Repubblica di Cospaia: differenze tra le versioni
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La [[repubblica]], come [[forma di governo]], era estremamente rara fino alla [[rivoluzione francese]]. Esistevano le [[repubbliche marinare]] (con istituzioni aristocratiche), la [[repubblica di San Marino]] e la presunta repubblica di [[Senarica]] (in [[Abruzzo]]), con un [[doge]] come a [[Venezia]], ma la sua reale esistenza non è stata storicamente provata con opportuna documentazione. |
La [[repubblica]], come [[forma di governo]], era estremamente rara fino alla [[rivoluzione francese]]. Esistevano le [[repubbliche marinare]] (con istituzioni aristocratiche), la [[repubblica di San Marino]] e la presunta repubblica di [[Senarica]] (in [[Abruzzo]]), con un [[doge]] come a [[Venezia]], ma la sua reale esistenza non è stata storicamente provata con opportuna documentazione. |
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I [[Cospaia|cospaiesi]], pertanto, preferirono basare la loro indipendenza sulla libertà totale degli abitanti, detentori tutti della sovranità, non affidata a nessun organo di potere, a differenza di altre forme di governo.<ref>Milani, p. 18</ref><ref>Ascani, ''Cospaia'', p. 20</ref> |
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Cospaia aveva anche una bandiera ufficiale,<ref>[http://digilander.libero.it/breschirob/chiesa.html#cospaia Cospaia]</ref> che viene tuttora utilizzata in alcune occasioni. Il vessillo è caratterizzato da un campo nero e uno bianco, divisi diagonalmente. |
Cospaia aveva anche una bandiera ufficiale,<ref>[http://digilander.libero.it/breschirob/chiesa.html#cospaia Cospaia]</ref> che viene tuttora utilizzata in alcune occasioni. Il vessillo è caratterizzato da un campo nero e uno bianco, divisi diagonalmente. Nello stemma compare, invece, il paesello tra i due piccoli corsi d'acqua, con due pesci sulla destra e la pianta di [[Nicotiana tabacum]] a sinistra, sopra è riportato il [[motto]] e gli anni di durata della repubblica.<ref>Gennaioli, p. 4</ref> |
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I cospaiesi non avevano, dunque, obblighi tributari con lo [[Stato Pontificio]] e il [[Granducato di Toscana]], e le merci che transitavano nel territorio non erano soggette ad alcun dazio. |
I cospaiesi non avevano, dunque, obblighi tributari con lo [[Stato Pontificio]] e il [[Granducato di Toscana]], e le merci che transitavano nel territorio non erano soggette ad alcun dazio. |
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===Forma di governo=== |
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[[File:Cospaia.jpg|upright=1.4|thumb|sinistra|L'antica repubblica di [[Cospaia]]]] |
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La repubblica di Cospaia non aveva esercito né carceri.<ref>Milani, pp. 16-17</ref> A capo dell'amministrazione vi era il Consiglio degli Anziani e Capi famiglia, che si riuniva nella chiesa dell'Annunziata (dal [[1718]] al [[1826]]), sede dell'omonima [[Confraternita]] ([[1613]]): nell'architrave del suo portone si può ancora leggere l'unica norma scritta della repubblica, "''perpetua et firma libertas".'' Alle sedute del Consiglio degli Anziani partecipavano, altresì, il curato di San Lorenzo, in qualità di "presidente" (forse perché l'unica persona non analfabeta), carica condivisa con un membro della famiglia Valenti, la più importante del paese (quando la riunione si teneva nella loro casa, fino al [[1718]]). La menzionata frase latina era anche incisa sulla campana della parrocchiale.<ref>Milani, p.25</ref> |
La repubblica di Cospaia non aveva esercito né carceri.<ref>Milani, pp. 16-17</ref> A capo dell'amministrazione vi era il Consiglio degli Anziani e Capi famiglia, che si riuniva nella chiesa dell'Annunziata (dal [[1718]] al [[1826]]), sede dell'omonima [[Confraternita]] ([[1613]]): nell'architrave del suo portone si può ancora leggere l'unica norma scritta della repubblica, "''perpetua et firma libertas".'' Alle sedute del Consiglio degli Anziani partecipavano, altresì, il curato di San Lorenzo, in qualità di "presidente" (forse perché l'unica persona non analfabeta), carica condivisa con un membro della famiglia Valenti, la più importante del paese (quando la riunione si teneva nella loro casa, fino al [[1718]]). La menzionata frase latina era anche incisa sulla campana della parrocchiale.<ref>Milani, p. 25</ref> |
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Dopo diversi secoli di esistenza, Cospaia si ridusse però a un mero ricettacolo di contrabbandieri. Il concetto di libertà si era un po' appannato a favore dei suoi privilegi che attiravano persone di tutti i tipi, per motivi economici o per sfuggire alla giustizia dei due grandi Stati confinanti.<ref>Graziani, p. 15</ref> |
Dopo diversi secoli di esistenza, Cospaia si ridusse però a un mero ricettacolo di contrabbandieri. Il concetto di libertà si era un po' appannato a favore dei suoi privilegi che attiravano persone di tutti i tipi, per motivi economici o per sfuggire alla giustizia dei due grandi Stati confinanti.<ref>Graziani, p. 15</ref> |
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===Fine della repubblica=== |
===Fine della repubblica=== |
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Dopo la parentesi [[Napoleone I|napoleonica]], pertanto, il 26 giugno [[1826]], con un atto di sottomissione da parte di quattordici rappresentanti della repubblica, essa entrò a far parte dello [[Stato della Chiesa]]: ogni cospaiese, come "risarcimento", ottenne una moneta d'argento (il "papetto", in quanto raffigurante [[Gregorio XVI]]) e l'autorizzazione a continuare la coltivazione del [[tabacco]].<ref>Milani, p.81</ref> |
Dopo la parentesi [[Napoleone I|napoleonica]], pertanto, il 26 giugno [[1826]], con un atto di sottomissione da parte di quattordici rappresentanti della repubblica, essa entrò a far parte dello [[Stato della Chiesa]]: ogni cospaiese, come "risarcimento", ottenne una moneta d'argento (il "papetto", in quanto raffigurante [[Gregorio XVI]]) e l'autorizzazione a continuare la coltivazione del [[tabacco]].<ref>Milani, p. 81</ref> |
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Versione delle 08:58, 26 set 2014
Repubblica di Cospaia | |
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Motto: Perpetua et firma libertas | |
Dati amministrativi | |
Lingue ufficiali | italiano |
Lingue parlate | latino, italiano |
Capitale | Cospaia |
Politica | |
Forma di governo | repubblica |
Capo di Stato | presidente del Consiglio degli Anziani |
Nascita | febbraio 1441 |
Fine | 26 giugno 1826 |
Causa | annessione allo Stato Pontificio |
Territorio e popolazione | |
Bacino geografico | Cospaia e il suo circondario |
Territorio originale | il solo territorio di Cospaia |
Massima estensione | 330 ettari nel XVII secolo |
Popolazione | 373 abitanti nel XVII secolo |
Economia | |
Valuta | pontificia e granducale |
Commerci con | Stato Pontificio Granducato di Toscana |
Esportazioni | tabacco |
Religione e società | |
Religioni preminenti | cattolicesimo |
Classi sociali | contadini, operai |
Evoluzione storica | |
Preceduto da | Stato Pontificio |
Succeduto da | Stato Pontificio |
La repubblica di Cospaia, ora frazione del comune di San Giustino, in provincia di Perugia, è stata per diversi secoli una minuscola entità territoriale indipendente, posta fra lo Stato della Chiesa e la Repubblica di Firenze (poi il Granducato di Toscana).
Storia
Nascita della repubblica
Il borgo ottenne, inaspettatamente, l'indipendenza nel febbraio 1441, quando papa Eugenio IV, impegnato nella lotta con il Concilio di Basilea, cedette il territorio di Sansepolcro alla Repubblica di Firenze. Per errore, nella designazione del confine, una piccola striscia di terreno non venne inclusa nel trattato che delimitava i confini, e i relativi abitanti dichiararono prontamente l'indipendenza. L'equivoco nacque dal fatto che, a circa 500 metri dal fiume che doveva delimitare il confine (chiamato semplicemente "Rio"), esisteva un omonimo corso d'acqua. I delegati della Repubblica di Firenze considerarono come nuovo confine il fiume "Rio" che si trova più a nord, i delegati dello Stato della Chiesa considerarono invece quello più a sud. Si creò così una sorta di terra di nessuno che fu dichiarata indipendente e riconosciuta nel 1484.[1]
La repubblica, come forma di governo, era estremamente rara fino alla rivoluzione francese. Esistevano le repubbliche marinare (con istituzioni aristocratiche), la repubblica di San Marino e la presunta repubblica di Senarica (in Abruzzo), con un doge come a Venezia, ma la sua reale esistenza non è stata storicamente provata con opportuna documentazione.
I cospaiesi, pertanto, preferirono basare la loro indipendenza sulla libertà totale degli abitanti, detentori tutti della sovranità, non affidata a nessun organo di potere, a differenza di altre forme di governo.[2][3] Cospaia aveva anche una bandiera ufficiale,[4] che viene tuttora utilizzata in alcune occasioni. Il vessillo è caratterizzato da un campo nero e uno bianco, divisi diagonalmente. Nello stemma compare, invece, il paesello tra i due piccoli corsi d'acqua, con due pesci sulla destra e la pianta di Nicotiana tabacum a sinistra, sopra è riportato il motto e gli anni di durata della repubblica.[5]
I cospaiesi non avevano, dunque, obblighi tributari con lo Stato Pontificio e il Granducato di Toscana, e le merci che transitavano nel territorio non erano soggette ad alcun dazio. Sebbene il territorio si estendesse su appena 330 ettari (2 chilometri di lunghezza per circa 500 metri di larghezza), i 250 abitanti fecero tesoro della situazione e ne approfittarono per incrementare, fra i primi in Italia, la coltivazione del tabacco. Tuttora, alcune varietà di tabacco vengono definite con il nome di cospaia.[6]
Forma di governo
La repubblica di Cospaia non aveva esercito né carceri.[7] A capo dell'amministrazione vi era il Consiglio degli Anziani e Capi famiglia, che si riuniva nella chiesa dell'Annunziata (dal 1718 al 1826), sede dell'omonima Confraternita (1613): nell'architrave del suo portone si può ancora leggere l'unica norma scritta della repubblica, "perpetua et firma libertas". Alle sedute del Consiglio degli Anziani partecipavano, altresì, il curato di San Lorenzo, in qualità di "presidente" (forse perché l'unica persona non analfabeta), carica condivisa con un membro della famiglia Valenti, la più importante del paese (quando la riunione si teneva nella loro casa, fino al 1718). La menzionata frase latina era anche incisa sulla campana della parrocchiale.[8]
Dopo diversi secoli di esistenza, Cospaia si ridusse però a un mero ricettacolo di contrabbandieri. Il concetto di libertà si era un po' appannato a favore dei suoi privilegi che attiravano persone di tutti i tipi, per motivi economici o per sfuggire alla giustizia dei due grandi Stati confinanti.[9]
Fine della repubblica
Dopo la parentesi napoleonica, pertanto, il 26 giugno 1826, con un atto di sottomissione da parte di quattordici rappresentanti della repubblica, essa entrò a far parte dello Stato della Chiesa: ogni cospaiese, come "risarcimento", ottenne una moneta d'argento (il "papetto", in quanto raffigurante Gregorio XVI) e l'autorizzazione a continuare la coltivazione del tabacco.[10]
Note
Bibliografia
- A. Ascani, San Giustino, Città di Castello 1965.
- A. Ascani, Cospaia. Storia inedita della singolare repubblica, Città di Castello 1977.
- E. Fuselli, I picchetti della Truppa di Finanza della "sezione" di Cospaia, San Giustino 2012.
- S. ed E. Gennaioli, Cospaia e la sua storia in ottava rima, Bologna 1999.
- G. Graziani, Stati d'eccezione, edizioni dell'asino, Roma 2012.
- G. Milani, Tra Rio e Riascolo. Piccola storia del territorio libero di Cospaia, Città di Castello 1996.
- G. Natali, Lo Stato libero di Cospaia, Umbertide 1892.