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Rez

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Rez
videogioco
PiattaformaSega Dreamcast, PlayStation 2, Xbox 360
Data di pubblicazioneSega Dreamcast:
Giappone 21 novembre 2001
Zona PAL 11 gennaio 2002

PlayStation 2:
Giappone 21 novembre 2001
7 gennaio 2002
Zona PAL 22 febbraio 2002
Xbox 360:
Mondo/non specificato 30 gennaio 2008

GenereSparatutto, musicale
OrigineGiappone
SviluppoUnited Game Artists, Q Entertainment, HexaDrive
PubblicazioneSEGA, Sony Computer Entertainment, Microsoft Game Studios
Modalità di giocoGiocatore singolo
Periferiche di inputDualShock, mouse, Trance Vibrator
SupportoCD-ROM, GD-ROM
Distribuzione digitaleXbox Live
Seguito daChild of Eden

Rez (anche noto con i nomi in codice K-Project, Project Eden o Vibes[1]) è un videogioco di genere sparatutto per Sega Dreamcast e PlayStation 2. Nel 2008 è stata distribuita per Xbox 360 la versione ad alta definizione del videogioco con il titolo Rez HD e nel 2016 è stata realizzata una conversione per PlayStation VR denominata Rez Infinite.
Un prequel del videogioco, dal titolo Child of Eden, è stato pubblicato nel 2011 per Xbox 360 e PlayStation 3.

Il gioco è ambientato all'interno del computer futuristico Supernetwork, chiamato K-Project, controllato da un'intelligenza artificiale chiamata Eden. Eden è rimasta sopraffatta dalla enorme quantità di conoscenze raccolte in rete, facendola dubitare del significato della sua esistenza e inserire una sequenza di spegnimento, che creerebbe problemi catastrofici ovunque se dovesse essere in grado di completarla.

Il giocatore interpreta il capo degli hacker, ed ha il compito di riavviare Eden e distruggere qualsiasi virus o firewall che interferiscano con la sua missione.

Il nome K-Project e gran parte della visuale del gioco e della trama derivano dal pittore russo Wassily Kandinsky, il cui nome è citato alla fine dei crediti di gioco, mentre il nome Rez è stato ispirato dalla canzone Rez degli Underworld[2], prodotta nel 1993 e non presente negli album del gruppo se non successivamente nella raccolta "1992–2012 The Anthology".

Trance Vibrator

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Trance Vibrator

Il gioco fa affidamento sul sistema di vibrazioni per aumentare l'immersività, per il Dreamcast si può utilizzare l'accessorio per il controller, Per la Playstation 2 il controller DualShock 2, ma è possibile abbinare anche un sistema (controller) personalizzato creato dal team di Mizuguchi per il gioco chiamato "Trance Vibrator" sviluppato in due varianti, quali accessorio per controller Dreamcast e accessorio USB per Playstation 2.[3][4]
Il Trance Vibrator è stata un'idea di Mizuguchi, iniziata come uno scherzo per migliorare la meccanica visiva del gioco[3][4], il concetto è nato insieme al piano originale per Rez quando Mizuguchi visitò l'Europa.[5] Anche se i controller standard davano un buon feedback sulle vibrazioni, questo si trasmetteva solo alle mani. Lo scopo di Mizuguchi con il vibratore Trance era quello di consentire al giocatore di posizionarlo da qualche altra parte (in tasca nei pantaloni o sotto i piedi) a contatto con la propria pelle e sentire le vibrazioni da lì.[5][6] Ha ammesso che questo si prestava a situazioni in cui poteva essere utilizzato per la stimolazione sessuale.[5][6]

  1. ^ (EN) Michael McWhertor, Dreamcast Rez Beta "K-Project" Released, su Kotaku, 18 marzo 2008. URL consultato il 28 settembre 2014 (archiviato dall'url originale il 23 dicembre 2015).
  2. ^ (EN) John Davison, The Next Gen Console War Has Begun, su 1up.com, 14 marzo 2005. URL consultato il 2 agosto 2011 (archiviato dall'url originale il 23 settembre 2012).
  3. ^ a b (JA) ja:【東京ゲームショウ2001秋】イベントレポート ~「サクラ大戦4」にて神崎すみれ引退!!~, su game.watch.impress.co.jp, Game Watch Impress, 13 ottobre 2001. URL consultato il 6 dicembre 2019 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
  4. ^ a b Famitsu Scores Latest PlayStation 2 Releases, su IGN, 16 novembre 2001. URL consultato il 25 luglio 2020 (archiviato dall'url originale l'8 novembre 2012).
  5. ^ a b c (JA) Greg Orlando, Q Made Who?, in Play Magazine, September 2006, Fusion Publishing, 1º settembre 2006, pp. 60–61.
  6. ^ a b Rob Fahay, Still Shinin', su GamesIndustry.biz, 26 luglio 2006. URL consultato il 6 dicembre 2019 (archiviato dall'url originale il 26 ottobre 2019).

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