmi dau demisia, su hotnews.ro, HotNews, 11 novembre 2019. URL consultato l'11 novembre 2019.
  107. ^ (RO) Cioloș: Susținerea nostră va merge spre Iohannis în turul II. Am recepționat mesajul electoratului, su euractiv.ro, Digi 24, 11 novembre 2019. URL consultato l'11 novembre 2019.
  108. ^ (RO) Moțiunea de cenzură a fost adoptată. Guvernul Dăncilă este demis, su digi24.ro, Digi 24, 10 ottobre 2019. URL consultato il 10 ottobre 2019.
  109. ^ (RO) USR a decis să nu intre la guvernare și să rămână pe varianta de anticipate, su digi24.ro, Digi 24, 15 ottobre 2019. URL consultato il 15 ottobre 2019.
  110. ^ (RO) Klaus Iohannis anunţă la ora 17.00 numele premierului, su digi24.ro, Digi 24, 15 ottobre 2019. URL consultato il 15 ottobre 2019.
  111. ^ (RO) Cine este Ludovic Orban, desemnat premier al României, de către Klaus Iohannis, su mediafax.ro, Mediafax, 15 ottobre 2019. URL consultato il 15 ottobre 2019.
  112. ^ (RO) Andreea Pora, Trece sau nu trece guvernul Orban? Care e prețul corect, su romania.europalibera.org, Radio Europa Liberă România, 23 ottobre 2019. URL consultato il 5 novembre 2019.
  113. ^ (RO) Andrei Luca Popescu, Guvernul Orban a trecut de votul Parlamentului, cu 240 de voturi, su romania.europalibera.org, Radio Europa Liberă România, 4 novembre 2019. URL consultato il 5 novembre 2019.
  114. ^ a b (RO) Clarice Dinu, Cum vrea echipa Barna să tragă USR pe centru-dreapta: USR își asumă ca generație un destin neo-pașoptist / Vom face o opoziție real liberală la guvernul PNL, su hotnews.ro, HotNews, 10 gennaio 2020. URL consultato il 31 luglio 2020.
  115. ^ (RO) C. D., USR și PLUS vor să fuzioneze. Congresul ar urma să aibă loc în iulie, su hotnews.ro, HotNews, 27 gennaio 2020. URL consultato il 31 luglio 2020.
  116. ^ a b c (RO) USR și PLUS au adoptat fuziunea. Partidul va avea doi copreşedinţi: Dan Barna și Dacian Cioloș, su digi24.ro, Digi 24, 15 agosto 2020. URL consultato il 17 agosto 2020.
  117. ^ a b (RO) Matei Alexandru, Fuziunea dintre USR și PLUS a primit votul final din partea membrilor ambelor partide, su g4media.ro, G4 Media, 15 agosto 2020. URL consultato il 17 agosto 2020.
  118. ^ (RO) Clarice Dinu, Protocolul de fuziune USR-PLUS: cum se împart locurile pe liste la parlamentare și ce va cuprinde programul de guvernare, su hotnews.ro, HotNews, 15 agosto 2020. URL consultato il 17 agosto 2020.
  119. ^ (RO) Vlad Voiculescu se retrage din cursa pentru Primăria Capitalei. Dacian Cioloș sugerează că îl va sprijini pe Nicușor Dan, su digi24.ro, Digi 24, 28 febbraio 2020. URL consultato il 22 luglio 2020.
  120. ^ (RO) Rezultate finale alegeri locale 2020: PNL câștigă primul loc cu peste 30% din voturi, urmat de PSD, su mediafax.ro, Mediafax, 12 ottobre 2020. URL consultato il 15 ottobre 2020.
  121. ^ (RO) Laurențiu Colintineanu, Adio locale. Ce calcule au partidele pentru alegerile parlamentare?, su romania.europalibera.org, Radio Europa Liberă, 2 ottobre 2020. URL consultato il 22 agosto 2020.
  122. ^ (RO) Erată USR-PLUS la rezultatele finale prezentate de BEC: Alianța susține că a luat peste 9% din totalul voturilor, su digi24.ro, Digi24, 12 ottobre 2020. URL consultato il 18 ottobre 2020.
  123. ^ (RO) Dacian Cioloș: USR-PLUS nu va negocia nicio majoritate cu PSD, su digi24.ro, Digi24, 6 dicembre 2020. URL consultato il 7 dicembre 2020.
  124. ^ (RO) Andrei Chirileasa, Romanian centre-right parties fail to agree on joint PM candidate, su romania-insider.com, Romania Insider, 14 dicembre 2020. URL consultato il 24 dicembre 2020.
  125. ^ a b (RO) I. H., Liderii PNL, USR-PLUS, UDMR, acord pentru formarea Guvernului, cu Cîțu propus premier. PNL - 9 ministere, USR - 6, între care Justiție și Sănătate, UDMR - 3 / Structura Guvernului, su hotnews.ro, HotNews, 18 dicembre 2020. URL consultato il 22 dicembre 2020.
  126. ^ a b (RO) PNL, USR-PLUS și UDMR au semnat Acordul de Guvernare. DOCUMENT, su digi24.ro, Digi 24, 21 dicembre 2020. URL consultato il 22 dicembre 2020.
  127. ^ (RO) I. B., Guvernul Cîțu a depus jurământul și a avut prima ședință / Ce urmează, su hotnews.ro, HotNews, 24 dicembre 2020. URL consultato il 24 dicembre 2020.
  128. ^ (RO) I. H., USR și PLUS au fuzionat / Barna: Decizia instanței ne așază în logica unui partid puternic, su hotnews.ro, HotNews, 16 aprile 2021. URL consultato il 27 maggio 2021.
  129. ^ (RO) Registro dei partiti politici del tribunale di Bucarest, su tribunalulbucuresti.ro. URL consultato il 4 giugno 2021.
  130. ^ (RO) D. D., A treia cale” din USR-PLUS, lansată modest în Piața Victoriei. Atacuri la actuala conducere a partidului: relație de servitute față de PNL și UDMR, deficit de democrație, HotNews, 24 agosto 2021. URL consultato il 4 ottobre 2021.
  131. ^ a b c (RO) Nicolae Bian, Rezultate finale: Tabăra Barna a obținut majoritate în Biroul Național al USR PLUS/ Cătălin Drulă (USR), Vlad Voiculescu (PLUS), Dan Barna (USR), Anca Dragu (PLUS), Ionut Moșteanu (USR), Allen Coliban (USR) și Claudiu Năsui (USR) sunt noii vicepreședinți, G4 Media, 3 ottobre 2021. URL consultato il 4 ottobre 2021.
  132. ^ (RO) C. D., Dacian Cioloș, în fața lui Dan Barna în alegerile pentru șefia USR-PLUS / Președintele partidului va fi decis în turul 2 / Primele reacții ale candidaților, HotNews, 23 settembre 2021. URL consultato il 4 ottobre 2021.
  133. ^ (RO) Dacian Cioloș va fi noul președinte al USR-PLUS. Scor strâns cu Dan Barna. Rezultatul urmează să fie validat la congres/ Primele reacții ale lui Cioloș și Barna, HotNews, 1º ottobre 2021. URL consultato il 4 ottobre 2021.
  134. ^ Furono eletti vicepresidenti Cătălin Drulă, Vlad Voiculescu, Dan Barna, Ionuț Moșteanu, Anca Dragu, Allen Coliban, Claudiu Năsui. Furono eletti membri semplici dell'ufficio nazionale Dragoș Tudorache, Cristian Ghinea, Vlad Botoș, Andrei Lupu, Stelian Ion, Lucian Stanciu Viziteu, Cristina Prună, Oana Țoiu, Silviu Dehelean, Cătălin Teniță, Radu Mihaiu, Ioana Mihăilă, Liviu Mălureanu, Radu Miruța, Dragoș Pîslaru, Radu Panait, Monica Berescu.
  135. ^ a b (RO) C. V., Congresul USR-PLUS: Echipa lui Dan Barna câștigă cele mai multe mandate în Biroul Național / Cătălin Drulă - cel mai votat dintre candidați, va fi vicepreședinte, HotNews, 3 ottobre 2021. URL consultato il 4 ottobre 2021.
  136. ^ (RO) Alexandra Irina Minea, O trecere în revistă a tensiunilor dintre Cîțu și Vlad Voiculescu. Cum s-a ajuns la demitere, su mediastandard.ro, Mediastandard, 14 aprile 2021. URL consultato il 14 aprile 2021.
  137. ^ (RO) Liderii coaliției au semnat noul acord. Orban: Cei care au pariat că nu ne vom înțelege și-au făcut iluzii, su digi24.ro, Digi 24, 20 aprile 2021. URL consultato il 4 settembre 2021.
  138. ^ (RO) Florin Cîțu l-a demis pe ministrul Justiției, Stelian Ion, su digi24.ro, Digi 24, 1º settembre 2021. URL consultato il 4 settembre 2021.
  139. ^ (RO) Adrian Vasilache, DOCUMENT Programul "Anghel Saligny" a fost aprobat de Guvern: Ce impact bugetar negativ va avea programul care a aruncat în aer Coaliția, su hotnews.ro, HotNews, 3 settembre 2021. URL consultato il 4 settembre 2021.
  140. ^ (RO) D. D., Florin Cîțu îl revocă pe Stelian Ion de la Ministerul Justiției: „Nu accept pe nimeni în Guvern care să șantajeze” / Lucian Bode, ministru interimar, su hotnews.ro, HotNews, 1º settembre 2021. URL consultato il 2 settembre 2021.
  141. ^ (RO) Dan Barna: Florin Cîțu nu mai are sprijin politic, este o decizie ireversibilă. Ne așteptăm ca PNL să propună un om serios, su digi24.ro, Digi 24, 2 settembre 2021. URL consultato il 4 settembre 2021.
  142. ^ (RO) C.D., Eșec total al negocierilor din Coaliție. USR-PLUS a depus moțiunea de cenzură / Cîțu n-a făcut niciun pas înapoi, su hotnews.ro, HotNews, 3 settembre 2021. URL consultato il 4 settembre 2021.
  143. ^ (RO) Mihai Roman, USR PLUS și AUR au depus moțiunea de cenzură împotriva guvernului Cîțu. Textul integral al moțiunii, su g4media.ro, G4 Media, 1º settembre 2021. URL consultato il 4 settembre 2021.
  144. ^ (RO) C. D., Iohannis intervine în războiul din Coaliție: Noua alianță creată în aceste zile între USR PLUS și AUR este un afront adus românilor, su hotnews.ro, HotNews, 4 settembre 2021. URL consultato il 4 settembre 2021.
  145. ^ (RO) Dan Barna: Miniștrii USR PLUS își depun marți dimineață demisia din guvernul Cîțu / Echipa câștigătoare l-a transferat pe Marcel Ciolacu, e USL, su g4media.ro, G4 Media, 6 settembre 2021. URL consultato il 6 settembre 2021.
  146. ^ (RO) Guvernul Cîțu a fost demis / Atacuri dure în Parlament: Cîțu a acuzat de incompetență miniștrii USR / Ciolacu: Echipa câștigătoare este echipa ucigătoare, HotNews, 5 ottobre 2021. URL consultato il 5 ottobre 2021.
  147. ^ a b (RO) Rezultat previzibil. Guvernul Cioloș nu a primit votul de încredere din partea Parlamentului, su hotnews.ro, HotNews, 20 ottobre 2021. URL consultato il 21 ottobre 2021.
  148. ^ (RO) Ana Popescu, Ciucă anunță că și-a depus mandatul / PNL a renunțat la varianta de guvern minoritar și a decis flexibilizarea negocierilor / Liberalii se îndreaptă către varianta formării unei majorități cu PSD, su g4media.ro, G4 Media, 1º novembre 2021. URL consultato il 2 novembre 2021.
  149. ^ (RO) Petru Mazilu, Fum alb după întâlnirea Cîțu-Cioloș, su m.mediafax.ro, Mediafax, 3 novembre 2021. URL consultato il 4 novembre 2021.
  150. ^ (RO) Acordul politic de constituire a "Coaliției Naționale pentu România", semnat de liderii PSD, PNL și UDMR / Cum va funcționa sistemul de rotație PNL-PSD și ce prevede documentul, su hotnews.ro, HotNews, 25 novembre 2021. URL consultato il 25 novembre 2021.
  151. ^ (RO) Clarice Dinu, „Dacian, îți place ceva la partidul ăsta?”. Cioloș amenință cu demisia de la șefia USR dacă nu i se aprobă programul, in HotNews, 3 febbraio 2022. URL consultato il 7 febbraio 2022.
  152. ^ (RO) Programul Președintelui USR, Dacian Cioloș 2022-2023 (PDF), su media.hotnews.ro. URL consultato il 7 febbraio 2022.
  153. ^ (RO) Biroul Național al USR a respins programul propus de Cioloș, in HotNews, 7 febbraio 2022. URL consultato il 7 febbraio 2022.
  154. ^ (RO) Dacian Cioloș a anunțat conducerea USR că demisionează din funcția de președinte al partidului, in HotNews, 7 febbraio 2022. URL consultato il 7 febbraio 2022.
  155. ^ Ramona Strugariu, Dragoș Pîslaru, Alin Mituța e Dragoș Tudorache.
  156. ^ (RO) Dacian Cioloș demisionează din USR alături de patru europarlamentari / Ei anunță că își fac un nou partid / Ce acuzații aduc actualei conduceri a USR, in HotNews, 31 maggio 2022. URL consultato il 3 giugno 2022.
  157. ^ (RO) Continuă demisiile în USR / Încă 5 deputați își anunță plecarea din partid și adeziunea pentru partidul lui Cioloș, in HotNews, 27 giugno 2022. URL consultato l'8 marzo 2024.
  158. ^ Cătălin Drulă ottenne il 71% dei voti, Cătălin Teniță il 14,8%, Octavian Berceanu l'11,2%, gli altri tre candidati George Ungureanu, Miroslav Tașcu-Stavre e Alexandru Kiss meno dell'1%.
  159. ^ (RO) Cătălin Drulă a fost ales președinte al USR: „De astăzi suntem toți USR. Nu mai avem timp de vedetisme și politică imatură”, in Digi 24, 10 luglio 2022. URL consultato il 10 luglio 2022.
  160. ^ (RO) USR și-a pus punct, in Digi 24, 2 novembre 2022. URL consultato il 6 novembre 2022.
  161. ^ a b (RO) Laurențiu Sîrbu, Partidele politice, înaintea anului electoral 2024. Ce atuuri și-a construit fiecare și care le sunt vulnerabilitățile, in Fanatik, 2 gennaio 2024. URL consultato l'8 marzo 2024.
  162. ^ (RO) INSCOP: AUR întrece PNL în sondaje. Cea mai mare creștere în sondaje, în guvernarea PNL - PSD, cu liberalii la cârmă, in Europa Liberă România, 5 luglio 2023. URL consultato l'8 marzo 2024.
  163. ^ (RO) Dezintegrarea USR în mai multe partide mici și eșecul iminent din 2024, in PS News, 15 settembre 2023. URL consultato l'8 marzo 2024.
  164. ^ (RO) Europarlamentarul Vlad Gheorghe a demisionat din USR cu scandal, in Evenimentul zilei, 4 febbraio 2024. URL consultato l'8 marzo 2024.
  165. ^ (RO) USR, Forța Dreptei și PMP candidează pe liste comune la alegerile pentru Parlamentul European, in Digi 24, 18 dicembre 2023. URL consultato l'8 marzo 2024.
  166. ^ (RO) Dreapta unită - USR, PMP şi Forţa Dreptei - îşi lansează candidații pentru europarlamentare şi programul electoral / Primii opt pe lista alianței conduse de Drulă, Orban și Tomac, in HotNews, 25 gennaio 2024. URL consultato l'8 marzo 2024.
  167. ^ (RO) Cătălin Drulă și-a dat demisia de la șefia USR, după eșecul în alegeri: „Îmi asum acest rezultat”, in Digi 24, 10 giugno 2024. URL consultato il 26 giugno 2024.
  168. ^ (RO) Drulă și-a dat demisia de la șefia USR! Dominic Fritz, președinte interimar, in Jurnal de Timiș, 10 giugno 2024. URL consultato il 26 giugno 2024.
  169. ^ (RO) Elena Lasconi a câștigat alegerile pentru funcția de președinte al USR, in G4 Media, 26 giugno 2024. URL consultato il 26 giugno 2024.
  170. ^ I risultati furono: Elena Lasconi 68,14% (7701 voti); Cristian Seidler 16,57% (1873); Radu Hosu 12,54% (1471); Gabriel Filip 2,74% (310).
  171. ^ (RO) Întrebări frecvente - Ideologie, su usr.ro, USR. URL consultato il 16 febbraio 2019.
  172. ^ (RO) Precizări: USR susține activitatea DNA și lupta anticorupție, su usr.ro, USR, 25 settembre 2017. URL consultato il 16 febbraio 2019.
  173. ^ (RO) A. L., Dan Barna îl felicită pe Andrei Năstase pentru câștigarea alegerilor la Primăria Chișinăului și spune că "greul abia începe", HotNews, 4 giugno 2018. URL consultato il 16 febbraio 2019.
  174. ^ (RO) Alegerile pentru Chisinau au fost invalidate. Dodon jubileaza, iar USR sustine ca asta se intampla cand coruptia e regula, Ziare.com, 20 giugno 2018. URL consultato il 16 febbraio 2019.
  175. ^ (RO) România în lume - Republica Moldova, su usr.ro, USR. URL consultato il 16 febbraio 2019.
  176. ^ Nicușor Dan și-a anunțat oficial demisia din USR. E dispus să se întoarcă în anumite condiții, in Digi24, 1º giugno 2017. URL consultato l'8 ottobre 2017.
  177. ^ (RO) Ana Petrescu, Cine este Elek Levente, cel care va prelua provizoriu șefia USR, su evz.ro, Evenimentul zilei, 2 giugno 2017. URL consultato l'8 ottobre 2017.
  178. ^ G. S. (a cura di), Dan Barna a fost ales președinte USR: Voi lua legătura cu filialele care nu au venit la congres pentru a închide această zbatere în care a fost partidul, su hotnews.ro, 28 ottobre 2017. URL consultato il 3 marzo 2024.
  179. ^ Alexandru Costea, Dacian Cioloș a fost ales președintele USR PLUS, su digi24.ro, 1º ottobre 2021. URL consultato il 3 marzo 2024.
  180. ^ a b (RO) BREAKING Dacian Cioloș a anunțat demisia de la șefia USR, Cătălin Drulă devine președinte interimar – Surse
  181. ^ Ioana Hurdea, BREAKING Drula a fost ales presedinte al USR din primul tur, cu peste 71% din voturi. Berceanu, locul trei, su aktual24.ro, 10 luglio 2022. URL consultato il 3 marzo 2024.

Voci correlate

[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti

[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni

[modifica | modifica wikitesto]