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Oleg Grabar

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Oleg Grabar (Strasburgo, 3 novembre 1929Princeton, 8 gennaio 2011) è stato uno storico dell'arte e archeologo francese naturalizzato statunitense.

Institute for Advanced Study (Princeton)

Trascorse gran parte della sua vita negli Stati Uniti e fu una delle personalità più apprezzate nel mondo degli storici dell'arte islamica.

Carriera accademica

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Grabar studiò nell'Università di Parigi, seguendo i corsi dei storia antica, medievale e moderna prima di trasferirsi negli USA nel 1948.[1] Si laureò anche ad Harvard oltre che nell'Università di Parigi nel 1950. Nel 1955 conseguì un PhD nella Princeton University (New Jersey).

Operò nella University of Michigan tra il 1954 e il 1969, prima di trasferirsi nella Harvard University come professore cattedratico (full professor). Nel 1980, Grabar divenne il primo Aga Khan Professor of Islamic Art and Architecture ad Harvard. Fu membro fondatore della rivista Muqarnas nel 1983.[2] Divenne Emeritus ad Harvard nel 1990 e quindi raggiunse la School of Historical Studies dell'Institute for Advanced Study, diventandovi Emerito nel 1998.

Cupola della Roccia nella Città Vecchia di Gerusalemme.

Le ricerche archeologiche e di studio intraprese da Grabar toccarono un periodo storico e un'area culturale di grande ampiezza nel campo degli studi islamici, dall'Africa islamica al Vicino Oriente e all'Asia islamica.[2][3]

Agli inizi della sua carriera, Grabar trascorse alcuni anni (1953-1953 e 1960–1961) nell'American School of Oriental Research di Gerusalemme.[2] Dal 1964 al 1972, diresse gli scavi del sito islamico del Qasr al-Hayr al-Sharqi in Siria, i cui risultati furono pubblicati in un doppio volume di cui egli fu uno dei contributori, City in the Desert, Qasr al-Hayr East.[4] Altri libri importanti in lingua inglese sono: The Shape of the Holy (Princeton, 1996), The Mediation of Ornament (Princeton, 1992), The Great Mosque of Isfahan (New York University, 1990) e The Formation of Islamic Art (Yale, 1973).

Oleg Grabar scrisse contributi di grande rilievo anche nel campo delle miniature persiane di epoca islamica. Con Sheila Blair fu autore di un'opera illustrata del principale manoscritto dello Shahnameh di Ferdowsi, Epic Images and Contemporary History: The Illustrations of the Great Mongol Shahnama (Chicago, 1980). Contribuì magistralmente agli studi relativi alla Cupola della Roccia col suo articolo "The Umayyad Dome of the Rock in Jerusalem."[5] Il suo contributo Penser l'art islamique: une esthétique de l'ornement esprime rilevanti riflessioni sulla natura dell'arte islamica.

Grabar era figlio dell'apprezzato bizantinista André Grabar.[1] Oleg Grabar e sua moglie Terry, professore inglese in pensione, sono stati sposati per 59 anni. Ebbero due figli, Nicolas e Anne Louise, e tre nipoti, Henry, Olivia e Margaret.[4]

Grabar ricevette numerose onorificenze nel corso della vita, inclusa la Charles Lang Freer Medal nel 2001 e, nel 2010, il Chairman's Award nella cerimonia Aga Khan Award for Architecture, svoltasi a Doha, dove egli tenne quello che probabilmente fu il suo ultimo discorso pubblico.[6][7]

Oleg Grabar vanta oltre 200 opere monografiche, più di 500 pubblicazioni in 13 lingue e oltre 15.000 acquisizioni bibliotecarie.[8]

  1. ^ a b William Grimes, Oleg Grabar, Historian Who Studied Islamic Culture, Dies at 81, in New York Times, 12 gennaio 2011. URL consultato il 14 gennaio 2011.
    «Professor Grabar, the son of the eminent Byzantinist Andre Grabar, specialized in the architecture of the seventh- and eighth-century Umayyad dynasty early in his career. In the 1960s he led the excavations at Qasr al-Hayr East in Syria, the site of an early Islamic palace in an area long thought to be a historical blank.»
  2. ^ a b c CURRICULUM VITAE: OLEG GRABAR (PDF) [collegamento interrotto], su isites.harvard.edu, Harvard University. URL consultato il 14 gennaio 2011.
    «In addition to two years (1953-54 and 1960-61) at the American School of Oriental research in Jerusalem, Archaeological expeditions and study trips to the Near East in 1955 (Spain), 1956 (Arab countries and Turkey), 1957 (Turkey), 1959 (Israel), 1961 (Iran and Egypt), 1963 (Syria), 1964 (Syria), 1966 (Syria and Jordan),1968 (Syria), 1969 (Syria, Egypt, Turkey), 1970 (Syria, Iran), 1971 (Syria, Spain), 1972 (Syria, Iran, Afghanistan, Israel, Soviet Central Asia), 1973 (Iran), 1974 (Jordan), 1975 and 1977 (Iran), 1980 (Egypt), 1978 (Turkey), 1979 (Indonesia), 1980 (Jordan), 1980 (Pakistan), 1980 (Saudi Arabia), 1981 (China), 1982 (Senegal, Tunisia), 1983 (Turkey, Pakistan), 1984 (India, Egypt), 1985 (Bangladesh, Egypt), 1986 (Morocco, Spain, Central Asia), 1987 (India), 1988 (Egypt, Morocco), 1989 (Tanzania, Kenya), 1990 (Bulgaria, Kuwait), 1991 (Morocco), 1992 (Russia), 1993 (Syria, Jordan, Israel), 1994 (Morocco), 1995 (Syria), 1996 (Syria, Jordan, Israel), 1997 (Jordan, Syria, Israel), 1998 (China, Central Asian republics), 2000 (Israel), 2001 (India and Turkey), 2002 (Jordan), 2006 (Israel, Turkey, Lebanon, Syria), and 2007 (Turkey)»
  3. ^ Oleg Grabar, su ias.edu, Institute for Advanced Study. URL consultato il 14 gennaio 2011.
    «Oleg Grabar’s research has had a profound and far-reaching influence on the study of Islamic art and architecture. His extensive archaeological expeditions and research trips cover the vast expanse of the Islamic world in Africa, the Middle East, and Muslim Asia.»
  4. ^ a b Linda Stein, Princeton-based art historian dies, in Trenton Times, 12 gennaio 2001. URL consultato il 14 gennaio 2011 (archiviato dall'url originale il 23 gennaio 2011).
    «"He was so vivid, so lively," Bowersock said. "Every time he walked into the room he said something memorable and interesting."»
  5. ^ Ars orientalis, 3, 1959, pp. 33-62
  6. ^ Oleg Grabar, Friend and Colleague, Dies at 81, su asia.si.edu, The Smithsonian's Museums of Asian Art. URL consultato il 14 gennaio 2011 (archiviato dall'url originale il 22 gennaio 2011).
    «In November 2010, Grabar accepted the Chairman's Award at the Aga Khan Award for Architecture ceremony in Doha and gave what would be his last public speech. He will be greatly missed.»
  7. ^ Speech by Oleg Grabar, Recipient of the 2010 Chairman’s Award, at the Aga Khan Award for Architecture 2010 Award Presentation Ceremony (Doha, Qatar), su akdn.org, Aga Khan Development Network. URL consultato il 14 gennaio 2011 (archiviato dall'url originale il 5 dicembre 2012).
    «In a sense, our task of many years back was justified by an often quoted Tradition (hadith) attributed to the Prophet Muhammad that knowledge must be sought wherever it is found, even in China. China in the seventh century of the common era and the first century of the hijrah was a way to identify a remote world known to exist and to be important, but hardly an accessible one. The point of the Tradition is that there is knowledge everywhere, none of which should be rejected without being tested.»
  8. ^ WorldCat Identities: Grabar, Oleg

Collegamenti esterni

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Controllo di autoritàVIAF (EN100215326 · ISNI (EN0000 0001 2103 3846 · SBN RAVV026053 · BAV 495/143050 · ULAN (EN500268172 · LCCN (ENn79006617 · GND (DE10435139X · BNE (ESXX1112457 (data) · BNF (FRcb12044591r (data) · J9U (ENHE987007262087305171
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