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Repubbliche dell'Unione Sovietica

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Voce principale: Unione Sovietica.
Evoluzione delle Repubbliche sovietiche dal 1922 al 1991

Le Repubbliche dell'Unione Sovietica, o semplicemente Repubbliche dell'Unione (in russo Союзные республики CCCР, Sojuznye respubliki SSSR?), formalmente Repubbliche socialiste sovietiche, in sigla RSS (Советские социалистические республики, ССР, Sovetskie socialističeskie respubliki, SSR), erano gli Stati federati che componevano l'Unione Sovietica.

Erano tutte Repubbliche socialiste e tutte, con l'eccezione della RSFS Russa,[1] avevano il proprio Partito Comunista, facente parte del Partito Comunista dell'Unione Sovietica (PCUS).

Dal 1991 sono tutti stati indipendenti; 10 di loro aderiscono alla Comunità degli Stati Indipendenti; non vi hanno aderito Estonia, Lettonia e Lituania, mentre sono successivamente uscite dalla Comunità la Georgia (nel 2003, a seguito della Rivoluzione delle rose) e l'Ucraina (nel 2014, parallelamente alle manifestazioni dell'Euromaidan, alla crisi della Crimea del 2014 e alla guerra del Donbass).

Lo stesso argomento in dettaglio: Dissoluzione dell'Unione Sovietica.

Le repubbliche giocarono un ruolo importante nel collasso dell'Unione Sovietica. Con Michail Gorbačëv, la glasnost' e la perestrojka erano mirate a riformare l'Unione Sovietica, ma gli effetti di queste riforme accrebbero il potere delle repubbliche. Dapprima, le liberalizzazioni politiche permisero ai governi di accrescere la loro legittimazione con la democrazia ed il nazionalismo. In più, la liberalizzazione portò a fratture nella gerarchia dei partiti che ridusse il controllo dell'URSS sulle repubbliche. Infine, la perestrojka permise ai governi delle repubbliche di controllare i propri assetti economici. Le repubbliche baltiche occupate, Estonia, Lettonia e Lituania, di etnia non russa e forzatamente annesse all'URSS dopo la II guerra mondiale, furono le prime a dimostrare finalmente al mondo la loro volontà di ritornare libere ed indipendenti.

Verso la fine degli anni ottanta, il governo sovietico tentò di trovare una nuova struttura che potesse riflettere il potere crescente delle repubbliche. Questi sforzi si rivelarono inutili, e nel 1991 l'URSS cedette quando i governi delle repubbliche si separarono. Tutte le repubbliche divennero stati indipendenti, anche se i governi post-sovietici in molti casi rimasero quelli delle ex-repubbliche sovietiche, dando origine ai cosiddetti Stati post-sovietici.

Assetto politico

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Costituzionalmente, l'Unione Sovietica era una federazione. Secondo l'articolo 72 della Costituzione sovietica adottata nel 1977, ogni repubblica aveva il diritto di separarsi dall'URSS. Questo diritto non fu però mai esercitato fino al dicembre 1991, quando si verificò l'abbandono delle Repubbliche baltiche, della Georgia, dell'Armenia, dell'Azerbaigian, delle Repubbliche dell'Asia centrale, dell'Ucraina, della Moldavia e della Bielorussia, con il conseguente crollo dell'URSS.

In realtà, l'URSS era un'entità fortemente centralizzata, sin dalla sua creazione nel 1922 fino alla metà degli anni ottanta, quando la politica di Michail Gorbačëv portò alla perdita del potere centrale e al collasso dell'Unione Sovietica. Con la costituzione adottata nel 1936 e modificata fino all'ottobre 1977, la fondazione politica dell'Unione era formata dai Consigli dei Soviet dei Deputati del Popolo. Questi esistevano a tutti i livelli della gerarchia amministrativa, e l'Unione Sovietica stessa era sotto il controllo del Soviet Supremo dell'URSS, situato a Mosca.

Insieme alla gerarchia statale amministrativa, esisteva una struttura parallela di organizzazione partitica che permetteva al Politburo di esercitare un forte controllo sulle repubbliche. Era consuetudine nelle repubbliche al di fuori della Russia che il capo di Stato di una nazione fosse l'ufficiale locale quando il segretario generale del partito non si trovava nel territorio della repubblica.

Ogni repubblica aveva i propri simboli nazionali: una bandiera, uno stemma e, con l'eccezione della RSFS Russa, anche un inno (si vedano gli articoli su bandiere delle repubbliche dell'Unione Sovietica e su stemmi dell'Unione Sovietica).

Le RSS dopo il 1956

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Segue l'elenco delle 15 RSS esistenti dal 1956 alla dissoluzione dell'Unione Sovietica nel 1991.

Repubbliche sovietiche Stati indipendenti Mappa delle Repubbliche sovietiche
1 Flag of Armenian SSR RSS Armena Armenia (bandiera) Armenia
2 Flag of Azerbaijan SSR RSS Azera Azerbaigian (bandiera) Azerbaigian
3 Flag of Belarusian SSR RSS Bielorussa Bielorussia (bandiera) Bielorussia
4 Flag of Estonian SSR RSS Estone Estonia (bandiera) Estonia
5 Flag of Georgian SSR RSS Georgiana Georgia (bandiera) Georgia
6 Flag of Kazakhstan SSR RSS Kazaka Kazakistan (bandiera) Kazakistan
7 Flag of Kyrgyzstan SSR RSS Kirghisa Kirghizistan (bandiera) Kirghizistan
8 Flag of Latvian SSR RSS Lettone Lettonia (bandiera) Lettonia
9 Flag of Lithuanian SSR RSS Lituana Lituania (bandiera) Lituania
10 Flag of Moldovan SSR RSS Moldava Moldavia (bandiera) Moldavia
11 Flag of Russian SFSR RSFS Russa Russia (bandiera) Russia
12 Flag of Tajikistan SSR RSS Tagika Tagikistan (bandiera) Tagikistan
13 Flag of Turkmenistan SSR RSS Turkmena Turkmenistan (bandiera) Turkmenistan
14 Flag of Ukrainian SSR RSS Ucraina Ucraina (bandiera) Ucraina
15 Flag of Uzbekistan SSR RSS Uzbeka Uzbekistan (bandiera) Uzbekistan

Suddivisione per regione

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     Russia

     Asia centrale

     Transcaucasia

     Europa orientale

     Paesi baltici

Le Repubbliche sovietiche possono essere suddivisi in cinque raggruppamenti geografici in base alle caratteristiche territoriali e culturali che le accomunavano.

  • RSFS Russa, lo stato fondamentale dell'URSS attorno al quale andarono ad aggregarsi le altre repubbliche (1922).

In Siberia erano riconosciuti i circondari nazionali degli Evenki e dei Coriaki e la provincia autonoma degli Ebrei.

Suddivisione per estensione

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Posizione (nel mondo) Repubblica Area (km²) %
1 1 RSFS Russa 17 075 400 76,62%
2 9 RSS Kazaka 2 727 300 12,24%
3 44 RSS Ucraina 603 700 2,71%
4 52 RSS Turkmena 488 100 2,19%
5 56 RSS Uzbeka 447 400 2,01%
6 84 RSS Bielorussa 207 600 0,93%
7 85 RSS Kirghisa 198 500 0,89%
- - RSS Carelo-Finlandese 172 400 0,77%
8 93 RSS Tagika 143 100 0,64%
9 112 RSS Azera 86 600 0,39%
10 119 RSS Georgiana 69 700 0,31%
11 121 RSS Lituana 65 200 0,29%
12 122 RSS Lettone 64 589 0,29%
13 130 RSS Estone 45 226 0,20%
14 135 RSS Moldava 33 843 0,15%
15 138 RSS Armena 29 800 0,13%

Suddivisione per popolazione e densità

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Secondo il censimento sovietico del 1989:

Posizione Repubblica Popolazione %
1 RSFS Russa 147 386 000 51,40%
2 RSS Ucraina 51 706 746 18,03%
3 RSS Uzbeka 19 906 000 6,94%
4 RSS Kazaka 16 711 900 5,83%
5 RSS Bielorussa 10 151 806 3,54%
6 RSS Azera 7 037 900 2,45%
7 RSS Georgiana 5 400 841 1,88%
8 RSS Tagika 5 112 000 1,78%
9 RSS Moldava 4 337 600 1,51%
10 RSS Kirghisa 4 257 800 1,48%
11 RSS Lituana 3 689 779 1,29%
12 RSS Turkmena 3 522 700 1,23%
13 RSS Armena 3 287 700 1,15%
14 RSS Lettone 2 666 567 0,93%
15 RSS Estone 1 565 662 0,55%
Posizione Repubblica Densità
1 RSS Moldava 128,2
2 RSS Armena 110,3
3 RSS Ucraina 85,6
4 RSS Azera 81,3
5 RSS Georgiana 77,5
6 RSS Lituana 56,6
7 RSS Bielorussa 48,9
8 RSS Uzbeka 44,5
9 RSS Lettone 41,3
10 RSS Tagika 35,7
11 RSS Estone 34,6
12 RSS Kirghisa 21,4
13 RSFS Russa 8,6
14 RSS Turkmena 7,2
15 RSS Kazaka 6,1

Altre Repubbliche socialiste sovietiche

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Repubbliche socialiste sovietiche autonome

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Lo stesso argomento in dettaglio: Repubbliche socialiste sovietiche autonome.
Suddivisioni amministrative dell'URSS nel 1983; in arancione le Repubbliche socialiste sovietiche autonome all'interno delle rispettive Repubbliche sovietiche

All'interno delle 15 Repubbliche sovietiche, alcune suddivisioni amministrative avevano lo status di Repubblica socialista sovietica autonoma, spesso per una relativa minoranza etnica.

  1. ^ Il Partito comunista della RSFS Russa fu fondato solo nel giugno 1990, v. (RU) A. B. Bezborodov, N. V. Eliseeva (a cura di), Istorija Kommunističeskoj partii Sovetskogo Sojuza [Storia del Partito comunista dell'Unione Sovietica], Mosca, Političeskaja ėnciklopedija, 2014, p. 397, ISBN 978-5-8243-1824-1.

Voci correlate

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Altri progetti

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