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Stronzio

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Stronzio
   

38
Sr
 
               
               
                                   
                                   
                                                               
                                                               
   

rubidio ← stronzio → ittrio

Aspetto
Aspetto dell'elemento
Aspetto dell'elemento
bianco-grigio-argenteo
Linea spettrale
Linea spettrale dell'elemento
Linea spettrale dell'elemento
Generalità
Nome, simbolo, numero atomicostronzio, Sr, 38
Seriemetalli alcalino terrosi
Gruppo, periodo, blocco2(IIA), 5, s
Densità2,6 g/cm³[1]
Durezza1,5
Configurazione elettronica
Configurazione elettronica
Configurazione elettronica
Termine spettroscopico1S0
Proprietà atomiche
Peso atomico87,62
Raggio atomico (calc.)215,1 pm
Raggio covalente192 pm
Configurazione elettronica[Kr]5s2
e per livello energetico2, 8, 18, 8, 2
Stati di ossidazione2 (base forte)
Struttura cristallinaCubica a facce centrate
Proprietà fisiche
Stato della materiasolido (paramagnetico)
Punto di fusione1 050 K (780 °C)
Punto di ebollizione1 655 K (1 382 °C)
Volume molare33,94×10−6 m³/mol
Entalpia di vaporizzazione144 kJ/mol
Calore di fusione8,3 kJ/mol
Tensione di vapore1,56×10−4 Pa
Altre proprietà
Numero CAS7440-24-6
Elettronegatività0,95 (Scala di Pauling)
Calore specifico300 J/(kg·K)
Conducibilità elettrica7,62×106/m·Ω
Conducibilità termica35,3 W/(m·K)
Energia di prima ionizzazione549,5 kJ/mol
Energia di seconda ionizzazione1 064,2 kJ/mol
Energia di terza ionizzazione4 138 kJ/mol
Energia di quarta ionizzazione5 500 kJ/mol
Isotopi più stabili
isoNATDDMDEDP
84Sr0,56% Sr è stabile con 46 neutroni
86Sr9,86% Sr è stabile con 48 neutroni
87Sr7,0% Sr è stabile con 49 neutroni
88Sr82,58% Sr è stabile con 50 neutroni
90Srsintetico 28,78 anniβ0,54690Y
iso: isotopo
NA: abbondanza in natura
TD: tempo di dimezzamento
DM: modalità di decadimento
DE: energia di decadimento in MeV
DP: prodotto del decadimento

Lo stronzio è l'elemento chimico di numero atomico 38 e il cui simbolo è Sr. Appartiene al gruppo dei metalli alcalino-terrosi e si presenta come un metallo tenero, argenteo, bianco o leggermente giallo; quando esposto all'aria forma uno strato di ossido scuro.

Lo stronzio possiede proprietà fisiche e chimiche simili a quelle dei due elementi verticalmente vicini nella tavola periodica: il calcio e bario. In natura si presenta principalmente nella celestite e nella stronzianite. Mentre lo stronzio naturale è stabile, l'isotopo 90Sr è radioattivo con un'emivita di 28 anni ed è uno dei componenti più pericolosi del fallout nucleare, visto che viene assorbito dal corpo in un modo simile al calcio. D'altra parte, lo stronzio stabile naturale non è pericoloso per la salute.

Sia lo stronzio sia la stronzianite prendono il nome da Strontian, un villaggio della Scozia nei pressi del quale il minerale è stato scoperto nel 1790 da Adair Crawford e William Cruickshank. Venne identificato come nuovo elemento l'anno successivo grazie al saggio alla fiamma. Lo stronzio venne isolato come metallo nel 1808 da Humphry Davy che utilizzò il processo dell'elettrolisi, allora appena scoperto. Nel XIX secolo l'applicazione più importante dello stronzio era la produzione di zucchero dalla barbabietola. Durante il picco di produzione di tubi catodici, circa il 75% del consumo di stronzio negli Stati Uniti era destinato alla realizzazione del vetro frontale.[2] Con l'introduzione di altri tipi di monitor, il consumo dello stronzio è diminuito drasticamente.[2]

Caratteristiche

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A causa della sua estrema reattività all'aria, questo elemento in natura è sempre combinato con altri. Isolato si presenta come un metallo piuttosto malleabile. Il suo composto più usato è il nitrato Sr(NO3)2, impiegato nella fabbricazione di fuochi artificiali alla cui luce impartisce un colore rosso brillante.

Lo stronzio è un metallo argenteo, più tenero del calcio e anche più reattivo con l'acqua, che reagisce con lo stronzio metallico formando idrossido di stronzio e idrogeno gassoso. Lo stronzio brucia all'aria convertendosi nel suo ossido e nel suo nitruro, tuttavia non si infiamma spontaneamente all'aria a meno che non sia in forma di polvere fine. Esposto all'aria ingiallisce coprendosi di una patina di ossido, per questo viene normalmente conservato immerso in cherosene od olio minerale.

In natura lo stronzio è una miscela dei quattro isotopi stabili.

Il principale impiego dell'ossido di stronzio era nella fabbricazione di vetri per i tubi catodici dei televisori analogici a colori.

Tra gli altri usi industriali e commerciali si hanno:

Fu Adair Crawford nel 1790 a capire che la stronzianite, un minerale battezzato in onore della città scozzese di Strontian, era diverso dagli altri minerali di bario, ma furono Klaproth e Hope nel 1798 a capire che lo stronzio era un elemento. Lo stronzio metallico fu ottenuto poi nel 1808 da Sir Humphry Davy con l'elettrolisi.

Disponibilità

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Lo stronzio è molto comune in natura, costituisce mediamente lo 0,034% di tutte le rocce ignee ed è presente di solito sotto forma di celestina, un solfato (SrSO4), o di stronzianite, un carbonato (SrCO3). Di questi due minerali, la celestite è molto più frequente nei depositi sedimentari di grandi dimensioni, mentre la stronzianite, più interessante minerariamente poiché lo stronzio è spesso usato come carbonato, è molto più rara. Si può ottenere lo stronzio metallico per elettrolisi di una miscela fusa di cloruro di stronzio e cloruro di potassio:

Sr2+ + 2 e → Sr
2 Cl → Cl2 (g) + 2 e

In alternativa lo si può ottenere riducendo l'ossido di stronzio con alluminio nel vuoto a temperature al di sopra di quella di evaporazione dello stronzio, che viene così distillato. Lo stronzio metallico ha tre forme allotropiche i cui punti di transizione di fase sono a 235 °C e a 540 °C. Il costo industriale dello stronzio metallico puro al 98% era di circa $ l'oncia nel gennaio 1990; i giacimenti di stronzio più grandi al mondo sono situati in Inghilterra.

I maggiori produttori di stronzio nel 2019[3]
Posizione Paese Produzione (tonnellate)
1 Spagna (bandiera) Spagna 90000
2 Cina (bandiera) Cina 50000
3 Messico (bandiera) Messico 40000
4 Iran (bandiera) Iran 37000
5 Argentina (bandiera) Argentina 700

In natura lo stronzio presenta quattro isotopi: 84Sr (0,56%), 86Sr (9,86%), 87Sr (7,0%) e 88Sr (82,58%). Solo l'isotopo 87 proviene da un decadimento radioattivo, è infatti il prodotto di decadimento di 87Rb che ha un'emivita di 48 miliardi di anni. Vi sono quindi due fonti di 87Sr: quello prodotto durante la nucleosintesi primordiale insieme agli altri isotopi (84, 86, 88) e quello formato dal decadimento di 87Rb. I rapporti tra le concentrazioni dei diversi isotopi 87Sr/86Sr, il cui valore oscilla tra 0,7 e 4,0, e 87Rb/86Sr consentono pertanto di calcolare l'età delle rocce utilizzando la tecnica della datazione rubidio-stronzio. Sr si trova in concentrazioni sufficientemente elevate nei minerali perché si sostituisce facilmente al calcio, avendo un raggio atomico simile.

Sono inoltre noti 16 isotopi meno stabili, tra cui il più importante è 90Sr, con la sua emivita di 29 anni. 90Sr è un sotto-prodotto delle esplosioni nucleari ed è presente nel fallout, la caduta di polveri sulla superficie dopo un'esplosione nucleare. È pericoloso per la salute perché tende a sostituirsi al calcio delle ossa e quindi a permanervi per lungo tempo, provocando tramite la sua radioattività l'insorgere di forme tumorali. 90Sr è uno dei più longevi emettitori noti di raggi beta ad alta energia ed è allo studio per poter essere impiegato in sistemi ausiliari di produzione di energia elettrica (Systems for Nuclear Auxiliary Power, SNAP) utilizzabili dove è richiesta una fonte di energia elettrica leggera, compatta e durevole.

Fluorescenza di stronzianite con calcite

Nella sua forma pura lo stronzio è estremamente reattivo con l'aria, alla cui esposizione si infiamma spontaneamente. L'organismo umano assorbe lo stronzio in maniera simile al calcio; questo non è un problema per quanto riguarda gli isotopi non radioattivi, ma l'isotopo radioattivo 90Sr può provocare gravi danni alle ossa, incluso il cancro.

  1. ^ stronzio nell'Enciclopedia Treccani, su treccani.it. URL consultato il 25 ottobre 2016.
  2. ^ a b Mineral Resource of the Month: Strontium, su earthmagazine.org, U.S. Geological Survey. URL consultato il 16 agosto 2015.
  3. ^ Strontium - Data in metric tons of strontium content unless otherwise noted (PDF), su pubs.usgs.gov, usgs.gov. URL consultato il 1º ottobre 2023.

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Collegamenti esterni

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