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Manto papale

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Papa Leone XIII con il manto e il triregno

Il manto papale è un paramento liturgico simile al piviale (dal quale differisce esclusivamente per la lunghezza), che veniva utilizzato solamente dal papa in alcune cerimonie solenni.

Il primissimo riferimento all'utilizzo del manto è attestato da Dante Alighieri nella Divina Commedia. Papa Niccolò III si presenta, infatti, al poeta con queste parole, indicando il manto come prerogativa caratterizzante del pontefice:

«Se di saper ch'io sia ti cal cotanto,
che tu abbi però la ripa corsa,
sappi ch'io fui vestito del gran manto»

Papa Pio VII con il manto papale

Il manto era un piviale con una lunghezza superiore alla statura del papa (le dimensioni sono variabili a seconda del modello e del periodo storico, ma poteva essere anche di parecchi metri); quando il papa camminava, i bordi dovevano essere sorretti da appositi incaricati, detti caudatari[1]. Quando il papa sedeva (sulla cattedra o sulla sedia gestatoria), poneva i piedi sulla fodera interna e gli incaricati chiudevano le falde appoggiandole in modo che, oltre alla persona del papa, venissero coperti completamente anche i gradini del trono.

Come altri paramenti liturgici (quali ad esempio la cappa magna e le chiroteche), non è stato abolito, ma è caduto in disuso.

Un manto appartenuto a papa Giovanni XXIII è stato in seguito accorciato e trasformato in un comune piviale ed è stato indossato da papa Giovanni Paolo II in occasione della chiusura della porta santa per il giubileo del 1983[2] e da papa Benedetto XVI in occasione della benedizione Urbi et Orbi del 25 dicembre 2007, per il Te Deum del 31 dicembre dello stesso anno e di quelli successivi[3].

  1. ^ Davide Bracale, Chi è il caudatario?, su ecclesiadei.it, Ecclesia Dei. URL consultato il 29 giugno 2021.
  2. ^ Giovanni Paolo II
  3. ^ Benedetto XVI

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