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Ludovico Carracci

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Ludovico Carracci

Ludovico Carracci (Bologna, 21 aprile 1555Bologna, 13 novembre 1619) è stato un pittore italiano, cugino dei fratelli Agostino e Annibale Carracci.

Nato a Bologna nel 1555 si formò presso Prospero Fontana, viaggiando a Firenze, Parma, Mantova, Venezia e venendo a contatto con Camillo Procaccini. È il più anziano esponente della famiglia dei Carracci, cugino di Annibale. Predilige la pittura religiosa finalizzata alla moralizzazione e come stimolo devozionale.

Prima del 1584, oltre all'iscrizione alla Compagnia dei Pittori, gli possono essere attribuite lo Sposalizio mistico di santa Caterina, ora in collezione privata, San Vincenzo in adorazione della Vergine e del Bambino, al Credito Romagnolo di Bologna e San Francesco in adorazione del Crocifisso, conservato alla Pinacoteca Capitolina di Roma, in questi la sua attenzione viene rivolta alla pittura del Parmigianino.

Madonna dei Bargellini (1588), Pinacoteca Nazionale, Bologna

Nel 1584 partecipa alla decorazione del bolognese Palazzo Fava insieme ad Annibale e ad Agostino. Tra le sue opere principali in questi anni si annoverano: Il Battesimo di Cristo, il San Francesco della Galleria Capitolina e il Matrimonio mistico.

Nelle prime opere come: l'Annunciazione del 1585 circa, ora alla Pinacoteca Nazionale di Bologna e la Visione di san Francesco del Rijksmuseum di Amsterdam, si riscontra l'influenza di Bartolomeo Cesi e dell'opera di Federico Barocci, oltre alle crisi morali del Carracci di fronte alle disposizioni diffuse dalla Controriforma.[1]

Del 1587 è la Conversione di san Paolo; datata al 1588 è la Madonna dei Bargellini, coeva è l'Assunzione e la Trasfigurazione, ora in collezione privata; successiva è la Madonna degli Scalzi e del 1591 è la Sacra Famiglia con san Francesco, ora a Cento.

Tra il 1590 e il 1592, lavorò sempre con Agostino e Annibale al fregio di Palazzo Magnani con le Storie della fondazione di Roma; dello stesso periodo è la Flagellazione di Cristo, ora conservato a Douai al Museo della Certosa e del 1592 la Predicazione del Battista della Pinacoteca Nazionale di Bologna.

Sposalizio della Vergine

Tra il 1604 e il 1605 lavorò ad una serie di dipinti murali, in collaborazione con gli allievi, nel chiostro di San Michele in Bosco (oggi molto rovinati). Nello stesso cantiere era presente anche l'ex discepolo Guido Reni, ormai già in aperta e temibile concorrenza con Ludovico. Il ciclo del chiostro della chiesa benedettina di Bologna, benché dipinto su parete, non era stato steso ad affresco, ma attraverso una sperimentale applicazione della tecnica dell'olio su muro. La scelta si rivelò inadeguata alle caratteristiche climatiche del luogo, con rapida rovina delle pitture. Ciononostante, il ciclo del chiostro San Michele in Bosco è descritto dalle fonti come uno dei grandi capolavori di Ludovico Carracci e della sua scuola, tra le glorie della pittura bolognese. Supplisce in modo parziale alla perdita quasi integrale di quest'opera una bella serie di incisioni intagliate da Carlo Pisarri a fine Seicento.

Nel 1607 e 1608 è a Piacenza dove eseguì gli affreschi nel coro del Duomo e nel palazzo arcivescovile.

Nel 1612 Maffeo Barberini gli commissionò per la sua cappella gentilizia nella chiesa di Sant'Andrea della Valle a Roma il San Sebastiano gettato nella cloaca massima, ora al Getty Museum.

Del 1614 è la Crocifissione e i Santi Padri nel Limbo per la chiesa di Santa Francesca Romana a Ferrara in origine prevista per la Basilica di San Giorgio fuori le mura. L'opera, ora collocata nella prima cappella a destra entrando nella chiesa, in origine si trovava nell'abside ed è contornata da una trilogia di dipinti sempre di Ludovico raffiguranti nella cimasa Gli angeli adoranti, che portano in trionfo gli strumenti della passione e nelle nicchie laterali L'Addolorata e San Giovanni Evangelista piangente[2].

Anche l'ultima fase del Carracci evidenziò una pregevole qualità espressiva e morale, caratterizzata da un impianto formale pre-romantico polemico nei confronti delle nuove spinte barocche e da un tessuto cromatico basso.

  1. ^ "Le Muse", De Agostini, Novara, 1965, Vol. III, pag.114
  2. ^ Mario Enrico Cavallari, La Chiesa di S. Francesca Romana tra fabbrica e storia nella Ferrara dell'Addizione di Borso d'Este, Ferrara, Parrocchia di Santa Francesca Romana, 1995, pp. 22-25
  3. ^ Martirio di S. Orsola, su discoverbaroqueart.org. URL consultato il 16 dicembre 2016.
  • Andrea Emiliani (a cura di), Ludovico Carracci (Catalogo della Mostra tenutasi a Bologna nel 1993), Bologna, Nuova Alfa, 1993, ISBN 88-7779-373-2.
  • Alessandro Brogi, Ludovico Carracci: 1555-1619, 2 v., Ozzano Emilia, Tipoarte, 2001, ISBN non esistente.
  • Alessandro Brogi, Ludovico Carracci. Addenda, Bologna, Fondazione Federico Zeri, 2016, ISBN 9788894047141.

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